Luigi è felice per la serata che sta trascorrendo e in pista si dimena sicuro incrociando gli sguardi in maniera fiera. Dev'essere in quel momento che nota per la prima volta Roberta danzare dietro di lui. Se non va errato, quella che si sta strusciando contro il suo amico è decisamente un nove, magari un dieci se solo riuscisse a conoscerla scambiandoci due chiacchiere. Chissà, pensa, potrebbe pure essere fascista e scendere rapidamente a cinque, cinquemmezzo. Ma la signorina è inafferrabile. In breve ogni individuo di sesso maschile si orienta verso di lei, Mecca danzante, cercando in qualche modo di attirarne l'attenzione. Chi imita il passo del giaguaro, chi strizza l'occhio in maniera imbarazzante, chi tira fuori tre arance facendole roteare in aria senza farle cadere. Ma gli occhi di Roberta sono rapiti da un truzzetto qualunque, più grande di lei. Tiziano ha trentun'anni questa sera, va per i trentadue, ed indossa un cappellino di Valentino Rossi e una maglietta rosa fintopezzata come la moda post-mondiale impone. Quando le si avvicina deve risultare davvero simpatico perchè in breve tutti gli altri in pista vedono con sgomento Roberta estrarre il cellulare dalla borsetta per segnarsi il numero. Il suo ragazzo assiste a tutta la scena distante, quasi disinteressato, commentando con un amico le gesta della sua compagna. Poi Tiziano si raccomanda di chiamarlo, di farsi viva, perchè è bellissima e lui è follemente innamorato. Le dà un bacio sulla guancia e tanto basta a Luigi per distruggersi l'anima. Esce dalla pista, vuole un altro cocktail per dimenticare, non riesce a capacitarsi perchè ha scelto quello e non lui. Gli amici gli spiegano che Tiziano si è fatto avanti mentre lui no e che deve solo rimproverare a se stesso di non aver avuto abbastanza palle.
Gli altri sono già pronti per andare via quando Luigi si volta ancora una volta a guardarla dalla terrazza. Lei è a bordo pista e parla con il fidanzato, che pare comprensivo o forse soltanto ingenuo. Luigi scende tra la gente percorrendo rapidamente la scalinata illuminata, dirigendosi di gran carriera verso di lei. Sembra deciso, è a pochi passi da lei quando fruga nella tasca per afferrare qualcosa. Gli amici lo vedono dal terrazzo e sorridono capendo. Luigi le tocca una spalla, lei si gira scostandosi i lunghi capelli castani e salutando timidamente.
- Ciao bellissima, ti ho visto ballare prima e devo dire che sei veramente perfetta per un ruolo che cercavo in un cortometraggio di cui sono produttore. Se ti va di farti viva, questo è il mio biglietto da visita, chiamami che ne parliamo... - le dice.
Il che come ultimo disperato tentativo di conoscerla non era nemmeno malvagio. Peccato che le cose andarono diversamente. E ancora adesso Luigi ripensandoci si mangia le mani, mentre ascolta malinconico il Tema della ragazza scomparsa finendo l'ultimo goccio rimasto di Martini bianco. Due parole per un cazzotto in faccia: forse uno scambio accettabile.