Yearly Archive for 2007

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La destra è contenta e i noglobal preparano striscioni

Da domani Antonio Manganelli sarà il nuovo capo della Polizia. Finalmente l'uomo giusto al posto giusto.

Meno sette

Sta per arrivare il momento...

Sabato siamo a pranzo con Silvio Berlusconi

Sveliamo l'arcano. Venerdì saremo a Milano per il concerto di Vasco Rossi. Ma sapete con chi abbiamo appuntamento sabato a pranzo, in qualità di bloggers? Con Silvietto nostro. Ci saranno rimasti male Macchianera, Luca Sofri e tutti gli altri. Ma è stato proprio Silvio a scegliere noi. Lo ha fatto dopo la lettera in romanesco che gli dedicammo qualche mese fa e soprattutto dopo tutto lo spazio che gli abbiamo concesso in campagna elettorale violando ogni norma in merito. Possiamo affermare che il recupero delle ultime settimane prima delle elezioni è tutto merito nostro. E Silvietto lo sa.

Il 16 giugno La Stampa ha pubblicato una notizia che ha gettato nel panico la blogosfera:

"Nei giorni scorsi il capo dell'opposizione ha preso appuntamento a Milano con uno dei più importanti ideatori di blog che gravitano attorno alla grande casa madre che fa capo alla sua famiglia, la Mondadori".

Bene, siamo noi. La notizia sulla Mondadori è stata usata solo per depistaggio. Del resto ce lo meritiamo: gli abbiamo dedicato tanti e tanti di quei post. Una volta lo abbiamo pure rimpianto, nel mitico post aridatece il nanetto. Abbiamo già pronti alcuni appunti da fargli, ma se avete qualche curiosità scrivetele nei commenti: per prima cosa gli diremo di togliere l'oroscopo e la descrizione della sua personalità dal sito di Forza Italia perché fa ridere:

"Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, Bilancia. Come la maggior parte dei nati sotto questo segno è un personaggio comunicativo, capace di forti passioni e amori profondi. Carismatico, grazie alla grande adattabilità e al talento innato, spicca in attività che lo portano di fronte al grande pubblico, ha ottime capacità di giudizio, di analisi e di sintesi, costruisce ogni ragionamento con logica stringente, riesce a conferire chiarezza a ogni argomento".

Gli chiederemo se alla fine si è convinto che le elezioni le abbia vinte davvero il centrosinistra visto che il riconteggio dei voti ha stabilito che quelli di distacco sono di più di quelli dichiarati dal Viminale. Poi ci dovrebbe spiegare come sarebbe stato possibile un golpe... Dell'opposizione, un po' difficile insomma. E poi caro Silvietto, visto che adesso si è separato pure Fini vogliamo farla finita di fare i moralisti cattolici e magari la smettiamo di leccare il culo ai vescovi?

Una volta puntualizzate tutte queste cose però (magari anche una parolina su Previti e Dell'Utri, va...) dovrò anche fargli le mie scuse perché aveva ragione: insomma non che se tornassi indietro voterei lui, anzi rifarei quello che ho fatto nella cabina elettorale. Però aveva ragione a dire che quelli sono un disastro: sono un disastro perché fanno esattamente quello che faceva lui, però lo fanno in maniera subdola. Alla fine del pranzo gli chiederò di dare lavoro in tv a un paio di persone in gamba che conosco, anzi gli dirò di affidargli proprio tutto il palinsesto. E poi non lo so, perché alla fine da un pranzo con Silvietto può venire fuori di tutto, magari ci presenta la figlia. E chissà che non vada d'accordo con Ste (sapevo che anche lui amava i tacchi, soprattutto quelli che indossa per sembrare più alto), che non decida di venire a Cuba con noi il prossimo Capodanno e che magari si compri la Lazio, ma su quest'ultima forse mi metterei in mezzo. Ovviamente il conto sarà cosa nostra...

Glutei tatuati con codice di riconoscimento per combattere la piaga dei furbastri all’autovelox

Furbastri a 300 kmh davati autoveloxE' la proposta shocking avanzata dal viceministro dei trasporti Cesare de Piccoli, per ovviare al problema dei burloni all'autovelox, che sfrecciano a 300 kmh mostrando i glutei (non di rado i propri) e coprendo la targa con una mano, o con gli stessi glutei, riducendo così una foto di ordine pubblico in un pessimo prodotto di erotismo outdoor.
 La legge è passata con 145 votanti favorevoli e due pressappoco. Entrerà in vigore non appena posso, ha fatto sapere il viceministro. Intanto tutti i possessori di autoveicoli dovranno presentarsi alla motorizzazione locale entro le 21:00 di oggi, dove verrà loro tatuato un codice segreto di riconoscimento. In pratica si tratta di una stringa alfanumerica di 8 caratteri, abbastanza grande da essere leggibile fino a 100 mt. Quando il goliardico automobilista mostrerà i glutei all'autovelox, sarà facile risalire immediatamente ad esso, e multarlo, oltre che per eccesso di velocità, per danni pornografici ai danni dello stato e dell'A.N.A.S.

" I problemi si affrontano con serietà e lungimiranza"

ha detto con un certo autocompiacimento il ministro

" Il fenomeno dei glutei esibiti all'autovelox sta diventando epidemico. Ormai si va veloci non per arrivare prima, non per fare gli sboroni, ma per questa mania di esibire poi il fondoschiena nudo all'autovelox. E' diventato il passatempo preferito degli italiani. Ma attenzione, non è solo un problema di ordine morale. L'automobilista che si sporge dal finestrino con i glutei discinti, non di rado ha in quel momento un controllo precario del mezzo, e molto spesso va a sbattere e muore. Mi dica lei se è bello presentarsi a Dio con le braghe calate."

La febbre

Quando hai la febbre hai finalmente tempo per trascorrere intere giornate senza fare niente, fregandotene dello studio e dei lavori. Pancia in su, pensieri sparsi, silenzio e tante dormite che non fanno mai male.
Quando hai la febbre non sai dove sbattere la testa e non prendi sonno, così spesso il cervello produce mostri. Due notti fa ho cercato di capire quale fosse il sistema di assi cartesiani utilizzato per i calcoli economici e quale sistema operativo utilizzassero in borsa (???). Stanotte invece cercavo di rubare un appezzamento di terreno (una parte del lenzuolo) ad altra gente finchè non mi è stato gentilmente regalato verso le 4 del mattino lasciandomi prendere sonno.
Quando hai la febbre sono tutti gentili con te e pieni di amorevoli cure: vuoi un po' d'acqua, vuoi un biscotto, vuoi una coperta?
Quando hai la febbre ti piazzi sul divano ed accendi la tv, ma ahimè sono le sette del mattino (perchè non hai dormito) e non c'è niente di niente. Il primo programma interessante che la guida tv ti segnala è il Telegiornale dell'una e mezza quindi scatta la videocassetta. Niente dvd, divx o diavolerie varie: tradizione vuole che da malati ci si guardi una vecchia videocassetta di qualche film che conosco a memoria, registrato in gioventù.
Quando hai la febbre finalmente compaiono in casa succhi di frutta, coca cola, thè al limone, gelati in abbondanza.
Quando hai la febbre hai la pelle elettrica, le ossa che fanno male, sei sudacchiato, con barba e capelli incolti, che ti fai schifo un po' anche tu.
Quando hai la febbre mangi poco o niente. Crackers, grana, crackers, yogurt, cose così.
Quando hai la febbre è noioso riprendere la vita normale: se vai a scuola devi farti dare dai compagni tutto quello che è stato fatto, se lavori devi riprendere il filo di quello che avevi interrotto giorni prima e ti sembra tutto faticoso.
La verità è che quando hai la febbre purtroppo hai la febbre. Non c'è molto da spaziare in frizzi e lazzi. Specie dopo 3 giorni di febbre a 39 in pieno giugno. Cose che capitano solo al sottoscritto. Almeno dopo aver preso un'insolazione con i fiocchi stando al sole dall'una alle tre del pomeriggio. Cose appunto, che solo il sottoscritto pirla è in grado di fare.

E’ solo un pretesto

Carlo PastoreE' quantomeno strano che su Ciccsoft sia praticamente assente un abbozzo di "filone musicale" (sulla falsa riga dei post macchisti di TheEgo, per intenderci), nonostante gli autori siano divoratori (senza strafare) di mp3. Riflettevo su come iniziare a colmare questa grave lacuna, e mi è venuto spontaneo partire dal Baraccone Indie Italiano, per far esplorare anche a chi non è avezzo all'Indieverso le dinamiche che lo attraversano. Si potrebbe procedere per strati, da sbucciare come una cipolla, iniziando a delimitare le cellule geografiche: la Culla Bolognese, il Centro Mediatico-Economico Milanese, le Resistenze Piemontesi, la Cintura Veneta. Si potrebbe, infatti, ma già solo il racimolare dei vari link mi ha fatto desistere e soprattutto chiedere: perchè?

Più interessante, sarebbe distinguere i vari gradi di appartanenza in cui (ci) si divide. Qualsiasi comportamento o stile viene subito assorbito e catalogato. La smania di etichettare qualsiasi devianza musicale contagia anche la classificazione non solo sociale ma pure nei tic nervosi o nel numero di righe orizzontali sulle magliette. Qualcosa di molto simile a quello che capita nel metal con i suoi miliardi di sottogeneri, ma in questo caso il principio viene applicato non solo alla musica ma alle persone. Qualcuno li chiamerebbe clichè, e tutti tentono di smarcarsi da questa pericolosissima gabbia, con il risultato di creare esponenzialmente altri clichè che alimentano altri clichè in un circolo virtuoso senza fine. Nessuno può sostanzialmente definirsi illibato, vergine, veramente di nicchia.
Alcuni esempi: ci sono quelli che definiscono con ironia e sarcasmo le pecularità dell'essere indie, tenendo a sottolineare di essere perfettamente consapevoli di possedere i difetti che scherniscono. A casa mia questa si chiamerebbe "captatio benevolentiae" (o paraculismo, in senso buono), io stesso la uso in quasi tutti i miei post, eppure passa come uno scarto di sagacia. E diventa stile, riproducibile. Poi ci sono quelli che leggendo questi elenchi sorridono sereni, e tengono a sancire il loro distacco (se non riesci ad essere come loro, devi essere orgoglioso di non esserlo, l'importante è essere orgoglioso di qualcosa, non importa cosa, pena il Limbo perenne). Il sottoscritto per esempio fa così, ma dietro al sorriso si cela anche una sorta di mini-rimpianto per non riuscire a entrare nei Gangli.
Ma per un comune mortale è impossibile entrarci. Ci sono troppi dischi da ascoltare, ci sono troppi riferimenti ai dischi del passato da assimilare, troppi post da scrivere e troppi siti da visitare tra forum, webzine, mblog americani o canadesi, concerti e viaggi lungo il NordItalia e NordEuropa (è tutto molto nordico) da affrontare per partecipare a tutti i festival (?). Ho il sospetto che ci sia un vero e proprio staff dietro a ciascun personaggio dell'Indie italico, ognuno dedito a qualche settore: io mi sorbisco gli ep di Comaneci e Micecars (ottimi, tra l'altro), tu ti trovi un lavoro, tu scarichi altri mp3 e intanto compri qualche cd originale (non comprare cd originali, per chi scarica a manetta, è grave peccato, quasi quanto mostrarsi invidiosi di Carlo Pastore. Inutile dire che un pizzico di invidia per Carlo Pastore ce l'avrei, se almeno avessi capito chi sia).
Poi ci sono quelli che dicono che (esempio a caso) l'ultimo degli Editors è osceno, quelli che si spingono a dire che è pattumiera, e piano piano si torna indietro e si arriva a quelli che dicono che l'ultimo degli Editors ha dei singoloni clamorosi. Risultato: non si capisce se l'ultimo degli Editors meriti o meno, ma soprattutto schierarsi a favore o contro rappresenta una sostanziale scelta di campo, e creerà uno spostamento di consensi e di affluenze nelle diverse fazioni. Sa molto di politica, dove ogni dichiarazione viene soppesata e usata per venire inquadrati, e la rettifica alla Berlusconi non viene altrettanto cagata. Per dire, si "pontifica" (senso ironico ON) sul nuovo album degli Interpol quando nessuno l'ha ancora ascoltato (esce il 9 luglio): non oso immaginare cosa potrà accadere dopo l'uscita.

Ovviamente l'Indie (parola diventata ormai tabù) è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più grande: la scena italiana, oserei dire, frammentata come uno specchio rotto, afflitta dal fenomeno del frangettismo, seviziata dai gusti dei giovani e tutte queste menate parasociali.
Tutto quanto, ormai, è solo un pretesto.

continua?

«Sembrava una macelleria messicana» (Pulp Fiction)

Dice l'ex vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier che la scuola Diaz, a Genova, durante il G8 del 2001 sembrava una macelleria messicana. Dice che c'erano pezzi di cervello in giro e schegge di cranio, fiumi di sangue e tizi moribondi distesi in pozze rosse.

Dice la gente, gente come me, che si sveglia la mattina come me e che si lava i denti come me, magari usando lo stesso dentifricio consigliato dai dentisti, dice questa gente che a luglio 2001, a Genova, se la sono cercata. Dicono ragazzi della mia età, e dell'età che avrebbe Carlo oggi se non fosse stato barbaramente assassinato dallo Stato Italiano, che quel ragazzo di 45 chilogrammi con in mano un estintore di 6 costituiva un gravissimo pericolo per il Defender dei carabinieri e che, dunque, quegli stessi uomini armati bene hanno fatto ad ucciderlo e poi a passarci sopra con le quattro ruote motrici, avanti e indietro, come in quelle battute che uno fa quando per la strada incontra qualcuno d'antipatico: "Ora lo investo e poi gli ripasso addosso pure in retromarcia".

Dicono tanti, alcuni lettori di questo stesso blog, che se uno alla mattina si sveglia e, invece di mettersi a tracolla lo zaino, indossa un passamontagna, allora quello è un tizio pericoloso per la società e che quindi giustamente deve andare ammazzato in Piazza Alimonda. Dico io che uno che alla mattina si mette un passamontagna, invece di scrivere un cartello con la colomba della pace, quello è solo un ragazzo che ha scelto una vita diversa da quella di tutti noi che, invece - e legittimamente - a fronte di un grande dissenso scriviamo, ci insultiamo, gridiamo in televisione. Dico io che uno che lancia un estintore addosso a una camionetta zeppa di uomini armati, ebbene, non è un eroe, è un coglioncello con un'aspettativa di vita assai inferiore della mia, ma è tuttavia una persona che ha avuto il coraggio di fare qualcosa che altri, diversi da lui, preferiscono limitarsi a pensare, a giudicare, a sognare arrotolando le lenzuola nei pugni.

Uno che lancia un estintore di 6 chili da 10 metri di distanza verso una camionetta è uno che la sera dovrebbe tornare a casa a guardarsi i quiz di Gerry Scotti, non morire ammazzato e ripassato in padella da sassi interlocutori e pneumatici in retromarcia. Dice che la verità piano piano sta venendo fuori e dico io che saranno in pochi, alla fine, a potersi guardare allo specchio, tra interpreti dello scandalo e semplici commentatori dello stesso. Dice l'ex vice questore aggiunto del Primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier che oggi s'è pentito ma che allora non riuscì a dire le cose che invece adesso sì. "Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza", ha confessato finalmente in aula a Genova, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini. Io dico che lo spirito d'appartenenza è legittimo: non mi sento di criticarlo. Per spirito d'appartenenza storcerei la verità io stesso, se per esempio si trattasse di calcio, ma non lo so cosa farei se dal mio spirito o non spirito d'appartenenza dipendesse la verità di un fatto che resterà per sempre tra le pagine più nere della storia italiana.



Dice l'ex vice questore aggiunto eccetera eccetera: "Arrivato al primo piano dell'istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana. Sono rimasto terrorizzato e basito quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: 'basta basta' e cacciai via i poliziotti che picchiavano".

Dicono tantissime persone che allora fu tutta colpa dei black bloc, ma anche di tutti i ragazzi come Carlo i quali invece d'andarsene al mare, in fondo era luglio, scelsero di scendere in piazza a manifestare, anche violentemente. Chi dice così generalmente lo dice, appunto, stando in spiaggia al mare, steso sulla sabbia calda, dietro la Gazzetta dello Sport, oppure al lavoro, in cravatta e completo gessato e io penso che così sia troppo facile. Allo stesso modo, per esempio, potrei dire che non capisco affatto tutte le persone che la mattina s'alzano alle 5 del mattino, anzi potrei aggiungere che per me chi s'alza alle 5 del mattino è proprio un gran coglione e dovrebbe smetterla subito perché non glielo fa fare nessuno, anzi, se uno di quelli che s'alzano alle 5 poi, per caso, finisce ammazzato sotto un treno, ben gli sta: ma, appunto, sarei io a dirlo, e io sono uno che male che va, per lavorare, si deve alzare alle dieci, ripeto: male che va, al massimo una volta o due al mese può darsi che debba prendere un aereo la mattina presto, ma comunque sia la paga che ricevo per tutto questo è talmente più alta di quella riconosciuta a quelli che s'alzano alle 5 che facilissimo sarebbe per il sottoscritto continuare a riferire di costoro come dei perfetti cretini.

Io dico che chi dice così di quello che accadde a Genova oggi dovrebbe arrossire. Dice invece l'allora questore eccetera: "Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze". Dico io che per fortuna certe cose piano piano stanno uscendo fuori e noi siamo anche qui per ricordarlo, di tanto in tanto.

Qui sotto un video importante con le testimonianze dei "sopravvissuti" alle torture inflitte all'interno della Scuola Diaz che titoleremo: "Mi costringevano a urlare Che Guevara figlio di una puttana". (diffondete, per dio)

Untitled 1996

Il 29 novembre 1997 fu inaugurata nella Chiesa di Santa Maria Annunciata a Milano la prima opera d'arte contemporanea installata permanentemente in un edificio religioso.
Finanziata dalla Fondazione Prada e voluta dalla comunità parrocchiale, Untitled 1996 di Dan Flavin si inserisce in un contesto particolare, sia dal punto di vista artistico che sociale.
La chiesa, denominata Chiesa Rossa dal nome del quartiere dove si trova, risale al 1932, costruita da Giovanni Muzio, glorioso architetto del razionalismo milanese, che volle l'edificio religioso spoglio e rigoroso, senza affreschi o altri tipi di abbellimenti architettonici.
Il quartiere Chiesa Rossa si trova alla periferia sud di Milano, in una zona  che è stata meta di immigrazione, spesso clandestina, dove le forze dell'ordine sono intervenute raramente per arginare la deliquenza locale.
La domanda che molti si pongono è: cosa ci fa l'ultima opera di Dan Flavin, il grande maestro del minimalismo americano, in una chiesa "sperduta" della periferia milanese?
Le risposte possono essere molteplici:
- abbellisce e perfeziona una struttura architettonica già di notevole pregio;
- cerca di rendere la zona meta turistica di massa, richiamando turisti stranieri e studiosi da tutto il mondo;
- rappresenta l'atto di una fondazione che tenta di veicolare un marchio e che si fa carico dei bisogni sociali di una città di cui si sente parte.
Io credo che prima di tutto Untitled 1996 TESTIMONI.
L'opera testimonia un riavvicinamento fra la Chiesa e l'arte contemporanea, una amicizia del passato ritrovata nel presente.
Testimonia il coraggio di una comunità religiosa e laica che crede ancora che l'arte possa avvicinare a Dio e che, senza l'appoggio delle istituzioni, si è impegnati in un progetto ambizioso e pericoloso.
Testimonia la grandezza di un artista, che ormai malato, progetta un'installazione da lontano, senza muoversi dalla sua casa di New York, servendosi solo di video e fotografie.

Questa vista non mi è nuova

C'è un passaggio del keynote di Steve Jobs di tre giorni fa per presentare Leopard che forse a molti è sfuggito ma la dice lunga su come la gente abbia percepito il nuovo sistema operativo Apple. Guardare per credere: Steve dopo abbondanti chiacchiere iniziali finalmente svela quale sarà il nuovo desktop, e BOOM, mostra questo.


Risate in sala. La gente divertita pensa stia scherzando. E' ovviamente una presa in giro: ci sta mostrando il desktop del Mac come se scimmiottasse Windows Vista. Invece è proprio questo Leopard: con le sue trasparenze e dock 3d traslucido. Questione di un attimo, due o tre secondi: poi la gente capisce e torna zitta rimanendoci di merda. E Steve Jobs serissimo e pietrificato dall'imbarazzo non riceve il minimo clamore o applauso per la sua nuova creatura solitamente accolta con urletti eccitati e sommo stupore.
Se si aggiunge la figuraccia che sta facendo Safari finalmente (?) rilasciato per Windows, ecco, penso non sia stata una gran giornata a Cupertino.

Le dimissioni farlocche di Selva

Qualora fosse vera quella strana teoria secondo cui esisterebbe un fantomatico "Partito del Corriere" che trami e brami per arrivare ad un governo istituzionale - e in questo piano rientrassero quindi le intervistone a Monti, i comizi di Montezemolo, il libro di Stella e Rizzo, eccetera - mi risulterebbe molto difficile pensare che quei buontemponi (eufemismo) di Buttiglione e Selva non siano parte del complotto, eroici kamikaze pronti al sacrificio personale pur di far giungere il paese il prima possibile al climax dell'antipolitica militante (ci manca solo che il Corriere vada in edicola coi dvd di Beppe Grillo a 9,90 € e tutto quadrerebbe, in effetti).

Detto questo, però, occorre dire una cosa per frenare i facili entusiasmi di molti: le dimissioni di Selva sono farlocche almeno quanto quelle di Turigliatto. Si da il caso che il regolamento parlamentare stabilisca che le dimissioni di un senatore per essere esecutive debbano essere approvate dall'aula, che si esprime a scrutinio segreto. Non è necessario che io vi ricordi la situazione numerica a Palazzo Madama.
Franco Turigliatto aveva promesso in fretta e furia le dimissioni dopo essere diventato l'uomo meno stimato (sic) del centrosinistra italiano: per inciso, ci ha ripensato ancora prima che le farraginose procedure regolamentari facessero arrivare il momento del voto. Ora, capisco le anime candide, ma suvvia: credete davvero che la Cdl sia pronta a rinunciare ad un senatore con una tale nonchalance?* Vedrete: Selva chiederà scusa, dirà che non lo farà più, non andrà in tv per qualche mese e nel frattempo - qualora si arrivasse al voto - lo scrutinio segreto respingerà senza troppi problemi le dimissioni farlocche. Dopo essersi giovato dell'ambulanza, Selva si avvarrà di senza troppi problemi di un bel.. pronto soccorso.

* Aggiornamento: a seguito di alcune segnalazioni ho fatto una ricerca veloce e mi correggo. A seguito di dimissioni di un senatore subentra il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista cui apparteneva il senatore dimissionario: quindi Selva sarebbe sostituito da un altro senatore di An. Sul fatto che l'aula approvi le dimissioni, però, sono piuttosto scettico: le dimissioni di Livia Turco, tanto per fare un esempio, sono state già respinte per tre volte, e Selva ha già fatto retromarcia.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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