ovvero: Affinità e divergenze tra una capitale mitteleuropea e il Sottoscritto
- seconda puntata -
IL CIBO
Mangiare bene a Praga non è difficile se siete appassionati di carne speziata e non avete problemi di linea. Il primo impatto con il mangiare avviene in un kebabbaro aperto 24 ore su 24. Presto capiamo che ogni ambulante, piccolo fast food o take away è aperto giorno e notte ininterrottamente e ha sempre clienti. In piazza San Venceslao troviamo le code per prendere un gustoso hot-dog con i crauti: i rivenditori hanno una piccola baracchina e ne contiamo ben 6 nel raggio di 100 metri. Ogni praghese che si rispetti si sottopone al rito dell'hot-dog un po' come noi consumiamo piadine in giro per le città della bassa: perfino anziane signore di 70 anni affrontano wurstel giganti con piglio deciso, condendo il pasto di metà pomeriggio con un cetriolo o senape in un piattino di cartone.
E poi birra a fiumi, in lattina, alla spina, in bottiglia. A Praga e dintorni ne producono almeno tre marche diverse che ovviamente in patria costano pochissimo: appena 1 euro circa per una 0,5l in qualunque pub.
Il piatto tipico dell'est europa, il gulash, è servito un po' ovunque, con esso gnocchi di pane, il famigerato prosciutto praga affumicato e qualche timballo strano pieno di verdure.
Il problema è che a Praga non si mangia roba fresca: verdure a parte, tutto è confezionato, surgelato, liofilizzato, impacchettato. Al supermercato passiamo lunghi minuti per trovare una scatola che contenga riso e non la sua versione liofilizzata da bollire a bagnomaria. Perfino il bancone degli affettati non ha i consueti prosciutti in bella mostra ma solo vaschette confezionate già affettate. Nella macelleria ogni carne è già tagliata e impilata in ordine: maiale, tacchino, manzo, pollo, tutte fettine pronte da richiedere al commesso, e lo stesso per i salami che appaiono sotto forma di mucchietti di fettine tagliate e accatastate ad ossidarsi all'aria.
In questo tripudio suino l'ultima sera optiamo per cucinarci un piatto di maiale (carne e wurstel) cotto nella birra. Un modo carino per salutare la città e coniugare l'esperienza culinaria praghese in una portata unica.
A Mala Strana, un quartierino caratteristico tutto in salita ai piedi del castello troviamo i famosi "Tatranky" in una bottega: i wafer al cioccolato "tipo i Loacker, ma molto più buoni". C'è la Cherry Coke, la cocacola all'amarena, che da noi si guardano bene dal commercializzare e qualche tonnellata di infusi e tisane.
Il Mc Donald's è poco presente, ma rispetta le leggi del mercato: aperto 24 ore su 24 sforna panini ad un tripudio di persone che si accalcano al bancone. Le proposte culinarie sono più "robuste" che da noi, ed arrivano a contenere all'interno dello stesso panino un hamburger, una crocchetta di patate e due fette di bacon. La notte c'è un menu speciale con panini appositi e le stanze si riempiono di barboni che prendono un caffè caldo e si riposano sui comodi divanetti lounge che rendono il Mc Donald's quasi grazioso e molto più elegante rispetto i nostri standard.
I PUB
Se volete prendervi una seria sbronza, Praga è il posto ideale dove farlo a buon mercato. Oltre la sopracitata birra a prezzi stracciati potreste permettervi svariati cocktail nella stessa serata senza che il vostro portafoglio si sgonfi clamorosamente. La scarsa presenza nel centro storico non vi faccia credere ci sia poca vita notturna: i giovani scorrazzano in lungo e in largo a gruppi infilandosi in questo o quel fumoso locale sotterraneo. In Repubblica Ceca è ancora consentito fumare nei locali e gli impianti di aerazione sono pressochè inesistenti; così sembra di essere in qualche bettola di una volta e i vestiti si impregnano di cattivo odore ma l'atmosfera rilassata e alternativa rendono l'esperienza piacevole per una serata alla buona. Un cuba libre viene 2 euro e mezzo, un mojito 3. Le birre oscillano intorno all'euro, euro e mezzo a seconda che sia alla spina o in bottiglia. Niente salatini, patatine, cianfrusaglie: a Praga la gente beve e basta e anche l'uomo al tavolo a fianco al nostro una sera sembra averlo fatto senza indugi: chino sul tavolo dorme profondamente con il boccale ormai vuoto davanti a sè, mentre gli amici ornano la sua testa con bandierine, collanine e tovaglioli trovati in giro, ridendo come matti. C'è persino un biliardino, il mitico calcio balilla sempre affollato di gente dove per pochi centesimi si può intraprendere un'emozionante sfida tra lo Sparta Praga e il Bratislava. I locali chiudono relativamente presto così non è impossibile trovare gruppetti che tirano tardi in piazza o su qualche panchina con abbondanti scorte di lattine maxi da 0,66. Se vi piace la musica al massimo potreste pensare di intrufolarvi in qualche club.
I CLUB
Il Lucerna è un "club sotterraneo tipo febbre del sabato sera" a due passi da Piazza San Venceslao. La serate più popolari sono quelle del venerdì e sabato sera: il video party '80-'90 è un'allegra scaletta di brani semitrash di qualche anno fa i cui video fanno bella mostra di sè su un maxischermo mentre la gente riempie la pista. L'ingresso costa circa 3 euro e il guardaroba è incredibilmente gratuito. Ci rendiamo conto fin da subito che l'abbigliamento finto alternativo che indossiamo per mimetizzarci nella folla è inutile, sono tutti vestiti piuttosto bene e il locale dentro è bello grande che pare una discoteca per davvero. C'è la strobo che gira, le luci, il palco ad un lato e perfino una balconata da cui si domina la scena, piena di altra gente che balla per conto suo. E poi c'è Michael Jackson, Cyndy Lauper, i Duran Duran, Madonna e mi sale un groppo in gola che a momenti mi metto a piangere e mi sento di colpo adulto. Per fortuna non sono il più vecchio del locale (vorrei ben vedere...). I cocktail costano di meno al piano sopra e con un paio di euro ciascuno portiamo a casa un cuba libre e un mojito nonostante un po' di coda. Buffo trovare di nuovo in vendita i wafer Tatranky e perfino pacchetti di sigarette, dietro il bancone del locale.
Al tavolo a fianco a noi in disparte sulla balconata un gruppo di italiani si fanno riconoscere. Vestiti firmati dalla testa ai piedi, cellulari costosi in bella mostra, parlano con l'Italia e si scattano foto idiote chiedendo perfino a noi di scattargliene una con un pessimo inglese. Sempre in pessimo inglese rispondo educatamente e fotografo facendo finta di niente...
I tormentoni a Praga sono diversi dai nostri e il popolo gggiovane adora canzoni che qui nemmeno conosciamo. Quando partono le prime note la gente sorridente canta e riconosce il pezzo e perfino la ragazza con il cappotto (?) che balla poco distante da noi è felice come una pasqua. I tamarri italiani sono sul palco e cercano di lumare le pupe che trovano al loro fianco, con scarso successo.
Alle quattro, quando il locale chiude baracca e burattini, c'è poca gente in giro, ma McDonald's e baracchini di wurstel fanno affari d'oro con la gente affamata. Giusto il tempo di trangugiare qualche patatina e poi dritti a riposare le stanche membra a casa. Rigirandomi nel letto sogno Franz Kafka passeggiare per il Ponte Carlo con la bombetta e l'ombrello. Mi avvicino per fermarlo e parlargli, lo prendo per un braccio e si volta. E' un enorme scarafaggio, e sta mangiando anche lui un wurstel con la senape. Indossa scarpe Nike.
7 Responses to “Sarà che non c’è il mare a Praga /2”