Monthly Archive for Febbraio, 2005

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Che TI succede, amico?

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The Bush Code

«Un presidente non dovrebbe mai dire mai»: così si è espresso oggi il presidente degli Stati Uniti George Bush, a proposito dell'ipotesi di un intervento militare contro l'Iran.

Bush, durante le interviste, ha la faccia di uno che non solo non capisce le domande che gli vengono poste, ma che mentre parla cerca continuamente di ricordare dove diavolo ha parcheggiato la macchina.
Dieci minuti dopo essere sceso da un elicottero grande quanto il Madison Square Garden, e con più posti a sedere.
«L'intervento militare», ha detto Bush durante un'intervista al canale televisivo belga VRT «non è mai la prima scelta del presidente. La diplomazia è sempre la prima scelta di un presidente, o almeno è sempre la mia prima scelta. Noi abbiamo uno scopo in comune, che l'Iran non abbia l'arma nucleare».
E' chiaro che quel 'noi' si riferisce a lui e al presidente degli Stati Uniti d'America, cioè sempre lui ma pettinato meglio. Dovrebbero almeno ricordarsi di scriverglieli in prima persona, quei discorsi.
La situazione in questo momento con l'Iran, ha precisato Bush, «è totalmente diversa da quella irachena nove mesi prima dell'inizio dell'operazione militare americana».
Infatti, in questo caso, i mesi che mancano sono dieci.
Gli iraniani «stanno cercando di dire, "non vogliamo fare nulla perchè gli americani non sono coinvoltì". Ma l'America è coinvolta. Manteniamo consultazioni strette con i nostri amici, siamo nel consiglio dell'Aiea, e continueremo a lavorare con i nostri amici e alleati per rendere il concetto chiaro», ha precisato.
Le dichiarazioni di Bush sono talmente incomprensibili, che nelle comunicazioni d'emergenza fra la Casa Bianca e il Pentagono non viene nemmeno più utilizzato il linguaggio in codice.

A Roma, a Roma…

"...Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
ci fermiamo in piazza Esedra per il solito caffè...
...Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
non c'era tanta voglia di parlare tra di noi..."

Una telefonata: "Dai, arrivi fino a Firenze e ti vengo a prendere, poi andiamo giù assieme,sarebbe bello ricordarli così...". Fa piacere, soprattutto sapendo da chi viene quella telefonata.
Sorrido sentendo quella voce riecheggiareare nella mia testa dicendo che sono unla "piccola rifondarola in incognito", avevi bisogno di dirlo a voce alta che mi sentivi dalla "tua parte". Io ancora adesso un po' mi offendo, un po' ci rido su e un po' ne vado orgogliosa, anche se a me le etichette stanno strette. Io da brava sognatrice ho sempre vissuto per le idee.

"...Con le tue foto ed i tuoi filmati,
Con i tuoi slogan e pugni alzati
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce...?
"

E' sempre stato questo ad accomunarci, la voglia di gridare, di parlare, di farsi sentire. E se si andava assieme a manifestare, lo si faceva senza bandiere, l'idea davanti a tutto sempre e comunque.
Ci abbiamo sempre creduto facendo delle divergenze d'opinione un punto di forza, si lavorava in coppia, io battendo un fianco, tu l'altro. Ce l'hanno insegnato loro, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a ritagliarci a vicenda gli articoli dei giornali, tu da Manifesto ed Unità, io da Repubblica e Corriere.
"A volte bisogna infrangere qualche regola per riuscire a cambiare le cose".
Se ne sono andati entrambi, chi ci ha insegnato tutto questo non c'è più. Ma ci siamo noi adesso qua, due cori differenti che cantano all'unisono. E ci crediamo ancora, entrambi.

"Another world is possible - un altro mondo è possibile..."

Sostituzioni in campo

Escono: La Pizia, Fuori dal coro (torna?), Faredire, Damiano.
Entrano: Beppe Grillo, Antonio Bassolino, Salvatore Stefio (si, uno degli ostaggi).

Rientrano: Looptrain.
E signori, standing ovation prego, per uno dei blogger migliori di sempre!

Senza correzioni

L'ha già segnalata Luca Sofri, ma voglio farlo anche qua: la versione originale dell'articolo di Jonathan Franzen sui Peanuts, apparso qualche giorno fa sul Corriere della Sera, è una delle cose più belle che ho letto quest'anno. Stampatelo, sedetevi sulla vostra poltrona a fagiolo, abbracciate la vostra coperta ed immergetevi nella lettura.

Radicali liberi

Poi dicono che la politica non è una mignotteria. Già mi vedo Pannella sorridere felice al fianco di Alleanza Nazionale. Ho i brividi e la febbre alta. Prego rileggere di nuovo: Pannella con Alleanza Nazionale.

No sex please

 we're British! [click]

La Dama bianca

Arrivò infine, perfino in anticipo, ed era vestita di Bianco mela candido.
Si vide venire incontro due buffi ragazzotti dall'aria sorpresa e la bocca spalancata.
Cantava davvero bene, bisognava ammetterlo, ed era senza ombra di dubbio un regalo mandato dal


Moby, tu quoque?

Quando ho sentito il nuovo singolo di Moby allegato allo spot della Vodafone, mi sono cadute le braccia. Oddio, dopo Di(l)do e Anastacia, pure Moby si è svenduto alla pubblicità per il traino di un nuovo singolo? Moby lo ritenevo un artista di un certo livello (?!), certo molto opportunista nelle sonorità, però una volta aveva detto una frase che recitava più o meno così (sto andando a braccio): "la musica ha eguale dignità, dalla commerciale alla classica,ognuno si può scegliere la musica che più gli piace senza preconcetti o complessi di inferiorità". Ok, era molto più stringata la sua dichiarazione, ma penso volesse far passare un certo tipo di messaggio. Moby ha fatto un primo album che ho masticato abbastanza (il secondo boh era la stessa cosa del primo, penso, non so, non l'ho ascoltato eccetto i due singoli), ha messo insieme voci, melodie e ritmi diverse tra loro ottenendo un frullato di facile presa (era un deejay mica per caso), ma pure sempre godibile. Penso si volesse in qualche modo giustificare, ecco. Mio caro Moby, io quella volta capii le tue nobili intenzioni (basta con gli integralismi musicali!!) e digerii serenamente quel frullato. Ora invece trovo molto, MOLTO più difficile prestare il fianco a questa bieca operazione commerciale. Ciò non toglie che la tua Lift me Up sia sulla rampa di lancio del mio subconscio, e da domani mattina inizierò a canticcharla (Vertigo ha seccato la pianta), e arriviamo finalmente al motivo scatenante il post: ho disperato bisogno di sapere cosa diavolo dice dopo LIFT ME UP, altrimenti non riesco a canticchiarla come si conviene. Ho azzardato un I'M NAUAMBA, ma quel termine non esiste. Non posso andare avanti con il semplicistico e fanciullesco OH LALALALA del refrain finale, per cui: chi sa, parli.
Morale della favola: uno cerca di farsi una reputazione da sovverrsivo anticonsumista, quando poi la Vodafone ti piazza la solita offerta per i boccaloni assetati di sms card come me. Che congiura. Corro a comprare un carta servizi, forse faccio in tempo, la coop chiude tra 20 minuti! (sono il solito misero medioborghese, lo so).

E’ morto Pantani…cazzo!

Non mi era mai capitato di partecipare al dolore collettivo per la scomparsa di un personaggio "pubblico". E' sempre difficile farsi coinvolgere emotivamente per una persona che in fondo non ti appartiene, anche se, magari, l'hai ammirata per i suoi film, per le sue canzoni o per le sue imprese sportive; resta comunque uno steccato tra te, persona comune, e l'Altro, celebrità acclamata, e si fa sentire anche quando quest'ultimo viene a mancare. C'è commozione, ma non coinvolgimento emotivo. Capita poi che ti arrivi un sms verso la mezzanotte di un tranquillo sabato sera. E leggi quelle parole (E' morto pantani... cazzo) quasi incredulo. Ti ritorna alla mente quel personaggio pubblico, ti ricordi rapidamente chi era e cosa ha rappresentato. Lo vai a ripescare dal dimenticatoio in cui era sprofondato. E' morto pantani... cazzo. L'attualità della notizia si prosciuga subito nella rievocazione. Soprattutto, stavolta il tuo cuore non rimane indifferente.
Nonostante la macchia indelebile e assassina (per lui e anche per il ciclismo intero) del doping, si può in ogni caso dire che Pantani è stato uno degli ultimi eroi dello sport italiano, e mi sento autorizzato ad affermarlo perchè io, le sue imprese, le sue vittorie ma soprattutto i suoi scatti, me li sono visti tutti. E' stato un eroe per me, insomma, che mi ha fatto stare davanti alla tv in molti caldi pomeriggi di luglio o di maggio, solamente per vedere se un tipo pelato in bicicletta sudato e stanco come tutti gli altri compagni di gruppo avrebbe provato a scattare ancora. E ci provava, e ogni volta riusciva lo stesso a staccarli, e lo faceva una, due, tre volte.: lo faceva su ogni salita ed era, semplicemente, il più bravo a farlo. Oltre a me, in quegli anni di gloria fece fermare davanti al televisore milioni di persone, cifre inimagginabili per uno sport noioso e anziano come il ciclismo. La Gazzetta gli dedicò ogni centimetro quadro della prima pagina (fatto mai avvenuto prima) il giorno in cui conquistò per la prima volta la maglia gialla, nel 1998. Lo spettacolo visivo prima ancora che tecnico portava all'esaltazione di chi lo seguiva mentre incendiava la corsa. Per tutto questo, soprattutto per essere stato testimone con i miei occhi di tutta la sua carriera, ci rimasi molto male, quando lessi quel messaggio, perchè non era un mito in bianco e nero quello che se ne andava, ma un mito che ebbi la fortuna di ammirare in diretta. Quella volta non rimasi indifferente: fu uno strappo, un squarcio improvviso nel mio immaginario popolato dai miei personali eroi sportivi, che da quel giorno fu più povero.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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