Yearly Archive for 2007

Page 13 of 27

L’uomo venuto con la Porsche bianca e il patto col Diavolo

Azouz che scende dalla Porsche Carrera bianca, con la giacca bianca e il pantalone bianco, a me fa venire i brividi. Dice il Corriere della Sera che sulla V aperta della camicia, forse bianca anch'essa, tra qualche pelo rado e la pelle scura, si stagliava un medaglione d'oro, uno di quello dei grandi divi e, dice sempre il Corriere, che quel medaglione era composto dalla fede nuziale e dalla foto del bimbo. Moglie e figlio di Azouz, quello della Porsche bianca, camicia bianca, giacca bianca e medaglione, sono stati trucidati a sprangate e a coltellate dai vicini di casa, qualche mese fa, nella tragedia delle tragedie, quel massacro di Erba che ha fatto impallidire pure Novi Ligure.

Azouz che scende dalla Porsche bianca davanti al Coconut, questo piccolo locale della provincia di Erba, e si ritrova con Lele Mora, col tronista Alessandro di Pasquale e il calciatore Gabriele Rodrighiero, mi fa attorcigliare le viscere come una stella filante soffiata perché l'avevamo detto, tutti quanti, che quello lì ce le aveva tutte per diventare carne da reality, l'avevamo detto subito, già alle prime interviste, mentr'egli si schermava dietro gli occhiali da sole a specchio, e poi pure dopo, l'avevamo detto, nei salottini televisivi di Mentana e Vespa, seduto sulle poltrone, intento a rispondere a domande cretine di giornalisti cretini, e l'avevamo definitivamente desunto ancora più tardi, quando cedette le immagini del funerale della famiglia per una cifra spropositata a un settimanale rosa. Tra il partito di quelli che in qualche modo deve pure campare e il partito di quelli che uno così si meriterebbe le fiamme dell'inferno, Azouz godone ha già stipulato il patto col Diavolo, dove il Diavolo veste anche lui di bianco, ha sfiorato la galera, vanta un paio di procedimenti penali in corso e si chiama Mora Lele. Mora Lele, di professione agente dello spettacolo, ha dichiarato che Azouz è un bellissimo ragazzo e che da cosa può nascere cosa, anche se nella televisione, per carità, la bellezza mica è tutto. Da par suo l'uomo che ha visto il proprio figlio e la propria moglie sciogliersi di sangue nel salotto di casa ha mangiato ostriche e pesce crudo, tutto rigorosamente offerto dal ristorante Coconut, gentilezza questa ben più che calcolata, se si pensa che per la magica serata il Coconut stesso ha fatto registrare il tutto esaurito e, addirittura, come racconta il proprietario, s'è dovuta rifiutare la prenotazione a decine e decine di richiedenti, e dopo essersi ripulito le labbra e aver rifiutato un amaro, l'uomo che da par suo ha visto il figlio e la moglie eccetera eccetera, non si è nemmeno negato agli autografi e alle fotografie, perché si sa cosa succede alla gente quando viene a sapere che c'è il divo sottocasa: rinuncia agli impegni e scatta foto ricordo.

Lui stesso, Azouz, ha dichiarato che Lele è un amico, me l'ha presentato Fabrizio Corona e mi è stato vicino nel momento del dolore, confessione, questa, che, dopo i soliti brividi, m'ha fatto pensare a un sacco di cose, quasi nessuna positiva, intanto a una, facile facile, che vi espongo immantinente: perché, nel momento del dolore e, nella fattispecie, nelle ore successive a un ematicissimo massacro che ha coinvolto tutta la tua famiglia, dai primissimi rami dell'albero genealogico fino alle ultime gemmazioni, ecco, perché in quei momenti lì, tra tante persone, al tuo capezzale di uomo finito dovrebbe accorrere Lele Mora? Perché questa cosa è successa? Come mai Lele Mora s'è tuffato nel dolore di un uomo? E perché quest'uomo, privato dell'intera vita sua da un paio di fendenti di coltello, avrebbe dovuto accettare, certograzieperchéno, i servigi d'una specie di Divino Otelma ripulito, piombato chissà come e perché mai in quel di Erba con alcuni cadaveri ancora caldi stesi sul tavolo di marmo?

Un'altra domanda che io vorrei porre a questo signore, a cui è andata tutta la mia partecipazione emotiva, mesi fa, mentre veniva accusato, solo perché extracomunitario, mezzo negro, parliamoci chiaro, d'aver massacrato lui i propri cari, un'altra domanda vorrebbe essere la seguente: Azouz, la Porsche Carrera bianca, ce l'aveva anche prima dell'assassinio della famiglia? Perché se la rispota è no, se la risposta è certo che no, la Porsche Carrera bianca è stato un legittimissimo contentino post-trauma, semmai consigliato dallo psicologo di Costanzo, se una strage di Erba qualsiasi porta nel garage del sopravvissuto una Porche Carrera bianca e un contratto con Lele Mora, vale a dire i medesimi servigi che arreca al fortunato la partecipazione ad un reality, allora io non mi sento tanto bene e posso dire con illuminata certezza che questo mondo avrebbe bisogno di una bomba atomica. (o, comunque sia, fatemi sapere a chi mi devo rivolgere per avere indietro la mia partecipazione emotiva)

La Bibbia di Zebedeo

Dal libro della Genesi.

In quel tempo Noè fu chiamato da Dio, anzi Dio gli mandò un messaggio perchè non aveva soldi e Noè lo richiamò. Si diedero appuntamento dalla "Gigina" dove mangiarono castrato e discuterono amabilmente di calcio. Alla fine della cena Dio disse:"Noè, devi farmi un favore", "Dimmi" rispoe Noè, "Devi costruire un'arca con la quale porterai in salvo ogni specie di animale" spiegò Dio; e Noè chiese:"Perchè?","Perchè gli uomini sono sporchi, non si lavano abbastanza. Allora ho deciso di far piovere un pò di giorni così si puliranno". Noè costruì l'arca come Dio gli aveva indicato, usò il legno migliore, la colorò con la vernice gialla fosforescente e installò un impianto radio da un milione di watt. Alcuni giorni dopo Dio fece uno squillo a Noè e questi capì che era ora di partire, quindi caricati tutti gli animali si mise in viaggio. Dopo 100 giorni di pioggia, Noè, che ne aveva pieni i maroni, fece uno squillo a Dio ed egli rispose mandandogli un MMS con la foto di un ramoscello d'ulivo. Dapprima Noè pensò che Dio votasse Prodi, poi capì che la pioggia stava per finire; ed infatti la pioggia cessò e Dio, come segno di pace tra lui e gli uomini, regalò a Noè un portachiavi a forma di arca.     
Parola di Dio.

Non vi ricorda qualcosa?

Max Pezzali - Torno subito

C’era una volta il videoregistratore

Qualche anima benemerita ha escogitato il modo di liberare lo spazio sotto al televisore destinato abitualmente al videoregistratore. Faucet è il sito, scarno quanto essenziale, che rende virtualmente inutili tutti i costosi lettori dvd-recorder che tentano di propinarci: la fusione perfetta tra il "dinosauro" televisore e il giovine e rampante web.

Iscrivendosi a Faucet, si ha la possibilità di registrare qualsiasi programma televisivo di tutti i canali gratuiti presenti sulla piattaforma del digitale terrestre. Dalla Rai a Mediaset, quindi, passando per La7, MTV e All Music (ecc.ecc.), una volta loggati si ha la possibilità di pianificare la propria registrazione, selezionando da un pratico menu a tendina il canale televisivo, il giorno, l'ora di inizio e di termine. Volendo, si può anche programmare la registrazione ripetendola ogni giorno, per non perdersi l'ennesima ma impagabile replica dei Simpson o la puntata pomeridiana della Melevisione.
Quando la registrazione sarà disponibile, comparirà a fianco il link al file video (in formato ipod, quindi mp4, di ottima qualità) e sarà possibile scaricarlo comodamente sul proprio pc. La sciccheria è la possibilità di iscriversi al podcast personale delle proprie registrazioni, per essere aggiornati sulla disponibilità dei video via feed.
Di fatto, il videoregistratore potrà sopravvivere solo per registrare un'eventuale comparsata del parente su una tv locale a caso, o riguardarsi  il filmato della comunione dell'amico quando portava ancora gli occhiali tondi, per deriderlo in allegria. Un servizio così (i cui autori sono sconosciuti ma va loro gratitudine infinita) dà la carne a i vari servizi di "webtv" che tentano di mettere in un angolo l'ancora potentissima televisione tradizionale. Se infatti questi esperimenti 2.0 mi lasciano un pò freddino, dato che qualsiasi cosa etichettata 2.0 ha il vizio non trascurabile di mettere in secondo piano una stupidaggine come i "contenuti", Faucet invece è la genialata che garantisce lunga vita ad entrambi i due media. Amen.

(Grazie a Corso Sempione 50 che ci ha illuminato)

Post postmoderni

Verso Twitter e oltreA me Tumblr fa un po' "paura", pur intuendone la validità. E' la naturale evoluzione del blog che accelera liberandosi degli inutili orpelli. Presto sarà tutto così, video e link, e non ci servirà nient'altro per riempire le nostre pagine. Essendo troppo impegnati a leggere gli altri, a guardare altre cose e ad andare a troppi concerti e vedere troppi films, il tempo per scrivere diverrà un lusso che pochi sapranno permettersi.

Twitter invece mi fa veramente paura. La deriva masturbatoria dei blog (e quindi non nego che prima o poi potrei aprirne uno). Paura e delirio.

E’ Partito il Democratico, ma quando arriva?

Non si schiodano da quella sedia...Tutti critichiamo giustamente il nascente Partito Democratico. Dalle premesse, alle intenzioni, passando per i modi, il PD infila una serie topica di errori, lasciando prima avviliti e poi sconcertati: è difficile, se non si è incoscienti o non si ha un secondo fine, mandare così scientificamente allo sbaraglio una propria creatura.
Quasi nessuno invece (a parte Francesco Costa, per esempio) ha invece l'onestà intellettuale di riconoscere nel PD il secondo, reale ed effettivo tentativo in anni e anni di storia italiana, di produrre una "nuova" formazione politica. Il primo a provarci fu Silvio, scendendo in campo nel 1994, con un partito che ambiva, almeno nelle intenzioni, a staccarsi dal retaggio del Novecento e fiondarsi nel presente. E', più o meno, la stessa intenzione di Fassino e Rutelli, perlomeno ufficialmente.
L'occasione dunque è unica, specie in questa drammatica fase di crisi della Politica, ma i nostri anche questa volta riescono a lasciare che il gelato si sciolga sulle loro mani prima ancora di dargli una sola leccata. Il Partito Democratico si avvia ad assumere i contorni di una bieca manovra raccattavoti, di tentativo disperato di salvare il salvabile, smarcandosi da scomodi compagni di viaggio e sperando di raggranellare altri, ancora più pericolosi a mio avviso. Non c'è ancora uno straccio di segretario, e siamo già a certificare la natura di questo Partito: un vuoto contenitore di voti. Peccato, perchè l'attenuante gliela si potrebbe concedere, come detto: essere un verosimile tentativo di "innovazione" prodotto dalla Paludosa Dittatura Parlamentare (vedi post di Leonardo sul Parlamento italiano).

Una delle critiche diffusesi sottolinea la totale assenza di giovani e giovani adulti tra coloro che dovrebbero formare il partito, completamente ignorati in questa delicata e decisiva fase di costruzione del PD. Qui scatterebbe un'altra attenuante, se non rischiassi di passare come troppo indulgente... Però è obiettivamente non facile che la società italiana malata si produca da sola gli anticorpi per la malattia. Se fossero stati chiamati a raccolta anche le "nuove" generazioni (come ha chiesto giustamente Sofri) sarebbe stata un'eccezione, non la regola (Chettimar lo spiega meglio e più brevemente di me). Siamo ostaggio di chi ha costruito questa società, e si attacca morbosamente alle posizioni raggiunte: sarebbe stato miracoloso, e non ovvio, che il PD si aprisse anche ai giovani.
I problemi del PD sono gli stessi che affliggono il Parlamento, la Politica e la Società: una sorta di cortocircuito tra causa ed effetto. Non si concede spazio, ma questo stesso spazio viene rivendicato blandamente. Non so quanti di questi giovani così tanto attesi, come Godot, siano consapevoli che li stiamo aspettando e siano interessati a fare effettivamente qualcosa per prendersi ciò che gli spetta. Non credo si rendano conto che occorre essere tenaci e allo stesso tempo subdoli, per liberare posti da sedere in parlamento, o nei consigli di amministrazione. Soprattutto, pare che l'obiettivo di questo "rinnovamento" sia semplicemente sostituire ai figuranti una maschera più presentabile. Se è una poltrona l'oggetto ambito, ci ritroveremo nella stessa situazione tra cinquant'anni, con un altro ingorgo generazionale a intasare il ricambio naturale dei ruoli dirigenziali. Bisognerebbe stabilire una volta per tutte che se la testa è marcia, anche la parte restante del Corpo non sta messa tanto bene.

Il PD è uno specchio di un problema collettivo e clamorosamente individuale: non sono soltanto i dirigenti, a non essere pronti per il PD, ma pure la base. Non siamo pronti, anzi, non siamo proprio.

Non bastavano i tormentoni estivi

Quando una cosa è oggettivamente brutta, non è che dobbiamo farcela piacere per forza solo perchè la moda lo impone, no?

23, 24, 25…

Denzel WashingtonAbbiamo ancora bisogno, nel 200X (slogan da riciclare sempre, in politica, nell'arte, nella società, dappertutto: perchè in fondo, non abbiamo più bisogno di niente, dato che, volendo, c'è tutto) di film come 23? E' necessario imbottire le nostre sale cinematografiche (ormai tenute aperte dalle solite tre o quattro riedizioni di film tramutatesi in telefilm) con questa invasione continua, imperterrita, di film americani con detective, assassini, le solite paranoie, i soliti casi prevedibili, i soliti ambienti polizieschi, le solite armi, le consuetidini, i soliti moralismi e scontati immoralismi, la classica sovversione pettinata che finisce per diventare la stessa retorica che dovrebbe scardinare?
Io dico di no.
Beninteso, non sono contro i film spazzatura, o i film mangiapopcorn inutili e che servono a sghignazzare o sobbalzare. Hanno ovviamente il loro diritto a continuare ad esistere, e liberi tutti di continuare a cibarsi di paccottiglia, ogni tanto ci vuole. Il problema è la ripetività, la totale mancanza di slancio che scardini una vera e propria catena di montaggio cinematografica.
Dico che di thriller fotocopia, di casi umani fotocopia, di fumettoni fotocopia, di tutti quei clichè fotocopia che vengono sparati dagli Usa, grazie ma abbiamo già dato: se possibile, mandatecene di meno. Lo stesso discorso, meglio precisare, vale pure per il cinema italiano e le sue storie di trentenni malinconici ma con quella punta di sorriso, quando va bene, altrimenti di indicibile tristezza che tutto ammaina (mi pare che una lamentela simile l'abbia fatta quel gonzo di Tarantino, subito rimbrottato da Bellocchio).
Dico che i multisala infarciti di burrosi popcorn e burrosi film dalle sceneggiature quasi ciclostilate, prodotte in serie, hanno seccato la pianta.
Personalmente, voglio (vorrei) film che parlino anche, perchè no?, di fantascienza (argomento tabù, ormai), soprattutto voglio film che raccontino storie, visivamente e narrativamente sforzandosi di raccontare questo mondo e quello fantastico (non si scappa: c'è il vero, il verosimile, e l'inverosimile, non occorre sforzarsi così tanto), senza bisogno di ricorrere ai faccioni di amianto di Denzel Washington, tanto per dire il primo clichè che mi viene in mente.

No, non ho detto gioia…

L'agonia del risveglio, la voglia di morire, il non sapere che fare di sè. Un altro giorno. Interminabile, senza senso, stancante.
Mi viene da rimettermi a dormire. Non pensare più niente. Solo spegnermi.
Sperando sia per sempre.
Perchè Roma fa schifo.

Soprattutto, Roma fa schifo in confronto a Bologna.
Perchè io mi sono trasferita, un mese e mezzo fa. Per amore, per follia, per indecente impazienza.
Ed è stato un errore. Uno dei più grandi.

Perchè ha senso cambiare quando si sta male. Ma quando si è felici, nella propria quotidianeità non monotona.... Allora è un suicidio.
Ma ho pensato che si potesse vivere d'aria e d'amore.

E invece no.

Andrea non basta più. L'amore non basta più. Ho paura, per di più, che lo stesso amore si spenga, soppresso dal rancore, dalla noia. Dall'insoddisfazione.

Non riesco più a ridere. A volte qualche sorriso.
Ma la bocca è sempre troppo storta, i denti sempre troppo in fuori o in dentro. Tutto stona. Ed ecco che il sorriso diventa una smorfia.
Allontano chiunque. Non rispondo più al telefono.
Mi mancano persone e nello stesso tempo non le voglio vedere.
Acuisco la mia Misantropia.

 

E questo è il primo vero post personale che scrivo qui dentro. Perchè sto male.
Perchè a volte si è costretti a urlare il proprio dolore.
Piangere di notte, soffocando le lacrime sul cuscino, mi distrugge.

E tutto perchè Roma fa schifo. In confronto a Bologna, poi.
Non me ne faccio niente del Colosseo.
O del Circo Massimo.
O di tutta quell'accozzaglia di monumenti.

Preferisco le due torri, storte più da via Zamboni che da Via Indipendenza.
Preferisco i piccoli centri dove gli ex Settantasettini si ritrovano, parlando di allora e di oggi.
Dove i concerti sono gratis e sempre - o quasi - per un numero minuscolo di persone.
Dove la pioggia viene riparata dagli archetti, dai portici.
Dove puoi uscire in mutande. Tanto c'è sempre chi è conciato peggio di te.
Dove trovi musicanti, in giro per il ghetto ebraico.
Dove ogni via ha sì una Storia - come a Roma - ma soprattutto tanta contemporaneità.
Dove puoi conoscere, amare, creare.
Dove ho iniziato a scrivere il mio libro. E senza Bologna non lo avrei fatto. Mai.
Preferisco prendere la pioggia con la mia bicicletta, piuttosto che circolare tristemente sui tram.

Mi manca Bologna. Mi manca quell'essere alternativa, provinciale, cittadina, ricca d'odio, traboccante d'amore.
Mi manca trascorrere una serata da sola, in mezzo alla gente, a guardare del buon teatro, mangiando una piadina e bevendo una birra.
Mi mancano gli studenti di via zamboni.
E poi il mio giornalaio preferito. E il mio pub. E la mia osteria.

Mi manca andare a tre conferenze in un giorno, conoscere, vedere, confrontarmi.
Suonare e scrivere, con altri come me.
E quelle cene improvvisate. E quegli incontri inaspettati.

 Mi manca Bologna. Quello che io ero lì.

Alice di Roma mi fa schifo. Le sputerei in faccia.
Disprezzo. Per se stessa e per gli altri.
Odio. Per se stessa e per gli altri.
Noia.

Ma ora devo andare.
L'agonia del risveglio, la voglia di morire, il non sapere che fare di sè, mi attendono.  Un altro giorno. Interminabile, senza senso, stancante.
Mi rimetto a dormire. Non penserò più niente. Desidero solo spegnermi.
Sperando sia per sempre.

 

 

La proposta di Sofri è una cagata pazzesca

Care persone del Comitato per il Partito Democratico,

mi risolvo a scrivervi perché non mi riconosco nel disagio colto da chi già vi ha scritto una prima proposta. Il mio disagio è ben più grande e riguarda la natura stessa del Partito Democratico.

Sono decisamente un italiano, decisamente fra i venti e i quarant'anni, e ritengo che la politica italiana sia imbalsamata da una serie imbarazzante di atteggiamenti che accomunano e racchiudono, senza soluzione di continuità, tutti gli schieramenti attualmente rappresentati in Parlamento.

Ritengo inoltre che il Partito Democratico non sia un'occasione per restituire la giusta vitalità a una vita politica che va di pari passo con il Paese, un Paese in cui la questione morale non è mai stata veramente risolta.
Ritengo che sia un'inguardabile accozzaglia di idee, messa insieme alla meglio con l'unico obiettivo di conservare lo status quo.

Pertanto, no, non aumentate il già ridicolo numero di 45 "persone" (tutti nomi già visti e stravisti) che comporrebbero questa sorta di direttorio di una cosa che non trova accordi su alcun tema fondamentale, fra quelli che dovrebbero costituire un programma politico. Non rendetelo di 55, né di 65, 75, ma neanche di 35 o 25. Non coinvolgete nel vostro progetto - come in una riserva protetta, come le ridicole quote rosa - under 40 che fra vent'anni saranno come siete voi adesso.

Provate, piuttosto, a esprimere un leader, a prevedere quote per persone competenti, a recitare un ruolo politico diverso per questo misero paese che si ritrova, anche per colpa vostra, in una situazione di ridicola e estenuante campagna elettorale permanente.

Questa proposta, al momento, la firmo solo io: non fate il Partito Democratico.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

Archivio