Trenitalia sta fallendo. "Siamo ad un passo dal portare i libri in tribunali", lo dice l'amministratore delegato Moretti. Non si tratta di facili allarmismi o del solito pessimismo dei comunisti, quindi.
Per 5 anni abbiamo vissuto nella comoda favola berlusconiana: "siamo ricchi perchè abbiamo due telefonini", "le opere pubbliche sono già realtà" e così via. L'ultima finanziaria del governo berlusconi "azzera i trasferimenti di cassa" a Trenitalia e determina un "definanziamento degli investimenti".
Per 5 anni Tremonti si è preoccupato di bloccare ed ostacolare gli aumenti delle tariffe per Trenitalia, facendo correre ulteriormente l'indebitamento delle Ferrovie (quindi di noi tutti) mentre consentiva continui ritocchi dei pedaggi autostradali facendo correre i profitti di Autostrade Spa (quindi dei Benetton): il trionfo dell'ipocrisia.
Si litiga per fare un'alta velocità fra Lione e Torino che costa 20 miliardi di euro e sarà pronta fra 15 anni mentre Trenitalia ha bisogno di 700 milioni per non andare in amministrazione controllata fra sei mesi ed è tutto normale. C'è di che sentirsi presi in giro, soprattutto quando si è a conoscenza del fatto che questa benedetta alta velocità è un'opera pubblica bipartisan non solo per il consenso che riscuote, ma anche per gli interessi che muove. Basta leggere un paio di articoli (lunghi ma interessanti) di Gianni Barbacetto che spiegano parentele e vicinanze politiche delle aziende che hanno vinto gli appalti per realizzarla.
Le Ferrovie dello Stato avevano 220 mila dipendenti prima della finta privatizzazione e dello spacchettamento dell'azienda e perdevano ogni anno moltissimi soldi, la manutenzione di treni e linee era frequente, non mancavano le risorse (anche quelle da sprecare), i treni erano inadeguati e lenti.
Dopo 20 anni i dipendenti sono 116 mila, l'azienda perde ogni anno moltissimi soldi, la manutenzione dei treni e delle linee non è più così frequente, non ci sono le risorse per fare nulla e i treni sono inadeguati e lenti. Passi avanti nessuno (basta guardare Report), solo 100 mila dipendenti in meno.
Storicamente il settore ferroviario non è redditizio, non è un problema solo italiano. In Inghilterra la privatizzazione (reale) del sistema ferroviario ha portato ad un disastro, decine di piccole aziende che gestiscono piccoli tratti, confusione tariffaria, treni sempre meno sicuri e più lenti insieme a profitti inesistenti per i privati.
Il problema è culturale, non solo economico. Privatizzare, aprire alla concorrenza, non è una ricetta spendibile in tutte le situazioni e in tutti i settori. Nel caso delle FS si è trattato di una semplice scorciatoia per liberarsi della forza lavoro senza dover licenziare nessuno "statale" e ha mancato tutti gli altri obiettivi prefissati, sistematicamente.
Nella gestione di servizi di pubblica utilità che hanno pochi margini di profitto e che hanno prodotto per decenni grandi perdite quella che serve è "l'efficienza privatistica", non la "privatizzazione". Se io apro ad un soggetto non pubblico questo investirà al solo scopo di ottenerne un legittimo ritorno remunerato, questa remunerazione se parliamo di servizi pubblici nei quali è fisiologicamente impossibile la concorrenza (vale per le ferrovie come per l'acqua, tanto per dirne una) finisce per pagarla il consumatore. Può farlo in tre modi diversi, o con l'aumento delle tariffe o con il drastico peggioramento della qualità del servizio o con entrambe le cose messe insieme.
Se al contrario si applicasse il principio dell'efficienza, della trasparenza all'interno di una gestione pubblica che ha lo scopo di dare un servizio migliore senza gravare finanziariamente sul cittadino o sullo stato i risultati non potrebbero che essere migliori. Esempio le ferrovie spagnole, per le quali Zapatero ha appunto bloccato il processo di privatizzazione già parzialmente avviato da Aznar, che in 20 anni di gestione pubblica oculata si sono tramutate da disastro ad uno dei simboli di un paese che corre nella direzione giusta.
Chi meglio di un "riformista di sinistra" potrebbe comprendere e condividere questo tipo di logica?
Probabilmente nessuno.
Quindi stiamo calmi, tanto ci sono ancora 5 anni di governo.
Giusto?
5 Responses to “Ciuff Ciuff”