Monthly Archive for Ottobre, 2005

Page 3 of 6

L’esorcismo di Emily Rose

Il film "L’esorcismo di Emily Rose" è l’ennesimo forze del male vs forze del bene. L’idea di partenza del film non è male: cosa sarebbe successo se nel lontano 1973 Max Von Sydov nelle vesti di Padre Lancaster Merrin non fosse riuscito ad esorcizzare l’indemoniata dodicenne Linda Blair, ma anzi in seguito alle sue pratiche fosse morta? Lo avrebbero mai accusato di omicidio colposo o di gravi lesioni personali?
Nessuno lo sa, e questo film (il cui finale lascia lo spettatore – la sottoscritta quantomeno– allibito) risolve solo un dubbio: sì, il prete è stato incriminato.
Emily Rose potrebbe essere vostra sorella, vostra figlia o semplicemente una vostra amica. Quello che capitò a lei potrebbe capitare a chiunque. Queste le apocalittiche parole di apertura del film, che si dice basato su “una storia vera”: quella di una giovane studentessa, Anneliese Michel, (il nome fu poi cambiato forse per rispetto della famiglia o più prosaicamente per evitare di pagare i diritti) morta nel Luglio del 1976 all’età di 23 anni. La ragazza, appena sedicenne, fu colpita da una gravissima forma di epilessia, con crisi sempre più violente. Complice anche la rigida educazione religiosa impostale dai suoi genitori, Anneliese Michel cominciò a credere che il demonio si fosse impossessato di lei.
Le prime inquadrature del film sono a dir poco dilettantesche, e le scene senza audio suonano come qualcosa di già visto e mal copiato. Passati venti minuti in cui ti chiedi se forse vedere Passo a due non sarebbe stata una scelta più intelligente e dove sia tutto questo horror che si dice essere il genere del film, si capisce che: a) il prete è stato incriminato b) la Chiesa non vuole che  il prete parli dell’esorcismo c) il prete dice all’avvocato che ci sono delle forza del male che complottano contro di loro (il che ha portato la sottoscritta a pensare che forse questo film, presentato come un omaggio, fosse in realtà una parodia de L'esorcista).
Il resto della storia prosegue in modo prevedibilissimo, con il processo – i testimoni - l’avvocato che va a trovare il prete in galera..insomma, io sarò anche vaccinata al genere horror, ma se l’unica scena in cui m’è venuto un mezzo infarto è stata quella dove si è avuto un cambio d’inquadratura repentino, beh …
Il classico film con buone basi e pessimo sviluppo. Per carità, se volete andate a vederlo, ma se vi aspettate di sobbalzare dalla sedia ogni tre secondi prendetevi un Dario Argento o John Carpenter e fate prima!

Opinionista di fine legislatura

chiambretti(2).jpgIn attesa che la star femminile di MarKette Sylvie Lubamba torni dalla Talpa tu ne hai scoperta un'altra: Sabina Negri moglie del ministro Calderoli. Caro Piero Chiambretti, la accogli con tutti gli aggettivi del caso e al ritmo di Celebration della Kool and the Gang. Negli anni ottanta doveva essere una ragazza molto dance.

Secondo te, dopo la sua prima apparizione televisiva, già "ci sono già movimenti di casalinghe disperate che non vedono l'ora che lei parli davanti alle telecamere per dire anche quello che loro non possono dire". La signora Calderoli è orgogliosa di questo ruolo e ricorda che "sono già andata una volta in gita con loro... con l'associazione Casalinghe d'Europa. Siamo andate a messa e abbiamo fatto un giro turistico per Bologna e ci siamo divertite come delle pazze". Quando le chiedi chi le ha telefonato per commentare il suo esordio televisivo lei se ne esce con una freddura degna di Emilio Fede: "mi ha chiamato innanzitutto Bush e mi ha fatto i complimenti per la battuta che avevo fatto su di lui". Ride solo lei e tu sei costretto a rifare la domanda. Così scopriamo che Sabina Negri è un'attrice teatrale e l'anno chiamata "tutti i miei amici del teatro... Carlo Delle Piane e Edoardo Siravo che sono i miei fans, i miei sostenitori".
Caro Piero Chiambretti, sembri un pò intontito e non ti è di aiuto l'ennesima battuta della signora Calderoli: "Poi mi ha chiamato Tronchetti Provera e mi ha detto di dirle di invitarmi per le prossime dieci edizioni di MarKette". Il nome di Tronchetti ti fa riprendere il tuo piglio sarcastico e ti inchini al presunto volere del tuo editore autodefinendoti "zerbino". E' certo che nelle prossime puntate Sabina Negri ci dirà le sue opinioni su altri temi ma prima è giusto saperene un pò di più della sua vita. E' la figlia di un medico dentista ed ha studiato in un collegio pieno di  miliardari, principi e marchesi. Poi ha incontrato Calderoli che come regalo di fidanzamento le fece una Rolls Royce. E' il momento di mostrare le quattro pagine che le ha dedicato il Magazine del Corriere della Sera e di sapere che Calderoli guarda poco la televisione e quando sa che c'è la moglie la spegne. Forse non è il solo. Finalmente le fai una domanda "alla pierino" sulle raccomandazioni subite ed elargite. La signora non nega che forse qualcuno la chiama perchè è la moglie di Calderoli (tu incluso) ma rivela anche che una giornalista molto conosciuta l'ha invitata a colazione perchè voleva la raccomandazione per condurre l'Italia sul Due. La tua ultima domanda sintetizza il valore di tutto l'intervento: "Il piatto preferito di suo marito quale rimane?" Risposta: "Il piatto preferito di mio marito sono io allo spiedo col limone in bocca".
Caro Piero Chiambretti, la tua Lubamba faceva delle entrate memorabili ma devo ammettere che le uscite della signora Calderoli non sono da meno.

Talkin’bout Ipod Video

Su Tecnonauta si fa il punto, in parole povere, della situazione Ipod.

Lapo pronto a tornare in pista

Lapo sta meglio ed è già al lavoro sui nuovi prodotti per i giovani rampanti italici
la Fiat Riga: caratterizzata da una banda bianca cha la divide a metà
la Uno Nessuno Centomila: Auto fantasma con centinaia di doppi e tripli fondi per passare indenner ogni frontiera
la Fiat Trans: l'auto concepita per tutti e tre i sessi
la Panda 4x4: per accogliere il maggior nemero di persone, appunto 16 e non annoiarsi mai.
la Panda Neve: perfetta per passare inosservata in occasione dei Giochi Invernali
la versione Panda Neve-Gliz: "per chi ama essere comunque almeno in tre".
la Panda Clapton: con lettore mp3 incorporato ma che può suonare solo "Cocaine" di Clapton o "Heroine" di Lou Reed".
Il resto, mi permetto, è dalle parti di Frittole

Cose (mai) viste

Povero Lapo

Sarò breve: il teorema secondo il quale un ragazzo senza problemi particolarmente gravi (parlo di problemi veri: la libertà, la casa, la fame, il lavoro, la salute) partecipi ad un festino con alcool e droghe di ogni tipo in compagnia di un gruppetto di travestiti (o "uomini di strada", come impietosamente li definiscono i tg) perchè depresso o infelice mi sembra ipocrita e servile.

Ipocrita, perchè nel caso di Lapo Elkann sarebbe probabilmente più appropriato parlare semplicemente della notte brava di un figlio di papà piuttosto che addurre fantasiose teorie sulla psicanalisi giovanile o su una "generazione in crisi".
Servile, perchè - guarda caso - nel caso di Kate Moss abbiamo assistito ad un clima da caccia al drogato e oggi in un impeto di leccaculismo mediatico qualcuno - tra un messaggio di solidarietà e un mazzo di fiori - tenta pure di dare la colpa dell'accaduto allo spacciatore che avrebbe venduto eroina invece di cocaina. E presto arriveremo a sostenere he il povero Lapo non c'entrava nulla, e che ormai in Italia non ci si può fidare neanche del proprio pusher

Fotocopie a profusione

ottobre.jpgSull'autobus Linea 1 di Ferrara sta viaggiando seduto comodamente sul seggiolino in fondo a destra un manipolo di fogli fotocopiati, un ciclostilato buffo e arguto smanioso di farsi pigliare tra le mani ed esser letto. Il famoso numero in lavorazione (come indicava l'avviso a lato da ormai troppo tempo) è completato ed è attualmente in fase di distribuzione. Truppe da noi assoldate stanno puntando qualsiasi tavolino o spazio libero della città della salama da sugo su cui poggiare una copia di .pulp. Lo troverete in biblioteche, università, aule studio e anche pub e librerie, perchè no. Grazie anche al valido Gabriele e la nostra cara Rachelina, Ciccsoft su carta verrà sparpagliato pure a Bologna e Padova. Altri mecenati che volessero sostenere questo tentativo semiserio di diffondere l'uso della mente e della parola, sono ben accetti. Nel frattempo il numero di ottobre verrà inviato in pdf a coloro che si sono iscritti via mail, che lo riceveranno comodamente a casa senza spargimento di calorie. Chi volesse iscriversi può andare nella pagina dedicata e lasciare il suo indirizzo. In allegato riceverete un simpatico gif di TheEgo che balla vestito da Uomoragno. Infine, lasciateci ringranziare tutti i collaboratori che ci hanno permesso con i loro post di confezionare un giornalino pieno di contenuti. Questo dovevo dirlo, se non altro per usare il termine "confezionare", quando mai mi ricapita? Buona lettura!

Yom Kippur

Di tutte le ricorrenze della religione ebraica Kippur è certamente la più sentita e significativa: "il giorno dell'espiazione", l'avvenimento più solenne dell'anno, 25 ore di digiuno inserite in un periodo denso di festività.
Quel che m'ha sempre profondamente affascinato è la logica del perdono che sta dietro questa festa, quell' "a Kippur Dio perdona le colpe commesse verso di lui ma non quelle commesse verso altri uomini" che fa sì che ogni anno ci sia ancora chi usa mandare un bigliettino a tutti coloro verso cui si sente in torto anche solo per dire "mi dispiace".
Quel che invece ha sempre suscitato la mia curiosità è la strana storia del "brodo di pollo espiatorio", che si beve la vigilia di Kippur, onde preparare lo stomaco al lungo digiuno. Ovviamente il pollo espiatorio sta strettamente imparentato col più famoso capro comparso al posto d'Isacco al momento del sacrificio, è solo meno famoso.
In pratica tradizione dice che la vigilia di Kippur i bravi ebrei dovrebbero comprare un bel pollo vivo (a quanto pare un gallo per ogni figlio maschio ed una gallina per ogni figlia femmina) e una volta portatolo a casa farlo roteare (sempre vivo, ovvio, che domande) sulla testa dei pargoli, pronunciando una benedizione al fine di trasferire i peccati della prole sul pennuto.
La fase successiva comprende il tirargli il collo e farne un bel brodino affinchè espii per bene tutto ciò che ha da espiare. Il brodino peraltro ha una ricetta che non è affatto male.
Alla faccia della aviaria.

La storia di Flavio B. /6

(6° ed ultima puntata - puntata precedente)
Quando, il 10 febbraio 1993, una bomba esplode (è la seconda, nella vita di Briatore) davanti alla porta della sua casa londinese, distruggendo una colonna del porticato e facendo saltare i vetri tutt’attorno, qualche voce cattiva la mette in relazione con i traffici d’armi o altri commerci. Ma i giornali inglesi scrivono che si tratta di una "piccola bomba" dell’Ira e che i terroristi potrebbero averla abbandonata per paura di essere stati scoperti. Intanto Briatore è giunto al culmine (per ora) del suo successo. Esibisce i suoi soldi, le sue donne, le sue case. Appartamento a New York, villa a Londra, attico a Parigi, pied-à-terre ad Atene, tenuta in Kenya. Aereo privato. Yacht di 43 metri, con un Fontana e un Giò Pomodoro nel salone. Ha amici importanti soprattutto in Inghilterra (Ecclestone innanzitutto, ma anche David Mills, avvocato londinese di Berlusconi, specialista nella costruzione di sistemi finanziari internazionali «riservati», tipo All Iberian). Il nostro Flavio è "arrivato" e lo fa vedere, senza risparmio. All’inizio degli anni Novanta aveva preso in mano la scuderia Benetton di Formula 1, creata nel 1986 da Davide Paolini e Peter Collins sulle ceneri della Toleman. Nel 1994 e nel 1995, è storia recente, con Michael Schumacher alla guida, la porta alla vittoria mondiale. "Ma la Formula 1 non è uno sport, è un business", ripete. E lui da questo business ha saputo spremere miliardi. A trovare sponsor è bravissimo. Per il team spendeva molto, è vero, ma i suoi bilanci non hanno mai chiuso con disavanzi superiori ai 3 miliardi: la Benetton, dunque, ha ottenuto una copertura pubblicitaria planetaria, del valore di almeno 15 miliardi all’anno, con esborsi piccolissimi o addirittura, dopo il 1993, con un guadagno di alcune centinaia di milioni. Ma Briatore non si ferma. Nel mentre cura anche business in proprio: compra e rivende la Kicker’s (scarpe per bambini), acquista un’altra scuderia di Formula 1, la Ligier (dopo qualche tempo la rivenderà ad Alain Prost), prende una quota della Minardi, poi diventa socio del team Bar. Forse è troppo anche per Luciano Benetton, che nel 1996 "divorzia" ufficialmente dall’amico. Niente di male, Briatore incassa una buonuscita di 34 miliardi e subito si ripresenta con una sua azienda, la Supertech, in società nientemeno che con Ecclestone, che sviluppa i motori Renault e li fornisce a tre team, Bar, Williams, Benetton. Poi compra la casa farmaceutica Pierrel.
Ma apparire gli piace almeno quanto possedere. Le due cose si sono ben sposate nel Billionaire, discoteca con piscina ottagonale traboccante di vip a Porto Cervo, in Sardegna: buon investimento, ma soprattutto ottimo palcoscenico per le sue celebri apparizioni in pantofoline di velluto bordeaux al fianco di Naomi Campbell (storia inventata, dicono i bene informati, dalla pierre Daniela Santanché da Cuneo, amica di gioventù di Briatore e oggi pasionaria di Alleanza Nazionale). Per Flavio Briatore la vita spericolata è diventata ormai vita dorata. Le brutte storie del passato nessuno le ricorda più. Il "Tribüla" di Cuneo è sparito: al suo posto, un uomo di successo, non raffinatissimo, ma ugualmente coccolato dai salotti di ogni tipo, come quelli dei programmi di Simona Ventura, ultima amica fidatissima giunta alla corte di Re Flavio, in cui si rimpiangono gli anni Ottanta e si ripete il motto di Briatore: "Se vuoi, puoi". Ancora qui a leggere? Esci e vai a farti una vita alla Briatore. Se vuoi puoi, no?
(Libero adattamento da "Società Civile" - 6. FINE)

L’altra.

Le  pareti dipinte di rosso, i faretti, gli specchi enormi nelle loro antiche cornici di legno dorato, scampoli di tessuto, attaccapanni pieni d'abiti, e la "passerella", quella che tante volte aveva  battuto issata su tacchi chilometrici, fasciata in vestiti da sogno, scherzando con le amiche come se nulla fosse.
"L'atelier" lo chiamava quando avevano  quattordici anni, dei giochi di tre ragazzine, la stanza giusto dietro il salotto, non il "Salotto Buono" ovviamente, là ci stavano le nonne coi loro guanti di pizzo a prendersi il The e a giocare a Bridge. Era cambiato poco o nulla in quella casa, la vecchia governante inglese aveva lasciato posto ad una "nanny" trilingue per allevare le nuove leve; c'era la playstation, ma anche la cameriera che dopo averle aperto la porta l'aveva fatta passare nel vecchio rifugio estivo delle ragazze dicendole tutta cerimoniosa:  "L'annuncio alla Signorina".
La porta di legno si mosse lentamente, ne uscì una figura esile, abbronzata, i capelli raccolti in una coda di cavallo.
"Sczita!"
"Deba..."


"Grazie d'essere venuta."
"Sarei venuta anche prima, grazie d'avermi avvisata in tempo comunque..."
"E' stato un fulmine a ciel sereno per tutti, aspetta, mettiti comoda, prendi qualcosa su, fa come fossi a casa tua. Un Martini va bene?"
"Sei gentile, andrà benissimo."
La seguì nel salotto dietro le cucine, si accomodò in poltrona e rimase in attesa che la sua Ospite riprendesse la conversazione.
"Cavoli come ti mantieni bene tu, non si direbbe che la più giovane tra le due sono io."
La squadrò: le unghie laccate alla perfezione, il trucco coprente, la pelle segnata da una vita senza freni nè regole. No nessuno l'avrebbe mai detto. Ma non era il caso di rimarcarlo.
"Taci tu, che sei splendida."
Erano i momenti in cui odiava il fatto di essere nata donna.
"Sczita..."
"No, non dirmelo, non voglio saperlo, scusa, non riesco ancora ad accettarlo, solo ieri sera..."
"Lo sapevamo già che era solo questione di tempo, una volta, l'altra, non poteva durare così per sempre...."
"Com'è successo? Quando cazzo? Perchè non l'hanno salvata?"
"E' successo stanotte, quello insomma, sai...qua nessuno ne parla...era sola, l'han trovata stamattina...era per terra, dicono che non abbia sofferto, che l'arresto sia stato quasi immediato..."
Quasi immediato. Non ha sofferto. Morte veloce, quasi dolce. Pensava alle altre volte in cui si era trovata ad ascoltare le stesse parole. Stronzate in fin dei conti, chi poteva affermare d'esser tornato indietro a raccontarlo?
"Sczita?"
"Non doveva accadere."
"Lo so."
"Tu come stai? Vedo le tue foto sulle copertine dei rotocalchi, ricevo il tuo regalo a Natale e per il compleanno., ma tu. Tu come stai?"
"Come lei, tra alti e bassi. Per di più sono insoddisfatta, non so più essere felice per nulla, sto male perfino quando scopo, anche se non potrei mai dichiararlo ad un giornale, sto con un uomo che potrebbe essere mio padre, non ho amiche della mia età ma ho una guardia del corpo.Non è tutto oro quel che luccica..."
"Non dire così...vedrai, starai meglio anche tu..."
Eppure dentro di sè era come se mentisse. Stringeva le mani della sua frivola amica sapendo d'essere la più fortunata tra le due, con la sua vita semplice e i suoi sogni tangibili. Guardava con occhi diversi quella stanza dove tante volte aveva "giocato a fare la Signora", rendendosi conto di tutto ciò che v'era di superfluo, d'inutile, oggetti. che non avrebbero preservato quella casa dalla sofferenza, nè erano più in grado di donare un briciolo d'eccitazione, di qualcosa di simile alla felicità.
"Sono le nostre scelte che ci rendono forti Deba..." Disse con più convinzione indugiando sulle lettere di quei soprannoimi infantili. "...tu puoi ancora scegliere, lei no. Non si trova sempre sopra le righe la felicità, a volte è più vicina di quando tu possa credere...per quello non la vedi..."
E rimasero immobili, in un abbraccio silenzioso denso di due vite diverse, come fossero state ancora bambine, innocenti, inconsapevoli della malvagità del mondo, senza i segni della vita sulla pelle.
E lei, l'altra, era con loro.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

Archivio