Prodi e l'allegra brigata (ma non troppo) del centrosinistra sono al governo da meno di un anno, la Finanziaria non è ancora stata approvata dal Parlamento, e in piazza sfilano già cortei di protesta. Tutto secondo la norma, chi sta al governo ha sempre torto, l'opposizione fa la sua logica propaganda, e lo sa bene anche chi è al governo ora, che di opposizione insieme al suo vacillante elettorato ne ha fatta per cinque lunghi e durissimi anni. C'è una parte di questo paese, una parte direi trasversale, che è legittimamente scontenta sia del prima che del dopo 9 aprile: precaria era con Berlusconi, precaria era con Prodi, e giustamente un lunghissimo corteo,
come narrano le cronache, lo grida anche adesso. Le cronache, insieme ai malumori soffusi, narrano anche di striscioni sullo stile del "
Non vi votiamo più". Più insopportabile di un governo che non mantiene le promesse, forse ci sono striscioni di governo che voltano le spalle dopo pochi mesi dalle elezioni. Fatemi capire, voi che rappresentate la spietata condanna alla politica, a chi le rivolgete le spalle. Fatemi capire, una volta per tutte, dove dobbiamo allora andare a parare. E' in corso una totale messa in discussione dell'Unione e della sua azione di governo quasi istantanea, partita fin dal mattino successivo alla precaria vittoria delle elezioni (la parola precario è nel destino di tutti, si vede) e ogni giorno l'insoddisfazione monta sempre di più. Mi accorgo di poter sembrare un piccolo Schifani, uno di quei servi al potere che cercano di smentire e liquidare tutte le critiche senza preoccuparsi che magari, sì, sono assolutamente fondate. Del resto cinque anni fa ero a protestare contro un governo nascente, e non avevo alcuna intenzione di dargli quel credito che invece sto concedendo, da elettore del centrosinistra, a Prodi e i millemila ministri del suo governo incerto, balbettante. Sono dunque anchio uomo dai preconcetti, che parla per partito preso e di fronte all'evidenza apre un occhio nel 2001 e ne chiude un altro nel 2006? Forse, ma le mie intenzioni non sono quelle di giustificare e rimbrottare i miscredenti. Si potrebbe dire che non è una Finanziaria di sviluppo: ma è una Finanziaria di rigore. Si potrebbe obiettare che non rilancia nulla: ma che consolida le crepe sui muri. Già, è un peccato che per decreto legge non vengano assunti a tempo indeterminato TUTTI i lavoratori con un contratto precario nel giro di qualche mese, in quella che sarebbe forse l'unica decisione che eviterebbe striscioni del tipo "non vi votiamo più". Non sono ancora un lavoratore con contratto da fame a tempo determinato, rimango semplicemente uno "studente precario" con tutto il tempo di scrivere parole di comprensione verso chi cerca di riaffermare concetti (così assurdi e lontani dalla realtà, vero?) come rigore, consolidare, riorganizzare, ragionare in prospettiva. Penso che qualsiasi governo difficilmente possa mai invertire l'andazzo dei tempi, e ostacolare il reale potere nelle mani di chi gestisce il denaro e i mezzi produttivi in Italia. La politica può solo deviare il flusso in lidi migliori, indirizzare. Per questo striscioni ancora non ne scrivo, perchè da chi governa non mi aspetto che mi riempiano il portafoglio, ma che abbia uno straccio di dignità in più rispetto a chi li abbia preceduti, che dia una visione d'insieme diversa. Ho aspettative diverse, e io sono solo uno studente precario con il tempo per buttare giù qualche inutile riga. Mi dicano loro, quelli che hanno il tempo per rinnegare il proprio voto su uno striscione, chi voteranno la prossima volta. E soprattutto, se non voteranno nessuno come è probabile, allora mi dicano in che cosa sperano, per cambiare la loro situazione di precarietà. Smetteranno di sperare? Protesteranno contro chi e cosa? Mi dicano, una volta per tutte, cosa dobbiamo fare di questo paese e a chi affidarci, una volta voltate le spalle alla classe dirigente, al parlamento, al governo, ai partiti, alla politica, alla società civile e indifferente, cosa rimane da fare? Io voglio delle proposte, una volta per tutte: urlare contro il palazzo ogni cinque anni basta per una collettiva consolazione personale.
12 Responses to “E non votateli”