Domani mattina me ne vado in vacanza, una 15ina scarsa di giorni fra Spagna e Portogallo, fra ostelli e campeggi, anzi più fra campeggi che fra ostelli che i soldi sono veramente pochi e non posso spalmare i miei debiti in 10 anni né vendere il mio marchio a me stesso generando una ricca plusvalenza in bilancio.
Farò il sacrificio di staccarmi dal mio adorato ibook e da internet, tanto per dimostrare aldilà di ogni ragionevole dubbio che no, non sono dipendente dalla rete. 15 giorni e poi torno, fortunatamente.
Me ne vado un po' più tranquillo: lo scandalo del calcio si è chiuso (tranne conciliazioni al Coni che potranno limare qualche altro punticino di penalità) e salvo Tar che, qui lo dico e qui lo nego, non si prenderà mai la responsabilità di annullare tutto l'ambaradan condannando l'italia pallonara ad un paio di mesi di ritardo sulla data prevista d'inizio dei campionato, si dichiarerà "incompetente" sulla materia così che il circo possa ripartire in santo caos.
Come avevo previsto, ma non serviva nostradamus, la sentenza della corte federale presieduta da un presidente Laziale ha salvato la Lazio dalla serie B, ha graziato totalmente il Milan (alla faccia delle pene "afflittive" e grazie al solito cavillo di San Palazzi), ha punito solo la Juve mentre il commissario straordinario della Federcalcio interista, con il parere di tre "saggi" nominati da lui, ha regalato lo straordinario scudetto 14 (e del -15) all'Inter. Non sarà l'ultimo, tempo altri ventanni e vedrete.
La vituperata sentenza di primo grado era pasticciata, confusionaria e confusa ma almeno aveva una sua coerenza. La stessa coerenza di cui avevo parlato il 7 Giugno scorso: se in un calcio in cui tutti sapevano che i designatori arbitrali avevano contatti con i dirigenti e si occupavano di mantenere il posto (ottenuto con l'esplicito consenso politico delle società più forti e della Lega Calcio) barcamenandosi fra interessi contrapposti si "scopre" che i designatori arbitrali avevano contatti con i dirigenti e si occupavano di mantenere il posto (ottenuto con l'esplicito consenso politico delle società più forti e della Lega Calcio) barcamenandosi fra interessi contrapposti si può parlare di "illecito sportivo", purchè lo si faccia con tutti i soggetti in campo, punticino più punticino meno. Tutto questo con gli arbitri che ovviamente non ne sapevano nulla e nulla facevano per alterare i risultati. Una coerenza un po' alla cazzo, ma pur sempre una coerenza.
Invece no, non più: per Lazio e Fiorentina derubricazione del reato da violazione dell'art. 6 (illecito sportivo) a violazione dell'art.1 (lealtà sportiva). Quindi andare a cena e avere frequenti conversazioni (non sulle designazioni della juve) con Pairetto e Bergamo è illecito per Moggi mentre chiedere designazioni "favorevoli" e andare a cena con Pairetto e Bergamo è violazione della lealtà sportiva per Lotito e Della Valle.
Il tutto mentre l'istruire sulle modalità d'arbitraggio in maniera diretta dei guardalinee designati su richiesta esplicita per il Milan è sì illecito, però illecito precario come era "precario" Meani, quindi puniti in Champions League. Si poteva fare puniti con un buffetto sul naso e un paio di tiratine (leggere) d'orecchi, facevano prima.
Ma tanto, si sapeva prima delle intercettazioni, prima delle "prove", prima delle indagini, prima del primo e prima del secondo grado: "la Juve ha sempre rubato e deve essere punita di più, molto di più", lo si sentiva dire in tutte le piazze e in tutti i bar.
Cosa abbiano aspettato a fare due mesi per arrivare fino a questa soluzione non si sa, quando una cosa "si è sempre saputa" i processi, le inchieste e i verdetti sono come i timbri di un notaio: inutili e costosi.
E a settembre, vi prego, ricominciamo a giocare a pallone.
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