Il Cavaliere possedeva il 50% delle televisioni quando era imprenditore a fine anni '80, circa la stessa percentuale (approssimiamo) quando era all'opposizione durante i governi ulivisti, e ne possiede circa l'80% in questo momento, come forza di Governo e come possedimenti propri mai venduti. Ed eccolo a voler mettere mano anche alla par condicio, dopo aver salvato l'Italia dai comunisti. Proprio lui ci si mette di mezzo? Che ingrato, signor Silvio. Vorrebbe cioè farci credere che è "corretto" che ogni partito appaia in tv proporzionalmente ai voti presi e alla rilevanza parlamentare? Sorge spontaneo un dubbio. Come avrebbe fatto il suddetto signore a raggiungere il cuore degli italiani nel 1994, quando scese in campo per occuparsi di politica, mettendo insieme un partito che dopo soli tre mesi raccolse dal nulla il 30%? Come avrebbe potuto farsi strada tra la gente, la "sua" gente, raccogliendo consensi e sorrisi se non tramite il mezzo televisivo che lui stesso aveva reinventato oltre quindici anni prima? Di quanto spazio avrebbe goduto, all'epoca, se fossero state applicate le regole che lui stesso oggi vuole imporre? Lo avremmo visto, ne sono certo, con calzamaglia, cerone e libri finti di sfondo, soltanto in un risicatissimo spot in onda in mezzo ai cartoni animati. Avrebbe detto le sue cose, rapidamente, e subito l'immagine sarebbe tornata ad una più consona Barbie UltimaModa(tm) o ai Transformer SuperSpace(tm). E i bimbi non lo avrebbero cagato di striscio, o al massimo sarebbero corsi garruli a piangere dalle madri, ma di più, per questo imprenditore di Arcore non si sarebbe proprio potuto fare. Non sedeva nemmeno in parlamento...che si accontenti, cribbio.
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