El PSOE gana las elecciones
Alcuni pensieri che condivido nell'immediato dopo-elezioni spagnolo, da alcuni blog italiani.
E’ mezzanotte, e in Spagna hanno completato lo spoglio nel 98% delle sezioni (per il Congresso, il Senato è al 57%). No, dico: ma ve le ricordate le ultime politiche in Italia?
Credo che questo post di Lia dica tutto quello che c’è da dire. Speriamo che sia un inizio, e che nel giro di un paio d’anni si possa chiudere una parentesi oscurantista che, in Europa e nel mondo, è durata fin troppo. E’ tempo che i mentitori, i bugiardi, i fascisti, la gente che si è messa la legalità nazionale e internazionale sotto le scarpe venga punita. Forza, che ci sono le amministrative e le europee tra poco, e bisogna mandare a casa un sacco di cialtroni. E poi c’è da ricostruire.
(Brodo Primordiale)
Una cosa è certa: quello che da molti, fino a qualche giorno fa, era ritenuto come uno degli uomini guida dell'Europa unita, è uscito di scena in malo modo. Con una di quelle figuracce che difficilmente si dimenticano. Non solo in patria.
(Mappamondo)
Il risultato è chiaro. Molte persone sono TORNATE A VOTARE, schifate dal PP e dalla sua spudoratezza, e hanno votato il PSOE, per punire il governo Aznar, che ha portato la Spagna nella spirale Guerra/terrorismo mondiale, come se non bastasse il problema (reale) del terrorismo basco. Ha votato il 77.23% degli elettori. L'ultima volta aveva votato il 68,71%.
(Salgalaluna)
Non voglio fare l'analista politico perché non son capace, ma mi pare che sulla sconfitta del PP spagnolo ci sia una cosa da dire: se la sono mangiata sul piano della comunicazione. Nonostante i media stiano (come sempre) esagerando il ruolo dell'impatto emotivo della strage sulle elezioni per questioni di spettacolo, mentre l'ingresso in guerra ha la sua bella parte nel risultato elettorale, addossare immediatamente la strage all'ETA è stata la mossa politicamente più spregiudicata, strumentale e becera che abbia visto da un bel po' a questa parte. E l'elettore, che non è scemo, se n'è accorto.
Non costringere il ministro che ha fatto la sparata a dimettersi immediatamente è stata l'ennesima dimostrazione che i governanti dell'intelligenza dell'elettorato se ne fottono per cultura prima che per calcolo. Ben fatto, comunque: si riparte da qui con il ricorso storico e la conseguente onda progressista europea. Non farà miracoli, ma si spera che lo stato sociale e la politica internazionale ne guadagneranno qualcosina.
(Tribook - Maestrini per caso)
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