Ferrara sud, tre giorni in ritardo sul previsto, caricata alla benepeggio la rombante MelaUno infine si parte per la Toscana.
- Scegli un numero da 1 a 25 - dico a Puntini
- Che significa? - mi fa incuriosita.
- Li dentro - indico il vano portaoggetti della MelaUno - ci sono 25 cd impilati nella torretta di plastica. Scegli un numero, conta e pesca il disco corrispondente, secondo tradizione vigente in ogni vacanza che si rispetti, dal Roadtrip con Attimo in avanti. Ma prima l'inno.
Metto su la sigla di inizio: Baba O'Riley degli Who, mentre l'asfalto dell'A13 avanza rapido verso la capitale del tortellino. Poi Puntini pesca: 883.
- Cosa?
- 883. Gli anni. The best of.
- Che culo. Ti è andata bene eh? Sei contenta?
Ora non che fosse li per caso quel disco, l'avevo preso su casomai ci andasse una cantata revival della nostra infanzia ma quando è culo è culo. Puntini raggiante carica il disco e da li ai colli è un fiorire di Come mai, Nella notte, Nordsudovestest e parole mandate a memoria come solo un tempo ero capace di.
Arriviamo a Montepulciano che ha fatto notte da poco. Arrivare in Toscana è uno scherzo da Bologna, il problema maggiore è MelaUno che nei pezzi più ripidi fatica a tirare a velocità da autostrada e si becca abbaglianti, strombazzate, fanculi prepotenti di chi possedendo un Mercedes vuol sbizzarrirsi sugli italici viadotti. Tant'è, si arriva, si parcheggia e si va a mangiar qualcosina che la fame è tanta e la cucina è buona. Il mattino dopo saremmo ripartiti verso il mare, destinazione Castagneto Carducci, campeggio in pineta.
Alle otto e trenta del giorno seguente, sveglio da circa 3 minuti, riverso sul letto assaporando la luce filtrante da dietro la tapparella ho una visione: i pali.
- Ehm
- Che c'è?
- Sai una cosa? - dico beatamente come se non rappresentasse chissà quale problema - Temo di aver dimenticato i pali della struttura della tenda.
- Cosa cazz?
- Eh mi sa di si. Non ci sono nella borsona della tenda ne sono quasi sicuro. Ci sono i picchetti, il martello, ma è una sacca ovale non ci possono essere anche i pali. Mi sa che li ho lasciati in garage.
- Sei un disastro. Ed ora come diavolo facciamo?
- Eh... - prendo tempo cercando una soluzione geniale che non mi viene quindi propongo un banale - li compriamo nel negozietto interno del camping... li avranno di sicuro no?
- Lo spero v i v a m e n t e per te.
Per raggiungere Castagneto, in provincia di Livorno, siamo costretti a risalire l'autostrada fino a Firenze e poi prendere la famigerata Firenze-Mare. All'altezza del capoluogo toscano inizia a piovere, non forte. Di più. L'intera carreggiata è una pozza d'acqua e tutti procedono a rilento, così ci vogliono ore per fare pochi chilometri. Quando sono le sei e rotte del pomeriggio siamo ancora a Montecatini Terme, fermi in un autogrill per paura dei fulmini con delle schicchere che cadono poco lontano in un tripudio di festosi scrosci d'acqua. Il campeggio accetta gente fino alle otto di sera.
Passata la pioggia riguadagniamo velocità di crociera, che con la possente MelaUno si attesta a 130 massimo con punte sporadiche di 140 in discesa e forti vibrazioni che ti costringono a desistere. Arriviamo al campeggio alle 19.40 quando mancano soli venti minuti alla chiusura delle accettazioni. E' fatta. Vittoria. Appena in tempo.
Il tipo mi prende i documenti, ci assegna una graziosa piazzola in mezzo a campeggiatori di vecchio grido con tanto di roulotte, tv 16:9 e Sky, verande e divani, così tanto per far sfigurare noi albanesi. Senza pali per di più.
- Senta scusi, ho un problema devo comprare dei pali per la tenda altrimenti non posso accamparmi, a che ora chiude l'emporio qui dentro?
- Tra dieci minuti, spero che tu faccia in tempo. Salta su che ti porto io dai.
Saliamo su un caddy elettrico delizioso con il quale gironzoliamo in mezzo ai campeggiatori finchè il tipo del camping frena davanti ad una bella ragazza mora lungo il vialetto. Adesso questo si fa pure i cazzi suoi, penso io, e noi abbiamo fretta.
- Ma che hai già chiuso? - dice alla ragazza
- Si proprio ora... avevi bisogno? - fa lei.
- Ci son questi due ragazzi che vorrebbero comprare i pali della tenda che han dimenticato. Che bischeri! Via, non potresti riaprire?
Prendiamo a bordo la ragazza mora e proseguiamo verso l'emporio. La ragazza riapre, ci mostra i modelli e io spavaldo vado a colpo sicuro. Li guardo un attimo e concludo che vanno benissimo questi due. Due. Una tenda, due pali. Che pretese. Pago una fortuna degli stupidi pali che non userò mai più fregandomene della faccia dubbiosa di Puntini che fa notare:
- Con due pali come pensi che stia su?
- Tranquilla si infilano nella tela e reggono.
Zitta donna, lasciafareammè. Che ne sa lei di fisica? Io ho preso un sudatissimo 23 in Fisica Generale I, cribbio!
Il problema effettivamente c'era, e l'avrei scoperto a breve. Vi spiego con un grazioso disegnino. Questa è la mia tenda:
Peccato però che alla struttura mancasse completamente un pezzo e per le sacrosante leggi della fisica che il mio 23 non mi aveva trasmesso non avrebbe potuto nemmeno per simpatia nei miei confronti stare su:
Al limite avrei potuto sostituire le parti verdi con un semplice terzo palo centrale, da mettere interno ad innesto davanti all'ingresso della tenda. Scomodo ma efficace no?
No. Emporio chiuso. Scende la sera. Tenda montata a metà che non sta su. Puntini che sbraita. Ammissione di colpa, cenere in testa. Pubblico ludibrio. Vicini inutili pasteggiano nelle loro "case".
Voi, al posto mio, cosa avreste fatto? Pensateci e proponete una soluzione. Nella prossima puntata vi racconto cos'abbiamo combinato noi e perchè non è stata comunque una gran idea. 😉
10 Responses to “Storie toscane – 1. Il problema dei pali”