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L'estate calcistica ha servito il suo ormai classico menu groggy a base di sentenze di tribunali e cassonetti bruciati nella notte, trofei pieni di effimere bollicine e regolamenti bistrattati. Il tifoso è paonazzo e boccheggia, quando va bene, altri si dicono disgustati e nostalgici e cedono l'onore delle armi al Calcio Moderno. Quest'anno per la prima volta non si sentirà alla domenica pomeriggio l'adorabile sigletta di 90° Minuto, inno di una stagione calcistico-sportiva popolata da personaggi improvvisati ma fedeli alla linea di giornalisti vetusti, col riporto e quei nomi stranieri così difficili da pronunciare. Non so e non voglio nemmeno immaginare come i fanciulli di oggi si rapportino a questo calcio paramilitare e in evidente stato di overdose, ma io che ho fatto in tempo ad assaporare l'ultimo calcio in un certo senso romantico, quello degli anni '80, riconosco il sapore da fast food che ricorre in questo fetido andazzo che nessuno pare voler fermare. Prima o poi, forse, chi sta dietro alle testate giornalistiche, alle federazioni e alle società, capirà che il tifoso smarrito fa molta attenzione ai dettagli, unica àncora per rimanere aggrappati a questa palla di finti lustrini di plastica che puzza molto di più di quella gloriosa di stracci. Sono i dettagli come l'erba fresca e appena tagliata, il giovane della Primavera che fa il suo esordio in prima squadra, la squadra del quartiere in serie A, l'articolo che parla di tattica e non di moviola, e potrei andare avanti per ore. Gemme ormai rare da preservare, perchè quando tutto imploderà, da lì ripartirà la ricostruzione. Ieri sera si celebrava la diciottesima edizione di un torneo moderno, tale
Supercoppa Tim, e il tutto è andato in onda su una rete televisiva appena nata.
Sportitalia è gratuita, in netta controtendenza con la regola che ormai per vedere qualcosa in televisione bisogna pagare (chi l'ha decisa questa infamia?), è già questo è un dettaglio che sa di antico. Il dettaglio della serata di ieri è che la telecronaca era affidata esclusivamente a una voce soltanto, col solo sporadico contributo di una giornalista a bordo campo. Un dettaglio, per l'appunto, che a cascata fa ramentare tutti gli altri. Una volta non c'era bisogno di aldiserena o vincenzidamico vari a sottolineare ogni passaggio di gioco. C'era una, ammaliante voce sicura, che fosse Martellini o Pizzul, e non avevano bisogno di "commenti tecnici" per accompagnarci nell'evento, ci entravamo da soli in loro compagnia. Sportitalia punta sulle immagini e sui scarni risultati, senza aggiungere altro, nel tentativo di intercettare quegli sportivi paonazzi e obesi di sport moderno. Non so se basteranno i dettagli per scrollarci di dosso il pallone gonfiato.
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