L'insostenibile leggerezza del giuoco del pallone | Giornata 2
Sabato sera ho fatto ritorno nel mio covo per le partite dell'Inter in notturna. E notavo che passano gli anni ma sono sempre le stesse facce che incontro in quel pub. Il vecchietto paffuto e occhialuto che guarda la partita ma si ascolta la cronaca con una radiolina incollata all'orecchio, ultimo baluardo contro lo strapotere Sky. La ragazzina ora ragazza che posso praticamente dire di aver visto crescere nel pub posticipo dopo posticipo, e le sue gote rosse ormai sono chiaro segnale o di clamorosa impresa o di vergognosa prestazione della Beneamata. E poi il gruppetto di sordomuti, che questa volta avevano portato un amico palermitano, particolarmente infervorato. E infatti, al pareggio di Toni, ha inaspettamente riacquistato il dono della voce, urlando gioioso. A suggellare la serata miracolosa ci ha pensato Materazzi, noto malvivente dell'area di rigore, a beccarsi lui, per una volta, un colpo proibito, una poderosa gomitata in faccia che lo ha fatto sanguinare copiosamente. Di miracoli, ci sarebbe anche la furia devastante di Adriano che tremare la traversa fa. Ma avete visto? No dico, ma guardatelo, ripetevo invasato ai compagni di tavolo dopo una bordata da 140km/h. Domenica relativamente nella norma, il Sud che sorprende, la Juve che ha già vinto il campionato, il volto di Capello sempre più squadrato, Ciampi Ultras. La verità è che c'è poco da dire, poco o nulla è accaduto. Tutti i commentatori della pelota aspettano la solita crisi dell'Inter o la fuga juventina per mettere in scena i soliti canovacci. Rimane da sperare nella serie A a venti squadre, che promette dosi massiccie di sorprese e imprevedibilità, perlomeno ce lo auguriamo. A differenza della compagnia di Controcampo, ormai prona all'oligarchia biancorossonerazzurra, che si esalta per il ritorno di Inzaghi con telefonata in diretta per potergli lisciare il pelo.
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