Tra le tappe obbligate di ogni nostra visita a Milano c'è la famigerata spesa all'Esselunga: chi ci ospita in queste grigie lande lombarde infatti si sente quasi in dovere di portarci con sè per scegliere personalmente cosa mangiare a pranzo.
La cosa che ogni volta mi lascia sconcertato ogni volta che ci metto piede è la disposizione, quantomeno originale, dei prodotti.
Infatti sopra i normali scaffali con scatole ed alimentari di ogni genere è possibile trovare tutto l'extra (cancelleria, prodotti per l'infanzia, cd...) appeso ad altezza a prova di bimbo. Così mentre comprate una bottiglia di vino potreste anche accorgervi di avere bisogno della colla vinilica. Mentre scegliete quale marca di purè è meglio acquistare, con un rapido gesto della mano potreste aggiudicarvi anche un ciuccio, oppure un quaderno a righe per la terza elementare. Formaggi e penne bic. Affettati preconfezionati e best seller newage. Birre di ogni tipo a fianco di calzini appaiati.
L'idea, peraltro da qualche mese presente anche in alcuni supermercati di Ferrara, non sarebbe poi così malvagia, piuttosto però mi sfugge il criterio espositivo. L'accostamento tra i prodotti esiste o è affidato al caso? Se io volessi comprare un rotolo di scotch come faccio a sapere se lo troverò nel reparto latticini o tra la verdura?
Milanesità che resteranno per me oscure.
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