Silvio Berlusconi, voto 8: protagonista e vincitore assoluto dell'attuale stagione storico-politica. Riesce ad ottenere sempre quello che vuole. Smuove a suo piacimento tutto quello a cui è più interessato. Fa fuori in tre settimane l'avversario più pericoloso ricevendo lui stesso l'invito a sedersi a un tavolo per le riforme; sorride quando qualche alleato prova ad alzare la voce perché sa che in men che non si dica tornerà come un agnellino all'ovile. Immortale.
Umberto Bossi, voto 5,5: è fermo a dieci-dodici anni fa, quando la Lega portava con se ancora il peso della novità. Prova a mettere paura con uscite fuori luogo che oggi non fanno nemmeno più rabbia. Ha pesato sulla credibilità del suo movimento portarsi dietro zavorre alla Calderoli. Macchietta.
Pierferdinando Casini, voto 6: non si capisce come faccia a sposare il suo alto senso delle istituzioni con la solidarietà espressa a Totò Cuffaro. Poi ci si ricorda con chi è sposato davvero e si capisce che la sua politica è tutta un compromesso necessario. Il male minore, ovvero il male peggiore. Democristiano doc.
Gianfranco Fini, voto 4,5: si è proposto in tempi non sospetti come leader di una destra moderna (coppie di fatto, voto agli immigrati). Ma ha alzato troppo la voce e il padrone l'ha redarguito. Un mese fa pensava a una legge elettorale nuova e alla Casa delle Libertà come esperienza esaurita. Oggi non ha più spazio politico né tanto meno coraggio per dar seguito con i fatti alle sue parole. Piccolo piccolo.
Clemente Mastella, voto 1: qualcuno ha capito per quale motivo nel giro di 24 ore il suo partito ha tolto l'appoggio al Governo? E' venuto meno al patto con gli elettori e ora si candida ad ago della bilancia per il prossimo futuro, anche se la corsa al corteggiamento non sembra all'ordine del giorno. Se dovesse essere introdotta una nuova legge elettorale probabilmente di lui non si sentirà più parlare, almeno per il momento. Occhi da cerbiatto.
Romano Prodi, voto 4,5: ha subìto attacchi dai suoi alleati fin dal giorno della sua candidatura a leader della coalizione. Ma non è certo colpa sua se dal 1996 al 2006 (leggi dieci anni) il Centrosinistra non è riuscito a proporre un'alternativa credibile e valida a Berlusconi. Oggi è stanco e paga tutti gli errori di comunicazione commessi, oltre a tutte le promesse non mantenute con l'elettorato. Ma si può mandare in tv un Ministro a dire che è bello pagare le tasse? Da rottamare.
Walter Veltroni, voto 2: il caro Walter l'ha fatta grossa. Come nel 1998 ha riabilitato politicamente Berlusconi invitandolo a un tavolo per le riforme, quello stesso Berlusconi che per 5 anni era stato additato come il male assoluto. Il Partito Democratico ha commesso l'errore di nascere al governo e non all'opposizione rinunciando alla spinta propulsiva degli elettori. E tra un loft e un circolo, tra un simbolo e una festa, tutto è crollato. E ora? In bilico.
La Sinistra, senza voto: chi l'ha vista?
3 Responses to “Le pagelle politiche di Noantri”