Il fondo di Panebianco sul Corriere di oggi è un fulgido esempio di un fenomeno molto diffuso fra alcuni "giornalisti/intellettuali" o se preferite solo "/"(ndr questa era difficile), quello che io ho appena deciso di chiamare "farfintismo".
Il Farfintista è una persona distratta eppure sempre "molto stimata" e "apprezzata da entrambe le parti", professionista della sottile arte dello sminuire, trova il suo habitat naturale sulle pagine di giornali "moderati" tipo La Stampa o il Corriere, in sostanza i quotidiani controllati dai gruppi industriali e per loro natura filo-governativi.
Il compito del Farfintista è, appunto, "far finta di niente". Dall'alto della sua posizione di privilegio (firma del quotidiano e/o tenutario di un rubrica fissa) il nostro farfintista scrive i suoi articoli cambiando scientificamente argomento ogni volta che la verità e la realtà sono troppo scomode, trovando astruse similitudini fra le nostre storture e quelle degli altri paesi europei, bendandosi gli occhi di fronte alle vergogne del governo e, quando proprio non può farne a meno, intervenire con un brillantissimo "chesaràmai". L'effetto è tranquillizzare la massa di democristiani (quelli dotati di diploma di scuola media superiore, gli altri non si lasciano scalfire comunque) che popola questo paese.
Per lui Berlusconi è prima un'opportunità "di dare una scossa alla sinistra", "di mantenere l'alternanza", "di compattare la destra", "di portare una ventata di freschezza nel panorame politico", "di mostare i risultati delle più avanzate tecniche di trapianto del cuoio capelluto", di qualsiasi cosa, poi magari anche "un problema" ma non così grave da necessitare una soluzione immediata.
Sono gli alfieri del terzismo, quelli che pur di non fare agitare l'operoso cittadino italiano (e di non fare troppo male a silvio) s'inventano la terza opzione.
Allora non contano i guai giudiziari, l'attacco sistematico a tutta la magistratura che ha la sfortuna di trovare tracce di un torbido passato, la demolizione della costituzione repubblicana a colpi di sputacchiamenti leghisti, la censura, il controllo dei media, l'epurazione dei giornalisti, la normalizzazione della stampa, il devastante conflitto d'interessi con annesso totale controllo del mercato pubblicitario, l'inefficacia, l'arroganza, l'ignoranza, la volgarità, le scorrettezze politiche ed extra-politiche, queste cose non contano. Il problema sono le tre macchine bruciate nel centro di milano, che rovinano lo shopping del sabato pomeriggio alle signore, non la demolizione della certezza del diritto e la depenalizzazione del falso in bilancio che distruggono la credibilità del sistema economico e del paese.
Come direbbero loro: "va tutto bene, non esageriamo".
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