La solita serata con gli amici, cinema più pub nonostante la pioggia che vi ha sorpresi sulla via del ritorno. Hai preso la macchina tu, perchè poi?, e hai riaccompagnato tutti quanti come ogni sera. Poi salutato anche l'ultimo ti sei avviato verso casa lungo una strada lunga e dissestata ascoltando quel bellissimo pezzo che era perfetto come chiusura della giornata. L'asfalto scivoloso, la pioggia battente. Per un attimo hai pensato che era meglio andare piano se non volevi andare a sbattere da qualche parte. Un lampo, un flash macabro nella mente. Ti immaginavi la polizia che accendeva l'autoradio dopo l'incidente e sentiva cosa stavi ascoltando. Rallenti e metti i tergicristalli al massimo. Pensi se è una tromba o una voce effettata che produce quel suono, e a tante altre cose e non ti accorgi che il semaforo davanti a te diventa arancio. La canzone sta ormai finendo, la macchina davanti a te fa quasi per attraversare l'incrocio, poi ci ripensa, si ferma al semaforo. Ci caschi come un ingenuo, freni di colpo e l'asfalto bagnato fa il resto. Ti vedi scivolare a ruote bloccate veloce verso di lui. No, cazzo, no! Non è possibile, sta succedendo veramente! NO!
...
Due secondi forse meno in cui non hai più il controllo di nulla. Lo schianto, i vetri, il buio. E poi la pioggia battente per tutta la notte. E' successo.
Tornando a casa con lo stomaco e la testa sottosopra non puoi non notare un fumetto rimasto sul tuo letto da una lettura pomeridiana interrotta. Si chiamava "Il gioco del destino".
17 Responses to “Il gioco del destino”