- Ma è ancora aperto?
- Si dai, approfittiamone!
- Due Martini rosso, con ghiaccio.
- Ebbene ci sono novità?
- Più o meno:
Festa grande in paese in onore del santo patrono, per due giorni abbiamo addirittura l'orchestrina in piazza la sera. Imperdibile lo spettacolo di un trio tastiera-fisarmonica-voce che ieri ha dato il meglio di sè davanti ad una platea assente. Passa un cane, quache bambino corre qua e là, più per la sua natura intrinseca di bambino che non per la musica. I vecchi sulle panchine si tengono a debita distanza, scettici. Noi si cazzeggia sui gradini di una casa succhiando gelati. Il tastierista finge di suonare musiche latinoamericane riprodotte in realtà da un tastierone midi ma verrà pagato ugualmente al termine della serata. Nemmeno "Io vagabondo" viene cantata dal pubblico, come il gruppo avrebbe voluto. Forse era necessario visto che il testo viene clamorosamente sbagliato in più punti. La cantante prova a coinvolgere la gente (e a coinvolgersi) con l'uso di due maracas. Qualcuno azzarda che sono finte anch'esse: sono vuote e il suono esce dalla tastiera midi. Ohibò. Al termine della serata viene messa musica dance random: apre le danze "Dragostea din tei", e a dimostrare l'imprevedibilità di questa gente come per magia la piazza si riempie di cinquantenni truccati e stuccati che ballano sotto i lampioni già spenti per metà. Il gruppo frustrato per il successo di Dragostea scappa senza voltarsi indietro e noi si va tutti al campetto a veder le stelle. Sognando pannocchie arrostite e spaghettate di mezzanotte.
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