Monthly Archive for Gennaio, 2006

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Professione tele opinionista

Caro Michele Cucuzza, si sposa una delle colonne della tua Vita in diretta: Carmen Di Pietro. Tra annessi e connessi questo ti dovrebbe garantire un quinquennio di servizi in esclusiva. Oggi la tua inviata ha raccolto la notizia dalle vive labbra dell'interessata impegnata nella scelta dell'abito che sarà "da sirena, bianco candido e bello sciccoso". La sposa non trattiene tutto il suo amore per il futuro marito "mi ha insegnato ad andare in palestra; mi ha insegnato la cultura del cibo, di non mangiare schifezze, porcherie, appunto per tenersi in forma. Ecco questo gli voglio tanto bene. Solo per quello voglio bene a Giuseppe". Ed è vero amore, visto che lui "non c'ha una lira". Caro Michele Cucuzza, la Di Pietro è una delle opinioniste di punta della Rai in programmi come il tuo e l'Italia sul due e lei giustamente lo rivendica: "La mia è una nuova professione, quella dell'opinionista. Che non so fare nulla è verissimo, non so ballare, nè cantare, nè recitare. Ma se mi pagano per dire la mia, vorrà dire che valgo qualcosina. O no?" (da "Leggo" edizione romana del 16/01/06). E non ha problemi a dire quanto guadagna un'opinionista: "Si può arrivare anche a 150 mila euro l'anno. Al lordo delle tasse, però". Caro Michele Cucuzza, con queste cifre (al lordo delle tasse, però) e calcolando quanti fra prezzemolini e opinionisti girano nei programmi della Rai è un miracolo che ancora non sia fallita.

Notizie dal mondo

ANSA--Alla presentazione dell'accordo elettorale con la DC e i socialisti di De Michelis, Silvio Berlusconi ha detto:"Siamo in rimonta, il risultato sfavorevole alle Europee e Regionali dipende dal fatto che gli elettori della CdL sono pigri e svagati". Ecco quindi come si spiega, secondo gli inquirenti, la presenza di schede già votate per AN alle regionali siciliane.

ANSA-In una base spaziale dello Utah è atterrata la sonda americana Stardust, incaricata di prelevare campioni di polvere di stelle e comete. Al momento dell'apertura della capsula c'è stata grande sorpresa tra gli scienziati che si sono visti sbucare fuori Lory Del Santo, la quale era stata lanciata su Marte per partecipare ad una trasmissione TV.

Fate l’amore non fate la guerra

Ieri si chiedevano tutti dov'è Prodi. Ero a casa, a lavorare sul programma, a lavorare ad una riforma previdenziale. Il Paese dovrà essere riorientato sulla redistribuzione del reddito, sulla giustizia fiscale. Lavoravo per vedere come si possono far studiare i figli, e come potere di nuovo fare figli.

Romano Prodi, 14 gennaio 2006

I Panda della terra riuniti contro l’estinzione dei Kiss

Panda for kissDecine di panda si sono ritrovati sull'altopiano del catasto (Cile Francese) per un sit-in outforest, in favore dei kiss, il cui estetic-trash è seriamente minacciato di estinzione totale da tossici gruppi clono-degenerati come i Darkness o i zombpooh romerizzati di adesso.
"Dobbiamo salvaguardare questo patrimonio ibrido di rock e oscenità abbigliamentarie; dobbiamo difendere la cultura del masochismo alla sala trucco." Ci dice il portavoce di questi panda, l'Alchimista Ava Gardner, conosciuto con il nome latinizzato di Pandemonium in uk. "I Kiss erano una leggenda, veramente popcorn e mescalina, c'erano i portachiavi, gli accendini, gli accendigas, i clisteri dei Kiss. Quando dedicheranno a questi gruppetti take that di oggi cose del genere?" I panda  sottolineando con kisseschi "Yeeeahhh" ogni frase dell'alchimista, agitando fuori le voluminose lingue, in onore al sommo linguaccione del rock, Gene Simmons.

Questo viso non mi è nuovo

Mentre si organizzano per riuscire a fare peggio di Berlusconi al governo (sarà durissima anche per loro) i Democratici di Sinistra si attrezzano per fare almeno come Berlusconi durante la campagna elettorale vincente del 2001.
Per cui iniziano da un punto fondamentale:

Il portavoce del segretario dei Ds, Roberto Cuillo, fa sapere intanto che "Fassino non parteciperà a confronti televisivi con Silvio Berlusconi. Non abbiamo nulla da dire a un provocatore".

Eliminando le ultime tre parole saremmo di fronte ad una grande verità.

Interessa anche voi

Quando lo spettatore è importante

Ci sono lavori di artisti che mantengono la loro qualità di opere d’arte anche quando non c’è nessuno che li osserva, ma ci sono anche opere d’arte che hanno senso solo se uno spettatore le fruisce.
Dagli anni ’50, infatti, si sono sviluppate correnti artistiche cha hanno evidenziato l’importanza del fruitore. Ilya Kabakov è fra i primi artisti a mettere lo spettatore al centro dell’opera d’arte, inizia a formarsi una nuova forma d’arte che avvolge completamente il visitatore al suo interno e la cui funzione primaria diviene quella di avere un effetto su di lui. Quale piacere può provare una persona guardando un’opera artistica sapendo che è grazie a lei che questa acquista il suo senso e che appena si allontanerà da essa perderà ogni ragione di esistere?
Lo spettatore acquista un potere incommensurabile, ma allo stesso tempo nel momento di fruizione dell’opera si trova in uno stato di completa sottomissione all’artista. È quest’ultimo che, progettando il suo lavoro, ha calcolato in ogni particolare il movimento del visitatore e lo guida all’interno dell’opera, lo accompagna invisibilmente nella scoperta di emozioni nuove.
Tutto viene pensato per la persona che un giorno lo fruirà, ogni singolo oggetto, ogni colore, ogni odore o rumore viene inserito per il visitatore. Un’opera di Kabakov ha lo scopo di creare sorpresa in chi vi entra, è intitolata Die Toilette, ed appartiene alla categoria della doppia installazione, perché le sue pareti non coincidono con quelle del museo, ma sono state create apposta per racchiudere uno spazio entro cui il visitatore può muoversi. Dall’esterno si presenta come l’entrata di un comunissimo bagno pubblico, ma al suo interno si trova una casa completamente arredata, è un’abitazione abbandonata e lo spettatore si aggira con sospetto fra le stanze e prova un senso di disagio e di attesa in quanto una volta entrato ha l’impressione che il proprietario possa tornare da un momento all’altro.
Come si vede sono opere con cui l’artista gioca con lo spettatore, lo trasporta in un mondo diverso e si diverte a vedere le sue reazioni e i suoi movimenti già calcolati.
Può sembrare un tipo di arte in cui lo spettatore non è più libero, ma è vincolato a ciò che l’artista ha già deciso per lui; io cercherei di porre l’accento più sull’importanza che acquista il visitatore, sul fatto che l’opera non ha senso se nessuno la fruisce.
Acquistiamo così un potere che nessun artista del passato ci ha mai concesso, siamo noi a dare l’esistenza a queste opere d’arte; cosa importa se l’artista ha già deciso il modo in cui lo faremo?

Omicidio Aldrovandi, una ferita aperta

Quanto vado a scrivere è una di quelle storie che avrei dovuto raccontare da diverso tempo e che per mancanza di tempo o di voglia è rimasta in sospeso fino ad oggi ingiustamente. Una di quelle storie che vanno raccontate, almeno per condividerne la drammaticità e per mostrare quanto accade sotto i nostri occhi nemmeno troppo occasionalmente. Una vicenda rimasta per troppo tempo in sospeso, se è vero che i fatti risalgono al settembre scorso e soltanto ora qualcosa comincia a muoversi anche a livello nazionale suscitando il clamore della gente di ogni dove. Una storia da far girare, da raccontare, da segnalare e divulgare perchè si sappia in giro e diventi, dal web, una voce grande ed importante. Un chiasso che smuova le coscienze e colpisca dritto i diretti responsabili, perchè non sia un episodio accaduto invano.

La notte del 24 settembre a Ferrara un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi, muore nelle mani della polizia. Una serata come tante, trascorsa in discoteca a Bologna con gli amici, dove Federico assume imprudentemente una pastiglia di ecstasy (o sostanze simili) che qualcuno all'interno del locale gli vende. Poi la decisione, a notte inoltrata, di rincasare da solo, percorrendo un po' di strada a piedi senza farsi accompagnare. Capita spesso al giovane Federico, che ama tirare tardi con chi è disposto a star fuori fino a tarda notte con lui, ma che in questa circostanza non trova supporto da nessuno. Quando gli amici lo salutano Federico è tranquillo e bonario come al solito, nessuno pensa che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbero visto vivo. Cosa è capitato dopo, resta ancora oggi un mistero.

E' quasi mattino quando gli abitanti di via Ippodromo chiamano la polizia in seguito a schiamazzi di qualcuno che in strada sembra manifestare comportamenti strani. Nelle prime ore di luce dopo l'alba, Federico viene portato via dalla polizia stessa, privo di vita.
Lo lasciano per cinque ore sull’asfalto, nascondendo la verità alla madre che lo cerca fin quasi a ora di pranzo ignara di tutto. La versione degli agenti racconta che una volta fermato, il giovane avrebbe dato in escandescenze. Ovviamente negano la responsabilità della morte sostenendo che si sia ferito da solo e sia deceduto per overdose. Gli esami tossicologici smentiscono tale tesi.

Il giorno di Natale sono trascorsi 3 mesi dall'accaduto. I dettagli emersi dai referti medici, non ancora ufficializzati dopo così tanto tempo, parlano di numerosi segni di percosse su tutto il corpo, ferite per contusioni alla testa, strisce delle manette ai polsi e lo scroto schiacciato.
Ricordo perfettamente i giornali di quei giorni e lo strano avvenimento su cui non si volle fare volutamente luce. "Ragazzo muore per overdose" titolarono in maniera simile i due quotidiani cittadini.
La notizia rimane insabbiata per mesi, finchè la madre, che ha riavuto i panni di Federico letteralmente imbevuti di sangue, chiede verità ed apre un blog che cerca di far luce sulla vicenda. Grazie al tam tam telematico, alcune radio, ed ora anche Indymedia, Liberazione, il Manifesto e Repubblica, denunciano il caso portandolo all'interesse della nazione intera.

Prima di proseguire vi invito a leggere la testimonianza della madre, ricca di particolari e densa di verità scomode. Quello che segue sono soltanto le mie ipotesi, le mie personalissime opinioni in merito alla vicenda Aldrovandi. Le mie accuse e le mie riflessioni di cittadino ferrarese, appena più grande della vittima, emotivamente coinvolto fin dall'inizio in questa triste storia di angosciante violenza urbana.


L'idea che mi sono fatto, e che ci siamo fatti in tanti leggendo quelle poche righe che i giornali hanno riportato sui fatti accaduti è che ci sia un muro di omertà enorme, manco fossimo in un paesino di pochi abitanti in Sicilia dove tutti conoscono tutti. La cosa triste è constatare quello che stiamo vivendo in questi giorni: un caso quasi archiviato per giornali e Polizia quanto per l'interesse pubblico, che torna alla ribalta con ampia eco mediatica soltanto perchè la madre della vittima apre un blog gridando disperata. "Ascoltatemi, ho bisogno che Federico non venga dimenticato! Vogliamo la verità!". Un'intera città aveva già ripreso il solito tran tran nell'oblio della noncuranza, dimenticando che non è mai stato chiarito nulla in merito a questo strano episodio. C'è voluta la rete fortunatamente, con i suoi meccanismi di link e mail che girano rapidi da un posto all'altro portando notizie e verità a interrompere il silenzio assordante che si era creato.
 
E' triste constatare infatti come l'informazione ferrarese abbia fatto una misera figura, assecondando le voci ufficiali della Questura e non facendo realmente informazione, sondando pareri, intervistando testimoni e ricercando quella verità che non è mai emersa nemmeno tra le righe se non in maniera blanda e non supportata da personalità credibili. C'erano senz'altro testimoni, qualcuno si è preso la briga di domandare loro cos'hanno visto? Qualcuno ha chiamato la polizia per gli schiamazzi, ma dopo è forse tornata a dormire come se niente fosse? Al mattino nessuno è transitato per la via vedendo quanto accadeva? I conti non tornano.
 
Federico è stato trovato pestato a sangue da qualcuno: risulta difficile credere che l'abbia fatto da solo per autolesionismo; pur sotto effetto di sostanze non è pensabile che un giovane si riduca in quello stato. Non è forse lampante che la polizia intervenuta per vedere cosa stava succedendo si è trovata davanti un giovane in stato confusionale che ha reagito giustamente divincolandosi e in maniera aggressiva causa sostanze assunte? Non è ovvio che vista la reazione imprevista è stata usata la forza per cercare di fermarlo e nonostante tutto si sia andati oltre quello che concerne i modi di agire delle forze dell'ordine non limitandosi a immobilizzarlo ma punendolo fisicamente per i tentativi di reazione? E' forse una novità che Polizia o Carabinieri esercitino talvolta l'uso della forza in maniera autoritaria ed ingiustificata contro persone più deboli o indifese (in tal caso, disarmate)?

Vogliamo aggiungere, non mi si dica che esageriamo!, che vista la carnagione scura di Federico e lo stato in cui si trovava è stato probabilmente scambiato per un extracomunitario e di conseguenza trattato a dovere in maniera arrogante e sprezzante? Alcuni testimoni raccontano che il mattino seguente la gente pensava fosse stato ammazzato un albanese. Stiamo o no, dicendo le cose come stanno? Per quanto siano supposizioni queste restano le cose più lampanti che vengono alla mente noti i pochi elementi di questo intricato mistero. Eppure non c'è traccia di queste idee sui giornali che uscirono a settembre. Lo stesso quotidiano di oggi, si affretta a riportare la difesa del questore che accusa la madre di Federico di calunnie piuttosto che una disamina del caso più accurata e ragionata.
 
Non verrà mai ammessa alcuna colpa, come sempre è stato e sempre sarà in casi come questo di abuso di potere. Resta un ragazzo morto nel pieno della sua giovinezza e una madre e un padre increduli ed impotenti privati all'improvviso di un figlio che non aveva fatto niente di male per meritarsi una fine del genere. Restano gli amici a piangere un amico andatosene all'improvviso per una serata troppo in là come potevano essercene state tante in passato senza che succedesse un finimondo. Resta il chiassoso mutismo delle forze dell'ordine, dei giornali e delle autorità, chiuse in un ufficio arroccate ad organizzare una loro verità ufficiale da sbandierare tra breve in pasto all'opinione pubblica. Resta il silenzio di una città di provincia come Ferrara, abituata a morti sulle strade e suicidi tra la nebbia, attonita davanti ad una storia come questa, incapace di reagire, di organizzarsi e di farsi sentire scendendo in piazza gridando giustizia com'è giusto che sia. Restiamo noi, che stiamo a guardare, pensiamo, parliamo e ci indigniamo senza peraltro giungere a conclusioni. Resto io che sono qui a scrivere in questo momento, cittadino ferrarese come gli altri, triste e deluso di quanto credevo non potesse accadere attorno a me. Ferrara è tranquilla, dicono.

Ariel Sharon e le melanzane

Da qualche giorno tendo a riferimi a Sharon col termine "la melanzana", la cosa ha i suoi lati imbarazzanti, perchè la reazione più comune sostanzialmente è un ghigno seguito da un "ben gli sta a quello sporco assassino", con tutte le variazioni sul tema (sui blog, con le debite differenze di stile qui, qui e qui).

Ci sono momenti in cui diventa estremamente difficile dire che a te in realtà dispiace profondamente che quell'uomo sia ridotto in quegli stati anche se si può dire non abbia mai occupato la top ten dei tuoi personaggi preferiti, anche se da adolescente ti sei ritrovata in qualche frangente ad associare la parola fascista al suo nome, anche se poi, cresciuta, spesso avresti voluto sentirgli dire altre parole, prendere altre decisioni.
E' stato un soldato, e si sa che i soldati comunque sia si sporcano le mani.
E' stato (tornerà ad essere?) un politico, e si sa che anche i politici comunque sia si sporcano le mani.
Ha fatto delle scelte, faticose, atroci, sorprendenti, semplici, dolorose, lungimiranti, ottuse che siano state. E non le ha fatte per sè, ma per un popolo complesso, in un situazione difficile, su cui nei prossimi giorni verranno sparse da ogni dove fiumane di parole lacrimevoli in occasione della Giornata della Memoria anche da chi si augura in cuor suo che Israele sprofondi con tutti i suoi abitanti. Ma si chiama essere politically correct, ed è un male tipicamente italiano.
Ha scelto.
Non poteva rimanere fermo a guardare cosa succedeva, giusto per vedere se senza far nulla iniziavano tutti ad andare improvvisamente d'amore e d'accordo.
Il confine tra giusto e sbagliato sa essere in certi casi periglioso e troppo sottile per potersi permettere certi toni. I perchè di certe scelte rimarrano per lo più oscuri alla moltitudine, forse perchè la moltitudine non avrebbe il coraggio di prenderle, forse perchè il concetto di "necessità" varia da individuo ad individuo, forse perchè è solo più facile ergersi a censori delle scelte altrui, nel bene e nel male.
Sono punti di vista.
Ed i fatti non contano perchè la Storia insegna che non tutti gli assassini sono uguali, nel trionfo del cerchiobottismo e della faziosità insita nell'animo umano, "tutte le cose sono giuste, ma alcune sono più giuste delle altre", l'istinto di prevaricazione è troppo forte.
Difendersi non è facile.

Mi spiace il clima generale che sta prendendo questo mondo, da qualsiasi punto mi volti a guardarlo.

Radio killed the blogstars

Quando si dice essere fuori moda. Emmebi e QuattroPassi scoprono RadioBlog, spacciandolo per oggetto cool, quasi un anno e mezzo dopo che Pros decide annoiata di toglierlo dal suo sito.

Mela dai?

macbook.jpgPensavo, come del resto il buon Mantellini, utente Mac da tempi non sospetti, che questo pomeriggio dal Keynote Apple di Steve Jobs saltasse fuori un nuovo iBook con processore Intel o che affiancasse perlomeno il vecchio, che avrei comprato volentieri ad un prezzo leggermente inferiore. Invece a Cupertino hanno pensato bene di immettere sul mercato un modello nuovo di un computer da tavolo (iMac) da poco potenziato, ed io rimango con un palmo di naso. E che naso. Tanto di cappello alle strategie imprevedibili Apple.

Questi sono dieci anni avanti a tutti gli altri e non ce ne stiamo accorgendo. Avete notato lo stile impeccabile? Ogni tanto convocano il mondo intero a San Francisco, annunciano le loro novità e fanno sbavare tutti quanti dietro alla radio su un lettore mp3 che era rimasto l'unico ancora non dotato e dietro a dei processori Intel che anche il computer di mia nonna possiede da oltre dieci anni. Scherzi a parte, uno show del genere ed un attenzione mediatica così alta è un lusso che in poche società possono permettersi per una presentazione di qualche prodotto e che distinguerà per sempre il mondo della mela da tutto il resto. Decisamente un altro modo di presentare un prodotto. Migliore o meno che sia rispetto la concorrenza, ampiamente discutibile secondo i sostenitori di una fazione o l'altra, è lo Stile a rendere tutto quanto più magico e di un altro pianeta.

Pensavo ad ogni modo: l'idea che mi frulla per la testa di comprare un portatile iBook 12" per dedicarlo esclusivamente alla grafica e alla realizzazione di siti (leggasi Photoshop e Dreamweaver) oltre che alla musica/video, affiancando l'attuale pc portatile che resta per internet e tutto il resto, è una cazzata o ha un qualche fondamento logico?
Ne trarrei qualche giovameno in termini di prestazioni? I macchisti facciano luce, che qui si è all'oscuro. Gabriele, no, tu no. Sei troppo di parte! 😉

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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