La Routine, uno dei mali del nostro tempo. E’ il tran tran quotidiano, male endemico della società, nemico delle pulsioni emotive improvvise, dei sogni e delle nostre determinazioni che lentamente ma inesorabilmente, vengono piegate. All’apparenza fa da contorno alla nostra esistenza, invece ecco cosa fa la Routine: piega come spighe di grano battute da un incessante vento i nostri lampi e fieri propositi di svolta, come una briglia di Fra Cristoforo memoria tiene a bada le bizze del cavallo inquieto. Qualcosa di potente, ma una potenza che si basa non sulla forza o la prepotenza, no… E’ subdola e invisibile, si nasconde tra i mille impegni quotidiani, ma è di terribile efficacia. Di così poco ce ne curiamo, e lei di così tanto presenzia e domina la nostra vita. Sono i binari di un treno, e quel treno siamo noi: chi osa sfidarla, finisce per deragliare. Non si può dare una definizione esatta di Routine perché è stato in atto e come tale sfugge: può voler dire tutto e niente. E’ routine quella di chi scrive queste righe, che fra poco sarà pronto in tavola e dovrà spegnere il pc, e quando tornerà lo schermo sarà nero, quei concetti che aveva così ben chiari in mente e che sembravano così saldi, ora nel momento digestivo si fanno sbiaditi e lontani… E’ ora di studiare, e poi uscire, e poi… E’ routine la vostra, di chi sta leggendo queste righe, magari già di per sé svogliato, fra poco magari suonerà il telefono o chiuderà questa pagina perché l’annoia, c’è l’amico che chiama per la pizza di stasera o la madre che rompe, oppure alla tv sta per iniziare Porta a Porta e ormai si sta quasi prendendo l’abitudine di guardarlo, solo i primi 5 minuti, così per la curiosità di vedere quanto lecchino è diventato Vespa… Scusate hanno suonato alla porta…
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