E un'altra volta e' notte e suono
Non so nemmeno io per che motivo, forse perche' son vivo
E voglio in questo modo dire "Sono"
O forse perche' e' un modo pure questo
Per non andare a letto
(F.Guccini - Canzone di notte n°2)
Poi, ogni tanto, la casa si svuota per qualche giorno e rimani solo tu ad ascoltare il silenzio e il tuo respiro. Chiudi gli occhi e ti lasci andare, disteso in una vasca piena di bolle al ginseng mentre un pianoforte e un contrabbasso scaldano l'atmosfera. Sono quei giorni in cui la tua casa non sembra più la stessa, senza le voci che ogni giorno la popolano e si rincorrono l'una con l'altra da una stanza all'altra. Oggi sei rimasto da solo. Ci sei tu e nove stanze vuote. Ma cosa te ne fai, di grazia?
Quando sei solo a casa ti sembra quasi di stare in un covo quando la sera rientri dopo una serata in giro con gli amici. Sembra di tornare al nascondiglio dove vivi in disordine dimenticando di avere una dignità. Trascuri te e tutto il resto, riducendo tutto all'indispensabile. Dormire, mangiare, pisciare. Nel mio caso anche guardare televideo e leggere i blog, ma sorvoliamo. La sveglia suona sempre troppo presto, nonostante tu l'abbia puntata il più tardi possibile, per fortuna hanno inventato quella simpatica funzione "snooze" così è un giochetto da ragazzi allungarla di un altro pochino, a dosi di dieci minuti la volta. Che delizia. La colazione? Mettere su il latte, il tè, il caffè. Troppa fatica: si salta. Freghi qualche biscotto dalla dispensa e lo sgranocchi mentre fai altro. La musica si può mettere a palla anche al mattino tanto sono tutti al lavoro. Pranzo dalla nonna, dove si mangia tanto e bene e non devi nemmeno lavare i piatti. Filmetto nel pomeriggio, cazzeggio in internet, qualche minuto di studio compulsivo ad altre tre o quattro attività (ludiche e/o inutili). Cazzo: già le nove e non ho niente per cena. Apri il frigo, ma è sempre irrimediabilmente vuoto. McDonald's? Ci hai già mangiato due giorni fa, non per tua volontà e poi lo sai come va a finire quando mangi quella merda. Pizza? Vada. Salame piccante e una coca, ce la fa per le nove e mezza? Cassetta o Dvd, anche due. Non ci sono orari che tengano. Si esce e si rientra. Si esce di nuovo e non si rientra se non è il caso. Si corre a casa per vedere se lei è ancora online e fare due chiacchiere. Si tira tardi giocando al tetris di quando eri bambino. E in un continuo temporale i giorni scorrono inesorabili verso il loro Ritorno.
Mancano poche ore a quando varcheranno nuovamente la soglia di ingresso e le mosche volano copiose sul cartone della pizza, abbandonato sul tavolo. Il sacchetto della spazzatura è pieno, ma non hai voglia di cambiarlo. Crei il pattume succursale con la sportina Ipercoop, adagiato in un angolo e lasciato li finchè resta in piedi. I piatti si lavano ogni due giorni, ma a volte per cause di forza maggiore, anche ogni tre. Ti accorgi solo ora che invece hai usato la regola: si lavano solo quando sono finiti tutti quelli a disposizione. Il bagno è una porcheria, chi ha allagato e calpestato qui attorno? Il letto è disfatto da una settimana e sembra che tu abbia portato a letto quattro o cinque ragazze negli ultimi giorni. E quanti vestiti hai tirato fuori dall'armadio? Hai fatto una sfilata di moda? Tantissimi, impossibile rimetterli a posto tutti: si lasciano buttati sulla sedia. La cassetta della posta trabocca, la barba è lunghissima, i capelli sono arrufati che forse faresti fortuna a chiedere elemosina al semaforo. Non hai dato l'acqua ai fiori! Cazzo. Pure quelli. Portafoglio vuoto, aspetto debosciato, perdita della cognizione temporale, totale disinteresse verso ogni cosa. Anche la pagina centotre di televideo non ti turba più e scorri annoiato le notizie di Repubblica.
Così finisce che esci alle tre del pomeriggio di domenica per andare a comprare il giornale all'edicola chiusa, attraversi il cortile fischiettando la marsigliese salutando i vicini che fanno giardinaggio. E non ti accorgi di essere ancora in ciabatte, con il pigiama indosso e il segno del cuscino sulla guancia sinistra.
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