La situazione fino ai primi anni duemila era più tranquilla. Con il dilagare delle macchine fotografiche digitali invece è tutto un fotografare in ogni angolo del pianeta senza un minimo di criterio. Con le fotocamere sui cellulari poi, il colpo di grazia: l'arte della fotografia è definitivamente andata a puttane.
Ci hanno fornito dei mezzi più sofisticati e tecnologicamente avanzati ma non ci hanno insegnato ad usarli. Come per la macchina ci insegnano a guidarla, e ogni mestiere a compierlo, così non vale per le operazioni che reputiamo semplici per chiunque: scrivere, fotografare, fare un video... tutti si sentono capaci di farli senza alcuna conoscenza perchè sembrano facili. Fotografare non è solo premere un pulsante come fa il turista maldestro cui chiediamo il piacere di farci una foto, e che ci taglia sempre irrimediabilmente i piedi o un pezzo di testa. Significa un insieme di cose che possono andare dall'inquadratura, alla scelta del colore, del bilanciamento del bianco, all'esposizione, il diaframma, il tipo di sincronismo del flash. La maggioranza delle persone si accontentano della funzione AUTO per scattare a condizioni ottimali mediocri in qualunque situazione. Va bene, passi.
Però alcune cose basilari dovrebbero capirle grazie ad un minimo di intelligenza questi turisti maldestri: ogni giorno per le calli di Venezia vedo i peggio comportamenti.
- Non puoi pensare di fotografare il nuovo ponte di Calatrava in controluce pieno. Come ti accechi tu si acceca l'obiettivo non vedi che sono le 3 del pomeriggio e viene tutta bianca? Di contro: cosa fotografi un rio con la gondola se sono le otto di sera e non metti nemmeno il flash?
- Come pensi che esca in foto tuo marito se per fotografarlo ti metti da un lato del ponte e lui dall'altro? Non lo sai che in mezzo ora che scatti transiteranno come minimo 30-40 persone senza contare che li stai intralciando perchè se sono educati si fermano per non rovinare il tuo capolavoro?
- Quando c'è poca luce, turista maldestro, non scattare mentre cammini imperterrito con il naso all'insù: le foto saranno mosse ed inutili, e magari non avrai nemmeno inquadrato quello che immaginavi.
- Hai addirittura un visore, pensa che lusso: dopo aver scattato controlla se ti piace, in tal caso prosegui, non farne altre dodici tutte uguali. (una comitiva di inglesi sotto il ponte di Rialto fotografava due settimane fa dalla stessa angolazione e nella stessa banalissima modalità automatica la stessa cosa. Chiedere all'unico con una reflex di fare uno scatto decente e mandarlo agli altri per mail forse era troppo complesso o poco stimolante per i turisti)
Te ne prego: risparmia spazio, non riempire di foto doppie e triple il tuo computer o peggio, la rete.
Il problema maggiore forse è che il digitale ha costo nullo quindi in ogni caso la gente scatta la foto che poi al limite butta una volta a casa, o peggio, mantiene in mezzo alle altre. Scatta, scatta, scatta senza freno, senza ritegno o un briciolo di parsimonia che il limite fisico del rullino imponeva un tempo. Sfogliare un album di vacanze a Cortina del 1982 potrebbe volervi 5 o 10 minuti al massimo. Scorrere su Picasa il set di foto delle vacanze in Grecia del 2008 richiede oggi qualche ora, grazie alla capacità di svariati giga delle memory card. Risultato? Nessuno dei vostri amici verrà più a casa vostra a vedere le vostre foto delle vacanze. Erano già pallose prima, figuriamoci ora.
Vi siete mai chiesti quando avrete il tempo per rivedere le vostre foto digitali, un domani? Avete mai riflettuto su quante foto avrete accumulato tra venti, trenta, sessant'anni? Dei miei primi 18 anni di vita avrò all'incirca 500 foto, forse meno. Dai 18 ai 25 ne ho 15.000. Quindicimila, capite? (e le cancello pure, quelle sfuocate o inquadrate male... è un dramma) Quando sarò vecchio saranno milioni, e probabilmente non mi rimarrà tempo per rivederle una per una, complice anche qualche annebbiamento della vista dovuto all'età.
11 Responses to “La patente, vi prego, per fotografare”