E' nelle sale in questi giorni Spiderman 2, attesissimo sequel del primo fortunato kolossal dedicato alle avventure di Peter Parker, giovane sfigato dagli incredibili poteri quando si cela dietro ad un costume di carnevale da Uomo Ragno. Come ogni seguito di un film di successo che si rispetti sono presenti le seguenti caratteristiche:
- Viene dato per scontato che tutti abbiano visto il primo episodio. Viene altresì dato per scontato che nonostante siano passati due anni o più ricordiamo perfettamente cos'era successo ed è possibile pertanto citare particolari insignificanti qua e là. Quando avete visto Kill Bill parte seconda, a distanza di mesi, ricordavate bene chi era chi e dove era rimasta la storia? E con il Signore degli Anelli? Già più difficile, specie i nomi impronunciabili dei nanetti hobbitt e di cavalieri vari. Non parliamo neppure del mitico Ritorno al Futuro. Alcuni erano bambini quando è uscito il primo film e ora del terzo avevano fatto in tempo a mettere su baffi e barba.
- Essendo il secondo film, il pubblico è già calato nella storia. Conosce i personaggi, le ambientazioni e la storia. Nello scrivere la sceneggiatura, ci si può ridere sopra, autosfottersi, prendere in giro il personaggio che viene ridotto a macchietta caricaturale per far ridere. Ad esempio l'Uomo ragno non vola più e va a sbattere, è sfigato all'impossibile, si citano altri film, attori vari, cantanti, si raccontano barzellette. La serietà dell'eroe viene sminuita volutamente per renderlo più simpatico, più garrulo come noialtri. Come se Pippo Baudo scherzasse sui parrucchini o Costanzo dell'obesità.
- Se una situazione sembrava conclusa al termine del primo episodio, si scopre che non lo è affatto e che anzi ora è pure peggio. Ma nel frattempo il nostro eroe di turno è diventato più forte e scaltro e saprà come risolvere tutto senza problemi, almeno nella mezz'ora finale del film. Prima, buio totale.
- Nel secondo film se c'era una storia d'amore che sembrava funzionare, tutto viene rimesso in discussione, salvo poi risolversi rapidamente per i motivi più disparati verso la fine del film. All'inizio del terzo film o del quarto la situazione sarà comunque sempre irrimediabilmente nuovamente compromessa. L'eroe dei film-saga è doppiamente sfigato: deve badare alle sue faccende, magari salvare il mondo, e nel frattempo dar retta alla donna di turno.
- Se il primo film aveva guadagnato bene, nel secondo gli effetti speciali appariranno copiosi. Ciò non implica che il film sia più bello ma il grado di realismo e di spettacolarità sale alle stelle. Si vendono più gadget, magliette e i bambini vanno giù di testa per peluche e portachiavi. A volte cercano di emulare il personaggio e allora son cazzi amari per i genitori e gli assistenti sociali.
- Per una forma di masochismo inspiegabile, chiunque ha già visto un film di cui viene girato un seguito, si sente in dovere di andare a vedere com'è, ne dovessero fare anche altri sette. Per poi lamentarsi con gli amici che "il primo film è sempre il migliore".
- Infine ultima caratteristica dei sequel, come dicevo, eccola nel luogo comune: "Il primo film è sempre il migliore". E' inutile, è così. Conoscete eccezioni?
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