Yearly Archive for 2007

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Città che non finiscono mai di stupire

Il mese scorso passeggiando per le strade di Venezia chi ti incontro al mercato della frutta di Cannaregio? Gino Strada, con un trolley, come i vecchietti che fanno la spesa, solo soletto senza nessun ragazzo che se lo fili o gli faccia i complimenti per la sua attività.

Ieri, vicino al ponte di Rialto, mi trovo invece nientepopodimeno che Awana Ghana (!!!), che chiacchiera amabilmente in cappotto grigio con alcuni amici ridanciani. In un ipotetico gradino sotto, mi attendo di incontrare Casanova da un momento all'altro. Non lo storico tombeur de femme, il mago di Striscia, intendo.

Fatemi capire

Muore un poliziotto, e si grida alla fine del calcio, si sospende il campionato, il Paese a lutto.
Muore un tifoso, si sospende solo Inter-Lazio, le altre partite iniziano con 10 (o 15, dettaglio fondamentale, già) minuti di ritardo. Negli stadi risuonano musiche gioviali e Guida al campionato imperterrita prosegue con i suoi stacchetti comici, tanto per citare i primi due dettagli che la pigra televisione domenicale mi sottopone.
Qual è l'errore?

Spiego meglio, che per la frettolosità iniziale mi è sfuggito il quadro generale:
L'errore sta nell'associare al Calcio qualcosa (di inspiegabile) che non c'entrava nulla con esso. Perchè si è parlato ijnizialmente di "rissa tra tifosi"? Per scaricare sul Calcio la colpa un poliziotto pistolero? Dall'errore iniziale è scaturito poi il classico teatro dell'Orrore, messo in scena da Istituzioni, Federazioni e Tifosi, che anche oggi hanno interpretato alla perfezione i propri ruoli.

Le caramelle Valda [sponsored?]

Ebbene si... anche io sono uno dei fortunati blogger che ha ricevuto il prezioso cofanetto di caramelle Valda. Non so come mi abbiano scelto, in particolare in un blog multiautore che gestisco, ma non da solo e quindi non si spiega il motivo a-te-si-a-lui-no. Non so nemmeno come diavolo sapessero il mio nome: probabilmente qualcuno che lavora per la Ogilvy (curatrice del marketing di Valda) segue questo blog e mi conosce meglio di quanto non creda. E insomma: grazie.

Con una campagna pubblicitaria abbastanza originale e gggiovane le storiche caramelle Valda decidono qualche tempo fa di inviare un kit omaggio di caramelle ad alcuni blogger, in quanto "opinion leader" e in quanto veicoli di pubblicità a basso costo. E' la prima volta qui, che arriva qualcosa in prova. Non ho mai vinto alle giostre, nessuna sorpresa nelle patatine, nessun omaggio nei cereali o nelle etichette della mia bevanda preferita. Nessuno mi obbliga a parlarne sul blog bene o male ma l'accordo lo vorrebbe.

E allora in tutta onestà vi dirò tre cose che mi hanno colpito:
1. Le pastigline sono buonissime e io che ne serbavo un ricordo vago di quando ero piccolo mi ritrovo a mangiarne una dopo l'altra complici mal di gola stagionali. A volerle comprare in farmacia una scatoletta di latta meravigliosamente vintage vi costa 4 eurelli. Forse un pò troppo...
2. La confezione omaggio ricevuta non è una stupida scatoletta come tante, ma un vero cofanetto con ben 5 diverse confezioni (normali, senza zucchero, miele e propoli, limone e timo, cartonata) con tanto di adorabile messaggio sulla confezione che inizia con "Caro blogger..."
3. Sulla campagna marketing che Ogilvy ha condotto per Valda ci crediate o no, c'è un vero e proprio Codice etico di coinvolgimento dei blogger, linkato in calce alla mail, che recita tra le altre cose:

Ti contattiamo in quanto blogger perché rispettiamo la tua influenza e pensiamo di poterti offrire dei contenuti rilevanti e interessanti per te e/o per i tuoi lettori.
Prima di inviarti una email controlleremo se nella pagina “Chi sono”, “Contatti” o “Pubblicità” del tuo blog sia indicato esplicitamente che preferisci non ricevere comunicazioni da agenzie di PR\Marketing\Advertising. In tal caso non ti disturberemo.
Non faremo finta di aver letto il tuo blog se non l’abbiamo realmente fatto.
Ti incoraggiamo a mettere al corrente i tuoi lettori dei nostri rapporti, e non ti chiederemo mai di fare diversamente.
Sei autorizzato a scrivere le tue sincere opinioni sulle informazioni o sui prodotti che ti abbiamo inviato (si puoi anche dire che non ti piacciono).

Di questi tempi, ce ne fossero di campagne marketing così educate e gentili. O zuccherose oserei dire...

Barbari alle Invasioni

Grazie a Faucet, che sopperisce alle carenze della mia tivvù (ampia scelta tra rai uno e canale 5), ho potuto vedere la puntata di venerdì scorso delle Invasioni barbariche. Indimenticabile.

Primo ospite: Luciano Moggi. Lucianone è in tour promozionale del suo libro "Un calcio nel cuore" (nel cuore, eh?) (edito da Tea) (se vi stavate chiedendo chi ha avuto il coraggio di farlo) in cui cerca di rivalutare la sua immagine. Il risultato è quello di far sembrare meno cattivi anche i grandi dittatori del novecento. La Bignardi si è un po' risentita quando Moggi si è offerto di farle vedere fuori onda come riusciva a telefonare e pisciare nello stesso momento.



Secondo ospite: Lilli Gruber. Nell'occasione in posizione eretta. Presenta il suo nuovo libro "Figlie dell'Islam" (edito da Tea) (sto scherzando), dove racconta della difficile situazione delle donne nell'Islam moderno. Situazione complicata. Donne coraggiose che sotto il burka riescono a sopportare il fatto che i loro uomini facessero linguino alla Gruber.

Terzo ospite: Folco Terzani. Figlio di Tiziano. Come dire? Illuminante. Troppo buono e troppo ascetico per questo mondo. Soprattutto dopo aver visto Luciano Moggi. A un certo punto la Bignardi gli ha chiesto se vorrà essere ricordato come santo. A lui non dispiacerebbe ma si rammarica di non aver devoluto il compenso di una sua apparizione in beneficenza. Era apparso alla Madonna.

Quarto ospite: il professor Antonio Pinna, trapiantologo. Sull'onda del successo del Dottor House, viene trasmesso un filmato dove il dottore insolentisce i suoi collaboratori ("Tu non puoi fare questa cosa! Tu non sai neanche allacciarti le scarpe, per questo porti le sneakers col velcro") ("I casi sono due: o non scopi o scopi troppo") e consola i suoi pazienti. Al di là che al massimo il professor Pinna assomiglia a quello che si è inghiottito il dottor House, vedere lo sguardo di una sua ex paziente fa capire che persona speciale sia. Sarà che dopo Moggi sembrano tutti un po' dei santi.

Ed infine... Paola Barale e Raz Degan. In realtà intervista inutile. A meno che non vi interessi vedere com'erano Sandra e Raimondo da giovani. E sapere a che ora si alza al mattino la Barale. E dei suoi cani. A me sembrano tutte cose interessanti e li ho ascoltati. Ma soprattutto sono serviti a rivalutare la figura di Luciano Moggi.

Grazie Cronista

Caro romeno, caro romano… (lettera dall’italiano medio e lettera all’italiano medio)

E adesso, caro romeno, che farai?
Ci implorerai, vi prego-vi prego-vi prego, di non essere razzisti? Ah, ma oggi come oggi bisognerebbe chiamarsi Ghandi per non essere razzisti: non lo vedi come siamo messi? Nientemeno, non possiamo più uscire di casa tranquilli e tu vorresti farci credere che dovremmo mantenere la testa sulle spalle? Ma smettila: hai esaurito i crediti, caro romeno. Per noi siete tutti delinquenti, assassini, ladri di borsette e violentatori di donne: accampati in quelle baraccopoli; accattoni, romeni e molto spesso rom, nomadi, zingari, zigani, gitani che mandate in giro i vostri figli a rapinare nelle metropolitane. E pensare che sarebbe così facile: basterebbe bruciarvi tutti! Non vorrete mica chiedere a noi, figli di Roma e figli d'Italia, d'essere sereni nel giudizio? Non più: avete reso il buio della città nostra un luogo insicuro, avete violentato le nostre donne, le avete uccise e lanciate nei fossi insieme al letame e ai funghi marci e vorreste chiederci di darvi un'altra possibilità? Lasciate a noi la libertà di maltrattare le donne nostre: siamo sufficientemente bravi ad insultarle tutti i giorni e a limitarne ogni pretesa di carriera in nome di un legittimo maschilismo. Fatevi gli affari vostri. Pensate a rubare i borsellini, ché per il falso in bilancio il talento è italiano.

Insomma, caro romeno, adesso che l'hai fatta grossa una volta di troppo - e sfiga t'ha detto che il marito della morta era pure uno piuttosto di conto - non chiederci di non fare di tutta l'erba un fascio. Lo facciamo eccome, il fascio: assassino tu, assassini tutti gli altri simili tuoi. Perché non spetta a noi, arrivati a questo punto, fare un passo indietro, ma a te. Spetta a te convincerci che stiamo sbagliando, spetta a quelli della gente tua venirci a dire no, guardate, non siamo tutti così. Ecco come ragioniamo noi e fattelo andare bene: di tutta l'erba facciamo un fascio e non ci rompere i coglioni. Vieni, romeno, vienici a convincere ma senza esagerare: dieci, quindici metri di distanza andranno più che bene. Hai visto mai...

Perché caro romeno, se vuoi sapere noi come la pensiamo, ebbene, dovresti avere l'eleganza di andartene. Non dire che non te lo puoi permettere, perché con Ryanair ti costa giusto il lavaggio di un vetro al semaforo. Vattene, caro romeno: prima che il corpo mezzo svestito di Giovanna nel fossato renda troppo chiaro il concetto che la colpa, qui, è tua ma soprattutto MIA.



Essì caro romAno, che t'incazzi solo quando ci scappa il morto, pensi davvero di essere un bravo cristiano? Caro Romano - romano di nascita e Romano Prodi, inteso come rappresentante del Potere - diteci perché ci vuole un ispettore Raciti per cominciare a porsi delle domande? Perché ci vuole Carlo Giuliani per un giro di vite intorno alle forze dell'ordine? E diteci perché ci vuole Giovanna morta nel fossato per vedere la fila di volanti fuori del campo rom in questione, dopo che il campo rom in questione erano vent'anni che stava lì e tutti, nel quartiere, lo dicevano che prima o poi... Caro romano, che offri il meglio di te davanti al telegiornale della sera con la bocca sporca di maccheroni al sugo e pecorino e buon vino, e caro Romano, che politicamente strumentalizzi ogni barbarie, schifo mi fa questa vostra apologia dell'allarme.

Caro romano che t'indignavi per i massacrati monaci birmani, dove sei finito? Dove hai riposto le tue ridicole felpe rosse? I tuoi cappelli arancioni, le tue fotografie spedite a "la Repubblica" per pubblicizzare il blog o il tuo sorriso da aperitivo milanese; dove hai messo le tue catene online, le petizioni? Tutte dimenticate nel vano porta oggetti della tua Range Rover da 400 cavalli? Dove sei andato, coglione, vate dell'ipocrisia? Tu che ti ricordi che c'è un mondo al di là del tuo orticello, solo quando ti si guasta un pomodoro; tu, e tutti quelli come te che s'alzano solo quando lo stadio fa la ola, solo quando anche tutti gli altri s'alzano, dove sei andato? Dove siete andati a nascondervi? Tutti a posare i fiori sul capezzale di Tor di Quinto state?

Ma venite via, fateci bella figura una volta tanto! Tornate ai vostri centri commerciali; tornate ai vostri concessionari d'auto. Dove sarete tra una settimana, tanto? Dove finiranno le indefesse ronde di questi giorni, che sembra che dalle parti di Saxa Rubra, a Roma, sia esploso un pozzo petrolifero o spuntato un albero del pane, tanta è l'attenzione, la polizia, il brulicar di gente, e invece è solo un campo, il solito campo rom, quello che c'è da quando Roma è Roma e a cui a nessuno è mai fottuto niente; dove finiranno queste improvvisamente puntualissime forze dell'ordine? Dove finirà il cordoglio? Dove finiranno le parole di Veltroni e la durezza dei prefetti?

Voi siete gli arbre magique ipocriti di questa esistenza di plastica: profumate la merda, sperando che sia qualcun altro a tirare la catena e non standovi troppo a preoccupare - c'è la partita! - se quella merda, alla fine, nessuno la scarica e s'accumula, s'accumula, s'accumula.

Caro romeno, caro romano,
ma vaffanculo.

Il Decreto dell’Utopia

La giustizia deve essere sicura e severa, ma anche infischiarsene della nazionalità di chi commette il reato. Che ci piaccia o no, l'invasione straniera diventerà regola, e presto noi italiani saremo estinti sostituiti da una forma ibrida. Pertanto, stare ancora a puntare il dito contro uno stupratore non in quanto stupratore ma perchè straniero, è antistorico, ingiusto, inutile.

Sogno un governo che firmi immediamente un decreto che preveda l'espulsione di tutti gli stupratori, rumeni o italiani che siano.
Un decreto che preveda l'espulsione per tutti gli evasori fiscali, siano extracomunitari o veneti o brianzoli o napoletani.
L'espulsione indiscrimanata di tutti gli assassini, i ladri, i pedofili, senza stare a guardare il loro passaporto.

Perchè se sei italiano sei padrone di casa, e a maggior ragione devi rispettare il prossimo tuo connazionale. Se sei straniero sei ospite, e a maggior ragione bla bla. Sono concetti talmente elementari e scontati... La legalità "non ha colore", per buttarla in slogan, e nemmeno "bandiera".
Inutile sottilizzare su questi dettagli unicamente per mostrarsi al popolo impaurito fieri difensori dei nostri interessi e diritti. Il diritto alla sicurezza è comunque irremidiabilmente compromesso, quando ormai la gente è pronta ad avere paura, ed anzi la Paura diventa parte integrante della loro visione sociale. Se, per esempio, mentre passeggiamo per strada diamo ormai per scontato fissare con la coda dell'occhio qualcuno vestito diversamente da noi, e sperare che ci superi senza piantarci un coltello nella schiena, beh, penso che la situazione sia irrecuperabile, e un decreto sulle espulsioni sarà solo fumo negli occhi anneriti. Annegati nell'odio, ora lo pretendiamo: vedi la spedizione punitiva di ieri notte nel campo rom. Peccato non aver mai visto spedizioni punitive verso italiani che stuprano le "nostre" donne, o massacrano i "nostri" bambini. Persino i giornalisti nei loro servizi usano un linguaggio un tantino più pesante del solito per condannare invisibilmente i "bruti" (cito dal Tg1) rumeni, mentre gli italici assassini vengono invece invitati in televisione e ricoperti di cerone.
Via tutti, allora.

I am a tchouker, and you?

Da ieri la nazionale italiana di Tchoukball è in Taiwan per tenere alto l'onore dei nostri colori al Warm-Up Game che si terrà tra il 9 e l'11 Novembre.
Il torneo servirà per tastare il polso delle avversarie in vista dei mondiali del 2009 (all'interno dei World Games).

Quindi mi raccomando, tutti sul sito ufficiale della federazione e su Youtchouk a tifare Italia!

Fergy, Fergna, Edo e Dolzo, non deludete i vostri concittadini, siamo tutti con voi!

Non recensione 2.0 a ‘Ratatouille’ (ovvero come un non-topo può non-diventare noumeno)

[Anche Noantri aderisce alla campagna di sensibilizzazione letteraria "Non vi sopportiamo più", promossa inconsapevolmente da Irene tra i commenti di questo ormai storico (e a ragione) post apparso sull'imperdibile blog Cabaret Bisanzio]

Ho visto il film d'animazione Ratatouille.

La fenomenologia semantica della pellicola in questione richiama alla memoria del vissuto empirico gli esempi più riusciti della produzione popolare nostrana, quella dove i protagonisti del cosiddetto volgo si ergevano, a seguito di vicende trasmigranti ed equazioni collaterali di indubbio effetto, al ruolo di protagonisti e/o eroi assoluti, in particolare così visti dalla loro sfera coabitativa che, dunque, passava dal ritenerli inetti al ritenerli eccellenti. Il processo d'eccellenza è la linea guida dominante di questo non-film.

[questa non è Parigi. Sembra: in realtà è una non-Parigi. E quello all'estrema destra è un topos]



Nello specifico, l'ascesa del roditore celeste, (dove il celeste non è più un colore casuale, bensì a-laico) da semplice - appunto - roditore celeste a celeberrimo cuoco ed esponente d'un certo spicchio dell'intellighenzia culinaria francese, è una metempsicosi dei desideri nascosti di ciascuno. Dirò di più: come nel caduceo due serpi sapienziali si annodano intorno al bastone che fa da continuum, qui si misurano due serpeggiamenti che penetrano a spirale la narrazione fintosaggistica; ebbene io qui dico che Ratatouille indica la via del capolavoro agli astanti.

Sin dal titolo, che i più potrebbero confondere come un semplice coacervo fonetico di lemmi indicanti la figura del ratto, certamente, e della "vill", ovvero della comunità, del popolo, del villaggio e che, invece, nasconde, questo titolo, un tentativo, non di ermeneutica, ma anzi caratterizzato da una brillante, adamantina, genialità di nomen-omen.

Ratatouille altro non è che un piatto, un mix ben posato di verdure. Proprio come il topo protagonista è una mistura romantica di coraggio e impaccio. E allora che altro è, questo, se non la più ineccepibile prova di meta-filmografia che il cinema abbia mai partorito dai tempi di Kurosawa o Orson Welles?

In Ratatouille l'extraletterario è devastante, non solo per la nube mercantilizia e quella paradorniana, fatta di ignoranza e hortus conclusus, ma soprattutto per l'ipocrisia di chi addita mafie a partire dalla propria cosca. E sono contingenze transeunti, mentre i testi, se passano il metabolismo della specie, sono tutto tranne che transeunti, e noi possiamo dare giudizi evanescenti, anche entusiasti, in attesa che si compia la permanenza nomade di un libro o la sua definitiva scomparsa. Ratatouille non scomparirà, perciò mi permetto d'essere entusiasta; Ratatouille non è oggetto transeunte ma oggetto immobilis et evacuazionis, per dirla come Kaiser Soze. (o era il draghetto Grisù, non mi ricordo)

Inutile affermare, perciò, quanto in Ratatouille emerga anche un altro topos del cinema moderno, ma, io suggerirei, della totalità della tentacolarità dell'ars, ecco, questo topos, che in Ratatouille nemmeno topos è, ma, direi, noumeno del topos e quindi RATTO, questo non-non-concetto del-non-non-non-concetto è il Male.

Il Male in Ratatouille è incarnato in un non-Male che è poi il bene (o comunque il non-tanto-male, quindi il quasi-bene), vale a dire lo Chef. Il Male è il Male e non ha agenti o immagini: è il Male ed è l'"io" la trappola inindagata con cui l'incarnazione del male sembra essere demonicamente mossa, mentre la sua routine esistenziale è già il Male, senza separatezza dal soggetto agente.

Ma.

L'oggetto di questo Male, in Ratatouille è un oggetto-soggetto che, generalmente, nella vita vera, per così dire, è visto come Bene, ovverosia lo Chef, l'uomo della cucina: difatti difficilissimamente chi opera ai fornelli viene indicato come il Male, perché, non a caso, è sua la responsabilità di nutrire, quindi di far crescere, vale a dire di far rimanere in vita. Vita uguale non-male. Eppure in Ratatouille questo non avviene: anzi si palesa l'opposto contrario. Il Male s'incarna nel bene: e questo non-male è l'epicentro del  lungometraggio-capolavoro qual è Ratatouille, proprio perché non-lungometraggio e quindi non-accettazione-dell'accettazione-della-non-accettazione. Ratatouille è oggetto a-letterario, a-sinottico e, soprattutto, extra-sinaptico prodromico della luce del sole, o della luna, a seconda dell'orario, che ci avvolgerà una volta usciti dalla sala cinematografica; sala cinematografica che non è più sala cinematografica, ma qualcosa d'altro, una non-sala cinematografica dove i non-topoi si stravolgono davanti ai topoi, tantissimi topoi, in Ratatouille ve n'è un'intera comunità, a dire il vero, pure se questa comunità, la comunità dei topoi, kantianamente, ci appare come una non-non-comunità e dunque... [Mode G. Genna OFF]

ad libitum...

p.s. Non tutta la recensione che avete appena letto è frutto di follia. Celàti nel delirio vi sono alcuni frammenti di reali recensioni scritte veramente dall'importante autore italiano Giuseppe Genna: divertitevi pure a scovarle...

La Bit Epoque: Recuperare forze scaricanti con il quadrupede

La contessina esmeraldaCONTESSINA ESMERALDA DI GOTTADAURO
Cari giovani, il progresso non è sempre rosa e fiori o un appassionato romanzo di Liala. Viviamo in un mondo fluttuante, rocambolesco, non sempre facile a intendersi. Per questo da tempo gli esperti cercano di sollevarci dalle ambasce del positivismo, acclarandoci ostilità moderne che, con le nostre conoscenze lacunose, probabilmente ci darebbero in pasto ai manicomi, se dovessimo circuirle in solitaria.
Per cui, spalleggiandomi con un eloquio chiaro, spero di essere la vostra piccola stella cometa, che vi conduca alla natività dei moderni saperi. Non abbiate tema di inoltrarmi in missive i vostri quesiti alla mia posta elettrico-digitale fricat@gmail.com. Insieme cercheremo soluzioni e benessere.

 Oggi vorrei parlarvi dell'applicazione per scaricare audiovisivi, nonché programmi e giuochi digitali, Emiules. Da qualche tempo la gendarmeria elettromagnetica ha posti i sigilli agli elaboratori che rendevano possibile gli scambi tra voi giovani, oppure hanno inserito elaboratori civetta, per cui venite spiati e segnalati alle autorità.
In attesa di un nuovo applicativo simile, c'è una soluzione. Se accendete l'elaboratore, vi collegate una tastiera per elaboratore, e digitate http://www.emulesecurity.net/, comparirà uno schermo nero, con scritte futuriste e icone. Premete la frase "Skip Intro", che vuol dire all'incirca "vada oltre". Cercate poi il documentario audiovisivo che contiene la lezione servente. Seguite tutti i passi, senza barare o mettere disordine nella stanza, e avrete nuovamente il vostro simpatico quadrupede al massimo del suo fulgore.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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