Monthly Archive for Ottobre, 2006

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Danke

1157577061_extras_albumes_0.jpgPoi per un momento, preso dallo sconforto per una situazione che appariva ostica ed irrecuperabile, mi è parso succedere l'Impossibile. Lo Sfidante, in un impeto di foga sbagliare l'imbocco della curva e uscire rapido tra la polvere e i copertoni ordinati a bordo pista, imprecando por todos los diablos y de puta madre tambièn. E di colpo farsi chiaro nella mente di tutti cosa c'era da fare. Il Campione stava passando.
Di colpo uno ad uno i piloti davanti a lui iniziano a rallentare, come se mancasse loro la corrente e non avessero che da spegnersi lungo il circuito al passaggio del Re. Come un leone che fiero si fa largo tra la folla alla conferenza degli animali e raggiunge la prima posizione che gli spetta, come riconoscimento alla carriera, alle emozioni ed al glorioso passato che ancora brilla gli ultimi lampi di genio. Supera anche il suo compagno, primo nel circuito di casa sua come sognava da ragazzino. Così va a vincere, ma non è tanto un merito quanto un riconoscimento e un caloroso ringraziamento di un mondo intero che a lui deve tantissimo e che a lui ancora per anni dovrà rapportarsi. Sul podio, tutti i piloti stretti in un abbraccio collettivo portano in trionfo il freddo tedesco che alza al cielo le mani prima di saltellare durante l'Inno di Mameli e profumarsi di Moet et Chandon.

Così pensavo mentre vedevo per l'ultima volta una (ormai) Leggenda volare dall'ultimo al quarto posto con gli occhi lucidi e il cappello in mano. Danke Schumi.

Dolce&Gabbana, grazie di cuore!

Modelle nude nelle sfilate, immagini di corpi femminili venduti in bound affianco ai prodotti, “adultizzazione” forzata di adolescenti e bambine, commercio di minorenni e via dicendo. Nulla di nuovo in questa parte del mondo. La crudeltà e la spersonalizzazione della donna e del corpo femminile in questo angolo del pianeta assume una sua forma, commercializzabile, e di immagine, non lesiva di tutti quei sacrosanti diritti che l’occidente sbandiera a destra e a manca.
In altre parti del pianeta la mercificazione assume aspetti differenti che colpiscono la persona, la carne, più che la sua immagine astratta. La cosa che accomuna lapidazioni e prostitute minorenni è che in occidente ci sono solo le seconde (semplifico), in altri parti del mondo ci sono entrambe. Nulla di nuovo dunque?


No, qualcosa di nuovo c’è anche qui da noi. Sono i cartelloni di Dolce&Gabbana, che ormai da anni, in maniera sempre più audace, ci sbattono in faccia qualcosa che merita attenzione: la mercificazione del corpo maschile.
Al posto di what are you fighting for, vicino all’ormai famosa metropolitana Moscova, hanno montato un megacartellone che mi fa rimpiangere il leopardo rincoglionito e tutto il resto. E’ una roba da girare lo sguardo, sul serio. La suddetta pubblicità è costituita da una congerie di ragazzotti in atteggiamenti insignificanti a bordo di qualcosa che sembra una nave militare. Tutto sembra rispettare una certa estetica gay, come l’ambientazione militare, la spersonalizzazione e quindi il risaltare del corpo, la giovinezza plasmabile, un certo machismo condotto ai danni di un passivo e via dicendo, estetica che (sia detto) a sentire i massmedia, avrebbe letteralmente colonizzato qualunque principio di estetica moderna e contemporanea. Sinceramente, questo tipo di estetica, mi fa vomitare al pari delle prostitute minorenni di Viale Cassala e chissenefrega se ha colonizzato questo o quello.
La suddetta pubblicità è costituita da ragazzotti vestiti (D&G), da altri in mutande e via dicendo. Tutti hanno l’occhio appannato e lubrico, il capello e il muso di borgata (Ah! Pasolini! Ah Walter Siti!), quello in primo piano ostenta un’erezione sommaria nelle mutande, e gli altri lo guardano e via dicendo, insomma una spazzatura. Peraltro, la stessa spazzatura che la tranquilla e colta comunità gay che conosco, rifugge come il fuoco.
Allora, dov’è la novità? La novità è che ci volevano degli uomini (D&G), per far sentire un uomo come un oggetto. Dopo millenni di strumentalizzazione del corpo femminile ecco che finalmente ci siamo! Anche gli uomini (magari quelli come me) finalmente sanno che cosa vuol dire essere visti sotto la lente del possesso carnale, dell’occhio lubrico, della spersonalizzazione a fini sessuali! Evviva! Era ora! direbbe qualche femminista di mia conoscenza (mia madre, per esempio).
Sinceramente, era meglio farne a meno, era meglio superare l’empasse della questione femminile, che precipitare pure in quella maschile. Grazie Dolce&Gabbana! Grazie di cuore per questa schifezza.

State bene, Cyrano.

Fallen leaves

Nastrone autunnale di vecchi classici arcinoti, dettato dalla pioggia e dal grande freddo che imperversa da queste parti, e manco un po' dal mio stato d'animo, tutt'altro che triste... 😉

Ludovico Einaudi - Nuvole bianche
Beck - Everybody's gotta learn sometimes
Gary Jules - Mad world
Ella Fitzgerald - Night and day
Rachael Yamagata - I wish you love
Damien Rice - The blowers daughter
Nancy Sinatra - Bang bang
Nino Rota - Amarcord
Gianmaria Testa - Città lunga
Tiromancino - Per me è importante
El Muniria - Shalimar Hotel
Cesaria Evora - Sodade
Groove Armada - At the river
Nellie McKay - David
Franz Schubert - Moment musicaux n°3 in F minor
Edith Piaf - Les feuilles mortes
Scout Niblett - Dance of sulphur
Vinicio Capossela - Morna
Yann Tiersen - La valse d'Amelie (piano solo)
Dredg - Walk in the park
Carmen McRae - Round about midnight
Dave Brubeck - Take five

Europa sì, Europa no… /1

E’ ufficiale: dal 1 gennaio 2007 sarà un’Europa a 27… dopo una lunga e faticosa attesa anche Romania e Bulgaria entrano a far parte dell’Unione Europea. Rallegramenti, grandi feste e sorrisi, cerimonie… tutti sembrano dirsi contenti e soddisfatti di questo traguardo tanto sospirato. Ma cosa c’è davvero dietro a questo “portone europa”? E’ vero, c’è chi ha lavorato molto perché il processo di integrazione si velocizzasse, perché i risultati fossero visibili, perché finalmente si tenesse fede agli impegni presi con quella Europa che imponeva vincoli e scadenze da rispettare. La posta in gioco in effetti era alta. Lo è tuttora.

"Romania e Bulgaria sono entrambe in grado di farsi carico dei diritti e dei doveri connessi all'allargamento a partire dal 1° gennaio 2007". Con queste parole, il Presidente della Commissione europea Barroso conferma al Parlamento europeo di Strasburgo l'entrata nell'Unione europea dei due paesi balcanici. Se fino adesso ci si era rimboccati le maniche per combattere povertà, corruzione, disagio sociale, ora bisogna prepararsi all’impatto. L’impatto con paesi ricchi, con standard economici mai raggiunti prima, l’indispensabile adeguamento di strutture pubbliche e private. L’impatto con l’Euro. Tutto si sta proporzionando all’euro-trend: il costo della benzina, delle case, delle sigarette, della tecnologia –sembrava un processo graduale, inizialmente lento- oggi sempre più frenetico e incontrollabile. Ma se anche una famiglia media italiana fatica ad arrivare alla fine del mese, cosa ne sarà di una famiglia media rumena o bulgara? Moltissimi, specialmente rumeni, se ne sono già andati dal loro paese (proprio adesso che c’è bisogno di manodopera, di braccia che sostengano l’orgoglio europeo). Emigranti, chi perché non vedeva altra via d’uscita, chi perché sognava ad occhi aperti guardando un mondo dorato alla televisione. Indubbiamente diventare cittadini europei alleggerirà molti dei problemi riguardanti burocrazia e documenti: visti, passaporti, assicurazioni, per regolari e non. Niente più code infinite alla dogana, niente più controlli o quasi.. quello che si dice “libera circolazione”..

Purtroppo il quadro non risulta affatto chiaro. Sì, ci si farà carico dei diritti, ma quanto peseranno di più i doveri? E soprattutto: le spalle dei neo euro-cittadini saranno abbastanza forti per reggere questo peso?

Luci e ombre di un allargamento…

Lo sdoganamento della bestemmia

Da diversi anni ormai nel mondo della televisione e - soprattutto - dei reality show si è fatta strada quella norma per cui il concorrente che bestemmia in diretta si macchia di una mancanza di rispetto verso il pubblico talmente grave da meritare l'eliminazione dal gioco. Sia chiaro, quindi, fin dall'inizio, a tutti i concorrenti: questo è un paese cattolico. Potete picchiarvi, insultarvi, minacciarvi, accoppiarvi, tradirvi, fumare, drogarvi, dare prova della vostra totale ignoranza, lanciare messaggi fortemente diseducativi. Ma bestemmiare no, se no ci offendiamo.
Ora, se all'eliminazione dal reality facesse seguito l'eliminazione del bestemmiatore dalla televisione, il ragionamento - per quanto ridicolo - avrebbe un filo logico. Si dice: la bestemmia è una cosa così grave e offensiva  (più di tutto quello sopra) che te non metti più piede in tv. La cosa, per quanto degna di uno stato khomeinista, avrebbe un senso. Dato che, però, il bestemmiatore la settimana successiva all'eliminazione fa il suo ingresso da star in studio e da lì in poi sarà ospite di mezzo palinsesto della rete, sorge qualche dubbio.
Sembra quindi che la bestemmia in tv sia una cosa talmente grave ed offensiva che per il bestemmiatore la sua conseguenza più appropriata e proporzionata sia l'eliminazione da un gioco televisivo. Quindi, cari bacchettoni e moralisti che state corrodendo peggio di un cancro questo paese (e magari ieri stavate pure a Verona), sappiate che state dicendo all'Italia che bestemmiare è una cazzata, e se bestemmi rischi - nella peggiore delle ipotesi - di essere eliminato da un reality show. Mi fate un po' schifo, se non si era capito

Ritirato dal mercato il farmaco “Xtron”: in molti soggetti causava licantropia

Dopo i nefasti risvolti della pillola Lipobay, foriera di una lunga sequenza di morti spietate, La Bayern torna a far parlare di sé in greve modo, trascinando dietro il suo marchio scudocrociato un nuovo e persistente brivido orrifico. Il suo medicinale Xtron, che in teoria dovrebbe curare l'enuresi adolescenziale associata alla balbuzia di Hamington (i soggetti colpiti balbettano solo i rutti), è stato celermente ritirato dal commercio per tutta una serie di effetti collaterali, che nessuno può esimersi di ritenere intollerabili in una società civile come la nostra, pena l'imbecillità.


Alcuni soggetti, tanto per gradire, hanno manifestato dopo l'assunzione del medicinale un improcastinabile desiderio di esibire il proprio scalpo, affacciandosi dalla Safety Car, durante un gran premio di Formula Uno, gridando a squarciagola: "Fuck The Police!".
Si sa di alcuni ragazzi che dopo una breve cura col Xtron supposte, hanno avuto la spiacevole disavventura clinica di ritrovarsi con la rapida crescita di un nuovo cervello in un posto irriferibile, vicino al glande e allo scroto.

Ma di certo, l'effetto collaterale che al solo pensiero procura immediati attacchi di panico, anche in soggetti privi di qualsiasi esperienza ansiogena, è di sicuro una virulenta forma di licantropia, che ha colpito un numero davvero impressionante di pazienti, di tutte le specie e l'età, 'fruitori' del medicinale o sbatati ingeritori dello stesso durante le tante conferenze episcopali che si tengono nel mondo.

Nella foto, scattata dal dottor Mesmer, si vede un uomo di 34 anni, a tre ore dall'assunzione di una compressa di Xtron. Mesmer si batte da anni contro i soprusi e il pressapochismo della Bayern: "Io uso l'aspirina effervescente solo per pulire il water," ci dice con il cipiglio tipico della fierezza esculapèa, "la bayern ha superato il comune senso del pudore, occorre intervenire prima che il mondo si riduca a una muta di umanoidi latranti alla luna, o chissà cosa ancora."

La Bayern ha porto le sue scuse ufficili alle vittime sul proprio sito, ma è facile prevedere strascichi giudiziari di squilibrato furore, culminanti in multe astrospaziali. Intanto una società di Colonia, che risponde al significativo nome di 'Anti-Bayern', sta lavorando all'antidoto contro la licantropia causata dall'Xtron. Ad ogni modo, il direttore del progetto, Russ Meyer jr. è stato apodittico nella sua affermazione: "Niente facili illusioni. Bisogna avere l'onestà intellettuale di dire ai soggetti colpiti da licantropia da farmaco, che difficilmente potranno ritornare quelli di prima, e andranno sempre più a peggiorare fino alla morte per disidratazione canina, che avviene in genere nell'arco di 2 anni, gremiti di sofferenze indicibili".

Che cos’è l’amor?

Non è l’amor che fa soffrire, ma la sua assenza. Alessandro Morandotti.

Che cos’è l’amor? Forse è poter dire, con tono deciso e netto, “Io sto come mi pare”. Perché dalla Liberà nascono i fiori più belli, più colorati e gioiosi. Poco importa se il fiore ha vita breve. Chi dice che il segreto della felicità sia la durevolezza? Già la parola stessa, “durevolezza” non è scorrevole. Quasi aspra, poco serena. Molto cruda.


Forse il punto di vista di questa scrittrice è deviato da un bisogno e un vizio del suo carattere: legare l’amore alla felicità. Si può essere felici senza amore. Non ne sono convinta, ma credo sia per un’instabilità intima.

Comunque non sono qui per parlare di me ma per risolvere il dannato quesito. Che cos’è l’amor?
Cesare Pavese scrisse che “L’amore è desiderio di conoscenza”.

Shakespeare consigliava a Romeo di amare con accortezza, di centellinare i sentimenti. Le passioni cocenti sfumano all’alba. Bruciano. E dopo, ecco che tutto si trasforma in niente. Poi c’è Dante che idealizza talmente la sua Beatrice da collocarla in Paradiso. Ma nemmeno questo è salutare. Si rischia di perdere di vista la realtà. E cadere dall’alto dei cieli, precipitare sulla spoglia terra da altezze vertiginose.. è doloroso.

Ci sono rapporti di dipendenza. Quelli che hanno la maggior parte delle persone. O stessa mi trovo a combattere con l’annullamento della mia persona, per l’altro. Forse è perché sono tendenzialmente depressa. Forse perché mi piace la tristezza. Ma questa è un’altra storia, scriverebbe Micheal Ende.

Poi c’è Vonnegut che trova che sia possibile riversare l’amore su tutta la folla, indistamente. Così scrive in “Dio la benedica, Mr Rosewater”:
 

“Io ti voglio bene”.

Risuonarono altre bestemmie, rese più aspre dal fatto che il senatore era prossimo alle lacrime.
“Perché bestemmi quando dico che ti voglio bene, papà?”
“Tu sei un uomo che sta a un angolo di strada con un rotolo di carta igienica, e su ogni pezzo stanno scritte le parole: “Ti voglio bene”. E ogni passante, chiunque sia, riceve un pezzo tutto per  sé. Io non lo voglio il mio pezzo di carta igienica”.

 
Che cos’è l’amor?
L’amore è una cosa meravigliosa, più dell’arte, così scrisse Oscar Wilde.
(cos’è ce ti trascina fuori dalla macchina? Cos’è che nella notte fa telefonare?).

Comportamenti al limite della schizofrenia. Gente che si prende e si lascia, posseduta dalla personalissima nevrosi che riversano sull’altro. Tutto è normale. La rabbia, dopo i primi periodi di effusione, diviene protagonista assoluto del rapporto di coppia. Non lei, non lui. Insoddisfazione, nervosismo.

E Poi c’è il proibizionismo. Quello dell’emozioni. Il dover far scegliere, l’obbligare alla rinuncia. Il senso di colpa coattivo.
“Mi amavi tanto da distruggere tutte le speranze o gli ideali che io abbia mai avuto”. Sempre Kurt Vonnegut.
Ci sono uomini che vivono vite di quieta disperazione. E tutto perché pensano (pensiamo) con una metrica che non ci appartiene più. Conformismo, l’imporsi azioni che oggi sono solo consuetudine obsoleta. Coppie che non si lasciano mai, che – come direbbe un De Carlo o un Nick Hornby – necessitano di costante contatto fisico, per non perdersi mai di vista.

Eppure una vacanza solitaria non gioverebbe a entrambi, per esempio?
Piccole soluzioni per risolvere la noia dell’amore.
Perché l’amore annoia, dopo  un po’. E rinnovarsi diventa sempre più complicato, mese dopo mese.
Io sto come mi pare.

Questa è la frase che Carlo Molinaro fa pronunciare ad Ara, protagonista del suo romanzo (e la frase è anche il titolo dell’opera). Ara è insieme a Dodo. Hanno anche una figlia, Rita, e sono sposati. Tutto tranquillo, diranno i perbenisti borghesi. Invece no…
Dodo ha cinquant’anni, non ha un lavoro fisso e passa da una donna all’altra. Ama dire che non ha mai lasciato nessuna ed è propriamente così. Nel suo mondo c’è posto per ognuna delle ragazze che ha amato, sia per un secondo che per mesi e mesi. Ara è la sua preferita e la donna che ama, ma questo non gli impedisce di amare anche altre persone.
Ara ha vent’anni e lavora come puttana. Non è una puttana, semplicemente le piace come lavoro. Diventa anche pornoattrice, tra le altre cose. In più, non solo ama Dodo ma passa da un uomo all’altro. Si innamora anche di altri, senza alcun problema.
Perché qui sta la genialità del pensiero di Molinaro: il loro amore, scrivo, è ad un livello della scala evolutivo più alto. Perché loro riescono ad “amare l’innamorarsi dell’altro”. Insomma, sono entrambi felici se il compagno (o la compagna) ha una nuova luce negli occhi per qualcun altro. Perché, tanto, l’amore tra loro è talmente vero e profondo e consolidato da non poter essere intaccato.
Questo è l’amore. Essere liberi di essere come meglio si crede, in qualsiasi modo. Ara non E’ una puttana, come Dodo non è un impiegato. Esistono solo libere scelte ed ognuno deve essere accettato così come è.
Facile da dirsi… ma chi di noi accetterebbe che la propria compagna facesse la puttana.. senza considerarla tale? E chi sarebbe anche solo tollerate se il compagno andasse con chiunque altra?
Dodo E Ara si presentano a vicenda anche i loro temporanei compagni. Quando si sposano, saranno proprio loro amanti a fare da testimoni.
Ed il matrimonio non ucciderà questo pensiero. Tutto trascorre placido e sereno, come prima.

Leggendo la mia coscienza è stata turbata. Altrimenti non sarei qui a scrivere. Che tipo di amore sviluppo? E’ amore il mio? E lo è quello di Carlo? Io sto come mi pare è una bellissima frase… ma quando ci sono in ballo i sentimenti, non è forse un po’ superficiale. L’atto sessuale vario quanto vale, se non legato al sentimento? E quanto è importante per la felicità dell’essere umano?

E’ vero che una dieta alimentare varia rende il corpo più sano. Ma perché mettere sullo stesso piano sesso e cibo? Insomma, cambiare uomo ogni tre ore porta più gioia? Se sì, perché?
Chi non tradisce e si mette dei paletti è solo un perbenista sciocco?

Molinaro in una sua poesia, rende bene l’idea di quanto ha scritto in quasi cinquecento pagine. Poche parole, ma che riassumo la concezione dell’amore da parte di quasi la totalità del genere umano.

Personalmente, non mi so decidere… Che cos’è l’amor? …. È un sasso nella scarpa?

SPAZZOLINI, AMORE, SOLITUDINE E ALTRE COSE

Io le persone le terrei tutte:

certo che le terrei tutte,

non sono mica spazzolini da denti le persone:

gli spazzolini li usi uno alla volta,

poi li butti, ma le persone no:

io le persone le terrei tutte

e le ragazze le terrei tutte,

ma non si può. Le ragazze preferiscono

essere spazzolini da denti, essere

usate una per volta: quando dico

che non ho mai lasciato una ragazza

s’imbestialiscono e lasciano me:

e in fondo anche gli amici fanno un po’ così,

la gente preferisce essere spazzolini da denti

che li butti quando non vanno più

ma li usi uno per volta e non due insieme:

io invece le persone le terrei tutte

perché non sono spazzolini, sono persone, cazzo!

E ragazze come alberi che non è necessario

sradicare gli altri se ne cresce uno nuovo:

c’è spazio nel giardino, e le ragazze

io le ragazze io le terrei tutte, persino

quando diventano non più tanto ragazze,

io le ragazze le terrei tutte,

per questo tutte, una alla volta, mi lasciano

e resterò solo come un cane, si dice così,

col mal di stomaco, coi denti non lavati.

           Barcelona, Catalunya, 2 agosto 2000

 

Per saperne di più di Carlo Molinaro visitate il seguente sito:
http://digilander.libero.it/molinaro/

Fregnoni

farina.jpgRicordate Renato Farina, il giornalista di Libero sospeso dall'Ordine della Lombardia per 12 mesi dopo lo scandalo del Sismi? Ebbene pare che quel furbone di Feltri lo piazzi sovente in prima pagina con la diabolica scusa delle "Lettere al Direttore".
Un po' come se dopo l'editto bulgaro di Berlusconi a qualcuno in Rai fosse saltato in mente di telefonare ogni puntata ad Enzo Biagi per chiedergli il fatto del giorno.

AbacadA

Apprendo da Alice della scomparsa di Andrea Parodi, mitica voce dei . L'avevo visto di recente in tv, ospite con il gruppo a cantare ancora i suoi vecchi successi in dialetto sardo, magro, ormai duramente provato dalla malattia, ma con ancora uno spirito e una forza interiore incredibile e una voglia di reagire che mi ha colpito. Ennesima perdita importante per la musica italiana e un filo di malinconia per quei bei brani che negli anni novanta hanno portato all'attenzione di molti uno stile nuovo e un sound inconfondibilmente originale...

Lavorare con Lentezza

...Lavorare tutti e lavorare meno.
Questo era l'imperativo dei ragazzi rivoluzionari del 77. Questo il grido di Rivolta che echeggiava per le strade di Bologna (e non solo, certo) in quei giorni non troppo lontani. Radio Alice ha dato voce a questo desiderio, portando nelle sue onde le parole di chiunque avesse voglia di uscire allo sciopero.
Non esperti di comunicazione. Non politicanti. Ma ragazzi normali, di quelli che ci sono ancora oggi, e che ci saranno sempre.


Come tutti sanno, quella Radio fu chiusa dalle forze dell'ordine, con l'accusa di avere organizzato la rivolta degli studenti, in quei caldi giorni di rabbia.
Perchè fu ucciso uno studente e la devastazione è stata la risposta.

Lavorare con Lentezza riassume in modo profondo, tragico, leggero ed esauriente l'aria che si respirava allora. Gli studenti figli di papà trasformati in piccoli idealisti, il lavoratore che si sente oppresso dai "bimbi ricchi" (ma questo non credo sia cambiato...). Ma soprattutto il clima di cambiamento. Si lavora troppo. Si è sfruttati. Allora, che almeno i contratti non erano a progetto, come oggi.
Avevano intuito il problema. Avrebbero potuto arginarlo, modificarlo. Invece il 77 si è trasformato in nulla. In ricordi sensazionali.
Il mio insegnante di italiano è Franco Berardi. Detto Bifo. Uno di quelli che aprì Radio Alice. Uno di quelli che dovette scappare (e lo potete vedere, nel film... E' il signor Berardi. Pochi secondi, ma divertenti), in esilio, in Francia, per non andare in prigione.

Uno di quelli che oggi vede il fallmento di allora e comprende che davvero poteva essere fatto qualcosa. Allora. Oggi la lunga catena di montaggio umana è troppo avanzata. E noi siamo la mercificazione del progresso.

Lavorare con Lentezza... Titolo che poteva essere profetico.
Poteva.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
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I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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