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Version 3.0
E' tutto un equilibrio sopra la follia
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Non riesco più a interessarmi del sociale.
La semi-caduta di Prodi non mi ha toccata. I recenti rapimenti (e rilasci, per fortuna) mi hanno toccato pochissimo.
Così, ecco il mio silenzio. Qui e altrove.
Questo eccesso di mediocrità mi fa un po' paura. Conoscete un rimedio?
"Olindo Romano è dimagrito di 12 chili. Poco cibo e tante, tantissime, sigarette. Nella sua cella — la numero 1, due metri per tre—passa il tempo guardando senza troppo interesse la televisione, leggendo libri in prestito dalla biblioteca del carcere e, più spesso, fissando il soffitto. Legge di tutto, ma specialmente romanzi e la trilogia di Oriana Fallaci. Uno dei libri l’ha restituito sottolineato e scarabocchiato nelle parti che parlavano di rabbia e rancore, di episodi di collera verso i bambini."
(Corriere della Sera, 18 Marzo 2007)
Secondo voi, dovrebbe fare riflettere di più il fatto che un efferato assassino che ha sgozzato una intera famiglia meticcia sia un appassionato lettore della trilogia di Oriana Fallaci, oppure il fatto che nelle carceri italiane per rieducare un efferato assassino che ha sgozzato una intera famiglia meticcia non si trovi di meglio che dargli da leggere l'ultima trilogia di Oriana Fallaci?
: Berlusconi dice che la gente si allontana dalla politica anche per colpa di "una tivù repellente".
: Più che un'autocritica mi sembra un'autodenuncia.
E' uscito il nuovo Panorama. Ora, io non sono mai stato un lettore assiduo di Panorama (non è esattamente il settimanale che preferisco), e non ho neppure una grandissima opinione del suo direttore, Pietro Calabrese. Però visto il suo nuovo sito (bellissimo) e visto che questa settimana il settimanale costa un euro (bravi), ho deciso di comprarlo.
Guardiamolo quindi, questo nuovo Panorama. Non per dare giudizi sin dalla copertina, ma se quella della prima uscita era gradevole, la seconda fa veramente schifo. Ma cos'è quel rosa? Sembra l'allegato di Cioè. Procediamo, comunque, con qualche numero: il nuovo Panorama consta di 300 pagine totali (comprendenti prima, seconda, terza e quarta di copertina). Di queste, 147 (e mezza) sono occupate da pubblicità. Non è poco, ma è nella media di questo tipo di settimanale. Delle rimanenti 152 pagine (e mezza), andrei sottraendo altre 14 pagine più o meno inutili (sommario, shopping, motori, inregaloconpanorama, marchette varie): il succo del nuovo Panorama è dunque composto da 138 pagine.
E cosa ci troviamo in questo succo? Apre il direttore Calabrese con un simpatico editoriale-aneddoto sui trascorsi di Mastella e la performance di Prodi a Matrix (buono), proseguono una serie di news tratte da alcuni blog e un corsivo di Giuliano Ferrara ("Fermiamo il trillo in classe": vale a proposito quanto scrive Serra). Di seguito, l'inevitabile: poteva Panorama (seppure nuovo) rinunciare ad un mega reportage su Vallettopoli? No che non poteva, infatti ti becchi sei pagine di "Scatti e ricatti" (giorni fa, Panorama aveva addirittura messo online il testo completo dell'ordinanza contro i presunti colpevoli: 700 pagine piene di conversazioni, numeri di telefono non criptati e dati sensibili. Il file è stato rimosso dopo poche ore).
Ma proseguiamo: corsivi di Sergio Romano sui Lords (buono) e di politica estera a firma Gianluca Beltrame (buono). Seguono tre pagine sull'Afghanistan in cui si spiega con pazienza la scelta del centrodestra che vota col governo "ma vuole costringere il governo a garantire dotazioni migliori al nostro contingente", l'intervista alla moglie di uno degli impiegati Eni rapiti che accusa il governo di ignorare i loro cari dedicandosi solo al caso Mastrogiacomo (peccato che i due siano stati liberati proprio il giorno dell'uscita del settimanale), due pagine su Napolitano, una su Flavia Franzoni, un corsivo di Bruno Vespa che rimpiange le larghe intese, un pezzullo di Antonio Polito su laici e mangiapreti (buono), due pagine di resoconto del dibattito online sulla carne il venerdì a mensa (già è noioso il dibattito online, immagina il resoconto).
A pagina 74, in due corsivi c'è una piccola svolta: un pezzo di Lino Jannuzzi che da il bentornato in Cassazione a Corrado Carnevale, il giudice 'ammazzasentenze' nemico giurato di Giovanni Falcone, e uno di Paolo Guzzanti che, abbandonati (o quasi) i toni deliranti del suo blog, definisce la trasmissione di Santoro 'un gulag della prima ora' (poteva dire semplicemente che è brutta, e saremmo stati d'accordo). Oh, finalmente riconosco il caro vecchio Panorama.
A pag. 84, Francesco Alberoni mette in acrobatica relazione causa-effetto i video fatti a scuola coi telefonini e il precariato (non chiedetemi come), a pag. 98 un bel pezzo sulla Cina di Hu Jintao, poi un po' di fuffa finanziaria (Tronchetti, Telecom, Coppola e i furbetti: perdonatemi, Panorama non c'entra, non riesco a leggere ancora questa roba), un box a firma Stefano Vespa (fratello di Bruno), un bel pezzo sulle prossime elezioni francesi (di Denise Pardo), un dossier sul climate change, un'inchiesta sulle famiglie italiani dipendenti dalle società finanziarie, un reportage sui bambini del Ku Klux Klan.
Felice parentesi è un corsivo di Adriano Sofri dal titolo eloquente ("Soffia il vento dell'antipolitica". Amen), prima di un altro bel po' di fuffa (stavolta modaiola, mediatica, gossippara, tecnologica, marchettara) che guida stancamente il nuovo Panorama alle ultime pagine.
Conclusioni? Dunque, chiaramente non mi aspetto di trovarmi entusiasta davanti ad un settimanale di orientamento conservatore, qualunque esso sia. Però bisogna fare qualche distinguo. Prendiamo Il Foglio, per esempio: è un giornale di orientamento liberalconservatore, ma è una goduria anche per il lettore progressista. Uno poi è libero di essere o no d'accordo con quel che ci trova scritto (nonostante molti ne dicano peste e corna senza averlo mai aperto), ma rimane un fatto: che, superati gli iniziali pregiudizi, il Foglio è sotto ogni punto di vista un ottimo quotidiano, costruito benissimo e altrettanto benissimo scritto e pensato. E io, liberale, laico e progressista, lo leggo online con piacere. Ora, se Panorama fosse costruito e pensato come una sorta di Foglio settimanale, potrebbe secondo me funzionare di più. Così, invece, è il solito vecchio Panorama a metà tra Capital e Il Giornale, abbellito di una grafica accattivante e un magnifico sito: è sicuramente meglio del Panorama di Rossella, direttore Calabrese, ma il salto di qualità purtroppo non c'è.
Oggi ha annunciato l'inevitabile partenza da una squadra diventata nel frattempo troppo matura e vincente per un tipo come lui. E' molto emblematico che proprio quando l'Inter inizia a stravincere con forza e ordine, Recoba saluta tutti e se ne va, senza che i tifosi lo rimpiangeranno. Tranne uno, che vedrà partire il suo primo e ultimo idolo calcistico della giovinezza sentendondosi un pò più solo nella sua fede nerazzurra, e incompreso.
ovvero: Affinità e divergenze tra una capitale mitteleuropea e il Sottoscritto
- seconda puntata -
IL CIBO
Mangiare bene a Praga non è difficile se siete appassionati di carne speziata e non avete problemi di linea. Il primo impatto con il mangiare avviene in un kebabbaro aperto 24 ore su 24. Presto capiamo che ogni ambulante, piccolo fast food o take away è aperto giorno e notte ininterrottamente e ha sempre clienti. In piazza San Venceslao troviamo le code per prendere un gustoso hot-dog con i crauti: i rivenditori hanno una piccola baracchina e ne contiamo ben 6 nel raggio di 100 metri. Ogni praghese che si rispetti si sottopone al rito dell'hot-dog un po' come noi consumiamo piadine in giro per le città della bassa: perfino anziane signore di 70 anni affrontano wurstel giganti con piglio deciso, condendo il pasto di metà pomeriggio con un cetriolo o senape in un piattino di cartone.
E poi birra a fiumi, in lattina, alla spina, in bottiglia. A Praga e dintorni ne producono almeno tre marche diverse che ovviamente in patria costano pochissimo: appena 1 euro circa per una 0,5l in qualunque pub.
Il piatto tipico dell'est europa, il gulash, è servito un po' ovunque, con esso gnocchi di pane, il famigerato prosciutto praga affumicato e qualche timballo strano pieno di verdure.
Il problema è che a Praga non si mangia roba fresca: verdure a parte, tutto è confezionato, surgelato, liofilizzato, impacchettato. Al supermercato passiamo lunghi minuti per trovare una scatola che contenga riso e non la sua versione liofilizzata da bollire a bagnomaria. Perfino il bancone degli affettati non ha i consueti prosciutti in bella mostra ma solo vaschette confezionate già affettate. Nella macelleria ogni carne è già tagliata e impilata in ordine: maiale, tacchino, manzo, pollo, tutte fettine pronte da richiedere al commesso, e lo stesso per i salami che appaiono sotto forma di mucchietti di fettine tagliate e accatastate ad ossidarsi all'aria.
In questo tripudio suino l'ultima sera optiamo per cucinarci un piatto di maiale (carne e wurstel) cotto nella birra. Un modo carino per salutare la città e coniugare l'esperienza culinaria praghese in una portata unica.
A Mala Strana, un quartierino caratteristico tutto in salita ai piedi del castello troviamo i famosi "Tatranky" in una bottega: i wafer al cioccolato "tipo i Loacker, ma molto più buoni". C'è la Cherry Coke, la cocacola all'amarena, che da noi si guardano bene dal commercializzare e qualche tonnellata di infusi e tisane.
Il Mc Donald's è poco presente, ma rispetta le leggi del mercato: aperto 24 ore su 24 sforna panini ad un tripudio di persone che si accalcano al bancone. Le proposte culinarie sono più "robuste" che da noi, ed arrivano a contenere all'interno dello stesso panino un hamburger, una crocchetta di patate e due fette di bacon. La notte c'è un menu speciale con panini appositi e le stanze si riempiono di barboni che prendono un caffè caldo e si riposano sui comodi divanetti lounge che rendono il Mc Donald's quasi grazioso e molto più elegante rispetto i nostri standard.
I PUB
Se volete prendervi una seria sbronza, Praga è il posto ideale dove farlo a buon mercato. Oltre la sopracitata birra a prezzi stracciati potreste permettervi svariati cocktail nella stessa serata senza che il vostro portafoglio si sgonfi clamorosamente. La scarsa presenza nel centro storico non vi faccia credere ci sia poca vita notturna: i giovani scorrazzano in lungo e in largo a gruppi infilandosi in questo o quel fumoso locale sotterraneo. In Repubblica Ceca è ancora consentito fumare nei locali e gli impianti di aerazione sono pressochè inesistenti; così sembra di essere in qualche bettola di una volta e i vestiti si impregnano di cattivo odore ma l'atmosfera rilassata e alternativa rendono l'esperienza piacevole per una serata alla buona. Un cuba libre viene 2 euro e mezzo, un mojito 3. Le birre oscillano intorno all'euro, euro e mezzo a seconda che sia alla spina o in bottiglia. Niente salatini, patatine, cianfrusaglie: a Praga la gente beve e basta e anche l'uomo al tavolo a fianco al nostro una sera sembra averlo fatto senza indugi: chino sul tavolo dorme profondamente con il boccale ormai vuoto davanti a sè, mentre gli amici ornano la sua testa con bandierine, collanine e tovaglioli trovati in giro, ridendo come matti. C'è persino un biliardino, il mitico calcio balilla sempre affollato di gente dove per pochi centesimi si può intraprendere un'emozionante sfida tra lo Sparta Praga e il Bratislava. I locali chiudono relativamente presto così non è impossibile trovare gruppetti che tirano tardi in piazza o su qualche panchina con abbondanti scorte di lattine maxi da 0,66. Se vi piace la musica al massimo potreste pensare di intrufolarvi in qualche club.
I CLUB
Il Lucerna è un "club sotterraneo tipo febbre del sabato sera" a due passi da Piazza San Venceslao. La serate più popolari sono quelle del venerdì e sabato sera: il video party '80-'90 è un'allegra scaletta di brani semitrash di qualche anno fa i cui video fanno bella mostra di sè su un maxischermo mentre la gente riempie la pista. L'ingresso costa circa 3 euro e il guardaroba è incredibilmente gratuito. Ci rendiamo conto fin da subito che l'abbigliamento finto alternativo che indossiamo per mimetizzarci nella folla è inutile, sono tutti vestiti piuttosto bene e il locale dentro è bello grande che pare una discoteca per davvero. C'è la strobo che gira, le luci, il palco ad un lato e perfino una balconata da cui si domina la scena, piena di altra gente che balla per conto suo. E poi c'è Michael Jackson, Cyndy Lauper, i Duran Duran, Madonna e mi sale un groppo in gola che a momenti mi metto a piangere e mi sento di colpo adulto. Per fortuna non sono il più vecchio del locale (vorrei ben vedere...). I cocktail costano di meno al piano sopra e con un paio di euro ciascuno portiamo a casa un cuba libre e un mojito nonostante un po' di coda. Buffo trovare di nuovo in vendita i wafer Tatranky e perfino pacchetti di sigarette, dietro il bancone del locale.
Al tavolo a fianco a noi in disparte sulla balconata un gruppo di italiani si fanno riconoscere. Vestiti firmati dalla testa ai piedi, cellulari costosi in bella mostra, parlano con l'Italia e si scattano foto idiote chiedendo perfino a noi di scattargliene una con un pessimo inglese. Sempre in pessimo inglese rispondo educatamente e fotografo facendo finta di niente...
I tormentoni a Praga sono diversi dai nostri e il popolo gggiovane adora canzoni che qui nemmeno conosciamo. Quando partono le prime note la gente sorridente canta e riconosce il pezzo e perfino la ragazza con il cappotto (?) che balla poco distante da noi è felice come una pasqua. I tamarri italiani sono sul palco e cercano di lumare le pupe che trovano al loro fianco, con scarso successo.
Alle quattro, quando il locale chiude baracca e burattini, c'è poca gente in giro, ma McDonald's e baracchini di wurstel fanno affari d'oro con la gente affamata. Giusto il tempo di trangugiare qualche patatina e poi dritti a riposare le stanche membra a casa. Rigirandomi nel letto sogno Franz Kafka passeggiare per il Ponte Carlo con la bombetta e l'ombrello. Mi avvicino per fermarlo e parlargli, lo prendo per un braccio e si volta. E' un enorme scarafaggio, e sta mangiando anche lui un wurstel con la senape. Indossa scarpe Nike.
Chi sabato si aspettava di vedere in piazza chiappe chiacchierate, tette di silicone, piume di struzzo e atteggiamenti volgari e provocatori ci sarà rimasto male. Perché a piazza Farnese è probabilmente andata in scena una delle migliori manifestazioni a cui abbia mai assistito negli ultimi anni. Attenzione: ho scritto manifestazione e non manifestazione di protesta proprio perché tutte le associazioni e le persone che sabato si sono radunate in un luogo simbolo della laicità come piazza Farnese hanno chiesto a gran voce diritti, manifestando per e non contro qualcosa. Fischi giusti e meritati per gli esponenti del Governo presenti, così come per i parlamentari dell'opposizione saliti sul palco.
Da oggi sarà più difficile per tutti parlare di pagliacci in fuseaux viola che reclamano per qualcosa che non può essergli concesso. Chi sabato era in piazza aveva il più classico e rassicurante aspetto normale. Quello tanto caro a Ruini e Mastella.
C'erano impiegati, avvocati, insegnanti e semplici studenti. Tutti composti, consapevoli e stufi di promesse elettorali e accuse ingiustificate. Il dibattito sui Dico impazza nei salotti tv: credo che il discorso più rozzo che abbia mai ascoltato in vita mia sia stato quello pronunciato da Roberto Castelli (oddio, un ex Ministro della Repubblica) a Porta a Porta. Vorrei chiedergli perché secondo lui il riconoscimento di una pensione di reversibilità, la condivisione dei beni immobili o l'assistenza durante la malattia e la morte sarebbe un attacco alla famiglia. Vorrei chiedere anche a Mastella (oddio, un Ministro della Repubblica), il signor pernacchia, perché due persone dello stesso sesso non hanno lo stesso diritto di amare del padre di famiglia, che tradisce la moglie con una giovane amante o tanto peggio con un transessuale sul Lungotevere?
E' il momento di scendere in difesa della laicità dello Stato italiano. L'ingerenza vaticana nella vita politica ha superato ogni limite. Basta con la teoria dei piccoli passi per non spaventare l'elettorato cattolico. L'elettorato cattolico non esiste. E' solo una massa di gente senza ideali politici pronta a votare per il primo consigliere comunale che gli promette qualcosa in cambio. All'elettorato cattolico non interessa nulla del deficit pubblico, del precariato, dei diritti del prossimo. L'importante è che non si intacchino quei pochi privilegi concessi in passato dalla dittatura democristiana a cui hanno strizzato l'occhio per semplice interesse di pancia e non certo per paura dei comunisti o per ragion di Stato. Ora è giunto il momento di ripagare quelli che non sono stati ai giochetti clientelari, quelli che nonostante tutto non si sono piegati al sistema e che tanto meno hanno sottoscritto patti con il diavolo. E poi la gonna non era da froci?
Non per seminare disfattismo e preoccupazione ma pare che un tizio abbia accoltellato un medico di base a Catania, fortunatamente fuori pericolo.
E Dave, medico catanese, non aggiorna il suo popolare blog da qualche giorno.
Si indaga nel giro dei nemici di Maria De Filippi: probabile il boicottaggio della diretta della finale di "Amici".
: Il centrosinistra chi sceglierà tra Santoro e Mastella?
: Se tu dai un Follini a me io poi dò un Mastella a te.