Visto
che siamo tutti troppo impegnati per permetterci di vedere 120 minuti di
riepilogo dei gol quando un tempo ce la cavavamo con molto molto meno (e senza
troppi spot), abbiamo chiesto ad un'esperta di calcio di seguire la trasmissione
di Bonolis per noi. L'abbiamo pagata in noccioline come Dumbo, ma possiamo
permetterci anche di più, che si sappia. Ecco il Grande Calcio, come l'ha visto
Fran.
In fin dei conti era difficile. In fin dei conti era la sua puntata zero (che
con la prima di campionato...). Vi pare, povero... gli hanno dato "soltanto due
ore da sessanta minuti", eh... è come arrivare la sera a casa e non aver detto
alla mamma di aver portato sessanta amici a cena. Mica si erano preparati, e poi
lui lo fa per un tozzo di pane.
Incipit di Bonolis, ricorda Paolo Valenti e il fu novantesimominuto.
Che era meglio, non parlo della tristezza immonda del giornalismo rai degli
ultimi anni... parlo del novantesimo di quando ero piccina e lo seguiva mio
nonno, quello con Sposini tra gli inviati. Più bello, meno ricco di mezzi di
fondi.
Serie A dei milioni di euro invece con la sua grafica nerazzurra e il suo
conduttore nerazzurro iniziano in una scenografia che lo scenografo avrà pensato
fosse geniale: una finta gradinata con delle bandiere buttate qua e là in modo
finto disordinato. Bonolis si presenta accanto a una bandiera nerazzurra
(strano), cerco di individuare se ci sia scritto un 14 sopra, ma vengo attratta
dal look finto disinvolto del presentatore che tenta di dare una parvenza di
informalità alla conduzione.
Paolone si inerpica in citazioni di Nereo Rocco, in congiunzioni, in frizzi e
lazzi che mi fanno pensare alla pubblicità occulta del nuovo inserto del
Corriere sulla letteratura. Ma no, è Bonolis... è normale.
Mentre mi chiedo chi abbia giocato oggi mi domando anche se avessi girato su un
canale tematico a caso dove si chiedesse a Mancini se fosse meglio la lampada o
l'autoabbronzante. Di calcio se ne parla molto a livello filosofico, Bonolis
arriva a chiedere cosa ne pensino le radio romane (nota fonte di giornalismo
superpartes) del rapporto di Cassano con la Roma.
Fino a quel momento pensavo che fosse Controcampo travestito da Domenica in, ora
mi chiedevo perchè ci si dovesse anche biscardizzare un po'. Ma nessuno si
accavalla e forse parte un servizio. Ah, il Milan ha pareggiato? Sembrava il
solito servizio di studioaperto sul maltempo, almeno dalle inquadrature.
Inviati sono arrivati da Controcampo... che almeno una volta che partiva il
treno dei servizi avevi la fortuna di non vedere. Sì, vabbè che la Sanipoli a
fare le interviste a Totti c'entrava quanto un tubo ("Franci, allora oggi hai
segnato...") però vedere che l'impiegato del catasto viene abbagliato dai
riflettori e suda come un prosciutto all'equatore di fronte alla telecamera...
beh, fa un po' pena.
La Vanali viene messa nel loggione accanto a un computer. A che serviva
sbandierare la sua partecipazione se poi fa tappezzeria?
Forse l'unica cosa un po' simpatica e che vivacizza una trasmissione il cui
target sembra la casalinga che vuole ribellarsi al marito che le rinfaccia di
non capire nulla di lui e del calcio è l'anticipo visto da due tifosi uips:
Masini, che mostra mezzo petto ma non ostenta catenone d'oro da truzzo, e
Vergassola. Esperimento godibile.
Ultimo quarto d'ora con i Gialappi, che ho trovato migliorati rispetto alle
ultime performances (o sarà perchè la trasmissione mi aveva talmente avvizzito
robe che non ho e quindi può essere che mi siano sembrati molto bravi?).
Gialappa's in piena forma mai dire gol dei vecchi tempi, insistono sul Genoa e
il Preziosigate, evidenziano che tra oratori e calciatori a volte ci sono
differenze e le dichiarazioni profetiche dei prepartita. Sì, come ai vecchi
tempi...
Alla fine i lisci nella più antica tradizione gialappiana.
No, si pensava di aver finito. Parte il treno dei gol condensati commentati da
D'Aguanno... dov'è il tasto mute?
Io resisto ancora senza Sky, forse.
5 Responses to “Serie A (come gridano a Genova)”