Piergiorgio Welby vuole farsi “staccare la spina”. Ama la vita anche lui, naturalmente. Ma quello che gli rimane in questo momento, a sentire lui, non è più vita, ma solo sofferenza (fisica, spirituale, psicologica).
Ora le posizioni mi pare siano due:
O si somministra una dose di sedazione “importante” e si stacca la spina, eseguendo quello che tecnicamente si definisce una eutanasia passiva oppune si risponde negativamente a questa richiesta mettendo in pratica, nei fatti, quello che si definisce un accanimento terapeutico.
Volendo semplificare:
- c’è un primo nucleo di posizioni, identificate politicamente con i radicali e i libertari della Rosa del Pugno, che spinge per la regolamentazione dell’attuale normativa (ambigua) e che chiaramente vuole “staccare la spina” di Welby e di quanti si trovano, disgraziatamente, nella sua situazione.
- C’è un secondo nucleo di posizioni, identificabili con l'area cattolica di entrambi gli schieramenti che sostenendo la sacralità della vita dal suo concepimento al suo esaurirsi naturale, non intende rivedere alcunchè dell’attuale normativa (ambigua).
- C’è un terzo nucleo di posizioni, che definirei di NON posizione, e quindi deprecabile, che fa riferimento a quanti, in entrambi gli schieramenti, non hanno ancora elaborato una loro posizione e condiscono con il silenzio (politico) quanto si sta consumando in questi giorni.
A prescindere dal fatto che ovviamente mi ritrovo nel primo schieramento (in buona compagnia a quanto sembra), e che in ogni caso rispetto ma combatto la posizione del secondo, quello che risulta disgustoso è il gruppo di parlamentari (anche al governo), che non prendono posizione. Di fronte agli abissi di sofferenza in cui versano migliaia di cittadini italiani, questa gente, pagata da noi, non è in grado di espimere nulla.
A fronte di questa vergognosa latitanza politica e al prevalere ipocrita di chi ancora ritiene che il dolore sia obbligatoriamente un evento dignitoso (e non una scelta, quella di viverlo in questo modo), io rispondo che se dovesse capitare a me, di assistere un congiunto disgraziatamente in queste condizioni che me ne facesse richiesta esplicita, io staccherei la spina, fottendomene di quella che qualcuno ha ancora il coraggio di chiamare legge. E così sarà, temo, anche per Welby.
State bene, Cyrano.
5 Responses to “Eutanasia passiva vs Accanimento terapeutico”