Monthly Archive for Ottobre, 2005

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Non troppo diversi!

Sti ungheresi!
L’avete mai vista una moto del genere?
Sedili rivestiti di pelle di bufalo e mucca, corna di bufalo che come due specchietti si proiettano verso l’esterno, volpe morta semi imbalsamata appiccicata sul retro, criniera di cavallo sempre sul retro, draghetto di metallo che fa da tubo di scappamento dalla cui bocca fuoriesce il fumo…peccato solo non aver visto il proprietario!

Sti milanesi!
Arrivo alla stazione di Lambrate, dopo aver preso lo shuttle bus che da Orio al Serio mi ha portato in città, e sento una signora in stile Platinette, che rivolgendosi a due ragazzi urla: “Ma come si dice in inglese Milano per me è tutta merda?” e i ragazzi “Non so signora l’inglese, se no glielo insegnerei!” e lei di nuovo “No perché ci sono gli americani la che entrano nel bar.e cosa parlano…l’inglese no? Ma io non lo conosco…no perché bisogna avvisarli…!”

All The Right Reasons

Nickelback4.jpgSarà che mi gusta quel genere di musica, sarà che apprezzo molto i cantanti con la voce roca quali Chad Kroeger (oltre a Chris Cornell, Chester Bennington, Aaron Lewis), ma la quarta opera dei Nickelback mi piace davvero tanto. Decisamente un gradino sopra The Long Road e The State, e di poco meglio di Silver Side Up.
Nessuna disamina dell'album (sta roba la lascio a chi ne sa), solo uno spassionato commento.

Cose che succedono

- Sai che succede? Che torno a casa, controllo la flebo di mia moglie, me ne vado in cucina a mangiare un pezzo di formaggio e poi mi addormento sul divano, con le mani sulle palle.
Sabrina non dice nulla. Lo guarda con occhi spalancati, come per abbracciare tutta quella mancanza di senso.
- Non scaldarti. Hai troppa rabbia dentro.
- Rabbia? E perchè mai? Cameriere, mi porta un altro campari? Tu lo vuoi?


- No.
- Allora uno solo, grazie.
- Rabbia...- Armando fissa il ripiano del tavolino. E’ già in ritardo, come sempre.
- Sì. Rabbia. Tu non ti vedi.
- Tu invece mi vedi vero? E che cosa vedi, tesoro?
- Non mi piace quando fai del sarcasmo.
- Ok, rifaccio la domanda, che cosa vedi in me, tesoro?
Sabrina lo fissa scivolando a destra e sinistra con lo sguardo. E’ infastidita, forse arrabbiata.
- Vedo un uomo che c’ha un sacco di problemi.
- Già. Un sacco di problemi. E poi?
- Poi basta. Un uomo che mi piace. Che non accetta ci possa essere amore intorno a lui.
Lui ingoia il campari velocemente, come si divora un pezzo di pane, con il disprezzo della fame. Si passa la lingua sul labbro inferiore, fa una smorfia.
- Amore? Di che stai parlando..?
- Questa conversazione è inutile. Fa male a te e fa male a me. Non credo che sia questo che cerchi.
- Chi lo sa cosa cerco?
- Tua moglie come sta?
- Morirà, forse oggi, forse domani.
Lei scuote la testa, guardando il bitume del marciapiede.
- Ora vado. Chiama se hai bisogno. Stai su per favore. Butta fuori un po’ di veleno non puoi vivere in questo modo.
- Infatti. Non so che farci. Scusami se sono brusco.
- Lascia stare. Ora vado. Posso baciarti?
Lui fa di sì con la testa. Si sfiorano le labbra. Lei va verso la fermata. Lui rimane seduto con le viscere in subbuglio e la coscienza ridotta a uno straccio.

Al buio della camera il viso di lei brilla come una maschera d’argilla. Armando siede di fianco al letto respirando l’aria che sa di chiuso e malattia, con le narici frementi.
La donna ogni tanto schiaccia il dito sul telecomando. Il ronzio apre e chiude la valvola (morfina, fentanyl) e si mischia al ticchettare della sveglia.
Perchè si aggrappa alla vita in quel modo? si chiede Armando, non ne ha avuta abbastanza di vita?
La sveglia segna un’ora stonata. Non si accorda con il momento. Le lancette avanzano pigre. Nessuna speranza, solo la vertigine delle parole non dette, il futuro che sbatte la faccia contro la parete di ferro e la mascella contratta. Armando ruota gli occhi per aria, si arrampica sulle orbite, cerca una via d’uscita (basta che sia apparente), non occorre la verità, non serve a niente toccare le cose.
Ora è buio fuori. Armando allunga la mano, tocca il tubo della flebo, raggiunge l’interruttore. Accende l’abat-jour. La donna respira lentamente, sembra che non soffre. Trascorre un po’ di tempo.
Adesso Armando quasi non respira, non vuole svegliarla, non vuole tirarla fuori da uno stato di grazia. Chiude gli occhi ogni tanto. Le sposta i capelli dalla fronte piena di macchie. Si sdraia a fianco di lei, facendo ballare il materasso. Lei non se ne accorge e la stanza sembra sempre più buia, il buio della coscienza che viene portata in un’ampolla di vetro sulla scogliera pieno di vento. Le lancette marciano piano in avanti.
L’urlo di lei lo sveglia di soprassalto: è un urlo roco e continuo con occhi che saltano fuori dalla testa, fatto di mani che artigliano il lenzuolo, oh cristo, che succede? Il fentanyl, merda che è finito. Sta’ buona tesoro mio, sta’ buona adesso te lo rimetto, sta’ buona per favore amore mio non urlare ti prego sta’ buona.

- Come stai? Ce la fai?
- Non lo so. Non so più niente. Mi sto spegnendo come una candela.
- Vieni a casa mia stasera. Chiama l’infermiera e vieni a casa mia. Solo per riposare.
- Non posso. Sono intoccabile. Devo salvaguardare la mia purezza.
Sabrina si mette a ridere, si regge la pancia, appoggia una mano sul bancone, con l’altra si attacca al braccio di Armando: - ma che stai dicendo?
- Dico sul serio.
La donna lo guarda, si fissa sulla mascella quadrata, sugli occhi arrossati dal sonno. Gli tremano le mani. Si guarda in giro ogni pochi secondi. Sabrina allarga le narici e percepisce odore di medicinale, di corpo non lavato. Pensa che vorrebbe prendersi cura di lui. Poi diventa triste, aggrotta le sopracciglia.
- Che hai? – chiede lui, che non concepisce che il dolore si trovi pure da un’altra parte.
Lei scuote la testa. E’ solo un momento, si dice, un momento che vorrei essere lei, attaccata alla flebo.

Polvere di stelle /2

Kate Moss
Paolo Calissano
Boy George
Lapo Elkann
...?

Si accettano scommesse. Ormai è come la faccenda dei pitbull o di acquabomber. Tra un mesetto o due smetteranno tutti per magia di tirare di coca.

Il postino di Al Jazeera

Salute onorevoli lettori. Mi presento: sono il postino di Al Jazeera. Sono quello che tutti i giorni recapita le lettere della popolazione alla tivvù locale, un po' come succede da voi in Europa e nel resto del mondo. Fino a pochi anni fa il mio compito era talmente barboso che passavo gran parte della giornata al campetto con gli amici a giocare a Bantumi, poi in cinque minuti prima di cena recapitavo la posta alla redazione. Poi c'è stato l'11 settembre mannaggia a lui.

Si sono messi in testa di diventare un grande netuorc - si dice così? - di fare quelli che danno voce al mondo islamico. Un po' secondo me hanno voluto scopiazzare la Cnn ma non lo scrivo perchè altrimenti se ne hanno a male. Così adesso è tutto un proliferare di lettere da ogni parte del mondo e, cazzo! - si può dire in un blog? - anche tutti questi filmini dei terroristi... Un po' mi girano le scatole perchè non posso più giocare a Bantumi con i miei amici, da un altro lato sono contento perchè lavoro di più e mi pagano di più. Dopo l'attacco alle torri gemelle mi sono potuto comprare una Fiat Duna di terza mano, un cellulare satellitare da riparare, un lettore mp3 di quelli bianchi che vanno adesso lì da voi, che però si è tutto graffiato, ed anche un appartamento tutto nuovo vicino alla sede, così devo fare poca strada con il motorino. Ah dimenticavo, ho comprato pure un Califfone verde chiaro. E' bellissimo.

Ma, dicevo: il mio compito sta diventando difficile. Ogni giorno è dura recapitare i messaggi dei terroristi. Me li portano tutti a me accidenti a loro, e io gli dico: ma perchè non li portate direttamente voi? Sono in videocassetta perchè qui il dvd ancora non lo usiamo molto. Un nucleo armato particolarmente progredito l'altra settimana mi ha consegnato un cd-rom con il filmato compresso in Quicktime. Come diavolo si vede, brutti smanettoni?

Io recapito e sto zitto ma ho una paura matta di essere pescato. Mi hanno detto che la sorveglianza controlla i miei movimenti per sapere quando entro in contatto con i terroristi. Approfitto di questo spazio per chiarire: io non so neppure chi siano i terroristi! Ormai è risaputo che mi lasciano il tutto in un bidone della spazzatura e io passo a ritirarlo ogni ora, ma non li incontro di persona, Allah lo sa, sono una brava persona! Circa un mese fa ero a pranzo da zia Baasima che mi ha fatto lo sformato che mi piace tanto, così dopo mi sono addormentato sul tappeto e mi sono scordato di andare a prendere i filmati. Quando sono arrivato avevano già portato via la spazzatura. I terroristi se la son presa a morte. Nel senso letterale della cosa. Se ci ripenso... Aiutatemi! Così non si può andare avanti. Se qualcuno ha un lavoro da offrirmi in Italia, sarò ben lieto di venire da voi, mi han detto che nelle vostre televisioni il massimo che arrivano sono lettere di protesta del Moige. Che pacchia, l'Italia.

La fine del mondo è vicina

Seriamente: come faccio a conoscere un Thomas che ha un Mattia come fratello e un Mattia che ha un Thomas come fratello, e questi non sono imparentati tra loro?

Femmina come la resa

Luciano e Ligabue il meglio che poteva dare l'ha ampiamente elargito fino alla colonna sonora di Radio Freccia, e non ci si poteva aspettare qualcosa di più a questo punto della sua parabola, pericolosamente vicini all'inizio della discesa, sempre che questa non sia già iniziata. Si poteva invece aspettare qualcosa di "diverso" (non "migliore", diverso), se non altro per dimostrare che il suo encefalogramma denota ancora segni di attività, nonostante i clichè. In Nome e cognome ho intravisto un leggerissimo cambio di rotta, rispetto agli ultimi poppettosi Miss Mondo e Fuori come va?, una leggerissima sensazione di austerità nei suoni, un disco un pò più adulto e molto più personale nei testi, meno trasognante e più concreto. Più Lambrusco e meno pop corn, insomma, con diverse canzoni dall'andamento monocorde, che sembrano prestarsi poco a essere urlate nei palazzetti trascinando i fans, e sicuramente non si stamperanno indelebili nella loro memoria. Non è un gran disco, ma è così evidentemente mediocre per poterlo definire tale senza scendere nella ovvietà. Dalla scaletta si potrebbero togliere benissimo canzoni tipo E' più forte di me, Giorno per giorno, Le donne lo sanno, mollicci riempitivi che si sopportano solo dopo ripetuti e ripetuti ascolti. Rimarebbero le prime due, il singolo e Happy hour, che fungono da forse inevitabile tara, e poi finalmente si arriva al cuore del disco: Sono qui per l'amore e Cosa vuoi che sia sono le vette (ok,  colline...) dell'album. Senza tanti fronzoli, Ligabue butta sul piatto il suo cuore, dando l'impressione di non volersi  interessare ad altri temi. Parla unicamente di se stesso e in prima persona, come del resto ha sempre fatto, ma con un atteggiamento più meticoloso, come fosse una pratica da sbrigare in fretta ma con cura ed evitando tuttavia inutili barocchi. Un suono meno giovane e meno pieno, meno verticale e più orizzontale. Forse sono troppo di parte per non dargli una stroncatura, eppure mentre il brico è sul fuoco, me lo immagino seduto su una sedia a imbracciare la chitarra e a ricordarci che è qui per l'amore, quasi una dichiarazione di resa di fronte al risultato finale dell'album. Resa che personalmente ho accettato e in parte respinto, sarà che ho smesso di farmi troppe aspettative...

PS: Altre due visioni: kAy dice la sua, e condivido in buona parte, mentre qui invece si fa quel discorso sul suono che io ho tentato in qualche modo di spiegare.

Tropical pizza

Piove ormai quasi ininterrottamente da una settimana. Per fortuna non devo alzarmi presto al mattino per recarmi in facoltà, ne' al lavoro, ne' ho particolari impegni mattutini che presuppongano interminabili file in mezzo al traffico sotto la pioggia scrosciante. Tutto è triste, tutto è grigio, tutto è  u m i d o. Per farvi capire il tasso di umidità, che deriva dalla semplice equazione

pianura padana + autunno + presenza vicina del Po + settimana di pioggia = umidità

vi basti sapere che il mouse si impasta sul tappetino, che al tatto sembra quasi madido di acqua, e il cellulare risponde lentamente ai comandi, impregnato di vapor acqueo fin nei più remoti circuitini stampati sotto i tasti. Si aggiunga a questo un incidente stupido l'altra notte e uno stato di apatia generalizzato che coglie un po' tutti. La pioggia cade e monda i peccati. La pioggia scende e purifica, in attesa dei primi raggi di sole che porteranno nuova vita. Già, ma quale? Qui sembra di essere sul set di Sin City ma, ovviamente, non c'è nemmeno Jessica Alba nei paraggi.

Dedicated to Windows

"L'installazione dei plugin di Firefox sta andando avanti da ormai venti minuti... per ingannare l'attesa navigherò un pochetto con il browser di riserva, il caro Avant... cacchio, dopo aver formattato l'hard disk non l'ho reinstallato! Disperazione angoscia tragedia! Aspetta un attimo... se ben ricordo non ho ancora tolto internet explorer... utilizzerò quello!"
Quasi mi scende una lacrima alla visione della scarna finestra con il logo di Windows nell'angolo.

"Bisogna ammettere che funziona bene, sto dannato programmino... maledetto Bill Gates! Ne inventano centomila più trendy (alzi la mano chi non ha usato almeno una volta Firefox) ma il tuo è sempre  completo e funzionale! Grazie al Service Pack 2 è anche piuttosto sicuro! Eppure, inebriato dal mondo blog, ero arrivato addirittura a rimuoverti definitivamente, e ora il tuo superfashion rivale è alle corde, bloccato da un misero update... complimenti, vecchio mio!"

Mi rianimo dallo stato di torpore, premo Ctrl+Alt+Canc, annullo l'operazione di Firefox e premo la X rossa nell'angolo di IE con una certa soddisfazione.

"Sono mortificato, ma mi fai veramente schifo! Non riesco a importare i Preferiti dall'altro browser, non hai la barra di Google, non impedisci neanche l'installazione di schifezze dal web... come se non bastasse, toglierti di mezzo è una formalità dato che devo fare le medesime operazioni per eliminare Outlook Express!"

Disinstallo il tutto con il sorriso sulle labbra.
Ringrazio il cielo che la legge impedisca al prossimo Windows di avere la più misera delle applicazioni... non ne posso più di Media Player, Messenger (eliminati entrambe anche dal mio XP) e quant'altro.
Ti auguro di implodere e non riprenderti mai più, odioso sistema operativo.
Quando capiterà, fai che accada su un pc con Linux, almeno il povero utente non rischia nulla.

Il gioco del destino

La solita serata con gli amici, cinema più pub nonostante la pioggia che vi ha sorpresi sulla via del ritorno. Hai preso la macchina tu, perchè poi?, e hai riaccompagnato tutti quanti come ogni sera. Poi salutato anche l'ultimo ti sei avviato verso casa lungo una strada lunga e dissestata ascoltando quel bellissimo pezzo che era perfetto come chiusura della giornata. L'asfalto scivoloso, la pioggia battente. Per un attimo hai pensato che era meglio andare piano se non volevi andare a sbattere da qualche parte. Un lampo, un flash macabro nella mente. Ti immaginavi la polizia che accendeva l'autoradio dopo l'incidente e sentiva cosa stavi ascoltando. Rallenti e metti i tergicristalli al massimo. Pensi se è una tromba o una voce effettata che produce quel suono, e a tante altre cose e non ti accorgi che il semaforo davanti a te diventa arancio. La canzone sta ormai finendo, la macchina davanti a te fa quasi per attraversare l'incrocio, poi ci ripensa, si ferma al semaforo. Ci caschi come un ingenuo, freni di colpo e l'asfalto bagnato fa il resto. Ti vedi scivolare a ruote bloccate veloce verso di lui. No, cazzo, no! Non è possibile, sta succedendo veramente! NO!
...
Due secondi forse meno in cui non hai più il controllo di nulla. Lo schianto, i vetri, il buio. E poi la pioggia battente per tutta la notte. E' successo.
Tornando a casa con lo stomaco e la testa sottosopra non puoi non notare un fumetto rimasto sul tuo letto da una lettura pomeridiana interrotta. Si chiamava "Il gioco del destino".

Buffet

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trovate a Londra

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Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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