Yearly Archive for 2007

Che vuoi farci, è la vita (Scatola n°25 – Duemilasette)

La famiglia seduta a fianco a me sul treno ha l'aria soddisfatta. Stanno andando a Venezia, fuori è tutto ghiacciato e bianco di brina, i bambini sono felici e indicano ogni cosa dal finestrino come fosse la prima volta che la vedono. Tra poco lo splendore della città lagunare li accoglierà insieme ad altre migliaia di turisti accorsi li a festeggiare il capodanno imminente. Già, Venezia. Venezia la bella, Venezia che affonda, Venezia l'imbroglio. Forse un po' la chiave (il simbolo? lo sfondo?) di questo 2007 strampalato, disordinato e bellissimo.

L'altra sera facevo notare all'amico di una vita come piano piano stiano mutando gli assetti della nostra giovane e già lunga esistenza. Il 2007 ha rappresentato forse il confine senza ritorno tra il mondo della spensieratezza e quello delle responsabilità. Parola grossa, la responsabilità: chi ha voglia di prendersela? Gli amici che hai visto fare i cretini sui banchi di scuola e ti chiedevi quale posto avrebbero assunto in società cominciano a ridere meno e fare di più: qualcuno lavora già, qualcuno si è indirizzato verso una brillante carriera universitaria tra specialistiche e master in giro per l'Europa. Stiamo diventando vecchi e ci aggrappiamo alla voglia di divertirci e alla nostra età anagrafica, mica così avanti come tentiamo di farci credere. Sciocchi. E però alle due di notte già vedi la gente che è stanca e vuol tornare a casa, quando pochi anni fa cominciava solo allora la quarta serata, dopo la prima a cena, la seconda al pub e la terza a ballare in qualche rock club. Cambiano le amicizie: ne compaiono di nuove (sarà davvero così?), ne spariscono di vecchie, alcune attraversano le nostre esistenze come meteore e le incontriamo dopo mesi in coda al supermercato. Sempre di fretta, ovviamente.

Senza dimenticare l'Amore, che fa girare il mondo come vuole e muove le carte in tavola. Coppie che nascono, coppie storiche che si lasciano, coppie storiche che quando-diavolo-andate-a-vivere-assieme? I soliti single. Che fatica, la vita. Non riesco a far altro che stare a guardare con la bocca aperta, spettatore attonito di un Tutto che mi ruota attorno senza che riesca a tenerne le redini. Il Futuro, che non mi spaventa, al tempo stesso mi incuriosisce terribilmente, con le sue strade che si intrecciano e conducono a situazioni strane, inaudite e mai pensate. Che bella, la vita. Quante sfumature e che colori bellissimi, a volte.

La scatola che dovrà rappresentare il 2007 nel nuovo anno in arrivo è piena di pastelli colorati.

C'è il nero di una notte passata al freddo tra le vie a me sconosciute di una città senza tempo, e quelle a me note della città dove vivo, perennemente a metà tra due mondi così vicini e al contempo così diversi per forma e sostanza. Le serate ai piedi del Castello tra concerti e birre e quelle in giro per bacari ad assaggiare fritti, affettati e buon rosso fresco. Le mille serate al cinese, divenuto ormai una seconda cucina nazionale, la scoperta della birra piccante messicana, i cinema e i popcorn, gli aperitivi e le cene dagli amici. Il grigio delle notti nebbiose a suonare in giro, e l'arancio di una piazza a metà settembre su un palco più grande di noi. Il marrone scuro di Cocacola a fiumi, come necessità impellente per chiudere bene una serata eccitante tra campi, campielli e strade piene di gente.

Il verde di un sedile sudicio sull'interregionale ogni mattina verso nuovi orizzonti, a fare i conti con il Lavoro, quello vero, anche se morbido è il terreno sul quale sono piovuto e simpatico è l'ambiente che mi circonda con più affetto di quanto mi aspettassi. Il bianco sporco delle pagine di un romanzo letto durante il viaggio, con tutto il tempo del caso, finalmente, per pensare e scoprire il mondo descritto tra le pieghe di un libro invece di quello frettoloso scandito dalla rete che insegue le notizie già vecchie e le chiacchiere ad ogni costo. Il rosso di una poltrona che ho occupato per 9 lunghi mesi, bellissimi e pieni di volti, idee, esperienze di vita e racconti. Un microfono, una bicicletta, un grissino alla pancetta, un mouse senza fili e qualcuno su cui contare, talvolta per un parere di lavoro, talvolta per una dritta su un posto carino dove andare a cena. L'azzurro di un ipod nelle orecchie ogni giorno, nel traffico, in spiaggia, tra gli appennini in bicicletta, salendo e scendendo ponti, perfino in macchina a volte.

L'azzurro del cielo sopra Firenze, il beige di vecchie locandine comuniste di Praga, il giallo di birra a buon mercato, i mille colori della strobo al Lucerna, dove trascorrerei volentieri ogni sabato sera e mi ritrovo a chiedermi quando mai potrò tornarci. L'arancio acceso dei tramonti sopra Castagneto in Toscana e della tenda senza un palo, retta per miracolo, il grigio dell'asfalto di mille chilometri in macchina in giro per l'Italia e di quelli sotto le ruote di Simone e Marco, in bici fino al punto più alto dell'Europa per compiere l'impresa e gustarsi un panorama unico. Il verde intenso dei boschi di Molina, in uno scenario stile Lost in cui perdersi, e quello del grande parco alle porte della città dove festeggiare con vecchi amici un altro giro di vita nel tepore umido di giugno.

Il bianco striato dei capelli dritti come spaghetti della nonna quest'anno ottantenne e ancora attiva come una ragazza, quello lucido e candido del portatile con la mela luminosa, così piccino e simpatico da entrare silenzioso in uno zainetto pronto a seguirmi ogni giorno. Il grigionero elegantissimo del gigante con la mela nel ritaglio di ufficio che da ottobre ho l'abitudine di frequentare e quello di una moquette tutta attorno ad una stanza, nuovo rifugio di un gruppo musicale cazzone e strampalato ma inevitabilmente simpatico e ehm, pittoresco.

E infine il verde dei tuoi occhi, assonnati al mattino, vispi la sera, sorridenti senza bisogno di vedere la bocca ridere. Due occhi profondi e pieni di gioia di vivere, di forza d'animo. Un oceano di dolcezza in cui ancora più che l'anno precedente mi sono perso godendomi momenti di pura vita. Un sentiero per mano, un bacio caldo appena svegli, un ultimo giro di birra quando il pub sta per chiudere, un rifugio disordinato, una macchina giramondo, una canzone che sappiamo a memoria, una lacrimina di tensione e poi il riso che riporta la pace, la calma e la serenità.
Sono cresciuto molto in questo anno, ho imparato grazie a te ad apprezzare mille cose, a farne di nuove, ho scoperto posti bellissimi e mille altri ancora avremo tempo di visitare in questo anno che viene. Per te ho fatto scelte importanti, trascurando a volte amici e persone cui continuo a tenere molto e che vedo ahimè meno di un tempo, correndo su e giù per l'Italia come una trottolina amorosa dudu dadada. A loro e a tutto il mio mondo travolto dal "ciclone" faccio le mie scuse chiedendo pazienza e comprensione. Non sono sparito, ho meno tempo per me e per tutto quello che facevo prima, ma siate contenti del mio essere felice.

Si, sono felice. Non ho molto da chiedere all'anno che viene. Mi sento una persona fortunata, nell'avere accanto le persone cui voglio bene, e spero di averle ancora al mio fianco nei giorni che verranno. Se solo questo 2008 ancora da scrivere fosse simile all'anno che ci lascia, sarà nuovamente una persona soddisfatta a scrivervi tra 365 giorni. Con i ricordi che si accumuleranno nel mentre, rendendo questa stranissima scatola di colori sempre più ricca e variegata, a comporre l'arcobaleno finale. Le nuvole, per ora, speriamo possano attendere.

Nothing’s gonna change my world

VeronaIl primo, insopportabilmente lungo pippone di fine anno, il secondo (e si spera ultimo) verrà, forse, dal Socio, cui lascio la ribalta di San Silvestro 😉

"Duro perchè faccio, non faccio perchè duro": Prodi davanti al portone di casa sintetizza così la sua opera di un governo mal sopportato da tutti. Penso che a crederci siano rimasti in tre: Romano, Scalfari e io che leggendo ogni domenica l'Eugenio mi riconvinco che questo non sia il male minore, ma quello "necessario".

Ho iniziato il 2007 in una stanza d'albergo col wifi bloccato, leggendo Repubblica mentre il mio compagno di stanza russava con la bauscina alla bocca. Ho fatto la colazione più rilassante dell'anno intero, cappuccino più torta alla ricotta, in un pub vintage anni 70 vuoto, e fuori le montagne senza la neve. La torta era molto buona, tanto che mi sono fatto portare un'altra fetta. Poi sono arrivati gli altri, e non sapevo se essere io la persona in mezzo a tanti scarafaggi enormi o viceversa. Avrei preso una terza fetta, comunque.

Ronaldo rotola da Madrid a Milano, ma questa volta sponda rossonera. E' tondo come una ciambella, ma questa volta il buco non c'è. Segnerà un gol nel derby di ritorno, portandosi la mano alle orecchie come dire, ai tifosi nerazzurri schiumanti odio: e adesso? Adesso ti farai spuntare un'imbarazzante acconciatura su ordine del Presidente, e diventerai un ex-calciatore ancora a libro paga.

Ho organizzato un concorso fotografico per la mia città. Ho passato alcune serate ad attaccare abusivamente volantini e ricontrollare la mattina seguente se non fossero stati stracciati. Fino all'ultimo non c'era nessun iscritto, poi alla fine risultarono una trentina di partecipanti. Ho premiato i vincitori del concorso fotografico, ho allestito la mostra del concorso nel pieno centro cittadino. Una mattina una tempesta di vento fece volare via alcune foto, ma le rimpiazzammo.

21 febbraio: per un pugno di voti viene bocciata una mozione in Senato (non ricordo nemmeno a cosa si riferisse) e Prodi, quello che dura perchè fa, si dimette. C'era ancora qualcuno che masticava amaro, "così si riconsegna il paese alla destra", ecc. Oggi penso che i delusi sarebbero in tre (vedi sopra), ma quel giorno l'incazzatura era diffusa, e non fate finta di non ricordare: ci credevate ancora un po' anche voi.

Ho incontrato praticamente quasi tutti gli assessori della mia città. Ho fatto visita a diversi imprenditori ferraresi, entrando in uffici che probabilmente mai rivedrò più. Ho stretto mani sincere, altre viscide, altre ancora indifferenti. Ho capito che non sono porte inaccessabili, anzi, sono molto più spalancate di quanto una segretaria poco disponibile possa inizialmente far credere. Hanno tutti voglia di essere interpellati, di dimostrare che loro è gente che ascolta, a differenza del resto della comunità cittadina che è sorda. A me è sembrato che in giro ci siano molti muti, tranne lodevoli eccezioni, vedi il tipo col sigaro che ci ha chiaramente fatto notare le cagate che stavamo commettendo senza volere nulla in cambio (anche i buoni consigli hanno un prezzo): solo perchè avevamo ventanni e una storia da raccontare.

3 febbraio: "il calcio chiude", titola la Gazzetta, ma non ci crede nessuno. 28 febbraio: muore Giorgio Tosatti. Prodi riottiene la fiducia al Senato. Il Novecento continuerà a morire al telegiornale, tra un senatore a vita che invece tiene duro. Fanno notizia solo gli ottuagenari: o perchè crepano, o perchè tengono in vita con la flebo un governo morto di un paese morto.

Salto diversi concerti, in più punti del norditalia. Frequento diversi pub, ma finalmente escono di scena dalla mia vita locali inutili. Crescendo, si impara a dire di no, anche se per ora ci si limita ai pub. Diversi sabato sera passato a fissare il vuoto del boccale di birra, rari casi in cui ci si perde a Padova, si esce sporchi di fumo e di sudore da Bologna, si esce con gente che entra per caso nel venerdì sera per riuscirne altrettanto fatalmente. Gente che si fidanza, gente che si ama, gente che si perde di vista, ma io continuo a fissare il boccale di birra vuoto, lo faccio rotolare sul tavolo, non cade, non si rompe, ma non resta nemmeno in equilibrio. Our velocity, mondi paralleli disallineati, l'eclissi di luna sugli scalini del Duomo chè sembriamo due barboni, ma nessuno ci dà la carità. Sono tutti occupati a limonare, a litigare, a decidere dove andare in vacanza. A dire di sì.

6 marzo: l'Inter viene eliminata dalla Coppa dei Campioni, con rissa finale. Anche se in campionato viaggia con 80 punti di vantaggio, mi rimarrà più impresso uno scialbo 0-0 a Valencia che uno scudetto vinto in maniera tracotante, imbarazzante. Sarà che ho gusti difficili. 19 marzo: viene liberato Mastrogiacomo. Chi?

Scrivo un post sulla masturbazione che mai pubblicherò, pur ritenendolo tra le mie migliori cose scritte. Non riesco ad addormentarmi alla notte, penso agli esami che devo fare e che puntualmente non passo. O li passo col gontagoccie, goccioloni gonfie che ci mettono una vita a staccarsi dal rubinetto e quando crollano nel lavandino emettono un tonfo piccolo impercettibile. La mia vita è regolata in base alle sessioni d'esame, ogni tre mesi una resa dei conti, un saliscendi emotivo condito da "mai più", "ora mollo", "un passo alla volta". Alla notte non mi addormento ripensando a tutto quello che sto tralasciando nel tentativo (vano) di studiare, la mente si affolla di pensieri parole opere e omissioni. Arriveranno diverse mattine in cui non ricorderò nulla di quello che sarei potuto essere.

Si esce dall'inverno più caldo degli ultimi 4000 anni. Ho visto magliette a maniche corte in gennaio, sono scene che fanno molto male, più ancora che un pinguino agonizzante sporco di petrolio. Ho paura della gente a gennaio in maniche corte, prima ancora del fatto che faccia così caldo. Non esisteva più la neve, nel 2007 è sparito anche il Freddo. Altro che Governo Prodi, il vero dramma mondiale è la comparsa del congelamento di noi stessi. Si sente la puzza per le strade.

Dormo. La gente si laurea. La gente fa feste di laurea. La gente legge cartelloni alle feste di laurea. Si incontra gente bella alle feste di laurea, ma bella nel senso strettamente estetico del termine. Rifletto sulla bellezza, una condanna più che un piacere, in fondo. Giro per Verona con una macchina fotografica al collo. Fa caldo, ma è già aprile e non posso più lamentarmi, nè vorrei farlo.

Guardo Verona dall'alto. Seduto davanti alla stazione centrale di Milano mi godo i pochi secondi fuori dalla gabbia dorata ferrarese. Tira vento. Mi sento dire che volere è potere, e non sarà la prima volta nel 2007. Penso che sia una buona idea farsi la doccia al mattino con gli Strokes in sottofondo. Non la metterò mai in atto.

21 aprile: ultimo congresso dei DS, in vista della fusione fredda con gli ex-democristiani per il partito Democratico. 7 maggio: Basso confessa il quasi doping. Somatizzo.

Mi ritrovo a fare una telefonata di oltre un'ora, io che odio parlare al telefono. Mi ritrovo a condurre la conversazione, a fare domande, a tenere il ritmo, io che odio parlare. Ma è il solito treno del 2007 su cui non sono destinato a salire. Altri ne passeranno, inaspettati o meno, semplicemente non andavano dove ero diretto. Per cui rimarrò a scaldare la fredda panchina di marmo della stazione, col sole negli occhi che non mi fa vedere bene il tabellone delle partenze. Riesco comunque a sentire dall'altoparlante la voce meccanica che annunca un copioso ritardo sull'intercity numero XXXX.
Nonostante l'allergia, percorro ripetutamente una ciclabile di 12 km ricoperta di "plumini", con la tragicomica conseguenza di piangere come un bambino. Aggancio alla bici la metafora definitiva del 2007, e cercherò di stamparmela per bene in mente con ripetute sessioni. Le colline bolognesi e un concerto in piazza castello, i mancati 100km percorsi causa attacco intestinale e i finestrini appannati autunnali, si mescoleranno tra loro, e saranno affrontati con lo stesso scalo di marcia del
cambio della bici.

24 maggio: i Perturbazione vengono in piazza a Ferrara a parlare di viaggi della mente. Suonano Agosto chitarra e voce.
Guardo pochi film. Zodiac pur essendo palloso mi piace, ma non capisco il perchè. Odio le multisale.
7 giugno: l'Heineken Festival è spazzato via da una tromba d'aria. Vado a pescare. E' tutto (solo) cronaca, dentro e fuori casa.
27 giugno: Veltroni inizia la sua sequela di "ma anche". L'entusiasmo dura il tempo di arrivare al telecomando e spegnere la tv.

Giro di boa. La mia estate inizia la notte bianca, alla vigilia della partenza di 3 amici verso Capo Nord. Per i prossimi 6 mesi sarà tutto molto estivo, anche ora che le strade sono ghiacciate e al primo colpo di freno scivoli pericolosamente verso il guardrail. A luglio non freno, ma ci scivolo comunque contro. Loro pedalano, noi ce la raccontiamo. Forse il tuo 2007 è iniziato quel 1 luglio in piazza Ariostea, a fotografare parenti in posa accanto agli Eroi, a partire pure tu ma tornare 3 giorni dopo, e non 45 come gli altri. E per fortuna. Condensi in Piazza Castello tutto te stesso, facendo bene attenzione a non farlo troppo capire in giro. L'apice emotivo è il concerto degli Arcade Fire, barocchi musicanti canadesi che asfaltano le aspettative per costruirci sopra un meraviglioso sogno reale. Mi sa che sto ancora saltellando sopra i ciottoli. L'immancabile momento on the road, finestrino abbassato e radio a palla diventato quasi un clichè, suggella lo scarto tra presente che non è e futuro che è, una dicotomia irrisolvibile che imprigiona e risuona esattamente in Frightening Lives.

Luglio. Agosto. Settembre. Il Gargano va a fuoco. La McLaren copia dalla Ferrari ma viene assolta perchè il fatto non si può provare. Il Gargano continua a bruciare, ceneri ovunque, ma i capi sono sempre puliti. Muore Antonioni. I funerali di Antonioni. La Grecia brucia. Muore un calciatore spagnolo in campo. Valentino Rossi fa l'italiano. Muore Pavarotti. I funerali di Pavarotti. Muore Gigi Sabani. Grillo manda tutti affanculo. La Birmania si tinge di rosso.
14 ottobre: Veltroni vince le primarie del PD. 21 ottobre: Raikkonen vince il mondiale di Formula 1 per un punto.

Ritorni a Verona, ma questa volta in compagnia. Vedi Roma per la prima volta nella tua vita. Ti ubriachi sopra al lago di Como. Ti ritrovi a fondare un partito anti mascarpone, per fermare il movimento reazionario che si ciba del prelibato dolce formaggioso per occludere le vene dell'Azione, a favore della Posizione. L'autunno sono tanti mascarponi mandati giù senza molta Convinzione, l'estate ha aperto alcuni squarci temporali che non si vogliono richiudere, e non c'è un coniglio mannaro alle tue spalle a indicarti in quale buchetta della posta cercare la soluzione. Nel frattempo c'è chi decide di andare a lavorare davvero, mentre tu inizi a chiederti se non sarebbe meglio giocare e basta. 25 anni che non ci vediamo. Il giorno del mio compleanno decido cosa fare da grande, ma me ne dimentico subito. Ogni tanto mi pare di ricordare, però. Alcune persone non le vedi più, e non ti rassegni all'idea che ci sono molti modi diversi di diventare adulti. Peccato che tu sia l'unico a pensarlo. Mi metto in congelamento da qui fino a un'ipotetica data x dove potrò sventolare la bandiera del "mai più" sopra alle macerie di 7 anni a Ingegneria. Finisco l'anno facendo vita da pendolare, chiuso dentro un bianco ufficio dove nessuno mi dice cosa diavolo debba fare. In fondo, era proprio quello che volevi mentre prendevi la seconda fetta di torta alla ricotta, no?

6 novembre: muore Enzo Biagi. I funerali di Enzo Biagi. I servizi al tg su Enzo Biagi. 1 novembre: un poliziotto spara da un autogrill all'altro, il proiettile finisce, accidenti, nella testa di un ragazzo. Muore un ragazzo, che verrà spacciato come tifoso laziale. Il calcio chiude, di nuovo. I funerali di un ragazzo altresì definito come tifoso laziale.
8 novembre: Berlusconi fonda un nuovo partito da un gazebo in Piazza San Babila, contro i "parrucconi" della vecchia politica. Tutti odiano la politica. I politici dicono che odiano la politica anche loro. Nessuno fa più politica, ma uno straccio di rivoluzione non sbuca da nessuna parte. Forse il più rivoluzionario di tutti è Prodi che non si dimette, andando veramente contro al pensiero comune. Più ancora dei tir che scioperano (11 dicembre) lasciando a secco l'Italia. Nei tg la voglia di annunciare clamorosi disagi è tale che si tenta di inscenare un dramma che in realtà non esiste. Nessuno è rimasto a casa dal lavoro, nessuno si è ritrovato la tavola vuota. Anche in quella settimana abbiamo mangiato, abbiamo inquinato con le nostre indispensabili auto, e sotto sotto siamo tutti rimasti molto male quando i camionisti hanno ceduto (praticamente quasi subito). Avevamo tutti una fottuta voglia di disagi reali, di caos e incertezza dilaganti ovunque, per poterci finalmente lasciare andare ad una serena e consapevole distruzione. Una resa dei conti per chi, ormai, non conta più niente e vorrebbe almeno la scusante di una pseudorivoluzione, un assalto ai forni per arraffare le ultime brioche rimaste sugli scaffali.
Da grande voglio fare l'Italiano all'estero (cit.)

Finirò l'anno su un interregionale diretto verso Milano, molto poco convinto mentre starò pensando alla scaletta musicale della serata, per poi accorgermi sceso dal treno che non mi faranno mettere su nemmeno un pezzo (i vicini poi si incazzano). Il 2007 è una ruggine che difficilmente verrà via, e continuerà ad ossidare ancora per un po' di tempo, probabilmente in modo irreversibile. Ci fionderemo nel 2008, crederemo di essercela lavata via, ma temo che il metallo graffiato che ci ricopre vedrà spuntare ulteriori macchie arancioni. Non è detto sia un male.

We’re half-awake in a fake empire

Insomma…

Non vi sembra particolarmente aggressivo Lamberto Dini in questo periodo? Cioè... sembra quasi che debba un favore a qualcuno... cioè... non ci sono delle brave attrici nelle nuove fiction Rai?

Senza parole

Solo poche righe per ricordare questo Natale, trascorso anche quest'anno con gli amici di sempre, con gli stessi parenti allo stesso tavolo agli stessi posti, e con una persona speciale che non finisce mai di stupirmi e ha due occhi pieni di immenso amore quando mi sorride felice che basterebbe solo quello per amare la vita. Ad avercene sempre di giornate così calde e sincere.

E tante e tante cose incredibili sono successe negli ultimi tempi che non sarebbe sufficiente un post a ricordarle tutte, ma forse nell'anno che arriva saprò raccontarvele poco alla volta, trovando le parole giuste.

Un Natale mediocre

Il corpo di Babbo Natale fu ritrovato in un garage tagliato a pezzetti (il corpo di Babbo Natale, non il garage) il 7 gennaio 2008 dopo che un miliardo e duecentotrentatré milioni di denunce erano arrivate concomitanti la mattina del 25 dicembre, mandando in tilt i centralini telefonici.

La mattina dell'8 gennaio 2008 i giornali titolarono a piena pagina la tragedia, mostrando una rara foto di Babbo Natale da giovane quando frequentava il seminario, con sotto la didascalia: "Babbo Natale ai tempi del seminario": in quella foto Babbo Natale assomigliava a Paul Newman da giovane, occhi azzurri tagliati sottili, naso prominente, maglioncino a V e mascella da attore americano. Tantissimi giornali, nelle pagine interne, riportarono anche un'altra foto, sempre risalente ai tempi del seminario, (fa sempre un certo effetto mostrare le foto dei morti ammazzati "ai tempi" di qualcosa) in cui Babbo Natale giovane posava insieme ad altri ragazzi giovani, del tutto simili a lui tranne per il fatto che nessuno di loro riportava, intorno alla faccia, lo stesso circoletto rosso che i grafici dei quotidiani gli avevano tributato per renderlo facilmente riconoscibile. Anche in quest'altra foto, questa del circoletto, la didascalia molto ovviamente ribadiva: "Babbo Natale quando frequentava il seminario".

Allora quella mattina dell'8 gennaio la disperazione nel mondo fu tale che in tutto il mondo piovve. Chi prima, chi dopo, (a seconda del fuso orario) la gente osservò attentamente quella foto, la foto di Babbo Natale da giovane, in particolare quella dove stava insieme agli altri cerchiato di rosso, rimanendo colpita dall'alone di predestinazione che quel volto portava. Nessun altro, in quello scatto, sembrava essere bello a tal punto, così convinto, così fiero, come Babbo Natale da giovane cerchiato di rosso. Sembrava quasi, nella foto, che Babbo Natale giovane se lo vedesse già intorno alla faccia il circoletto rosso che i giornali, un giorno nel futuro lontano, gli avrebbero disegnato attorno. E sembrava che anche tutti gli altri ragazzi del seminario presenti potessero vederlo e che per quello apparissero meno convinti, più sconfortati, perché tanto, qualsiasi cosa avessero fatto, con qualsiasi voto fossero usciti da lì, con qualsiasi ragazza si fossero presentati al ballo di fine anno, ebbene, il circoletto rosso non sarebbe toccato a loro.

I giornali, quell'8 gennaio 2008, ma anche tutti i giorni a venire, per almeno un anno, parlarono diffusamente di Babbo Natale, raccontando vizi e virtù dell'uomo più famoso del mondo subito dopo Gesù Cristo e Briatore. (secondo un sondaggio di Forbes. In verità Forbes propose anche un altro sondaggio che si trascinò dietro una buona dose di critiche, sondaggio che elesse Babbo Natale secondo uomo più ricco del pianeta subito dopo Putin e i fondatori di Google) Arrivarono settimane atroci per la televisione e per il senso generale dell'inverno: la Borsa crollò pesantemente e "The Economist" scrisse che la morte di Babbo Natale si poteva paragonare, per gravità fiscale, al post 11 settembre. Naturalmente i più colpiti dal lutto furono i bambini: anche quelli che, da anni, avevano perduto la fede nella figura di Babbo Natale, tornarono improvvisamente praticanti e alla fine se ne contarono a milioni nei vari funerali che furono organizzati. (fu deciso che un solo funerale non sarebbe mai bastato a soddisfare la richiesta e, per questo, ne furono preparati 466 sparsi per il mondo: dove fossero realmente le spoglie di Babbo Natale non fu mai rivelato, così che tutti potessero segretamente covare il sogno d'aver scelto il funerale giusto e raccontarlo agli amici o nelle interviste televisive. Quelle giornate di grande unione e fratellanza furono chiamate dai media: "L'ultimo regalo di Babbo Natale". Sei milioni di T-Shirt furono stampate e vendute in poche ore)

Uno dei problemi principali fu che il cadavere tagliato a pezzi di Babbo Natale venne rinvenuto disgraziatamente nei pressi di una Moschea. Vennero perciò mesi difficili per gli islamici di tutto il pianeta: l'Italia, in particolare, si fece portavoce di una moratoria per ristabilire con "urgenza assoluta" la pena di morte. La moratoria fu approvata con grandissimo calore e in una dichiarazione, forse troppo affrettata, Prodi propose di dichiarare illegali tutte le persone di sesso maschile con la barba lunga e che avessero almeno un'acca nel nome o nel cognome. In più la Lega Nord si fece portatrice di una proposta, acclamata sulle rive del Po in uno storico giorno di febbraio alla presenza di 400 bifolchi, quattro vacche e sedici maiali coi paramenti sacri, secondo la quale proposta, chiunque fosse in grado di elargire informazioni sul presunto killer di Babbo Natale (che per comodità tutti cominciarono a chiamare Mohammad) avrebbe ricevuto una cifra in danaro pari al suo peso. (il primo a presentarsi fu sorprendentemente Giuliano Ferrara)



Un dibattito politico senza precedenti si scatenò: durante una manifestazione pacifica il 7 febbraio, esattamente un mese dopo il ritrovamento del cadavere tagliato a pezzetti di Babbo Natale, la polizia sparò lacrimogeni ad altezza uomo per disperdere una folla di riottosi naziskin che s'erano riuniti al grido di: "Santa Claus Raus". Il Parlamento deliberò che fosse il caso di calmare le ire cittadine e con una mossa storica e tempestiva le Grandi Potenze mondiali firmarono un Trattato di Pace Internazionale per cui tutte le persone minimamente sospettate d'aver ucciso Babbo Natale furono immediatamente imprigionate. Tra loro anche Salman Rushdie. Davanti a una petizione proposta da sommi Figli di Papà, tra cui Luca Sofri, in cui veniva chiesta l'immediata scarcerazione del letterato di Bombay, e firmata da oltre 350 Intellettuali italiani, tra cui Daria Bignardi, il governo Italiano rispose con una nota ufficiale: "Poteva pensarci prima e levarsi quell'acca dal cognome. Per non parlare della barba".

Petizione o non petizione, il Trattato di Pace Internazionale venne visto di buon grado da quasi tutta la popolazione mondiale. Secondo un sondaggio incrociato italo-americano il 97% delle persone intervistate si dicevano d'accordo con l'incarcerazione preventiva. Il 2% non sapeva o non rispondeva, il restante 1% erano blogger. (sondaggio effettuato su un campione di 1 milione di persone sparse per tutti e cinque continenti, tranne quello asiatico)

Com'è come non è, di certo ci fu che, messi dentro circa 13 milioni di persone sospettate dell'uccisione di Babbo Natale, anche tutto il resto della criminalità crollò in maniera sorprendente: addirittura le persone cominciarono ad uscire di casa anche dopo le 21 di sera e a nutrire nuovamente fiducia verso il futuro. (dove per futuro s'intendeva, al massimo, tutto il resto della settimana) La presidenza del Consiglio dei Ministri promosse spot pubblicitari, che sono ancora in onda, in cui si invitavano i cittadini a rilassarsi e a credere che quanto s'era fatto e si stava facendo per la sicurezza di tutti era già più che sufficiente.

Naturalmente non fu tutto qui.
Le indagini proseguirono per oltre un anno: come consulente speciale, gli inquirenti convocarono la signora Franzoni, ma ugualmente non venne fuori niente di significativo, a parte un coltello sospetto recante sulla lama tracce di sangue riconducibili a Meredith. I Ris tirarono fuori riscontri di ogni tipo: dopo sei settimane di analisi alcuni peli di barba bianca furono fatalmente fatti risalire alla vittima e non all'assassino.

Le televisioni ci marciarono: i palinsesti furono variati per mesi e, per rispetto, le Veline di Striscia la Notizia non fecero stacchetti addirittura per tre puntate.

Il minuto di silenzio osservato negli stadi di Serie A fece discutere moltissimo, perché i temibilissimi Ultras lo disturbarono con irrispettosi fischi. (fu pensato di incolparli tout court dell'assassinio di Babbo Natale, tutti gli Ultras d'Italia tranne quelli del Vicenza, in quanto i colori sociali di Babbo Natale erano molto simili a quelli della squadra biancorossa) Il Viminale, per rispondere alle curve, ree d'aver esposto striscioni quali: "Luciano Moggi come Babbo Natale" e "Dieci, cento, mille Babbo Natale", deliberò che tutti gli attaccanti di Serie A non avrebbero mai più dovuto segnare goal di testa. Fu così che scese in piazza anche il Sindacato Calciatori: l'Osservatorio, allora, trovò che per mettere la parola fine alla questione "Violenza negli stadi" la maniera migliore fosse quella di spostare l'orario delle partite dalle 15 alle 15.15: l'idea ebbe un successo universale e la Federcalcio mostrò dei tabulati in cui si dimostrava senza l'ombra del minimo dubbio che le violenze tra le 15 e le 15.15 erano effettivamente diminuite del 100%.

La morte di Babbo Natale cambiò la vita delle persone per tutto l'anno a venire, fino a che, naturalmente, non arrivò nuovamente Natale e due fasci di luce furono proiettati verso il cielo alla mezzanotte precisa da tutte le piazze del mondo. Allora i bambini intonarono canti religiosi, Bush si fece il segno della croce in diretta mondiale, mentre sulle sue labbra le moviole carpirono il messaggio: "Lo staneremo" e Silvio Berlusconi montò sul tetto di un auto per annunciare a tutti alcune cose, per esempio che Babbo Natale era comunista e quindi coglione nonché omosessuale e che da quel momento in avanti il Natale si sarebbe festeggiato il 24 di marzo. (disgraziatamente l'auto si mosse prima che Silvio terminasse l'orazione ed è per questo che l'ex premier risiede attualmente al Centro Traumatologico in terapia intensiva. Una delle sue ultime dichiarazioni carpite sarebbe stata: "Cribbio, ma che bisogno c'era del catetere?")

L'assassino non fu trovato mai, ma secondo recenti dichiarazioni dei Governi di tutto il mondo: "è altamente probabile che sia comunque in galera". Ai bambini fu spiegato che Babbo Natale era dovuto partire e che "adesso stava molto meglio di prima perché in un posto incantato e pieno di giocattoli". ("...Rignano Flaminio?", avrebbe domandato rabbrividendo uno di loro, secondo testimoni) Non tutti vissero felici e contenti, ma quasi.

[... buone cose e felicità da Noantri]

This is just a modern rock song

This is just a modern rock song

Una canzone è come una pagina scritta sul diario. Un appunto che serve a fermare un momento e renderlo identificabile ed unico anche in un mare magnum di ricordi.

Colas ricorda il valore storico delle canzoni, a cui assegniamo volontariamente o meno una grossa responsabilità: ricordare la nostra vita, essere testimoni delle nostre sensazioni e di noi stessi.

La memoria che si tramuta e si fa carne nelle nostre canzoni racchiude molto spesso un secondo strato di verità, difficile da distinguere se non si è molto allenati con quella scomoda compagna di viaggio di nome Realtà. Girolami la butta sui sentimenti, ma si potrebbe estrapolare dal suo discorso intimista una regola valida per tutti: ci sono le canzoni segnalibro, e ci sono le canzoni di cui abusiamo per succhiare loro pezzi di vita non vissuta, inscenando una clamorosa non corrispondenza di sensi.

Amiamo canzoni che chiedono scusa per tutto quello che abbiamo commesso, quando invece siamo innocenti. Sfoderiamo canzoni che gridano amori inconfessabili quando invece siamo single convinti. Bruciamo canzoni schiumanti furore sociale o depressione di inizio secolo mentre siamo in coda in macchina e stiamo pensando nient'altro che alla foglia di insalata incastrata tra i molari.

Eppure esistono queste canzoni così prepotenti che sarebbe un crimine contro la (nostra) umanità lasciarle fuori dalla porta, e così le fai entrare anche se sono nere e tu razzista, le fai accomodare anche se sono milaniste e tu interista, a cui offri da bere anche se loro urlano e tu taci. Ti risparmiano la fatica di riempire le tue pagine bianche da solo, evitando dolori e gioie per farle finire incapsulate e standardizzate in quei 4 minuti e mezzo . Le scarichi da emule e le adotti anche se non sono figli tuoi, e magari finisci anche a tentare di assomigliare a quello che raccontano. Forse sono loro i tuoi genitori, e tu soltanto il segnalibro tra gigabyte di mp3.

Ci sto riuscendo eh?

Andate a piedi, è tutta salute

Non nascondo che provo una certa soddisfazione nel vedere l'isterismo collettivo generale di questi giorni (specie quello da carenza di benzina). Sembra sia crollato il mondo, uno scioperino e l'Italia è nel panico "allarme alimentare", "allarme paralisi", "ALLARME ROSSO".
Sarà, ma io un giretto per i supermercati me lo sono fatto, e tutta sta tragedia mica l'ho notata, ho sofferto un po' la carenza di caffè Illy ma mi ha appena detto la nonna che han fatto spuntare fuori da un magazzino pure quello quindi dovrei essere a posto.
Sinceramente non capisco la gente isterica che va a riempire il carrello di lattine d'olio e scatolame di ogni genere. Han detto che sciopereranno fino a Venerdì, non penso che i supermercati siano incapaci di fronteggiare la cosa, qui in zona stan tutti pieni.
Diciamo che sarebbe stato tutto moooolto più semplice se molti di quelli che si fan chiamare giornalisti (invece di andare a zappare la terra come dovrebbero) avessero evitato di calcare la mano su una nazione già di per sè troppo portata alla psicosi collettiva.
Condivido in pieno ciò che dice Severgnini, questo tipo di protesta non porta da nessuna parte, fosse per me questi potrebbero continuare a cuocere nel loro brodo, son sicura che sopravviverei benissimo lo stesso, prima o poi si stuferebbero loro per primi e a quel punto potrebbero sedersi ad un tavolo per trattare in maniera ragionevole.
Tralaltro leggo qua e là che la spesa l'han fatta comodamente più o meno tutti, pare quindi che il problema principale al momento si riduca alla benzina.
Tuttavia se i distributori di benzina son vuoti è perchè in italia c'è una media di 2-3 automobili per nucleo familiare e i proprietari delle suddette spesso la usano pure per andarsi a prendere i giornali; aggiungiamoci che il trasporto pubblico spesso fa pena, pensiamo a tutti i proprietari delle autovetture in corsa per un "pieno" nell'ansia della caccia all benzina ed ecco prosciugata la riserva di benzina a disposizione della collettività.
Dovendo essere del tutto onesta non provo neppure un po' di empatia per la situazione, mi spiace per chi si ritrova appiedato ma non condivido neppure un briciolo di questo allarmismo che è specchio di un paese che non sa gestire per nulla la sua emotività e si fa tenere in ostaggio da ogni minima agitazione.

Aggiungiamoci poi che trovo scandaloso trovarsi nel 2007 ancora in ostaggio della benzina.
Perchè le soluzioni ci sarebbero eccome.
Eccome se ci sarebbero.

Funzioni vitali

L'amore, gli amici, l'odore di cucinato, il rumore della tastiera, la musica, le lucine degli apparecchi elettronici di notte, la solitudine, l'incomprensione, gli abbracci, il cappuccino, il semaforo che diventa verde giusto quando arrivi tu, il tizio che ti ringrazia perché lo stai facendo attraversare, l'odore di alcol nelle bocche degli amici che ti stanno salutando a notte fonda, le gallery delle gnoccone su La Repubblica, la gente che non si offende mai, curiosare al supermercato, scoprire una grande carta dei rum nel menu del locale in cui ti sei appena seduto, il primo sorso di birra quando hai veramente sete, l'odore dell'estate quando ancora estate non è;

trovare un volo Ryanair a/r a 0.1 centesimo, applaudire fortissimo ad un concerto, saltellare, giocare a pallone in corridoio con gli amici del lavoro, infilarsi le mani nelle tasche di un vecchio jeans e trovarci qualcosa, soffocare una risata disperata davanti al conto inaspettatamente salatissimo che t'è arrivato al ristorante, trovare parcheggio, lasciare la macchina sulle strisce blu senza pagare e farla franca, Lost il lunedì sera, sentire lo starnuto imminente e trovare subito il fazzoletto a portata di mano, dire qualcosa ad un amico e vederlo annuire, stare sempre dietro l'orologio perché non vedi l'ora di vederla, appiccicare un adesivo della Lazio in camera come dieci anni fa, guardare la gente fumare insieme fuori ai locali e raccontarsi cose diverse da quelle che si stavano dicendo dentro, il momento preciso in cui capisci che hai appena trovato il coraggio di tuffarti completamente nel mare gelato dopo venti-minuti-venti di approccio timoroso, la radio che ti indovina la canzone giusta in macchina, la mattina quando apri il blog e ci trovi già 12 commenti, i commenti, il blog, i lettori del blog, gli amici che ti commentano nel blog senza dirti niente, i complimenti;

Word di microsoft che sono 10 anni che mi cambia "coglioni" in "ciglioni", il pugilato, levarsi le fascette e scoprirsi le nocche insensibili, gonfie, rosse e un rivolo di sangue giusto tra il mignolo e l'indice, il senegalese Bariza che, appena arrivi in palestra, ti dice: allora sei pronto?, sempre, tutte le volte, non si dimentica mai, l'aperitivo, Andy Capp che ti citofona e, in romanaccio, dice aho, apri, il romanaccio, Roma, il traffico che ti fa scoprire una nuova stazione radio, le 11 di sera, sentirsi giusto un gradino sotto Che Guevara dopo la terza chiara media, ogni singolo gol della Lazio, la Roma che perde in casa, la Champions League in redazione con quindici televisori accesi e Emmenne che gira una canna un po' guardando la Lazio un po' ammirando Drogba, avere una minilibreria in camera di libri ancora non letti da cui attingere ogni volta che se ne ha voglia, scoprire che il raffreddore t'è passato, l'acido lattico dopo una giornata di sport, la pipì fatta sulle mura di Corso Italia dopo il Negroni di Piero, le vacanze quando la Vita Vera è lontana, F., nonostante tutto, Federico che viene a trovarci al lavoro con la bustina piena di birre, sentire la mancanza di qualcosa, il lasonil, le coincidenze, i lobi delle orecchie morbidi, gli sconti, il terzo episodio de "Il Signore degli Anelli" visto in un cinema a Leicester Square a Londra, accanto a un tizio con un turbante e una specie di rubino rosso al centro della fronte, "King Kong" visto per la terza volta a New York in un cinema vicino a Times Square con tutti gli autoctoni che si spazzolavano i capelli quando lo scimmione si affacciava dall'Empire State Building esattamente dietro al cinema in cui stavamo noi;



la gelosia che ti fa diventare le mani fredde, qualcosa che succede che ti fa dire "vabbè, ma 'sti cazzi" di fronte a tutto il resto, i biglietti da visita, un bar nuovo che, senza dire "a", ti fa il Negroni col Punt e Mes, andare per bar invece che per pub e spendere per un cocktail 3 euro anziché 9, montare le cose con Alberto e dargli il cinque perché funziona, addormentarsi con un libro chiuso a V rovesciata sulla faccia, ordinare qualcosa via Internet, poi tornare dal lavoro e trovarselo in portineria pronto da ritirare, sentirsi chiamato per la strada da qualcuno che conosci, i momenti immediatamente precedenti alla punizione dal limite per la tua squadra, quando i tuoi eroi si parlano nelle orecchie e tu sei stra-sicuro che il peggiore di loro tirerà fuori una parabola degna di Platini, uscire da un parcheggio al centro per andare a casa, vedere nello specchietto un altro che mette la freccia per infilarsi al posto tuo e sapere che per lui sarai il suo Eroe Assoluto per almeno venti minuti, i dolci, le pizzette, le schifezze comprate nei migliori forni di Roma alle 2 di notte, i ricordi dello scudetto che ancora, ogni tanto, ti raggiungono di notte;

Cuba, la Havana, quel caos calmo, i mojito bevuti piano nella plaza de la Catedral, con le due gocce d'angostura che scivolano verso il fondo e i tuoi migliori amici che si guardano intorno con le labbra strette d'emozione mentre pensi che ce li hai portati tu laggiù, i tuoi amici, tu con i tuoi racconti, la habana vieja, scoprire senza preavviso che l'indomani non devi lavorare, non fare mai programmi, shift+F12 premuto a tempo di musica per salvare un documento di testo che ti sembra stia venendo particolarmente bene, essere dell'umore giusto per apprezzare perfino una canzone di Max Pezzali, l'anulare destro storto a vita in conseguenza di una parata avventata a calcetto quando gli inverni erano freddi veramente, i tatuaggi, la pigrizia, preferire fare niente a fare qualsiasi altra cosa, i segnalibri colorati, le noccioline sgranocchiate al lavoro di sera, a dicembre, con i vetri delle finestre appannati, tornare in macchina la mattina, accendere il motore e scoprire la radio a un volume insostenibilmente alto, lasciato così dalla sera prima e non ricordare affatto quale fosse il motivo di tanta euforia;

fantasticare sui siti Web di viaggio, prenotando per finta voli in capo al mondo e poi pigiando annulla senza nessun rammarico, le ragazze che camminano sui tacchi con disinvoltura, sicurezza, proprietà e consapevolezza, gli scaldamuscoli rosa delle ballerine di danza moderna, VASCO ROSSI, l'istante in cui l'aereo tocca terra e tu capisci che, fatta eccezione per epocali disgrazie imprevedibili, anche questa volta la potrai raccontare, mostrare le fotografie delle vacanze a genitori e amici, i bassi dal subwoofer, il concerto dei Queen al Palalottomatica due anni fa, il giochino con le mani durante "Radio Ga Ga", avere ACQUISTATO online l'UNICA versione al mondo di "Love Of My Life" dal vivo in cui, tra le altre mille, c'è anche la TUA voce che canta, arrivare puntuale a un appuntamento, arrivarci tardissimo, telefonare per scusarsi e scoprire che NESSUNO è in realtà ancora arrivato: capire da quello che ti sei scelto gli amici giusti, l'incontro che Rocky perde contro Apollo nel finale di "Rocky I", la frase finale di "Io e Annie" di Woody Allen, la colonna sonora di "A straight story" di David Lynch, Tyler Durden, Quentin Tarantino. (e con questo penso d'aver incluso tutto quello che c'era da dire alla voce cinema)

Basta.
Continuate voi.
Funzioni vitali, ricordate.
Nel senso: per me una funzione vitalissima anche mentire è.

Basta con i blog – giornata 3 e 4

Avete visto come sono bravo? Ho addirittura rispettato l'antica regola che la domenica non si posta, perchè si ha altro da fare. In realtà ieri c'era una pioggia atroce e son rimasto pressochè in casa ma mi sono trattenuto, anche in virtù del mio cercare di smettere. Tra l'altro ho avuto il mio bel da fare a giocare a Lego, il che mi ha tenuto distratto un'oretta buona su 24, durante la quale appunto non ho toccato il computer.
Cercare di smettere di scrivere è difficile, specialmente se si scrive ogni giorno quello che sta accadendo. Ieri mi chiedevo: come farò a smettere anche di raccontare sul blog che sto smettendo? Arriverà un momento in cui dovrò cessare di scrivere queste righe. Potrei prendere il telefono, chiamare Attimo in ufficio e distrarlo dai suoi css solitari e raccontare a lui, con preghiera di pubblicazione e diffusione. Oppure potrei aprirmi un account sotto falso nome e postare parlando di TheEgo come se fosse un conoscente.

Ma ho avuto un'idea migliore. Smetterò un po' per volta, cercando di essere via via più sintetico nei miei interventi tagliando via un pezzo di post in modo da farli sempre più corti. A voi vi basti sapere che sto bene, sto riuscendo per ora nel mio intento e che dopotutto magari finalmente,

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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