Lo spettatore disattento potrebbe avere l'impressione, così a caldo, che Celentano sia ufficialmente sceso in politica in questo caldo autunno di inizio campagna elettorale.
Non facciamoci ingannare troppo facilmente: il Molleggiato è tornato in tv dopo ampie aspettative per uno show ricco di sorprese e momenti di buona televisione, nulla di più. Non ha deluso ed anzi ha saputo confezionare uno spettacolo in larga parte piacevole. Non ci stupisca il Santoro che grida "viva la libertà" o Cornacchione che fa il verso a Silvio. Non prendiamo per aggressione politica il testo della canzone (prossimo tormentone del web) di Crozza-Gipsy Kings o l'aver mostrato il video del premier in Bulgaria mentre fa i nomi scomodi da epurare dalla televisione pubblica. Non si sta facendo altro che un po' di sanissima satira politica, o scherno edulcorato verso chi comanda, ed occupa i piani alti, di qualunque schieramento esso sia. E' così dalla notte dei tempi ma il politicante saggio è capace di accettare il gioco con equilibrio e correttezza. Se la maggioranza si indigna davanti a uno spettacolo del genere, e se Celentano ha modo di spaziare con gli argomenti nell'attaccare l'attuale Governo, significa che gli spunti non mancano e che la democrazia in questo paese non è ancora morta del tutto se c'è chi la manda in onda.
Significa che si può dare spazio alla fantasia degli artisti, lasciandoli liberi di esprimere anche ciò che è scomodo perchè è in fondo questo il sano principio base di un qualunque stato civile moderno. Significa infine, saper prendere le cose per quello che sono. Tre ore di tv, infarcite di musica e siparietti interessanti, non sconvolgono il mondo. Cinque minuti di intervento di Santoro non spostano fette rilevanti di elettorato, ma sono invece sinonimo di pluralismo su una tv pubblica infarcita di reality e rigurgitante palinsesti spesso vuoti di idee.
RockPolitik susciterà polemiche, farà discutere e qualche testa rotolerà per questo. La colpa non è affatto di Celentano, quanto del clima di tensione non appena un artista (notoriamente l'Artista è di sinistra) mette piede in tv. Il Molleggiato ha fatto il suo monologo, appiattendo il ritmo fino a quel parecchio momento sostenuto, ha invitato ospiti eccellenti e all'altezza del gioco. Insomma il contenitore c'è, anche se il suo protagonista è il solito vecchio cane brontolone, un po' barboso quando ci si mette. Ma il contorno, signori, è tv che scoppietta e si fa notare, per i tempi che corrono.
13 Responses to “Celentano è lento, Politik è rock”