(la prima puntata è qui)
Vi avevo lasciati con la questione aperta: come far reggere una tenda con soli due pali? La soluzione, forse ovvia, è stata usare quello che doveva essere adibito a filo per stendere i panni come tirante del palo orizzontale, il tutto con l'ausilio di un alberello li a fianco. Una cosa del genere:
Il picchetto a terra, che deve sorreggere il peso del palo e della copertura in tela, avrebbe dovuto essere piantato con somma perizia. Invece il sottoscritto lo lascia a metà infilato in morbida terra scura perchè quando si è imbranati lo si è fino in fondo.
La tenda sembra stare effettivamente su, sebbene sbilenca, in un assetto testimoniato in questa unica foto ricordo. Ci concediamo un giretto serale per esplorare la zona.
A sera rientriamo discretamente tardi. C'è vento, che fischia tra gli alberi e rende tutto più cupo. Pure la tenda, che sbilenca attende nell'oscurità il test vero e proprio della prima notte.
Verso le 4 del mattino Puntini si sveglia, o meglio MI sveglia.
- Sento dei rumori. C'è qualcuno attorno alla tenda
- Ma figurati, chi vuoi che giri a quest'ora! E' il vento.
- TI dico di no... è un po' che sono sveglia
- Sono gli aghi di pino che cadono sulla tenda vedi? Fanno quel rumore che sembrano passi. Effettivamente sembrano passi ma vedi? Sono quegli aghini che si vedono in controluce.
Puntini mi crede a fatica dopo mezzora o forse si addormenta o forse, più probabilmente, mi riaddormento io e mi lascia dormire. La prima notte è andata quando il sole posa i suoi primi raggi sul mio volto sonnacchioso trasmettendo una luce arancio simpaticissima.
Alle nove circa del mattino Puntini si prepara per la spiaggia e approfitta del mio pigrare nel sacco a pelo per il rito della ceretta. Alle nove e cinque la tenda collassa su stessa. Il picchetto si sfila da terra e il filo duramente provato dal vento cede definitivamente. In una scena comica la ritiriamo su davanti agli sguardi attoniti dei vicini di tenda. Che gli venga un colpo, toscani di merda, nessuno ci dà una mano o si propone per aiutarci. Loro, le loro capanne ultraspaziali e la tv via satellite affanculo.
La notte seguente la tenda è ancora (in)stabile al suo posto e possiamo andare a dormire tranquilli.
Alle quattro del mattino, di nuovo, Puntini mi sveglia.
- Sta arrivando il temporale. La tenda non reggerà.
- Ma che cazz...
- Senti i tuoni?
- Ehssi. Copriamo la tenda.
Così nella notte copriamo alla bene meglio la tenda con il rivestimento impermeabile. Sotto, dopo, fa un caldo infernale e sembra mancare il respiro. La pioggia, ovviamente, non arriverà mai.
Il mattino dopo ci svegliamo dalla sauna con un bel sole splendente in cielo così iniziamo a prepararci per andare in spiaggia.
- Allora sei pronta?
- Arrivo, un secondo, arrivo!
Un'ora e mezza dopo, arriviamo in spiaggia che è quasi ora di aperitivo. La gente sta venendo inspiegabilmente via.
Alziamo gli occhi e notiamo un cielo nero in arrivo che promette acqua e fulmini copiosi. Dalla pineta non l'avevamo minimamente notato. Restiamo circa quei dieci minuti in spiaggia prima che la tempesta porti via l'ombrellone di Puntini facendolo rotolare su una ragazza a fianco, per fortuna dalla parte dell'ombrello e non della punta altrimenti forse ora si era tutti a testimoniare ad un processo per omicidio colposo a Livorno. Arriva la tempesta e tutti corrono nelle loro fottute capanne a 5 stelle mentre il nostro pensiero corre ai pali mancanti e all'instabilità della nostra dimora.
Mentre tento di sprofondare il più possibile nel sacco a pelo per non sentire i tuoni e non pensare a dove diavolo ci troviamo vedo Puntini che mette via oggetti, li ricopre con sacchetti di plastica e così via.
- Ma che stai facendo?
- Ricopro gli oggetti di metallo così non attirano i fulmini.
- Ma siamo dentro la tenda... mica sono esposti.
- Fa lo stesso. E il palo come facciamo?
- In alto la punta è coperta... non ti preoccupare
- Io metto un sacchettino di plastica anche alla base del palo qui dentro non si sa mai che si propaghi...
- Uhm... vabbè.
Così, con i cellulari spenti e gli oggetti ricoperti anche dentro la tenda, attendiamo il diluvio. Persino le chiavi, i lucchetti, i gettoni della doccia (!) vengono messi al sicuro dove un fulmine cattivo non può colpirli.
Puntini prima della pioggia va in bagno e tornando scopre che i vicini ci deridono silenziosamente. Uno sta facendo all'altro un segno inequivocabile: indicando la nostra tenda fa il gesto di uno che nuota a rana. Come dire: questi quando inizia a piovere nuotano! Valgono i commenti espressi in precedenza su tali individui.
Arriva la pioggia, tanta, ma dura poco. Ci caghiamo un po' sotto ma la tenda, incredibilmente, resiste a tutto oscillando paurosamente in un paio di occasioni.
Trionfante al termine della pioggia esco constatando l'ottima tenuta del picchetto, poi rassicuro Puntini e mando un paio di gesti dell'ombrello agli amici vicini.
Poi qualche minuto dopo, mentre siamo di nuovo dentro la tenda, l'umiliazione finale: i vicini ci buttano addosso una secchiata d'acqua da un tinello usato in cucina. Simpatia portali via, il più presto possibile.
Riguardo il Problema dei Pali non ho altro da dire. Di sicuro la vacanza non sarebbe stata però così movimentata senza il Problema della Conservazione dei Pecorini. Ma questa è un'altra storia.
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