Anoressia: un messaggio positivo faceva meno figo?

Ho visto la campagna di Toscani e seguito le innumerevoli polemiche che ne son seguite con estremo distacco.
Va bene affrontare un disturbo sottovalutato e sbatterne le conseguenze sotto gli occhi di tutti ma quella era una campagna pubblicitaria di un marchio che si vanta di arrivare a produrre la taglia 46 con modelli che svilirebbero una 40. Per chi non lo sapesse Nolita parte dalla 36, della serie che in un pantalone a malapensa ci entra il mio braccio. Ora si discute tanto di modelle, di ossicini buttati a sfilare, di campagne fuorvianti, di voler cambiare rotte, di incoraggiare la bellezza normale, morbida e reale.
Eppure nessuno la farebbe mai una campagna pubblicitaria con una come me.

Una come me è discretamente carina, morbida, con un po' di cellulite, due belle gambe e una reale predilezione per la buona tavola. Una che a 24 anni mangia e si vede, sana, pasciuta, donna.
Una ragazza normale, 168 centimetri propozionati,una 42 che a volte diventa una 44 per non far tirare i vestiti sui fianchi morbidi. Di quelle che a periodi fan fatica a trovare vestiti perchè la moda si tara su pali con le anche e quasi tutti i modelli che si trovano nelle botteghe svilirebbero chiunque avesse un po' di carne tra l'osso e la stoffa.
Ora potete capire a una come me quanto vorticano le eliche quando sente gli stilisti dire che disegnano vestiti per "le donne normali"? O quando vedo una persona malata sbattuta sui manifesti per far riflettere il consumatore su un problema che peraltro non è legato all'estetica se non in maniera marginale?
Sarebbe bello vedere una bella campagna pubblicitaria fatta con una persona normopeso, e non per "sponsorizzare" le taglie forti o il sovrappeso o in antitesi delle "magre", ma una bella campagna pubblicitaria che esalti la normalità. In positivo.
Allo stesso modo penso che sarebbe stato più coraggioso osare una campagna contro l'anoressia con una ragazza morbida e d'un giusto peso, nuda, vitale, magari sorridente o sognante, magari davanti a uno specchio. Troppo facile mostrare l'eccesso e additarlo come tale, il re è nudo signori, l'anoressia è una malattia seria.
Più difficile prendere una ragazza normale, spogliarla e metterla davanti a tutti dicendo "guardatela, guardate il suo corpo,è meravigliosa e sensuale". Troppo diversa da quelle che popolano i manifesti spacciate per normalità. Troppo umana, troppo vera.
Positiva.
Mostrando l'abisso non si cura o si spaventa chi soffre di disturbi alimentari nè si fa star meglio chi lotta ogni giorno nel suo piccolo per guardarsi allo specchio e trovarsi bella e attraente.
Mostrare modelli normali, raggiungibili e in salute non servirebbe a guarire chi sta male, ma sarebbe per l'industria della moda e tutto quel che ci gira attorno un enorme passo avanti.
Un messaggio finalmente diverso.

6 Responses to “Anoressia: un messaggio positivo faceva meno figo?”


cribbio
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