Il rito si ripete inalterato, o quasi, da diversi anni:
Ferrara l'ultima settimana di agosto si riempie di musicisti di strada e di gente, o come si direbbe qui,
d'la zent. La magia delle prime edizioni probabilmente si è persa un po' per strada, complice l'aumentare dell'affollarsi di persone attorno ai gruppi, creando una sensazione di soffocamento non sempre piacevole, a meno che non si stia eseguendo Bella Ciao e allora è bello sentire la stretta via del centro esplodere in un battimani collettivo. La sensazione di colossale sagra paesana contamina leggermente l'aurea di internazionalità che il
Ferrara Buskers Festival si vanta di esportare, per alcuni potrà essere un male, mentre per altri un bene. Di sicuro, coloro che si accingono a frequentarlo per le prima volta, riconosceranno una cittadina insolitamente affollata e piena di suoni, fenomeno unico per queste parti, che richiama genti da tutta Europa e non, e che trova la sua esaltazione perfetta nella giovane e folle improvvisazione ad libitum delle notti nella
Buskerhouse, la postilla giovanile del festival. Quello che segue è il
racconto fotografico di una serata ai Buskers, tra ragazze brasiliane intente a danzare sui ritmi della capoeira ai piedi dell'inferocito Savonarola e intense espressioni scenografiche di artisti e monumenti.
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