Per chi segue Lost, la terza serie in onda negli U.S.A., e solo per chi ha guardato la puntata 20, causa spoiler, ecco un'immagine di un personaggio che era già apparso qualche tempo fa in un'inquadratura e non ce n'eravamo accorti...
JACOB!
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E' tutto un equilibrio sopra la follia
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Per chi segue Lost, la terza serie in onda negli U.S.A., e solo per chi ha guardato la puntata 20, causa spoiler, ecco un'immagine di un personaggio che era già apparso qualche tempo fa in un'inquadratura e non ce n'eravamo accorti...
JACOB!
(nella foto: la figlia di Francesco Totti)
Succede a tutti prima o poi nella propria carriera da smanettoni. A me è successo adesso: ho danneggiato il disco fisso esterno usb2 sul quale risiedevano TUTTI i miei documenti dal 1999 ad oggi (salvo pochi backup).
Per TUTTI intendo TUTTI perchè avendo poco spazio sul Mac avevo di recente trasferito ogni più piccolo documento sul disco esterno, dal testo txt alle puntate di Lost, agli album musicali, ai siti e i documenti di lavoro (argh). Mi ritrovo con un computer e i suoi programmi installati, e le tasche vuote. Soprattutto ho perso anni di fotografie, di ricordi, di vita vissuta e forse sono le uniche cose importanti dopotutto.
COSA E' SUCCESSO:
Ho inserito il cd di Windows Xp (sempre sia maledetto) nel Mac, per reinstallare Windows. Ho avviato da cd e seguito le prime procedure. Al momento di scegliere le partizioni ho eliminato quelle esistenti fatte da Bootcamp e solo quelle, lasciando intatta quella con MacOsx e ovviamente il disco fisso esterno che accidenti a me, era collegato ed acceso in quel momento e quindi risultava in elenco. Confermo di installare sullo spazio non partizionato rimanente. Alla schermata successiva l'installazione mi dice che c'è già un sistema operativo su quel disco in uso e quindi se continuo dovrà "disattivare" le partizioni con sistemi operativi per evitare che facciano confusione. In basso non c'è ANNULLA, ma soltanto INVIO per continuare, così preso dal panico opto per la spegnimento del computer con il tasto di accensione. Premo e oplà.
Alla riaccensione scopro l'orrenda verità: il Mac non vede più il disco esterno usb, restituendo un errore di lettura secondo cui il disco non è inizializzato e mi chiede se voglio farlo.
Non posso farlo perchè comporterebbe la perdita dei dati totale e non mi pare proprio il caso, ad ogni modo ne Mac, ne Linux, ne Windows son in grado di vedere il contenuto del disco che risulta non attivato, non inizializzato.
A voi, guru della blogosfera, santoni del disco fisso, divoratori di cluster e maghi della partizione.
HO SPERANZA? Cosa posso fare/installare/provare?
(P.S. Grazie al buon Fabbrone ho provato ad installare "Tiramisu" ma non pare funzionare e richiede l'uso di floppy disk e io non ho il drive...)
"[...] Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa. La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale."
Tratto da Forum Famiglie.
Ora, mi risulta che la famiglia tradizionale, in questo Paese e in questo momento storico, già goda della “tutela giuridica pubblica”.
Dunque a cosa serve il Family Day?
Io credo, passatemi la frase, che le chiacchere siano a zero in questo paese. Da tempo, volendo leggere tra le righe, si va formando nella cittadinanza una divisione tra due schieramenti trasversali, che nulla hanno a che fare con le attuali rappresentanze politiche. Semplificando (proprio perchè le chiacchere stanno a zero) i due schieramenti sono i seguenti: modernizzazione e conservazione.
Chi si ispira al primo, pone l’accento sulle urgenti necessità di modernizzazione di questo paese. Chi si ispira al secondo è mosso da volontà di conservazione.
Il primo crede che senza modernizzazione il paese è destinato, tra poco, ad affondare. Il secondo è convinto che la specificità Italiana sia invece ancora sostenibile e auspicabile.
Coloro che si ispirano a principi di modernizzazione, tra le altre cose, rifiutano la declinazione ufficiale del pensiero cattolico, che assegna il primato alla cosiddetta famiglia tradizionale, in riferimento al contesto dell’allargamento dei diritti civili. Coloro che si ispirano a principi di conservazione invece, ostentano con molta determinazione l’esclusività del principio di famiglia naturale, e di conseguenza rifiutano di prendere in esame il riconoscimento di forme differenti da quella.
In entrambi gli schieramenti gli argomenti sono sfumati e non monolitici: chi è favore della modernizzazione vuole attribuire più o meno riconoscimenti e diritti (un po’ meno di frequente, doveri) alle cosiddette coppie di fatto. Chi è a favore della conservazione intende più o meno sminuire questi riconoscimenti, a seconda delle preferenze sessuali espresse nelle convivenze o in base ad altri parametri come la durata del rapporto, l’interpretazione della Costituzione, l’esistenza (mitica, antistorica e pseudo-antropologica) di una presunta cellula naturale, e via dicendo.
modernizzazione contro conservazione.
Il Family Day dunque, e non solo per esclusione, è la manifestazione di chi si riconosce nello schieramento conservatore. E non potrebbe essere altrimenti, basta dare un’occhiata ai suoi promotori. Ma attenzione! Il problema non è la legittimità dell’esistenza di questi due schieramenti, quanto l’italica confusione che si genera intorno a manifestazioni di questo tipo.
Per quello che mi riguarda: vai al Family Day? Sei un conservatore. Non vai al Family Day? Se un modernizzatore.
Questa è la chiave di volta della futura Italia, non l’embrione di un Partito Democratico che ostenta la convivenza tra Cattolici ed eredi della Sinistra tradizionale, per chissà quale motivo. Il Partito Democratico, se così intende chiamarsi, deve necessariamente ispirarsi a una visione modernista e laica della società italiana, e non può permettersi di avere al suo interno qualcuno che di modernizzazione non intende parlare. A chi giova sennò questa convivenza? La Bindi e Rutelli vogliono andare al Family day? Si accomodino. Ma per favore si uniscano a quelli che vedono in un principio di conservazione il futuro delle aggregazioni familiari italiane. Alcune comunità gay vorrebbero partecipare al Family Day? E perchè? Le lasciassero fare ai conservatori.
Questo paese ha oggi disperatamente bisogno di rendere evidente chi sta da una parte e chi sta dall’altra, e non ha bisogno della solita ammuina, non più.
Ma poi, facciano a modo loro.
Quello che purtroppo continuo a vedere, io che sono sposato e padre di due figli, modernista per vocazione, tra coppie gay in preda all’isterismo, associazioni cattoliche con nostalgie lefebvriane e tridentine, politici cialtroni che non sanno che fare o che peggio, lo sanno! quello che continuo a vedere è che in questo paese, alle istituzioni non è mai fregato un cazzo di niente, della tanto declamata, santificata, auspicata, e onorata famiglia.
State bene. Cyrano.
Oggi, 10 maggio 2007, la Sorella ammette finalmente anche lei che, come il sottoscritto anni fa, di Immanuel Kant non ci capisce una beata fava.
Era maggio, l'interrogazione su Kant era andata un po' meno bene del solito - avevo otto e mezzo in filosofia, nove a fine anno - ed io e il mio vicino di banco c'eravamo per così dire rovinati la media usuale con quell'esposizione poco brillante. Un sette e mezzo credo, roba da ricchi, che a me pure bastava. Ci volle reinterrogare a pochi giorni dalla fine dell'anno, per cercare di recuperare. Niente di meglio: nel mentre avevamo fatto anche Hegel che sapevo molto meglio. Al termine di una buona interrogazione su Hegel sia mia che del mio vicino, con un sorriso sornione il Professore spiegò:
"Ora però non posso esimermi dal farvi anche qualche domanda su Kant". Sudore. Sguardi persi. Qualcosa biascicammo, evidentemente abbastanza corretto, ma la faccia che fece a fine interrogazione, non pienamente soddisfatta, mi diede da pensare che fu un po' un alzare bandiera bianca. Lasciamogli pure un voto alto, anche se il povero Kant, insomma, non per dare "giudizi sintetici a posteriori", ma proprio non lo manda giù.
E' su questa parola, feccia, che Nicolas Sarkozy ha costruito il suo successo elettorale. Non c'entrano i discorsi legati alla modernità, alla sconfitta delle ideologie o al sapersi proporre come uomo nuovo. La gente ha paura dell'altro. A un anno dalla rivolta delle banlieue la Francia ha scelto di voltare le spalle all'integrazione. Ma non è un'accusa rivolta alla società francese, che cinque anni fa respinse con coscienza il pericolo Le Pen. Piuttosto una considerazione che deve servire da esempio anche per il nostro paese dove l'emergenza immigrazione inizia a pesare, e parecchio, sulla vita dei cittadini. In Italia sono 3 milioni gli immigrati regolari, circa il 5% della popolazione, un punto in più rispetto alla media europea.
Ormai i sentimenti positivi affiancano quelli negativi: se infatti per il 43% (secondo un sondaggio dell'agicom) sono una minaccia, per il 75% è giusto che gli venga concesso il diritto di voto amministrativo. Ma il 58% della popolazione italiana vuole che si adeguino alla nostra cultura. Secondo il Rapporto sull'immigrazione della Caritas sono stranieri oltre il 20% delle persone denunciate per reati (nelle regioni del Nord si arriva al 30%). Che gli stranieri siano una risorsa per l'economia italiana è accertato. Ed è anche entrato nel linguaggio e nelle convinzioni comuni: gli stranieri fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare, gli stranieri sono degli ottimi lavoratori.
Ma ci sono anche parecchi stranieri che commettono reati. Su tutti i rumeni, primi in questa particolare classifica secondo i dati diffusi dalla Questura di Roma. Con 260 arresti in 4 mesi, possiamo parlare di un vero e proprio record, nonostante il calo del 28% rispetto al 2006, quando però tra i reati figuravano anche quelli relativi al decreto di espulsione, abolito dal 1° gennaio con l'entrata dell Romania nell'Unione Europea. L'omicidio a Roma di Vanessa Russo, trafitta da un ombrello alla stazione Termini, ha riscoperto il nervo della difficile convivenza tra cittadini italiani e immigrati. Urla di dolore e di rabbia durante l'omelia funebre a Fidene hanno dato vita a una pericolosa miscela di odio. "Non le perdonerò mai", ha urlato distrutta dal dolore la madre della 23enne romana. Reazione più che comprensibile perché non si può perdere la vita in quella maniera, quale che siano state dinamiche e motivazioni.
E' possibile che nessuno, nemmeno una persona abbia fermato le due giovani rumene mentre si allontavano dal luogo della colluttazione? Diffidenza ed egoismo oggi prevalgono nel comportamento quotidiano dei cittadini. Tutti hanno paura di tutto e di tutti, come in una spirale senza fine. E la politica fatica a trovare le parole giuste. Ieri su la Repubblica ha fatto scalpore lo sfogo di un lettore di cui riporto alcuni passaggi:
"Di fronte agli stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie città italiane, mi chiedo: e se io stuprassi una giovane araba alla Mecca o a Casablanca, se venissi preso dalla locale polizia a cosa andrei incontro? E se a Bucarest, in metropolitana, avessi accoltellato un giovane rumeno per una spinta ricevuta, che mi avrebbero fatto le locali autorità? Perché devo essere sempre buono ed accogliente con i nomadi, ahi tasto dolentissimo e pericolosissimo, quando questi rubano, si ubriacano, violano la mia casa e la mia intimità, quando rovistano nei cassonetti e buttano tutto fuori, quando mendicano con cattiveria e violenza, quando bastonano le immigrate che non vogliono prostituirsi, quando sbattono i bambini in strada o mandano i figli a scuola con i pidocchi?
Perché se chiedo l'espulsione immediata dei clandestini violenti e ladri e meretrici e protettori di meretrici vengo immediatamente accostato a Eichmann? Perché lo schieramento politico che mi rappresenta (centrosinistra, ndn), se io chiedo certezza delle pene e della detenzione, mi risponde con Mastella che nomina direttore generale del Ministero di Grazia e Giustizia quel Nuvoli Gianpaolo che, secoli fa ormai, ai tempi di Mani Pulite, ebbe a dire di Borrelli "se il procuratore fosse condotto alla forca sarei in prima fila per assistere all'esecuzione?".
Come dare torto a questo elettore di sinistra deluso e spaventato dal suo crescente sentimento razzista? Venerdì a Roma il vicecapo di gabinetto del Comune, Luca Odevaine, ha firmato con il Viminale un decalogo sulla legalità. Tra i punti principali sono previsti il divieto di prostituirsi in strada e quello di spostare i campi nomadi fuori dal Grande Raccordo Anulare, proposte del vecchio MSI che risalgono al 1993. Poco importa che le ragazze siano delle schiave di clan rumeni e che fuori il Raccordo ci sia un'altra città, fatta di persone. Un'altra città lontana dalle luci del centro, un'altra città dove gli abitanti si sentono abbandonate dalle istituzioni, proprio come quelli di Fidene, che al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, hanno riservato durante i funerali di Vanessa una sonora razione di fischi. Siamo quasi arrivati alle banlieue? Siamo alla racaille? Forse ancora no, perché rispetto alla Francia siamo indietro se non di due, di almeno una generazione. Ma di questo passo tuttavia una feccia sarkozy è molto probabile anche in Italia, dove per ottenere consenso politico basterà urlare contro lo straniero, colpevole di non essersi integrato.
D'accordissimo, ma non sui tempi. Tornare da 2 ore di pedalata sull'argine del Grande Fiume, dopo aver assaporato la fatica della bici e il sole negli occhi, e leggere che il tuo ciclista prediletto ti ha ingannato (come fece il suo predecessore nel tifo), fa girare non solo la ruota della bicicletta. Tornerò a tifare Basso tra due anni, smaltita la retorica delusione, per applaudire nuove, vere vittorie di Ivan, tra le macerie di uno sport ormai cortocircuitato.
Non so a voi, ma quando è partito Beethoven mi è scesa tanta tanta malinconia per quel pover uomo. Se questo è il futuro, grazie, ma svecchierò tra le montagne guardando il sole specchiarsi nel lago.
Alzandomi questa mattina non ho trovato il solito caffelatte ad aspettarmi e pure il telegiornale sembrava trasmettermi notizie vecchie e poco interessanti. Così, abbandonando le sacre chiappe su una poltrona bicolore nel soggiorno mi sono lasciato andare ad alcuni pensieri.
Ho pensato che Segolene Royal mi sta proprio sulle palle, con quell'aria fintamente socialista, e che a parte tutto è inutile questo sgomitare e fare confronti in tv: avanti con i neogollisti. Io vado ricordando Monsieur Mitterrand e mi sento vecchio. In fondo, lo sono un po'.
Ho pensato che tutte queste chiacchiere da bar intorno alla meritocrazia sull'Inter e lo scudetto sono ridicole. I numeri parlano chiaro e non c'è trippa. Ho pensato anche che il Milan stavolta travolgerà il Liverpool ad occhi chiusi e che Berlusconi quando non vince in politica ha soddisfazioni nello sport e viceversa.
A proposito di Berlusconi, ho ancora negli occhi quelle disgustose immagini del servizio di "Oggi" con il suo "harem" in Sardegna tra rosse e more forzaitaliote. Che tristezza. La rivista "Oggi", intendo. Su Silvio è inutile infierire, ormai è un cucciolone in pensione ed è già tanto se la sua signora non scappa a gambe levate. Ah, i figli, cosa non fanno.
Poi guardavo la tv e mi rendevo conto che non c'è niente. Niente di niente di niente. Non posso spendere tutti quei soldi per Sky, vero parametro che divide gli italiani tra "quelli che possono" e "quelli che non possono": è caro punto e basta, e non si può pagare pure la tv oltre alla stronzissima bolletta telecom. Alla sera è tutto un fiorire di fiction di bassa lega, pornografia per casalinghe, reality osceni e dibattiti politici con idioti che si parlano addosso. I film, quando ci sono pare un evento: li hai già visti tutti o al cinema, o in dvd, o li hai scaricati, o te li han prestati o i colleghi te ne hanno parlato talmente a lungo che sai già chi è l'assassino.
Poi per fortuna mi sono addormentato e ho sognato un prato verde e gli alberi in fiore. C'era pure Prodi che faceva jogging, sullo sfondo. Pareva un figurino.
Tutti a parlare del concerto del Primo maggio. Che, per inciso, è stata una mezza boiata.
Tolti gli Afterhours, la noia mi ha invaso.
Tanto che quando il presentatore capelluto di cui ignoro il nome ha parlato della Chiesa e di Welby, stavo facendo le parole crociate.
Non ho sentito nemmeno le parole dei sindacalisti perchè, come i loro faccioni comparivano sullo schermo, schiacciavo il tasto "Mute".
Non li sopporto, quelli.
Paolo Rossi ha continuato a bofonchiare parole senza senso, sbagliando "Bella Ciao" e "Io Vagabondo".
In segno evidente di ubriachezza.
Claudia Gerini ha ostentato la sua stupidità e la sua incapacità di muoversi.
Meravigliosa la sua uscita/gaffe:
"Scaricare musica da internet è illegale!!".
Finalmente la piazza fa quello che bramava dall'inizio: la fischia.
Probabilmente la insulta, ma questo non ci è dato sapere.
Lei arrossisce e farfuglia un: "Beh, sì, i cd sono cari"...
Io, sul letto, smetto di pensare alle parole crociate e rido. Rido di gusto.
Grazie all'Osservatore Romano, il presentatore capelluto di cui ignoro il nome, sta diventando una mezza celebrità. Per avere detto delle ovvietà, per altro.
Se la Chiesa scoprisse l'esistenza di Internet e dei Blog, ci denuncerebbe tutti.
Singolare ancora una volta come gli uomini di pace non comprendano che i diritti non sono unilaterali.
Voglio dire.
Il Papa, ogni santa domenica, improvvisa dei discorsi - sgrammaticati - in piazza, sputando sentenze su tutto.
Se a lui non piace, che so, un film, una moda, un'unione di fatto... Lo urla, dal suo balcone.
I fedeli applaudono, sereni.
Facendo anche sìsì, con la testa.
Ah, quasi dimenticavo. Anche la gente a casa ascolta questi sproloqui.
Dalla Tv.
Di Stato.
Laica.
Ed un presentatore capelluto di cui ignoro il nome, non può dire la sua UNA volta l'anno, a molte meno persone, la cui maggior parte sarà stata impegnata a riflettere sulle definizioni delle parole crociate?
Ed eccoli lì. I faccioni senza voce. Quelli a cui ho schiacciato il "Mute". Quelli per cui Chico Mendes si rivolterebbe nella tomba.
Leggo il labiale.
"Noi ci dissociamo".
Un chi se ne frega, no?
Questa mattina, a una mia collega non è stato rinnovato il contratto.
Motivazione: Perchè sei incinta. Però quando hai finito la gravidanza vieni pure da noi, magari potrai lavorare di nuovo.
I miei colleghi hanno trovato tutto ciò normale. "Nessuno ti avrebbe ripreso, nelle tue condizioni".
Lei ha acconsentito. Quasi sorridendo.
Ecco, cari faccioni sindacalisti.
Queste sono le cose da cui dovreste dissociarvi.