Ci sono momenti in cui diventa estremamente difficile dire che a te in realtà dispiace profondamente che quell'uomo sia ridotto in quegli stati anche se si può dire non abbia mai occupato la top ten dei tuoi personaggi preferiti, anche se da adolescente ti sei ritrovata in qualche frangente ad associare la parola fascista al suo nome, anche se poi, cresciuta, spesso avresti voluto sentirgli dire altre parole, prendere altre decisioni.
E' stato un soldato, e si sa che i soldati comunque sia si sporcano le mani.
E' stato (tornerà ad essere?) un politico, e si sa che anche i politici comunque sia si sporcano le mani.
Ha fatto delle scelte, faticose, atroci, sorprendenti, semplici, dolorose, lungimiranti, ottuse che siano state. E non le ha fatte per sè, ma per un popolo complesso, in un situazione difficile, su cui nei prossimi giorni verranno sparse da ogni dove fiumane di parole lacrimevoli in occasione della Giornata della Memoria anche da chi si augura in cuor suo che Israele sprofondi con tutti i suoi abitanti. Ma si chiama essere politically correct, ed è un male tipicamente italiano.
Ha scelto.
Non poteva rimanere fermo a guardare cosa succedeva, giusto per vedere se senza far nulla iniziavano tutti ad andare improvvisamente d'amore e d'accordo.
Il confine tra giusto e sbagliato sa essere in certi casi periglioso e troppo sottile per potersi permettere certi toni. I perchè di certe scelte rimarrano per lo più oscuri alla moltitudine, forse perchè la moltitudine non avrebbe il coraggio di prenderle, forse perchè il concetto di "necessità" varia da individuo ad individuo, forse perchè è solo più facile ergersi a censori delle scelte altrui, nel bene e nel male.
Sono punti di vista.
Ed i fatti non contano perchè la Storia insegna che non tutti gli assassini sono uguali, nel trionfo del cerchiobottismo e della faziosità insita nell'animo umano, "tutte le cose sono giuste, ma alcune sono più giuste delle altre", l'istinto di prevaricazione è troppo forte.
Difendersi non è facile.
Mi spiace il clima generale che sta prendendo questo mondo, da qualsiasi punto mi volti a guardarlo.
10 Responses to “Ariel Sharon e le melanzane”