Grazie, grazie e ancora grazie, al signor ministro Renato Brunetta.
Lui ha capito, è uomo pratico.
Ha capito che è inutile stare a martoriarsi il cervello con soluzioni ad effetto per far capire che uomini e donne devono avere gli stessi diritti, perlomeno lavorativi.
Lui che è uomo pratico, ha capito che devono avere prima gli stessi doveri.
Così, l'esimio signor ministro ha deciso di innalzare l'età delle pensione delle signore lavoratrici.
Vivono anche più a lungo, le perfide.
Nell'ottica della parità però, secondo me, mancano un paio di ulteriori accorgimenti che renderebbero più
efficace il provvedimento, sempre in nome della parità, sia chiaro.
Per lo stesso principio adottato, anche gli uomini dovrebbero adattarsi alle condizioni lavorative dell'altra metà del cielo, altrimenti che parità è se solo le donne fanno un passo verso gli uomini, no? stessi doveri, e allora consiglio al celebre veneziano di rallentare esponenzialmente le carriere maschili, diciamo di almeno un terzo, a parità di livello di istruzione con una donna, per farle sembrare proprio come quelle femminili.
Semper et comunque nella nobile ottica della parità poi, consiglierei di ridurre gli stipendi ai lavoratori maschi, facciamo della metà, per poter arrivare alla stessa retribuzione di una donna a parità di ruolo professionale ricoperto.
E in più, quei pochi temerari che chiederanno il permesso di paternità, verranno licenziati per puntiglio al loro rientro.
Tiè.
Così, il quadro per me sarebbe più equilibrato, non trovate?
Tutto sommato l'esimio trova che ci siano troppi fannulloni, e allora se ci sono troppi fannulloni fa lavorare tutti di più.
E poi magari ad un intervento sui diritti o sulla parità ci penserà quando avrò visto un qualche risultato.
Ahhh, il signor ministro, quasi da assegnarli il ministero della semplificazione...
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