Tornare in facoltà dopo 20 giorni e rotti di disintossicazione festiva fa sempre un certo effetto. Di smarrimento nel mio caso. Occhiata rapida alla gente fuori a fumare per vedere se c'è qualcuno che conosco poi dritto nell'atrio. No, nessuno di noto. Embè? E ora dove vado?
Aula 11. E dov'è? Masse di persone festose che si salutano, studenti impegnati che fingono di studiare materie complicatissime, crocchi giocanti a tressette, ascoltatori di Ipod e bevitori di CocaCola. Giramento di testa. C'è veramente il mondo per la Grande Riapertura. Potresti incontrare anche la Giovane Ragazza Indie in un posto come quello. Potresti addirittura incrociare ScralcoMattia per la via e non riconoscerlo, o la ragazza di un tuo amico che ti saluta mentre tu l'avevi beatamente ignorata. E, santo cielo!, l'amico che non senti da secoli con cui scambiare una lunga piacevole chiacchierata.
Però stanne certo non troverai mai l'appello Jolly che ti farà passare l'esame. Non troverai il professore che si è ricordato di portare il registro per verbalizzare quel voto in sospeso da tempo. Non troverai chi ti conforta mostrandosi con una faccia da "mi sono alzato alle sei stamattina", ma solo sorrisi e pacche sulle spalle di circostanza. E io che per andare al secondo piano sono andato fino al terzo e poi sono risceso sento che c'è bisogno di un altro po' d'aria fresca prima di chiudermi in una stanza libri alla mano. Anno nuovo, stessi (cari?) vecchi clichè.
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