Benvenuti nel giorno più triste dell'anno. Si può solo sperare che passi in fretta.
Version 3.0
E' tutto un equilibrio sopra la follia
Cerca in archivio
Benvenuti nel giorno più triste dell'anno. Si può solo sperare che passi in fretta.
(P.S. Si, adoro fare questi post che capiscono in tre, ogni tanto.)
AGGIORNAMENTO by TheEgo, ore 20.10 - Sms dall'Ungheria: Non ho batteria, non posso ricaricare perchè ho perso i bagagli... Sono rimasti in Germania per errore mio....
Il Corriere della Sera è ancora il primo giornale italiano? Per me si. Solo il primo giornale italiano può permettersi di dare più spazio alla contestata parodia televisiva della De Filippi che alla condanna a dieci anni per uno dei torturatori di Abu Ghraib. Mi sono divertito (mi diverto con poco io) a misurare in centimetri quadrati lo spazio dedicato ai due argomenti. Armato di righello e calcolatrice ho fatto come alle elementari: base per altezza. I risultati sono: articolo del 16/1/05 a pag. 12 esteri, intitolato “Abu Ghraib, dieci anni all’aguzzino” totale spazio 567 cm. quadrati; articolo del 17/1/05 a pag. 29 spettacoli, intitolato “Gag sulla De Filippi, Costanzo s’infuria” totale spazio 768,7 cm. quadrati. Per non parlare della prima pagina dove la notizia su Abu Ghraib era in uno specchietto e per la De Filippi un bel titolo e l’inizio dell’articolo. Certo il massimo sarebbe stato se fossero stati pubblicati lo stesso giorno. Ma non si può avere tutto dal primo giornale italiano (seguono foto esplicative).
a sinistra le due notizie in prima pagina e a destra i due articoli.
In questi giorni girano due differenti catene di solidarietà, peccato che non siano vere. Nel caso arrivassero alla vostra casella di posta, si prega di far circolare le seguenti smentite:
La bambina era effettivamente ricoverata all'ospedale di Phuket dopo lo tsunami, ma è stata identificata ed è in grado di parlare. E' già stata riaccompagnata nel suo paese d'origine, la Germania. Pertanto è ora inutile diffondere ulteriormente questo appello.
Amina Lawal è stata assolta definitivamente il 25 settembre 2003. Qualunque appello che dica il contrario è ormai una bufala.
Il post qui sotto del Boss, nient'affatto banale, ha stuzzicato i miei ricordi. Dove ero io prima che infestassi questa pagina con le mie opinioni sul mondo? Sempre seduto su questa sedia, ovviamente. Ma un tempo, e parliamo di anni fa, quando ero ancora tardo-adolescienzale (ora sono semplicemente tardo) non avrei mai ritenuto che le mie impressioni sul mondo e la vita, potessero interessare qualcuno. Ne' che avessero una tale valenza da lasciarle in giro per l'etere, come invece è d'uso odierno con i blog e compagnia cantante.1999, zero esperienza in internet, un'estate noiosa e afosa come tutte le altre. Ci fu un posto in cui scoprii che in rete le opinioni venivano diffuse, e soprattutto c'era qualcuno che le leggeva e ci rifletteva sopra. Per me fu una scoperta "epocale" (per usare un aggettivo molto abusato, di questi tempi): io ero rimasto fermo ai giornalini di classe, ai gruppi di discussione nelle varie associazioni, a queste cose arcaiche qui, e invece su Internet esistevano forum e newsgroup e bacheche varie. In cui la propria opinione veniva espressa e messa al vaglio di altri. La stessa cosa che facciamo qui, solo con molto meno narcisismo e forse anche individualismo di adesso.
All'epoca su Radio2 andava in onda il mitico Alcatraz, glorioso e mai troppo rimpianto programma radiofonico di Diego Cugia, e attorno alla voce di Jack Folla era nata una bacheca di fedeli e incazzati ascoltatori, tutti più grandi di me. Proprio quando iniziai a lurkarla, venne chiusa e molti migrarono qui, nella Prateria. Era pieno di potenziali futuri blogger. Si andava dal tipo acculturato che riversava le sue sapide teorie in ogni campo, un capoccia dalla lingua tagliente insomma, a diversi venticinquenni incazzati e delusi da questo mondo di merda, frustrati da un paese bigotto e depressivo, che sfogavano e condividevano la loro bile e disillusione. C'erano ragazze sognatrici e speranzose, c'era il tipo cinico e misterioso che parlava per allusioni e lasciava intravedere, c'era la trentenne romana con un passato che le pesava e pur tuttavia rimaneva speranzosa. C'era speranza e rabbia, c'era, soprattutto, questa visione ideale e idealistica, dei rapporti umani, del proprio vivere e anche di una bacheca web. Alcuni di loro si trovavano ogni tanto a mangarsi una pizza assieme, e nacquero rapporti personali anche molto forti. Lasciai anchio traccia dei miei pensieri, perchè in fin dei conti in quel posto ci si ritrovava a sputare qualcosa di se stessi, non importava l'argomento. Abbozzi di precari ragionamenti, che se vado a rileggere ora, mi fanno sorridere. Ma fu in quella bacheca che mi accorsi che scrivere e soprattutto pensare a cosa scrivere, era stuzzicante.
Poi vennero le "sovversive" pagine del vecchio Ciccsoft, quando non era ancora un sito di calendari ma una pagina di controinformazione, e poi venne il blog, con i suoi individualismi, il proprio cortile da coltivare e i commenti e gli accessi da coccolare. Ma le mie origini su internet e sullo scrivere nel web sono là, in quella che oggi è una bacheca spoglia e poco frequentata, con tanta polvere e un nome diverso. Sono rimasti i proprietari, che stranamente non hanno finito con l'aprirsi un blog anche loro, un troll ultras che incita all'odio xenofobo e qualche sparuta presenza a segnalare notizie e indignazione. Tutti gli altri, Gianfranco, Alice, Pat, Pulce, Elena, Eugenia, Claudio, Fulvio e tanti altri nomi, spariti. Che sia questa la fine che faremo anche noi blogger?
Ma prima dei blog dov'erano? A volte mi faccio questa domanda quando penso a quei blog di successo, quelli da mille, duemila contatti al giorno ma non solo loro, ma anche quei blog che per stile, capacità, inventiva, buona scrittura mi piacciono indipendentemente da contatti et similia.
Prima chi erano? Leader di qualche forum, inventori di bbs, critici musicali, malati di cinema, creatori di newsletter, capi dei newsgroup, caporedattori del giornalino del liceo, novefisso di tema, smanettoni di ogni anfratto tecnologico, divoratori di libri, osservatori come pochi altri?
Sono convinto che molti dei blog che mi piacciono debbano per forza avere un passato simile, perchè se no com è possibile avere qualcosa di così interessante da dire o rendere il niente così interessante...
Non sarà questione di culo?
Quand'ero piccolo restavo per ore immobile a guardare i fiocchi di neve appoggiarsi sul mio naso.
Poi, verso la fine di febbraio, mia madre mi liberava.
Era uno strano modo per fare i pupazzi di neve, lo ammetto, ma non ho mai pensato si potesse agire diversamente. I miei genitori mi avevano sempre raccontato che dentro ogni pupazzo si nascondeva un bambino, usato per ottenere quell'approssimazione di forma umanoide.
Dicevano che era una tradizione antica quanto l'universo e me lo ripetono anche oggi, ogni volta che vado a trovarli. Al manicomio criminale.
Forse è per questo che odio tanto la neve.
Per una sorta di indigestione (capirete, erano periodi bui, lì dentro: non c'era altro e non si vedeva un cazzo).
Comunque sia, ogniqualvolta nevica mi viene la nausea, ho continui sforzi di vomito e il mio corpo si contorce nell'orrida smorfia del proprio dolore.
Il mio psichiatra mi urla che non guarirò mai, mentre corre e mi tira palle di neve ghiacciata.