Partiamo da un fatto di cronaca.
In un ospedale pubblico milanese viene praticato un aborto selettivo su una gravidanza gemellare poichè uno dei feti presenta anomalie cromosomiche inequivocabili. Per una tragica fatalità viene soppressa la creatura sana. Qualche errore nella fase diagnostica oltre che nell'intervento dev'esserci certamente stato, tanto più che i risultati dell'esame sul sangue sarebbero dovuti arrivare in fase di pre-intervento. Dicevo, gli errori ci sono stati e non si può neppure immaginare cosa sta provando quella coppia, tuttavia a mio modesto parere una certa stampa sta affrontando la questione in maniera molto politicamente scorretta.
Mettiamola così, in un momento in cui si potrebbe aprire un dibattito serio sulla difficoltà di certe pratiche, sulla loro efficacia, sui rischi che comportano e sul perchè vengano consigliate si finisce per ascoltare la Binetti di parlare di "eugenetica" e lanciare anatemi a destra e a manca sottointendendo che forse questa coppia "se l'è cercata" perchè ora sta soffrendo molto di più che se si fosse tenuta il figlio down.
Ora, a casa mia, anomalia cromosomica non implica necessariamente la sindrome di down, sindrome compatibile con la vita, ma va a coprire tutta una sfera di malformazioni che anche se non morfologicamente individuabili possono portare all'aborto spontaneo in fase avanzata della gravidanza.
Ovviamente in caso di gravidanza gemellare questo comporta un rischio anche per la salute della madre non indifferente.
Quel che mi da fastidio è che non si stia parlando minimamente del fatto che un feto morto nel suo sacco amniotico per volere di Dio nell'utero della donna possa generare infezioni. Non tutte le malformazioni incompatibili con la vita portano alla morte dell'embrione nei primi tre mesi, la maggior parte, certo, ma non tutte. A volte si arriva al settimo, ottavo.
Questi sono i motivi per cui nel caso di una gravidanza gemellare in cui uno dei due feti presenti anomalie di una certa gravità viene consigliato l'aborto terapeutico selettivo. Per tutelare la vita della madre e di chi rimane nell'utero. Non sono scelte facili, non sono casi "normali".
L'aborto terapeutico è un'esperienza terribile anche nel caso di una gravidanza singola, si parla di bambini voluti che presentano spesso malformazioni incompatibili con la vita, e nessuno ha diritto di sindacare quel che prova una madre e lo spirito e i sentimenti con cui arriva a una scelta simile.
Non è la "cultura della perfezione", non è giusto parlare senza coscienza di rischi non propri, trovo immorale l'atto implicito di condanna nei confronti della donna che ha compiuto questo gesto da parte di chi della morale si erge a difensore.
In un caso simile è lampante che la colpa è di chi ha commesso l'errore e non di chi si è affidato nelle mani dei medici per un complesso iter diagnostico o della procedura medica in sè.
Invece c'è in atto un tentativo subdolo d'attacco frontale a una legge che è rimasta sola a fare da parafulmine per le frustrazioni del bigottismo nostrano.
In Italia grazie ai risultati del referendum le donne già son condannate a non poter curare in maniera adeguata la propria infertilità; ora ci mancherebbe altro che non potessero decidere della propria salute e dei rischi per la loro vita in gravidanza.
4 Responses to “Aborto selettivo e caccia alle streghe”