Monthly Archive for Ottobre, 2007

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Libera Radio – Voci contro le mafie

Ricompaio su questo blog, dopo tanto tempo, per segnalarvi una cosa secondo me molto importante.
E' nata Libera Radio la prima webradio d'informazione sulla legalità e le mafie. Il progetto è frutto di una collaborazione tra "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" e "Città del Capo - Radio Metropolitana" di Bologna.

Libera Radio vuole dare voce a tutti coloro che, in luoghi e modi diversi, sono protagonisti di un impegno costante contro ogni tipo di mafia.
I suoi programmi possono essere ascoltati attraverso Internet e, presto, anche sulle frequenze di un network di radio locali in FM, distribuite su tutto il territorio nazionale.

Parlare di mafia, anzi, di mafie, è importante: le mafie esistono e continuano a permeare il nostro paese e non solo. Anche quando non urlano con bombe e stragi, i loro sussurri sono letali.

Il gioco della puntura sul pisello

Sentite, io non m'intendo di giustizia, di legge, mai me ne intenderò. Quando guardo il mio amico Federico negli occhi, lui avvocato, gli dico sempre: "Ma chi te l'ha fatto fare? Tu eri un grande chitarrista...", ma questo è un modo di dire, tutti noi, da giovani, da piccoli, eravamo già qualcosa, avevamo un talento che faceva unire le mani ai nostri genitori, quel non so che che prima o poi avremmo finito per sprecare, perciò quello che io dico al mio amico Federico è certamente una boutade, un modo come un altro per avviare una chiara media al pub, però resta il fatto che io di legge eccetera eccetera.

Premesso questo mi voglio permettere di dire che c'è qualcosa che non va in tutta questa faccenda di Rignano Flaminio: non so se vi ricordate, ma insomma in un paesello laziale, uno di quelli dove la gente confonde le -b- con le -p- e trova grandissima difficoltà a capire dove vadano a finire le doppie in un'analisi grammaticale, ecco in questo paesello qui, da più di un anno ci sono decine di bambini di quattro o cinque anni che, davanti a giudici e psichiatri e psicologi ed esperti dell'infanzia dicono sempre le stesse cose, al punto che tutti questi esperti, trattandosi di bambini, hanno parlato di "chiari racconti del vissuto", capite?, "del vissuto", perché un bambino può mentire una volta, due, ma se nel giro di un anno - u n    a n n o - un bambino riesce a mantenere la stessa "linea di ragionamento" più o meno stabile, questo significa che c'è sotto qualcosa semplicemente di vero. E' per questo che gli esperti parlano di "vissuto" e non di "immaginato".

Era prevista per ieri 2 ottobre l'ultima delle udienze. Ad essere interrogato dalla Procura l'ennesimo bimbo, cinque anni, il quale ha dichiarato più volte al magistrato che "A scuola mi picchiavano. Facevamo giochi brutti". Qualcuno dei vostri figli ha mai parlato di "giochi brutti" tornando da scuola? I bambini non sono granché complicati: scelgono quasi sempre una linea retta per percorrere lo spazio da A a B: mica sono adulti o che. Non è che sanno zig-zagare come facciamo noi. Quindi, tenendo presente anche la teoria del Rasoio di Occam, a me pare che un bambino che improvvisamente parla di "giochi brutti" vada tenuto molto, molto presente.



Questo bambino, l'ultimo della successione di interrogatori che si ripete indefessa da dodici mesi, ha cinque anni e ha detto che gli facevano "il gioco della puntura sul pisello". Testualmente: il gioco della puntura sul pisello. Ora io non so a che gioco si giochi in quel di Rignano Flaminio, non ci sono mai stato a Rignano Flaminio: però so che il gioco delle punture sul pisello è qualcosa che dentro la testa di un bambino di cinque anni non ci dovrebbe stare. Non voglio farne un discorso retorico, tipo che i bambini sono dei piccoli angeli o che. Anzi: per me i bambini, il più delle volte, sono dei giganteschi figli di puttana, egoisti, egocentrici che rompono i coglioni e che pensano che tutto quanto al mondo sia pronto per il loro uso e consumo (ehi, ma sono io questo!), dico, però, che un concetto come il gioco delle punture sul pisello non dovrebbe avere spazio, fisicamente, dentro la testa di una creatura tanto piccola. Da dove è andato a pigliarla? Che cosa dicono in proposito i magistrati, i giudici, i poliziotti, i carabinieri, gli investigatori privati, i Tom Ponzi, Dio, il vigilante di quartiere? Com'è possibile che Rignano Flaminio non esploda per aria a sentir parlare di punture sul pisello?

Dice quel bambino - sempre nell'interrogatorio di ieri, e mi viene difficile perfino chiamarlo interrogatorio, ma è di questo che si tratta purtroppo per lui e per il suo futuro: un interrogatorio - dice quel bambino che in un altro dei giochini fatti "i maschi venivano fatti salire sulle femmine" ed eccolo qua un altro bel significato che codesti bimbi non dovrebbero poter dare al significante. Ma invece lo fanno: descrivono palesemente il più classico degli atti sessuali: i maschietti sopra le femmine. È qualcosa che faranno tutti, presto o tardi: salire sopra le femminucce, a meno che non diventino froci, e allora saliranno su altri maschietti, presto impareranno a farlo, forse il più perspicace di loro non dovrà aspettare che altri 10 o 11 anni, mica una vita, perciò, mi chiedo, a che serve che questi tizietti piccoli piccoli abbiano già coscienza adesso di questa procedura che li terrà impegnati per il resto della loro esistenza? Chi gliel'ha inculcato questo insegnamento? Mamma e papà? Maria De Filippi? L'Orso Yogi?

"La maestra Marisa faceva giochi brutti a scuola. Ed era brutta e cattiva": lo ha detto sempre lui, lo ha ribadito il bimbo interrogato ieri 2 ottobre. E ha detto anche un'altra cosa. Questa: "Le bidelle mi picchiavano", al che io, che non m'intendo di legge, voglio pure concedervi il beneficio del dubbio e perciò dico va bene, anche io ho visto una maestra o due, durante l'adolescenza, alzare le mani su uno dei miei compagnucci senza per questo essere una pedofila, una di loro, davanti a questi occhi, in quarta elementare, quasi strappò via il lobo dell'orecchio a un bambino che si chiamava Simone, però, insomma, la situazione era diversa, le porte erano aperte, avevamo quasi 10 anni e non la metà e, comunque sia, dopo quell'episodio, stesso il giorno dopo, i genitori di Simone vennero in aula inferociti e poco ci mancò che rendessero pan per focaccia alla maestra colpevole. A sentire parlare di bidelle che picchiano i vostri figli e di una maestra che fa fare loro dei giochi brutti, voi, che fareste? Vi girereste dall'altra parte del letto? Concedereste un'intervista in esclusiva a Chi? Oppure spacchereste tutto?

Io non ho bambini, non ho figli. Non ho nemmeno un fratello piccolo, né l'ho mai avuto. Perciò questo è un post che neanche avrei dovuto scrivere: non ne so di legge, non ne so di bambini, però vorrei ugualmente chiedere a voi, che mi leggete, e che siete padri o madri, vorrei chiedere a voi: perché questi genitori di Rignano Flaminio non hanno fatto implodere la scuola? Perché non l'hanno fatta crollare a suon di martellate, badilate? Perché non hanno preso, e non prendono, a pugni le porte dei giudici e dei tribunali fino a spellarsi le nocche, fino a schiumare saliva dalle guance, perché non urlano davanti alle telecamere, non fanno scioperi della fame, non prendono la rincorsa con le macchine e vanno ad impattare contro il muro di tutte le Istituzioni? Perché non si rivolgono a un'altra giustizia, a un'altra magistratura, semmai quella del Burundi, non lo so, una a caso, però lontanissima?

Non ne so niente di legge, ragazzi miei, all'amico Federico dico sempre che non so proprio lui come faccia a trovare la forza di fare un lavoro così importante e così complicato, perciò non so se esistono i crismi legali per urlare la mia ragione; tantomeno ho figli, come dicevo, perciò ecco un altro muro oltre il quale non posso vedere per affermare, con certezza, genitori, cazzo, ribellatevi.

Eppure lo stesso sento dentro di me la convinzione morale che se fossi stato genitore IO di quel bimbo di 5 anni che, manovrando un camioncino giocattolo, ha detto ieri al giudice "mi hanno fatto il gioco delle punture sul pisello" avrei immediatamente scavalcato la scrivania e l'avrei preso per il collo quel giudice, quell'avvocato, quel perito, o chi per lui, e gliel'avrei sbattuto sotto un pestacarne, il pisello; così come sarei andato dalla "maestra Marisa", io madre, sarei andato a bussare alla porta della "maestra Marisa", con un mattarello in mano, e l'avrei legata col nastro isolante alla sedia, le avrei tirato via le unghie dei piedi, dislocati i menischi, urlato in faccia tonnellate di insulti mescolati a rabbiose, inconsapevoli lacrime. Così, solo nel dubbio.

Perché non è successo? Perché non succede? Perché le autorità, i mass media e l'ITALIA s'indignano se un ex brigatista disperato prende e fa una rapina alla Monte dei Paschi di Siena ma se ne stanno in poltrona a fare tò tò sulla testina del bambino quando quello, ogni tanto, senza preavviso, prende e si mette a parlare di giochi pazzeschi, di punture sul pisello, di passerina, di dita infilate di qua, di baci soffiati di là, di maestre cattive e brutte, di bidelle manesche, di orchi, lupi cattivi, satana, di bambini sopra le bambine? Perché mettono dentro, in diretta televisiva, per un anno e otto mesi un tizio che ha lanciato un mortaretto sul tartan del campo di calcio e  invece non c'è neanche una persona minimamente indagata per tutto questo scempio diabolico? Perché si istituiscono i processi per direttisma per un ragazzo con una canna in tasca e lì, a Rignano, ancora parliamo di "incidente probatorio" e di eventuale processo?

Perché urlano "Assassino!" ad Alberto Stasi, mentre entra in galera, senza saperne niente, e poi, quando lo fanno riuscire con tante scuse 24 ore dopo, non c'è nessuno ad aspettarlo a testa bassa girando i pollici? Perché va così il mondo? Perché mettono 10mila euro di taglia sul responsabile della strage degli orsi in Abruzzo, e non istituiscono una Commissione Parlamentare d'Inchiesta per i bambini abusati? Perché l'udienza di ieri, oggi non è su tutte le prime pagine? C'è una novità! C'è qualcosa da raccontare, amici giornalisti, non è come a Garlasco, quando si va per piazzette a intervistare il salumiere, qui c'è stata una deposizione che varrà come prova. E allora? Dov'è l'attenzione mediatica e istituzionale? Perché chi ha parlato in un primo momento de "L'orrore a Rignano" oggi preferisce parlare di gossip post-estivo e dei destini delle gregoraci di turno? Perché le veline non fanno gli stacchetti quando muore un italiano in Afghanistan e invece stasera sono tutte ignude davanti alla televisione? Perché Bruno Vespa si porta in studio la bicicletta di Garlasco e neanche un grembiulino di Rignano Flaminio? Perché Matrix preferisce occuparsi di Gigi Sabani?

Chi c'è veramente dietro?

Perché si sprecano tante energie per far girare le miss di culo, quando c'è un paesino nel Lazio così palesemente PIENO di olio buono e pedofili in libertà?

L’ultimo giorno di Servizio Civile

FineIl futuro è una palla di cannone accesa,
e noi la stiamo quasi raggiungendo
(F. De Gregori - I muscoli del capitano)

Strana cosa l'ultimo giorno. E' quello che sai benissimo prima o poi dovrà arrivare e ti auguri sempre di non dover vivere. Di poterlo saltare, di poterlo dare per scontato e farne a meno, con tutto il suo carico di saluti, abbracci, lacrime, arrivederci e addii. Dovrebbe piovere sempre l'ultimo giorno.

Stamattina invece c'era un bel sole, quando sono uscito di casa un po' in ritardo per indossare per l'ultima volta l'abito del Volontario. Come ogni ultimo giorno che si rispetti ho passato gran parte del tempo fuori, in giro per uffici a salutare e ringraziare i tanti volti che mi han fatto compagnia in questo lungo ma rapido anno. Ho fatto una scatola con le mie cose, di cartone blu, e vi ho riposto fogli, appunti, idee, cretinate e un dvd zeppo di progetti fatti e detti. Gli ho messo un bell'adesivo sopra con il logo del giornale che ho contribuito a portare avanti. E' tutto là dentro, un anno della mia vita, da domani in libreria in bella mostra. Ho scattato delle foto, per ricordare e fissare i momenti uno ad uno: nel 2007 ero lì, con quella gente, con quel sorriso e quell'energia.

Ho fatto per l'ultima volta il mitico "giro della posta" attraversando quei corridoi e quelle stanze del Municipio altrimenti precluse al cittadino qualsiasi, incontrando grigi impiegati ormai a me noti. Ho salutato anche loro, con piglio malinconico, augurandogli buona vita e ricevendone indietro entusiasmo e speranza per me, giovine imberbe che da domani navigherà verso altre acque, lontano da incartamenti e burocrazie.
Niente brindisi, niente addii ma soltanto un arrivederci, che altrimenti ci si gonfia il cuore fino a scoppiare se si pensa di non rivedere più le persone con cui abbiamo condiviso tanto. La città, la nostra piccola città di provincia, ci consente di reincontrarci tutti prima o poi nella vita e sicuramente non mancheranno le occasioni per ritrovare vecchi amici in qualche bettola in centro. Salutiamoci così, come un giorno qualsiasi, senza pensarci troppo su che mi vien male. Magari poi, con calma, comprendo e mi rattristo, ma nel segreto della mia cameretta.

L'ultimo giorno è un po' così, la fine di una fase e l'inizio di un'altra, il segnalibro di passaggio tra la pagina fitta di parole e idee e quella vuota, tutta da riempire. Poteva esserci il cielo grigio, un filo di primo freddo autunnale e qualche goccia, a rendere più cinematografico l'atto in se' dell'uscire per l'ultima volta da una porta, richiudendola simbolicamente alle spalle. C'era invece caldo e sole e soltanto un uomo alla finestra che salutava con la mano facendo ampi gesti con il braccio mentre esitavo aprendo la bicicletta vicino al muro.
- Ci hai già ripensato? Torni indietro? - mi urla da lassù scherzando quello che in un ufficio normale avremmo definito capo ma è stato piuttosto un valido compagno di avventure
- No no, grazie lo stesso! Magari un'altra volta!
- Quando vuoi! - mi fa sorridente.
Mi giro, procedo spedito verso casa come ogni altro giorno sulla mia bicicletta nera. E non ho altro da dire su questa faccenda.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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