Quando lo spettatore è importante
Ci sono lavori di artisti che mantengono la loro qualità di opere d’arte anche quando non c’è nessuno che li osserva, ma ci sono anche opere d’arte che hanno senso solo se uno spettatore le fruisce.
Dagli anni ’50, infatti, si sono sviluppate correnti artistiche cha hanno evidenziato l’importanza del fruitore. Ilya Kabakov è fra i primi artisti a mettere lo spettatore al centro dell’opera d’arte, inizia a formarsi una nuova forma d’arte che avvolge completamente il visitatore al suo interno e la cui funzione primaria diviene quella di avere un effetto su di lui. Quale piacere può provare una persona guardando un’opera artistica sapendo che è grazie a lei che questa acquista il suo senso e che appena si allontanerà da essa perderà ogni ragione di esistere?
Lo spettatore acquista un potere incommensurabile, ma allo stesso tempo nel momento di fruizione dell’opera si trova in uno stato di completa sottomissione all’artista. È quest’ultimo che, progettando il suo lavoro, ha calcolato in ogni particolare il movimento del visitatore e lo guida all’interno dell’opera, lo accompagna invisibilmente nella scoperta di emozioni nuove.
Tutto viene pensato per la persona che un giorno lo fruirà, ogni singolo oggetto, ogni colore, ogni odore o rumore viene inserito per il visitatore. Un’opera di Kabakov ha lo scopo di creare sorpresa in chi vi entra, è intitolata Die Toilette, ed appartiene alla categoria della doppia installazione, perché le sue pareti non coincidono con quelle del museo, ma sono state create apposta per racchiudere uno spazio entro cui il visitatore può muoversi. Dall’esterno si presenta come l’entrata di un comunissimo bagno pubblico, ma al suo interno si trova una casa completamente arredata, è un’abitazione abbandonata e lo spettatore si aggira con sospetto fra le stanze e prova un senso di disagio e di attesa in quanto una volta entrato ha l’impressione che il proprietario possa tornare da un momento all’altro.
Come si vede sono opere con cui l’artista gioca con lo spettatore, lo trasporta in un mondo diverso e si diverte a vedere le sue reazioni e i suoi movimenti già calcolati.
Può sembrare un tipo di arte in cui lo spettatore non è più libero, ma è vincolato a ciò che l’artista ha già deciso per lui; io cercherei di porre l’accento più sull’importanza che acquista il visitatore, sul fatto che l’opera non ha senso se nessuno la fruisce.
Acquistiamo così un potere che nessun artista del passato ci ha mai concesso, siamo noi a dare l’esistenza a queste opere d’arte; cosa importa se l’artista ha già deciso il modo in cui lo faremo?
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