Monthly Archive for Novembre, 2006

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Blogger Instinct

Una che di istinto se ne intende...Pur essendo uno dei padri fondatori di questi ameni territori cicciosofteschi, compaio di rado con nuovi contributi. Un po' per mancanza di tempo (ultimamente mi occupo di più del dietro le quinte, devo fingere di studiare, devo organizzare una spedizione a Capo Nord, ecc.), un po' per mancanza di stimoli, un po' perchè trovo spesso quello che volevo scrivere già pubblicato qui o altrove, e quindi aggiungere la mia voce (nel momento in cui non ne sento io il bisogno fisiologico di farlo), non ha nemmeno senso per il sito. Eppure non ci vorrebbe poi così tanta fatica e spremiture di meningi, per postare qualcosa di decente e appetibile, basta guardarsi attorno per rendersene conto. In giro compaiono tanti post senza pretese, post onesti e asciutti ma che si fanno leggere e spesso commentare. Scivolano naturali dalle menti dei blogger più svariati, specialmente da quelli più affermati. Personalmente, senza alcuna arroganza da parte mia, li classifico nella categoria cosidetta "l'avrei potuto scrivere anchio". Durante il corso della giornata, capita in diverse occasioni (seduti in metro, la sera davanti al tg, al mattino mentre si naviga) di cogliere dettagli o situazioni, senza bisogno di essere particolarmente acuti. Il vero blogger non lascia sedimentare gli spunti, banali o lampanti che siano, li coglie e ci confeziona sopra un onesto post. E può "sopravvivere" così per giorni, settimane... E' un istinto innato penso,che si può affilare col tempo, magari una robusta dose di del.cio.us e repubblica.it (per dire), e uno spirito portato a tenere sempre gli occhi vispi. Alcuni esempi:


- Sciopero nazionale dei giornalisti. Repubblica.it e Corriere.it, le principali fonti di informazione per tutti, non sono aggiornati. E' scontato chiedersi dove si possa andare nelle giornate di blackout, e domandarsi chissà come faranno gli altri. C'è chi non si ferma qui, e posta il dubbio, con un titolo meraviglioso peraltro. Piovono commenti, dove alle utili segnalazioni si aggiungono complimenti e battute in un clima familiare e amichevole. [Akille.net]
- Ultimi giorni prima dell'esame, sei stanco ed esaurito, perchè la mole di studio è eccessiva e molto ostica. Ti assale nel cuore della notte la disperazione e lo sconforto. C'è chi non prova a dormire, ma posta l'inquietudine. Ne nasce un'interessante discussione sul valore delle Dimostrazioni, oltre a incitamenti a tenere botta che scaldano sempre il cuore. [TheEgo, Ciccsoft]
- Tutti noi usiamo sempre più in massa strumenti come il podcast o siti come YouTube anche per andare a scovare, oltre ai filmati sui bulli, frammenti di trasmissioni televisive che ci siamo persi o momenti cult che vogliamo rivedere. C'è chi non si ferma qui, ed estrae la facilmente intuibile conclusione che internet sta cambiando la televisione, fino a formulare la profezia apocalittica di un lancio nel cassonetto del tubo catodico, che getta sempre un po' di sorpresa (?) nell'interlocutore. [Luca Sofri, Wittengstein]
- Le statistiche del sito, un must. Essendo un blog, la probabilità che venga letto da altri blogger è molto elevata. Di questi, la percentuale che usino un browser come si deve, e non l'infame IE come la moltitudine di utenti internet pecoroni che si scarica le suonerie, è normale sia molto elevata. C'è chi non si ferma a rimirare la schermata con il grafico, e ti confeziona un post sulla guerra tra browser, con tanto di link a due articoli esterni interessanti. [Inkiostro]
- Serena Dandini ha subito un evidente cambio del timbro della voce, si nota soprattutto quando parla a un tono normale, mentre quando urla o si sforza, la voce ritorna quella consueta. Che le sarà mai successo? C'è chi non si ferma al dubbio, e lo chiede direttamente ai propri lettori, che provano a buttare lì qualche ipotesi. Applicato ad altre situazioni, anche personali, è un ottimo metodo per raccogliere consigli o informazioni. [EmmeBi]

Sono tutti post che trattano di questioni comuni e consentono inoltre un coinvolgimento nei lettori, proprio perchè si tratta di argomenti di cui si cibano i lettori stessi. Non c'è alcun intento polemico in questa piccola "rassegna stampa", ho solo cercato di spiegare cosa intendo per "Blogger Istinct", citando autori che stimo e leggo quotidianamente. Qualcosa che alcuni possiedono, altri no. Un istinto che può anche diventare pericoloso, perchè ti porta a scrivere di qualsiasi cosa, aumentando in certi casi il numero di post pubblicati. E si sa, la qualità e la quantità non vanno spesso d'accordo... Ma in questi esempi che ho citato, non ci si ferma soltanto all'istinto che coglie lo spunto e lo focalizza: occorre anche la finezza di elaborarlo e personalizzarlo, per evitare di scadere nello scontato.
Ehi, perchè mi guardate così?

Annamaria Franzoni

Non ho ucciso mio figlio, altri lo hanno fatto.
Queste sono le parole di Annamaria Franzoni, pronunciate ieri, in tribunale.
Taormina si dimette, viene assegnato un avvocato d'ufficio e la signora afferma che "per lei il processo finisce qui".
Non solo, una delle novità è che la Franzoni possa aver commesso il delitto in stato di sonnambulismo (è mai successo????).
La frase che più fa ridere di tutto questo processo è: Si tratta di un attacco al cittadino da parte dello Stato. E a chi gioverebbe? E perchè?


Un governo che accetta l'indulto come mossa per mantenere la maggioranza (e aiutare anche l'opposizione, diciamolo) non può accannirsi troppo verso una donna.
Ma i colpi di scena, in questa vicenda, sono sempre stati molteplici. Dal filmato che la coppia girò il primo anno (ricordate? la simulazione dell'omicidio.... Assassino interpretato dal marito) alle frasi fuori onda ("Avrò pianto troppo?)... All'asilo della Franzoni, al voglio un altro figlio.
Una situazione da film, più che da tragedia tutta italiana..

Che poi, ditemi, ammesso e non concesso che la Franzoni sia innocente, sapete quali sono le altre due uniche ipotesi?
1 - Il colpevole è il fratellino. Improbabile. E poi le macchie di sangue sul pigiama della Franzoni? Sono macchie che implicano l'obbligo di averlo indossato, proprio per la loro posizione. A meno che non si voglia parlare di coincidenza eclatante...
2 - Qualcuno - una persona totalmetne estranea a Cogne e alla famiglia - ha controllato gli spostamenti di queste persone. Poi è entrato in casa e ha ucciso il bambino. Per poi fuggire. Perchè? Per la soddisfazione di dimostrare che il Delitto Perfetto non è un "mito" ma una possibilità tangibile. Un uomo che conocseva a memoria ogni passo da muovere, indossando pure il pigiama della donna.

Altamente improbabili, non trovate?

Salviamo La Piola!

piola.jpg Riceviamo e diffondiamo il seguente triste comunicato:

La Piola esiste come locale dal 1962, come Piola dal 1985, nel corso degli ultimi vent'anni ha dato la possibilità a più di una generazione di giovani ferraresi di esprimersi liberamente come musicisti e come dj, senza contare la possibilità che ha dato ai frequentatori (non solo ferraresi) di ascoltare e conoscere gruppi noti e meno noti, musica di ogni genere. Le contro culture giovanili della nostra città hanno trovato sempre in questo luogo la possibilità di alimentarsi e confrontarsi, punks, rockers, darks, mods ecc hanno tutti almeno una volta avuto il loro centro di aggregazione in via Tambellina. Anzi spesso è stato l'unico posto ad ospitare queste realtà che in ogni altra città europea hanno numerose chanches in più! E tutto questo senza tessere, fondi, sponsor, o associazioni varie a ficcarci il naso. Molti di noi sanno che gran parte di tutto ciò è indiscutibilmente merito dello storico gestore amato e odiato Angelo Fabbri scomparso nei primi mesi del 2006.
Ora un gruppo di frequentatori di questo fantastico posto ha deciso sacrificando il proprio tempo e il proprio denaro di non lasciare morire questa isola felice, ma come nel peggiore degli incubi sembra che all'improvviso La Piola si sia trasformata nella pecora nera da allontanare e sono bastate una manciata di firme per negare il permesso di apertura fino alle 3 che rende impossibile le 2 serate sulle quali l'economia del locale si regge. Il venerdì di Piola Fridays è da 12 anni l'unica alternativa che hanno molti ragazzi di ascoltare  e ballare non le solite cazzate da discoteca, il sabato, nato di recente per mano di tre giovanissimi, ha organizzato una programmazione di concerti live fino ad aprile 2007 che farebbero impallidire qualunque localone bolognese.
I permessi, che inizialmente sembravano oramai pronti, sono stati invece negati a causa di una piccola petizione fatta dagli abitanti del paese. Non sappiamo quante siano le firme raccolte, ma sicuramente non tante… Fatto sta che una voce di minoranza (come spesso accade) ha prevaricato sul resto. Dai controlli effettuati non è stata rilevata nessuna anomalia. La raccolta firme che stiamo facendo noi non avrà nessuna valenza legale, ma solo dimostrativa. Vogliamo sottolineare l'importanza che riveste e che ha rivestito questo locale per la cultura giovanile della nostra città.
Insomma la Piola sta per morire e a noi non sta bene.

Ciccsoft organizza una raccolta di firme per sostenere l'impegno dei ragazzi che attualmente gestiscono la Piola. Aiutiamoli ad ottenere i permessi per proseguire l'attività e la programmazione artistica di un posto che Ferrara non può davvero permettersi di perdere vista la povertà dell'offerta musicale dal vivo nella nostra zona. Se sei di Ferrara o dintorni e vuoi sostenere la Piola puoi lasciare il tuo nome e cognome e la tua mail nei commenti di questo post, oppure direttamente alla nostra casella mail@ciccsoft.com, e spargere la voce via mail a tutti i tuoi conoscenti ed amici...
 
Un gesto semplice che nel nostro piccolo ci impegniamo a fare e che può significare davvero molto per i giovani della nostra città. Grazie!

The end – Racconto dei miei primi sedici anni

Una mano gelida si posò sul collo del ragazzo che, come preso da un orgasmo, sentì un forte piacere pervadere nel corpo e nel pensiero impazzito. Aveva atteso questo momento da un'infinità, finalmente il Destino lo aveva catturato. La sua vita era quasi giunta al capolinea e la resa dei conti era prossima. L'odio era suo padre e la vendetta propria madre. Creatura creata da una realtà cinica e sadica, essere nato nell'immpotenza di evitare i fatti che presto lo avrebbero intrappolato. Spesso una scena compariva ai suoi occhi, un'immagine che nemmeno Morfeo riusciva ad eliminare: lui, posseduto da un incontrollato e folle desiderio maniaco, compiva finalmente l'atto tanto agognato.


Quante volte era stato sul punto di intraprendere quel sentiero? Quante volte aveva considerato i dettagli e quante volte si era tirato indietro? Non le ricordava più. Ma ricordava perfettamente le mosse idealizzate del suo gesto. Camminando con assi spiritati, avrebbe aperto il cassetto della cucine a avrebbe estratto un vecchio coltelo a grossa lama. Avrebbe guardato la luce riflettersi sulla superficie limpida, osservato il manico di legno intagliato da chissà quali mani indifferenti. Avrebbe percorso il breve tratto che lo separava dalla stanza dove regnava il punto del dolore. Avrebbe piato le mosse dei due individui. Suo "padre" affossato nella poltrona ad imprecare contro il paese e la gente. Sua "madre" che ascoltava impassibile, intenta tra le braccia dei due mostri della società: il computer e la tv, con lo sguardo che lasciava intendere quanto poco ancora resistesse di vero nella sua realtà e quante innumerevoli falsità si fossero impadronite della sua mente. Suo padre avrebbe avuto tra le mani una bottiglia di Rum e sua madre avrebbe mantenuto quel viso da donna senza più ideali che lasciava trasparire non solo nemmeno più un sentimento, ma anche un velo di tragica allegria nel pensare a un mondo cosparso di sofferenza. Una scena che agli occhi del ragazzo purtroppo non giungeva nuova. Ogni volta che immaginava questo ritaglio di verità, gli sovveniva un pezzo dei Doors, "THe End". Jim cantava: "L'assassino si alzò all'alba, si infilò gli stivali, prese un volto dall'antica galleria e camminò lungo il corridoio, entrò nella stanza dove vive la sorella e poi feve visita al fratello e poi camminò lungo i corridoi e arrivò a una porta e guardò dentro. "Padre?". "Sì, figliolo", "Voglio ucciderti". "Madre? voglio scoparti per tutta la notte!".

Una scena ad effetto. Ma la sua sceneggiatura sarebbe stata senza parole. Niente preavisi, nessuna spiegazione, motivi inesistenti. Solo il desiderio di porre vfine a due esistenze. il primo fendente sarebbe spettato al padrone della casa, quello che aveva rivendicato la proprietà del fanciullo solo per il fatto che il suo cazzo si era affondato nella figa della madre. Non un atto d'amore, ma un istinto animale che aveva portato a un fatale errore. Perchè ora quel frutto della libidine lo avrebbe spietatamente annientato. Sarebbe poi arrivato il momento della madre. Le avrebbe inferto prima un piccolo colpo, solo per godere nel vederla soffrire le pene dell'inferno e per sentire le sue grida di dolore e le sue invocazioni di pietà. Ma ora era lui il Demone del Male e certo non avrebbe mosso un dito per fermare quell'atto crudele e meschino. Dopodichè si sarebbe sbarazzato dei suoi ingombranti vestiti e avrebbe affondato la sua violenza nel sesso spietato di quella comune troia. L'ultima profanazione alla figura della Madre, il quarto comandamento definitivamente annientato. E anche per lei la morte sarebbe giunta. La camera sarebbe stata invasa da sangue, paura e violenza e la terra avrebbe ancora una volta assaggiato il gusto della disperazione perchè lui, il temibile assassino, il mostro, la testa da tagliare, si sarebbe reso conto di quali orribili gesta avesse compiuto e si sarebbe abbandonato al dolore più cupo e profondo. Avrebbe pianto, urlato al cielo la sua condanna e chiesto perdono a Dio, al Diavolo e al suo Angelo che sempre gli era stato accanto e lo aveva sorretto davanti alle avversità, ma che ora gli girava la schiena e lo rinnegava. Si sarebbe affondato le unghie nel petto, avrebbe sbraitato una bestemmia contro se stesso, poi avrebbe tentato di uccidersi... Le vene sarebbero state recise e, mentre il sangue lentamente avrebbe colorato il tappeto del salone e si sarebbe unito al sangue delle vittime, avrebbe chiamato la polizia. Mentre avrebbe atteso la condanna, avrebbe continuato a infliggersi pene orribili, fino a qunado non avrebbe giustificato il suo gesto ed avrebbe iniziato a ridere alle sue sbarre. La condanna sarebbe stata la sedia elettrica. In America gli assassini vengono puniti. E sarebbe morto con un tetro sorriso sulle labbra, sorriso che lasciava però trasparire una nostalgia per quei tempi ormai dimenticati... Quando erano tutti insieme e ridevano, giocavano, andavano al mare e formavano una vera famiglia... Tempi lontani, senza dubbio... La sua ultima vita era stata rovinata da un padre che ogni giorno lo annientava, da una madre ch eogni giorno lo uccideva con la sua indifferenza, da giorni considerati incubi angoscianti.

Tutto questo accompagnava le notti del ragazzo e ogni giorno era sempre più dettagliato e chiaro. Ogni notte, quando piangeva fino ad addormentarsi, il desiderio di uccidere era più vivo. Le mura di una casa di violenza lo assalivano e non trovava una sola speranza cui aggrapparsi. Mamma giustizia non esisteva, se avesse voluto ciò che gli aspettava avrebbe dovuto comportarsi come la mente gli consigliava. Caryl Chessman scrisse che l'odio lo aveva aiutato ed era divenuto il suo unico amico. Ora pensava che fossero legati da un destino comune, lui e Caryl. Ma ora tutti quei pensieri neri e omicidi finalmente sarebbero svaniti. E lui con loro.

La mano gelida resisteva sul suo corpo caldo e il momento di voltarsi era imminente. Avrebbe voluto pregustarsi quel momento per l'eternità. La disperazione dell'essere e l'insistenza del non essere rapivano la gloria inesistente del domani ma nell'oggi nulla sarebbe sopravvissuto. Non restava nulla da fare. Era arrivato l'ultimo atto, quello più romantico che faceva pregustare l'arrivo del lieto fine. Finalmente il protagonista avrebbe fatto all'amore con la Morte. Un amore dolce, anche se poteva sembrare crudele e spietato. Si sarebbero abbracciati, baciati, respirati, con quella finta violneza caratteristica degli amanti innamorati. Ma poi, inaspettatamente, ella lo avrebbe tradito e si sarebbe trovato ancora solo, attorniato ancora una volta da silenzio e freddo eterno.

E il momento arrivò. Lentamente cominciò a voltarsi ma tutto ruotava sempre troppo velocemente contro la sua volontà. Rivide ricordi mai avvenuti, felicità che non lo avevano mai raggiunto. Due occhi rossi e infuriati lo trapassarono e, con una scarica di pugni e calci, quell'essere lo catturò e lo sbattè senza ritegno. Due ocche crudeli che non mostravano alcuna debolezza umana, che sembravano aver atteso per troppo tempo questa vendetta e non intendevano lasciare scampo. Con un'enorme spranga di ferro colpì le gambe, la testa e il viso del ragazzo. Era la fine. Prima dell'ultimo colpo guardò il viso dell'omicida. Un viso giovane, tratti gentili nascosti da una finta durezza causata da una vita tragica e crudele. una bocca carnosa e viva trasformatasi in una sottile linea secca e incolore, due occhi un tempo speranzosi erano stati sopraffatti dal dolore e dalla sofferenza e si erano ridotti alla staticità di chi non sogna più. Ma il colpo che lo portò alla fine lo tocò un istante prima di conoscere il nome dell'assassino. E non scoprì mai che colui che ora cammina tra le lapidi del cimitero della memoria salutandolo con i suoi fiori bianchi di realtà ciò che non è più, altro non è che sè stesso.

 

Gli idioti di Roma non mi rappresentano

Ieri a Roma ha sfilato quel che di più fetido e marcio può mai riconoscersi nella sinistra.
Il peggio del peggio, il fango, la feccia: sub-umani fascisti e antidemocratici ubriachi di violenza e intolleranza che rappresentano un tumore per il paese e per la sinistra. Rivoluzionari falliti colmi di contraddizioni, convinti di cambiare il mondo preservando lo status quo e urlando cretinaggini in piazza; vigliacchi insani di mente che ad ogni tre per due si permettono pure di dire al governo cosa ha sbagliato, cosa non deve fare, cosa non deve toccare.
Mai più al governo con chi asseconda simili manifestazioni di idiozia pur di accaparrarsi i voti di queste incrostazioni.
Altro che "compagni che sbagliano". Questa gente non è di sinistra. Questi fascisti con la sinistra non c'entrano nulla. Mi rivolgo a tutte le persone che si riconoscono in una qualsiasi delle tante anime del centrosinistra italiano, visto che mi sembra che parole di forte condanna siano arrivate anche da diversi illustri esponenti della sinistra radicale. Sarebbe bene, una volta per tutte, evitare equivoche e imbarazzanti equidistanze e dirlo forte e chiaro: gli idioti di Roma non mi rappresentano.

I Puffi

Voglio rendere partecipe il mondo di una teoria che mi assilla da tempo. A volte, non dormo la notte per cercare nuovi indizi che mi indichino se la strada giusta sia proprio quella che sto percorrendo. Nei momenti più impensati, nuove immagini si mostrano a me, quasi come delle apparizioni ultraterrene. Segno, scrivo, elaboro. Quindi, dopo tutto questo elaborare dati, sono giunta alla conclusione che questa scoperta debba essere conosciuta nel mondo.
Per farla breve, ecco la Verità: I Puffi sono Hare Krsna.

Non so se ci sia qualcuno davvero ferrato su questa religione. Innanzitutto, sfatiamo dei falsi miti: non si tratta di una setta malefica, che droga la massa con dolcetti micidiali. Sono dei religiosi veri e propri, con un culto profondo e interessante. Niente da invidiare al Cristianesimo. Anzi. Se posso dare un giudizio da atea (o agnostica) convinta è che gli Hare Krsna abbiano in realtà il più alto tasso d'amore nei loro testi e nelle loro preghiere. Questa filosofia deriva dall'Indù ed i suoi testi sacri (I Veda) sono i più antichi del mondo. A ben vedere, leggendo la parola di Krsna e confrontandola con quella di Gesù o di Buddha o di Allah, si nota quanto si tratti di religioni simili, con punti di incontro e somiglianze preoccupanti. Cambiano i nomi, alcuni riti, il modo di concepire la religione. Ma si tratta della stessa storia che si ripete, in ogni civiltà. Non voglio tenere una lezione di teologia nè spiegarvi per filo e per segno ogni punto di Krsna e dei suoi devoti. Solo, voglio portarvi a visitare il magico mondo dei Puffi!
Partiamo dalle ovvietà: i Puffi sono blu. Krsna (Dio) è anch'esso Blu. Per essere più precisi, in realtà è del colore delle nuvole quando sta per piovere. Quindi, a mio parere, il colore dei puffi è stato scelto accuratamente. Ma questo è niente.
Gli Hare Krsna utilizzano un metodo molto particolare per pregare: un tempo esisteva la meditazione ma oggi, nell'era di Kali-yuga (della perdizione), questa non è più possibile, quindi ecco il modo più semplice ed immediato per avvicinarsi a Dio: il canto. Il Canto degli Hare Krsna è questo: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Una cantilena, da ripetere ossessivamente, ad orari ben precisi del giorno. Con devozione. Questo canto si chiama Maha-mantra. Cosa c'entra coi puffi? E' presto detto: hanno anche loro un Mantra. Ricordate? Spesse volte si vedono i puffi prendersi per mano e, in un girotondo ossessivo ma felice, intonare tutti insieme l'antico canto: LA LA LALALLALLA LALLALALLALLA... Un caso?
Continuando, c'è la questione delle Puffbacche. Il cibo -l'unico cibo- che mangiano gli esserini Blu. Sono vegetariani ed hanno un nome speciale per indicare ciò che ingeriscono (puffbacche, appunto). I devoti mangiano la Prasada: patate, verdure, frutta che offrono a Dio come sacrificio. Pensano, infatti, che anche gli animali abbiano un'anima, quindi il comandamento NON UCCIDERE indicherebbe il divieto anche di eliminare qualsiasi forma vivente. Altrimenti, pensano, avrebbe detto NON COMMETTERE UN OMICIDIO.
Queste sono le somiglianza più lampanti. Ma c'è di più, molto di più.
Pensiamo innanzitutto a questo: un cartone animato, in quanto tale, può e deve poter permettersi qualsiasi cosa. Ricordate gli Snorky? Vivevano sotto il mare, con storie del tutto simili ai nostri amici Puffi, ma erano allietati da tutti i comfort possibili. Discoteche, televisioni.. ogni cosa. Invece i puffi vivono in villaggi, in mezzo al verde, isolati dal mondo. Ognuno di loro ha un lavoro ben preciso, tutti devono aiutare la comunità a progredire. Non esiste un Puffo non operativo. Così Dice Cristina D'Avena: "E se qualcuno c'è che troppo pigro è, certo quattrocchi sì lo sgriderà!". Facendo un parallelo con il mondo degli hare Krsna, quindi, troviamo questo: i Devoti hanno un loro villaggio, posto al di fuori di ogni città, in mezzo al verde. Non hanno le comodità che noi tutti conosciamo (nei villaggi sì, ma riflettendo sul Vero Devoto, Egli si stacca da tutto ciò che è materialità) e il lavoro è posto alla base del credo. Infatti, ogni amico di Krsna vuole rendergli servizio, in quanto VIVE per lui. C'è anche una seconda ipotesi sulla questione lavorativa: la divisione in Caste. In India, soprattutto nel periodo del pre-colonialismo, l'intera popolazione seguiva strettamente questa divisione, portando prosperità nel Paese (con l'arrivo degli Inglesi questo purtroppo cambiò e determinò un brusco ritorno alla povertà nel continente). Per questo il villaggio dei puffi è tanto attivo, a mio parere. E perchè lavorano con gioia? Perchè ogni azione, se compiuta per Krsna, è semplicemente Felice. Nessun devoto è triste, nel servire il Signore. Krsna dice, nel Testo Sacro: "Non invidio e non favorisco nessuno. Sono Imparziale con tutti, ma chiunque Mi offra un servizio con devozione vive in Me; egli è un amico per Me come Io sono un amico per lui".
Grande Puffo è l'uomo che guida il Villaggio. Ha 542 anni. Combatte contro Gargamella, mago Malefico, che sogna di recuperare sei puffi per trasformare metallo in Oro.
Innanzitutto, la somiglianza più lampante: Grande Puffo è semplicemente un Guru Autentico, che insegna i concetti di Dio. Un Guru buono, che tutto può ("trasforma un puffo assai cattivo in un puffo che puffa bontà"), proprio come i Maestri dei Devoti. Esistono anche i Guru Cattivi, i Falsi Guru. Quelli che, nella nostra era, dispensano saggezza in cambio di Danaro. Possiamo individuarne un campione nel Mago Gargamella. Seguito da un gatto, Birba. Perchè questo nome? Il gatto è un animale autonomo, che però segue in una certa misura il padrone. Birba si è trovato, suo malgrado, un padrone cattivo. Ma potrebbe certamente redimersi. Birba, indica un personaggio che sta deviando per una brutta strada, ma potrebbe sempre tornare sulla retta via. 
Anche gli anni di Grande Puffo sono significativi. Un tempo, infatti, gli uomini vivevano molte migliaia di anni. Nell'epoca in cui la Meditazione era il metodo di avvicinamento a Dio più completo ed utilizzato. Grande Puffo non è certamente il più vecchio. C'è Nonno Puffo, per esempio, che torna nel villaggio dopo ben 500 anni (quindi si presuppone che ne abbia almeno 1000 ). Anch'esso, a mio parere, rappresenta un Guru Autentico, che viaggia per il mondo per portare la Parola di Dio (come Prabhupada degli Hare Krsna). Infine, anche i sei puffi sono ricollocabili alla cultura dei devoti. Sei, infatti, erano i Gosvami esperti nello studio di tutte le Scritture con lo scopo di stabilire in tutto il mondo la vera religione. Lasciarono molti scritti per guidare i devoti, libri che forniscono ai nuovi arrivati le prime direttive. Visto che Gargamella agisce per l'eliminazione di essi, forse il suo vero scopo è quello di estirpare la religione dal mondo. Gargamella è anche il fautore di Puffetta: mandata nel villaggio per traviare i Puffi, come tentazione. Ma Grande Puffo riuscì a mutare il suo carattere in buono. Puffetta può essere vista come Kalì-yuga, l'epoca delle illusioni. In cui solo l'aspetto - suadente di una puffetta - e la materialità ha valore, non l'essere. Questa trasformazione di carattere significa solamente che i Devoti usciranno indenni da quanto sta accadendo - perchè la nostra è l'epoca di Kali-yuga.
Qualcuno di voi potrebbe obiettare: ma Dio, nel cartone animato, non viene mai nominato!
Mi duole ammetterlo, ma state sbagliando. Dio è Madre Natura. Per i Devoti l'ambiente, l'Universo, tutto è Dio. Krsna stesso ripete, nella Bagavad-gita (la "bibbia" degli Hare Krsna): "Sono il sapore dell'acqua, sono la luce del sole e della luna". E' possibile ricordurlo poi anche al personaggio di Padre Tempo, in quanto Krsna conosce passato, presente e futuro (non ricordate Padre Tempo? eppure è importante! I Puffolini erano Puffi normali. Durante un viaggio a casa di Padre Tempo entrarono in un orologio e divennero di nuovo bambini... puffolini, insomma).
Ma non è finita qui. I puffi hanno due amici: John e Solfami (il secondo ha note musicali per nome.. che sia un richiamo ancora alla sonorità del Mantra?), due ragazzi che capitano nel villaggio durante un'avventura ("Il flauto a sei puffi".. ed ecco che di nuovo il numero sei si ripete). Quindi, benchè nascosti, i puffi possono essere raggiunti. Perchè loro, anche se vogliono restare separati dal mondo reale (per non esserne intaccati), sono ospitali e vogliosi di fare amicizia. Solo con la vicinanza de Devoti, infatti, è possibile sentire il richiamo di Krsna, presente nel nostro cuore ma sopito negli anni. I due ragazzi altro non sono che persone desiderose di Dio, ma che non hanno ancora deciso di prendere l'iniziazione. Si limitano a parlare con i puffi, a vivere questa Puffosa Esperienza.
Da adesso in poi, ci aiuteremo con le sigle di Cristina D'Avena, il vero testo sacro dei puffi. Per comprendere meglio quante coincidenze incredibili siano presenti tra la Religione di Krsna e il cartone animato apparentemente innocuo. Partiamo da "La canzone dei Puffi".
"Vivono via da qui, nell'incantata città, riparata dalla selva, dal deserto, dai monti e dal mar... ". Indica, senza ombra di dubbio, la locazione del Villaggio. Separata nettamente da tutto ciò che è vita contemporanea di massa. Lontana, quindi riparata, dagli infedeli e dalla illusione che caratterizza la nostra epoca. In più, dice: "puffarli tu potrai, vicino al fiume blu". Questo significa che, se solo noi volessimo, li potremmo trovare. Ci fornisce anche un'indicazione geografica: il Fiume Blu. Riconducibile al Fiume Gange, dell'India. "Hanno un ponte che poi attraversano per ricercar nella foresta quel che più gli serve, più gli va... E via dalla città amici hanno già, e senza esitar li vanno a trovar ". I puffi, dunque, tornano in città. Senza esitazione, per trovare gli amici. Amici.. pseudo devoti? Forse. Questa stessa canzone, la Prima dedicata agli omini blu, conclude con il loro canto: LALALALALA. E' senza dubbio il Mantra. Tanto importante da risultare inserito nel primo "testo sacro" della Divina Cristina D'Avena.
In "Che bello essere un puffo", si canta: "All'alba già si sveglierà, il Grande Puffo e tutti i puffi chiamerà...". Questo, a mio parere, indica l'abitudine dei devoti di alzarsi presto la mattina per pregare. Da "La scienza della Realizzazione Spirituale": "la cosa migliore è fissare un tempo specifico per cantare regolarmente. Le ore del primo mattino sono ideali." Perciò l'alba. Poi: "Noi tutto il dì, cantiamo così perché noi puffi sempre siam di buon umor, ci divertiam e allegri siam, è bello esser dei puffi e noi lo sappiam". Poi, inspiegabilmente, ecco che cambia discorso e dice: "Io non posso urlar, nè rumori far, la loro gioia non vorrei turbar... vai pur via se vuoi, ma qui tutti noi, sì tutti, sapevamo che eri qui... ". E che significa questo? Parla di Dio, della sua non presenza fisica nel villaggio ma la coscienza che è presente in noi? O semplicemente di uno spettatore esterno, che vede tutto con distacco ma non vuole saperne di religione? (sono tanti, me compresa, che vanno in pellegrinaggio per curiosità e poi tornano indietro, sempre più convinti della loro laicità).
Esiste poi "Ogni puffo pufferà": "Puffi siamo noi e se tu lo vuoi qui con noi puffare sempre puoi. Ti divertirai e ti aspettiamo sai, vieni presto dai... C'é chi canterà e c'é chi ballerà ed una festa inizierà. Chi si stancherà poi si riposerà e il più allegro pufferà. Resta a lavorare,senza più tardare ". In ogni testo è presente l'invito dei Devoti a partecipare alla vita del Tempio (o del Villaggio). Loro sanno che questa è la Via della felicità, liberare il cuore da ogni peso e cantare, ballare, festeggiare l'avvento di Dio nel nostro Cuore. Perchè alla base del loro credo vi è l'idea che Dio sia davvero sepolto nel fondo dell'animo di ognuno di noi, bisogna sapere ascoltare e credere. Niente altro. Loro lo fanno da secoli e secoli, accettano i visitatori e vorrebbero tanto aiutare gli uomini a Puffare.
L'importanza del canto viene ribadito in "Puffi Lalala": "Ed al mattino ci svegliam con tanta gioia in cuor cantando con amor". Questa frase, a parer mio, toglie ogni possibile dubbio. Chiunque abbia un minimo di erudizione nel campo, si rende perfettamente conto che riassume l'intero Credo del Popolo di Krsna. Un Credo Semplice, Puro, Infinito. In Cui il canto risveglia la Fede e l'Amore per Dio, per l'Anima, per il Tutto. Infatti: "Se tu sei rattristato trovi il buonumor, sorridi da beato e si rallegra il cuor".."E quando ti senti giù da non poterne più vai dagli amici blu" perchè vorrà dire che stai sbagliando a servire uomini o animali. Solo con i Devoti ti renderai conto che il vero Servizio, quello che ti renderà felice, è quello per Lui. Vai dagli amici Blu, loro ti riveleranno le Verità della tua sofferenza.
Ma andiamo alle canzoni più conosciute, quelle commerciali, ma quelle che hanno il significato di Krsna ben stampato. Solo un cieco potrebbe non riconoscere questi chiari segni! In "Puffi di qua e Puffi di là" troviamo una caratteristica vera: i Devoti sono ovunque, solo che effettivamente non si vedono. Non è come avere a che fare con Cristiani e Musulmani, presenti ovunque, con Chiese o simili. Gli amici Di Krsna sono quasi nascosti nella nostra società, solo cercandoli VOLUTAMENTE possiamo imbatterci in loro, magari perdendoci anche nella moderna New Age arrivata in Occidente. Ma, perseverando, sicuramente Krsna si rivelerà a noi con tutto il suo splendore: "Puffi qua, Puffi là ma non li troverai, Puffi là, Puffi qua forse poi ti perderai, Puffi di qua, Puffi di là loro ti vedono sai. Dai su continua a cercare sempre di più (sempre di più). Dai non arrenderti ancora no (ancora). Dai Su continua a cercare sempre di più (sempre di più). Dai non arrenderti riuscirai ".
"I puffi Sanno", per me, rappresenta semplicemente la Bibbia. Impossibile Sezionare il testo. E' interamente dedicato a Dio. Dal Titolo. I Puffi SANNO. Ossia hanno capito, sono arrivati alla VERITA'. Hanno come Amico Krsna. Sono Krsna, forse? Potrebbe essere. Hanno Madre Natura che è sempre con loro, anche quando non pensano a lei (anche se non capita mai). E vorrebbero tanto aiutarci, lo desiderano ardentemente. Perchè solo allora usciremo da questa era della Perdizione e troveremo quella felicità che cerchiamo continuamente, senza mai afferrarla veramente. Ragazzi miei, ascoltatela attentamente. Ogni singola parola ci riconduce a Lui:
"Puffi sanno rispettare la natura e quello che ci da! Stanno attenti sai a non strappare proprio mai, i fiori e tutto il verde che nel bosco c'è! Come i Puffi noi dobbiamo fare (puffaffero!) basta un pò di buona volontà! (puffaffero!) Tutto cambierà la nostra terrà guarirà così ancor più sereni poi saremo noi! (Tutto cambierà la nostra terra guarirà!) I Puffi sanno che un tesoro c'è, nel fiore accanto a te! Madre Natura pensa sempre a noi ed i Puffi sono tutti amici suoi! I Puffi sanno che li seguirai, da loro imparerai! Madre Natura è sempre accanto a noi, puoi aiutarla certamente se lo vuoi! (Tutto cambierà la nostra terra guarirà!) I Puffi sanno che ogni arbusto (puffaffero!) è speciale e un giorno fiorirà! (puffaffero!) Stanno attenti sai a non strappare proprio mai, i fiori e tutto il verde che nel bosco c'è! E' davvero questo il modo giusto (puffaffero!) la natura ci ringrazierà (puffaffero!) Tutto cambierà la nostra terrà guarirà così ancor più sereni poi saremo noi! (Tutto cambierà la nostra terra guarirà!) I Puffi sanno che un tesoro c'è, nel fiore accanto a te! Madre Natura pensa sempre a noi ed i Puffi sono tutti amici suoi! I Puffi sanno che li seguirai, da loro imparerai! Madre Natura è sempre accanto a noi, puoi aiutarla certamente se lo vuoi! I Puffi sanno sempre rispettare la natura rispettare la natura, dai proviamoci anche noi! I Puffi sanno che un tesoro c'è, nel fiore accanto a te! Madre Natura pensa sempre a noi con i Puffi puoi aiutarla, devi sempre rispettarla! con i Puffi puoi aiutarla se lo vuoi! Rispettiamo la natura ed allora il mondo guarirà".
Spero di essere stata esauriente. Da mesi non riesco a guardare più una foto dei puffi, una puntata, un loro riferimento senza riflettere che è qualcosa di più di un semplicissimo cartone animato. Potrebbero risultare semplicemente coincidenze... In quel caso, come direbbe Vonnegut, è tutto semplicemente "Laborioso, laborioso, laborioso".
Vi lascio alla lettura dei più inquietanti dei testi, "Puffa un po' di Arcobaleno". Qui si parla proprio Di Dio. All'interno del nostro cuore.
"Tutti i puffi vivono felici e nel bosco hanno tanti amici, san conquistare il mondo con la loro simpatia e TINGONO D'AZZURRO l'allegria. Noi Puffi Siam Puffosi. GRANDE PUFFO E' UN CAPO MOLTO SAGGIO che veglia con amore sul villaggio e giorno dopo giorno tante cose pufferà e tante altre poi imparerà. Il Grande Puffo ha una marcia in più. Puffa un po' d'arcobaleno con un pezzetto di sereno per regalarlo a chi si sente un po' giù. Un Puffo Arcobaleno. NEL TUO CUORE C'E' UN TESORO CHE BRILLA MOLTO PIU' DELL'ORO PERCHE' L'AMORE VALE MOLTO DI PIU'. L'AMORE PORTA IL SOLE ANCHE DOVE NON C'E'. ADESSO C'E'. CERCALO NEL CUORE DENTRO DI TE. VEDRAI CHE C'E'. Puffa un grande girotondo per abbracciare tutto il mondo puffando ovunque gioia e felicità.
 

Sfogo di una notte di mezz’autunno

Sono sempre stato contrario alle dimostrazioni matematiche. Non ne colgo il senso, l'utilità pratica, la ragione di studio. Costrette ad essere imparate per sostenere diversi esami, vengono dimenticate nel giro di UN solo giorno una volta che l'orale viene superato. Sono quelle assurdità che non verranno mai riformate e fanno parte del sadismo di certi professori. Perchè pretendi da me quello che nemmeno tu a lezione ricordi e ti affretti a chiarire "Essendoci il libro, non pretendo le sappiate a memoria"? Salvo poi chiedere teoremi dimostrati che il malcapitato di turno ha incollato in mente nei giorni precedenti per fare bella figura.

Santo cielo quando la finiremo di essere così ipocriti? Io capisco un matematico, che può anche appassionarsi a certe cose, ma da che mondo e mondo l'Ingegnere è quella figura che bada al sodo, che quando ha bisogno di una formula o un teorema prende un manuale e lo legge, lo consulta, lo applica. E' quella figura che fa i conti con la calcolatrice per semplicità. Ci hanno insegnato, inculcato la cultura dell'ingegnere come colui che utilizza la conoscenza che altri campi (la matematica, la fisica) hanno studiato.
Perchè dobbiamo sostenere esami in cui scioriniamo a memoria passaggi assurdi per dimostrare teoremi la cui validità è pienamente riconosciuta? Perchè non ci viene chiesto invece come lo potremmo utilizzare concretamente tale teorema? Perchè non proporre un caso pratico, un'applicazione, una domanda di collegamento per vedere se un domani, il laureato è in grado di utilizzare con profitto tale conoscenza acquisita?
Ecco perchè non vedrò mai la luce in fondo al tunnell. Perchè non supererò mai un esame che contiene una simile dimostrazione (oltre le due pagine mostrate c'è un'altra piacevolissima mezza paginetta). Non riuscirò mai in tempi umani ad impararla, a capirla e a saperla riproporre senza sembrare e soprattuto sembrarmi un imbecille matricolato. Tanto di cappello a voialtri, che ne siete capaci.

Liberi di obbedire

Riguardo il caso della satira sul Papa, sento dire da persone anche molto equilibrate e stimate che invece di prendere il giro il Santo Padre dovremmo ringraziare il cielo di essere nati in Italia e non in Arabia Saudita, di avere Ratzinger e non Khomeini, per dire.

Mi sembra una argomentazione insensata.
Si chiede, in soldoni, di non esercitare la libertà di espressione per rispetto verso colei o colui che ci fanno la grazia di concedercela, al contrario di quel che accade nei paesi islamici (il tutto senza ricordarci che i colei o colui in questione ci concedono la la libertà personale solo grazie a quel che accadde nel '700, e che negli anni del fascismo non è che abbiano fatto moltissimo per tutelare le libertà personali dei cittadini, anzi, meglio non aprire questo taglio).
Insomma, è come se il primo ministro di un paese democratico togliesse il diritto di voto alle donne e poi dicesse: "E vi arrabbiate pure? Abbiate rispetto verso me, che in fondo sono un buon uomo.. mica come quelli che vi fanno prendere a pietrate se solo osate a togliervi il velo!"

Ciuff Ciuff

Trenitalia sta fallendo. "Siamo ad un passo dal portare i libri in tribunali", lo dice l'amministratore delegato Moretti. Non si tratta di facili allarmismi o del solito pessimismo dei comunisti, quindi.

Per 5 anni abbiamo vissuto nella comoda favola berlusconiana: "siamo ricchi perchè abbiamo due telefonini", "le opere pubbliche sono già realtà" e così via. L'ultima finanziaria del governo berlusconi "azzera i trasferimenti di cassa" a Trenitalia e determina un "definanziamento degli investimenti".
Per 5 anni Tremonti si è preoccupato di bloccare ed ostacolare gli aumenti delle tariffe per Trenitalia, facendo correre ulteriormente l'indebitamento delle Ferrovie (quindi di noi tutti) mentre consentiva continui ritocchi dei pedaggi autostradali facendo correre i profitti di Autostrade Spa (quindi dei Benetton): il trionfo dell'ipocrisia.

Si litiga per fare un'alta velocità fra Lione e Torino che costa 20 miliardi di euro e sarà pronta fra 15 anni mentre Trenitalia ha bisogno di 700 milioni per non andare in amministrazione controllata fra sei mesi ed è tutto normale. C'è di che sentirsi presi in giro, soprattutto quando si è a conoscenza del fatto che questa benedetta alta velocità è un'opera pubblica bipartisan non solo per il consenso che riscuote, ma anche per gli interessi che muove. Basta leggere un paio di articoli (lunghi ma interessanti) di Gianni Barbacetto che spiegano parentele e vicinanze politiche delle aziende che hanno vinto gli appalti per realizzarla.


Le Ferrovie dello Stato avevano 220 mila dipendenti prima della finta privatizzazione e dello spacchettamento dell'azienda e perdevano ogni anno moltissimi soldi, la manutenzione di treni e linee era frequente, non mancavano le risorse (anche quelle da sprecare), i treni erano inadeguati e lenti.
Dopo 20 anni i dipendenti sono 116 mila, l'azienda perde ogni anno moltissimi soldi, la manutenzione dei treni e delle linee non è più così frequente, non ci sono le risorse per fare nulla e i treni sono inadeguati e lenti. Passi avanti nessuno (basta guardare Report), solo 100 mila dipendenti in meno.

Storicamente il settore ferroviario non è redditizio, non è un problema solo italiano. In Inghilterra la privatizzazione (reale) del sistema ferroviario ha portato ad un disastro, decine di piccole aziende che gestiscono piccoli tratti, confusione tariffaria, treni sempre meno sicuri e più lenti insieme a profitti inesistenti per i privati.

Il problema è culturale, non solo economico. Privatizzare, aprire alla concorrenza, non è una ricetta spendibile in tutte le situazioni e in tutti i settori. Nel caso delle FS si è trattato di una semplice scorciatoia per liberarsi della forza lavoro senza dover licenziare nessuno "statale" e ha mancato tutti gli altri obiettivi prefissati, sistematicamente.
Nella gestione di servizi di pubblica utilità che hanno pochi margini di profitto e che hanno prodotto per decenni grandi perdite quella che serve è "l'efficienza privatistica", non la "privatizzazione". Se io apro ad un soggetto non pubblico questo investirà al solo scopo di ottenerne un legittimo ritorno remunerato, questa remunerazione se parliamo di servizi pubblici nei quali è fisiologicamente impossibile la concorrenza (vale per le ferrovie come per l'acqua, tanto per dirne una) finisce per pagarla il consumatore. Può farlo in tre modi diversi, o con l'aumento delle tariffe o con il drastico peggioramento della qualità del servizio o con entrambe le cose messe insieme.

Se al contrario si applicasse il principio dell'efficienza, della trasparenza all'interno di una gestione pubblica che ha lo scopo di dare un servizio migliore senza gravare finanziariamente sul cittadino o sullo stato i risultati non potrebbero che essere migliori. Esempio le ferrovie spagnole, per le quali Zapatero ha appunto bloccato il processo di privatizzazione già parzialmente avviato da Aznar, che in 20 anni di gestione pubblica oculata si sono tramutate da disastro ad uno dei simboli di un paese che corre nella direzione giusta.

Chi meglio di un "riformista di sinistra" potrebbe comprendere e condividere questo tipo di logica?
Probabilmente nessuno.
Quindi stiamo calmi, tanto ci sono ancora 5 anni di governo.
Giusto?

Che volpe!

Sono già due volte nell'ultima settimana che capita di trovare clienti con talmente tanti casini su Internet Explorer da non riuscire in alcun modo ad evitare che bachi ed errori si continuino a propagare senza controllo, nonostante firewall, antivirus e pulizie manuali. La soluzione?
Installo Firefox, spiego loro la bontà di tale software alternativo, la sua semplicità e leggerezza. Poi cancello  del tutto l'icona con la E blu di Microsoft in ogni menù e sono a posto. Anche il cliente sembra sempre soddisfatto del nuovo giocattolo con la volpina arancio.

E niente, mi andava di dirvelo l'ennesima volta.

Buffet

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trovate a Londra

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le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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