Il campionato è finito e con lui direi che un'era è finita (in attesa, chissà, di ricominciare pari pari con altri personaggi).
Da tifoso Juventino ora, dopo le pesanti intercettazioni della Procura di Napoli su cui c'è poco da equivocare, mi aspetto rapidità e severità per il verdetto della giustizia sportiva, di quella penale onestamente frega poco, anzi, sarebbe utile una condanna di Moggi e Giraudo, in modo da poter quanto meno bloccare la ricca buonuscita che gli spetterebbe.
Nei guai ci sono anche altre società (chissà che non venga fuori altro magari proprio per bocca di Moggi stavolta) e non mi dispiacerebbe evitare che la Juve faccia da unico capro espiatorio di un sistema in cui potevi anche essere inizialmente vittima, ma nel quale molti presunti "onesti" non si sono fatti scrupolo di scendere a patti con il diavolo pur di raccogliere la loro porzione di favori. Non tutti l'hanno fatto, questo dovrà pur contare qualcosa. In ogni caso la mia è una speranza, c'è poco da "pretendere".
Sarebbe bello, sempre che la sanzione non sia pesante davvero (mi riferisco alla serie C, non così irrealistica), che qualcuno di quei giocatori che hanno goduto di tutti i frutti dei successi tanto contestati si facesse avanti per restare comunque alla Juve dimostrandosi veramente "parte lesa" di questa brutta storia e non semplice "professionista del calcio", magari guadagnando almeno per un anno "solo" quello che un precario di un call center guadagnerebbe in 150 anni invece che in 15 secoli.
Sarebbe obbligo della proprietà, che 12 anni fa si affidò mani e piedi ai due Re dal telefonino bollente pur di non mettere soldi nella gestione della società, farsi ora avanti per rimediare ai danni provocati dagli amministratori da loro scelti. Un obbligo che, bilanci alla mano, compreso l'inevitabile crollo degli introiti ho quantificato in una cifra vicina ai 150 milioni di euro, cash.
Questa per gli juventini è una grande opportunità. L'opportunità di riavvicinarsi al tifo, per quelli che mal digerivano la dirigenza come gli illustri Di Pietro e Travaglio, e di distinguere quanti fra i tifosi erano puramente opportunisti con il gusto della vittoria facile, scontata e (diciamolo) un po' noiosa e quanti invece sono le vittime di un semplice folle, irrazionale, incondizionato innamoramento adolescenziale senza data di scadenza per la Vecchia Signora.
Io faccio parte della seconda categoria, qualora non si fosse capito.
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