V'è buona abitudine di far leggere ai liceali tanti ma tanti libri per farli crescere sani nella mente oltre che nel corpo (che a quello son buoni anche da soli). Così capitava che ti appioppassero dei tomi allucinanti tipo "La famiglia Manzoni", oppure "Il piacere" o "I Malavoglia", che, lo diceva il titolo stesso, leggevi di malavoglia, nonostante poi scoprissi che tutto sommato ti piacevano e che era buffo ad esempio vedere Zeno alle prese con le tre sorelle Malfenti. Siccome però le sventure non vengono mai sole, al povero studente scapestrato veniva inflitta anche la peggiore delle torture libroconnesse: la schedatura del romanzo.
Alzi la mano chi non ha mai dovuto fare la scheda del libro per scuola. Saranno due o tre di voi, non di più. La scheda era quella cosa barbosa che si faceva quando avevi finito di leggere il romanzo e dove scrivevi titolo, autore, trama, personaggi ed analizzavi una ad una le tematiche del libro cercando di sviscerare quali significati profondi l'autore avesse mai voluto dare (magari incosciamente). Poi la consegnavi all'insegnante e ciò era prova inconfutabile dell'avvenuta lettura del sopracitato romanzo.
Ricordo che i più furbetti di noi si pigliavano in biblioteca il bignami, se lo scopiazzavano per bene vantando sulla propria scheda libro dottrine filosofiche e significati reconditi che ai più rimanevano imperscrutabili. Il bel voto era assicurato, l'impegno era minimo e al posto della noiosa lettura del Foscolo o del Verga ci stava pure una bella partita di pallone.
Poi c'ero io.
Io le schede libro non le copiavo. Raramente andavo a documentarmi in biblioteca per prendere spunto su qualche tematica ma i libri me li leggevo. Se il romanzo in questione era vergognosamente noioso, lo abbandonavo a metà, senza pudore. Il problema veniva al momento di doverlo schedare. Finchè è lo stesso libro che han letto anche i tuoi amici tutto bene. Magari chiacchierando ti fai dire cosa succede nelle pagine che non hai letto. Ma quando il libro è esclusiva tua, perchè tu hai scelto di prendertelo dall'armadietto dell'aula scolastica, sono esclusivamente cazzi tuoi.
Internet non c'era quasi, niente sms o enciclopedie su cdrom. Al più appunto la biblioteca se proprio avevi voglia di farti una pedalata il giorno prima della consegna, per cercare spunti. Perchè il libro, finivi di leggerlo irrimediabilmente il giorno prima della consegna della scheda.
- Vieni fuori?
- No, devo finire Pirandello, lasciami in pace!
Centinaia di pagine tirate via, lette in fretta per cercare di carpire rapidamente la trama, nodo essenziale del lavoro di sintesi successivo. Digressioni saltate, descrizioni paesaggistiche beatamente ignorate.
Io il Deserto dei Tartari di Buzzati lo lessi. Giuro, lo lessi tutto o quasi. Però erano le otto di sera del giorno prima e dovevo ancora iniziare il mio lavoro di recensione, la stampante si era inceppata e se non era per il vicino provvidenziale sarei rimasto a piedi del tutto. Mancavano una decina di pagine, ecco. Non le potevo finire, non avrei avuto proprio tempo. In fondo il tenente Drogo ha aspettato una vita intera quei benedetti Tartari nella fortezza Bastiani, cosa vuoi che succeda ancora? Qualche menata, un finale di ampio respiro dove si riflette si valori profondi della vita, che altro? Così scrissi nella mia trama:
...il tenente Drogo attende tutta la vita nella fortezza Bastiani l'arrivo dei Tartari, tra ronde notturne e dissertazioni con i commilitoni, in attesa di un attacco che non arriverà mai...
Giuro che da allora i libri li leggo fino all'ultima pagina, si sa mani che 'sti cazzo di Tartari sbuchino fuori alla fine mentre il protagonista muore e succedono le uniche due cose di trama che ci erano state negate nelle duecento e rotte pagine precedenti.
P.S. Per la cronaca: l'insegnante manco si accorse della svista, e noi si gongolò trionfanti a dimostrazione di quella voce secondo la quale il docente di lettere non leggevano nemmeno gli elaborati. Mettevano un Visto e che s'è visto s'è visto.
5 Responses to “Orrori di gioventù: la scheda libro”