Propagando da sempre tolleranza nei confronti degli scioperanti, di qualsiasi categoria.
La demagogia di un certo diffusissimo italico qualunquismo del "quelli non han voglia di lavorare" non ha mai avuto presa su di me nemmeno tanto per formazione ideologica quanto per spirito pratico: se con uno stipendio di 1000 euro al mese e una famiglia a carico perdi la tua paga giornaliera per protestare contro qualcosa devi essere capace di superare il tuo piccolo egoismo pragmatico, ed una cosa del genere la fai solo se sei profondamente convinto di aver ragione. Pur ammesso che tu non ce l'abbia.
Ho passato anni a difendere gli autoferrotranvieri romani dalle ire dei miei vecchi colleghi universitari pendolari con ragionamenti spesso inutilmente forbiti, finivo per arrabbiarmi con quelli più intransigenti che si limitavano ad utilizzare la formula qualunquista di cui sopra.
Il tutto senza dover mai prendere tutte le mattine per forza un autobus o un treno per andare da qualche parte, ovviamente.
L'ho capito in questo periodo di frequenti astensioni dal lavoro della stampa: gli scioperi fanno girare le balle. Parecchio.
1 Response to “Sentirsi toccato (non in quel senso)”