Tu, che dalle nove alle otto di sera stai piantato li, nel ristretto spazio tra l'accesso dal tappeto mobile e quello dall'ascensore del centro commerciale così che nessuno abbia scampo, che punti il malcapitato di turno quando è ancora lontano e parti con discrezione andandogli incontro. Tu, che ti avvicini lunedì e mi chiedi sussurrando se voglio un invito per una visita gratuita e ti senti rifiutare garbatamente e se non vuoi fare figuracce dovrai anche memorizzare le persone cui lo chiedi onde evitare di chiederglielo nuovamente. Tu, che mercoledì sono tornato per fare la spesa ed ero vestito con gli stessi jeans, la stessa felpa e persino le stesse scarpe e ti sei fatto sotto per chiedermi ancora se volessi qualcosa che non ho ascoltato perchè ti ho mandato (mentalmente) affanculo tirando dritto già sapendo che volevi offrimi la solita visita gratuita.
Ecco posto che alle cose ereditarie non c'è grosso rimedio e che comunque sono contento così come natura mi ha creato, tu, piazzista di Cesare Ragazzi, quand'è esattamente che ti levi dalle palle e mi lascerai andare all'Ipercoop in santa pace?
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