Qualche considerazione noiosa ma veloce, che è tardi, è sera e si è tutti stanchi.
L'eliminazione degli Afterhours da Sanremo va messa in contrasto con la loro prima posizione nel sondaggio di Repubblica.it sulla migliore canzone del Festival. E' la sintesi perfetta della situazione italica: tanti microcosmi che non si parlano tra di loro.
Siamo divisi in recinti, più o meno grandi, distanziati su tutta la penisola. Nessuno sa cosa avviene nel recinto dell'altro, anche se alcuni di noi pascolano in più di un recinto, finendo per soffrire di personalità multiple. Ogni recinto lo si può riconoscere dalla bandiera svolazzante all'ingresso. Lo scivolo da cui scorre poi tutto il resto. Qualche esempio?
C'è il recinto di quelli che "tanto sono tutti uguali". Un altro è riempito da quelli che "hanno dato la morte i tuoi nonni per votare". E ancora: il recinto di chi pensa che non ci sia più niente da fare. Oppure: il recinto dei Silvano Agosti e quello dei Beppe Grillo.
Poi: il recinto di chi non vuole essere in nessun recinto.
Altri casi. C'è il recinto di chi pensa che Ligabue sia un fallito. E quello che ascolta Laura Pasini.
Ci sta un recinto di quelli che vanno a mangiare al McDonald's alle 3 del mattino, lungo la provinciale.
Banale: il recinto di quelli che votano Berlusconi.
Il recinto di quelli che non sanno chi sia Manuel Agnelli (nè sono interessati a saperlo).
Quelli che guardano Mad Men in inglese scaricandone i torrent vari. E il recinto di quelli che invece guardano i Cesaroni su Canale 5.
E ancora. Il recinto di chi tifa rugby, a prescindere. E, a fianco, il recinto di coloro che non capiscono proprio come si possa tifare per una squadra che perde regolarmente da sempre, giocando sempre contro squadre più forti di loro, a un gioco così poco comprensibile.
Potrei andare avanti. C'è il recinto di quelli che potrebbero andare avanti, e lo fanno, e chi invece preferisce fermarsi qui.
Alla fine di tutti i recinti, ce ne sta uno particolare. E' piccolo, ed è vuoto all'interno. E' il recinto di quelli che fanno la spola tra tutti i recinti che esistono, per imparare tutte le lingue che si parlano in questa cazzo di babele italiana, e tentare di fare una dannata sintesi. Ho l'ingenuità di pensare che Veltroni abbia anche provato ad entrarci, in questo bizzarro e decisivo recinto, ma non avesse le chiavi, evidentemente.
(il video di Berlusconi sodomista è preso da Bop)
6 Responses to “Il Paese è Reale / 3”