Al termine di questa noiosa e stagnante campagna elettorale dove ho visto disperdere al vento il senso civico senza criterio alcuno mi ritrovo col mio voto in mano e qualche considerazione tra le dita.
Si è parlato molto di "voto utile", concetto che trovo offensivo del mio diritto al voto, o al non voto (sull'astensionismo parole che condivido appieno su Wittgenstein). Io capisco che la cosa è condivisa dai due poteri forti in gioco in queste elezioni, quindi tollerata, tuttavia la trovo democraticamente scorretta e apprezzo che Napolitano l'abbia sottolineato. In una democrazia che si possa dire tale ogni singolo voto è utile. Non è giusto passare il concetto per cui non bisogna votare i piccoli partiti per andare a gettare il proprio voto in calderoni che magari non ci rappresentano a pieno. L'interesse del cittadino dovrebbe essere quello di sentirsi rappresentato politicamente, non di "aiutare" i due grossi partiti. Parimenti antidemocratico trovo inneggiare al "voto contro", lesivo della dignità dei votante e della politica stessa, sinonimo del vuoto che si portano dentro i due principali schieramenti al momento. Il tutto sempre al danno delle forze minori, la morte del libero pensiero.
Mi chiedo dove se ne sia andata la dignità politica della sconfitta.
Non ho sentito molto parlare invece di laicita dello Stato. In un post sul mio blog spiegavo che con ogni probabilità non avrei dato il mio voto nè al PD nè al PDL per mancanza di laicità.
Lo abbiamo respirato negli ultimi mesi di questo governo, si sta mestamente andando verso una situazione in cui diviene necessario e doveroso sottolineare e ribadire la laicità dello Stato italiano e impedire ingerenze confessionali di qualsiasi natura. Bene, in un momento simile i due principali leader di partito hanno vergognosamente taciuto su questo tema centrale per l'equilibrio del paese, trovandosi d'accordo quindi su un tacito assenso a un certo tipo di ingerenze.
Personalmente in questa prospettiva non ci aspetta nulla di buono da ambo le parti.
Grande assente infine l'elettorato. L'elettorato che oramai serve solo a mettere una croce per contribuire a comporre un parlamento che altri hanno già scelto. L'elettorato sempre più distante da una politica che ha smarrito se stessa per perdersi nei suoi sproloqui che perdon man mano l'aderenza con la realtà parlando di una società che non conosce più e che dipinge a suo uso e consumo.
E ne è emblema una sparata finale che coi problemi di inquinamento e di riscaladamento globale che ci sono invece di parlare di chiusura dei centri storici alle auto, abbattimento dei costi per il trasporto pubblico cittadino, rinforzo dello stesso, incentivi all'uso del trasporto ferroviario e chi più ne ha più ne metta va ad incentivare il possesso di mezzi inquinanti.
Finisco le mie riflessioni pre elettorali augurando ad ognuno un buon voto o non voto con una sola consapevolezza.
La politica è ben altro.
7 Responses to “Della perduta politica”